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L’uomo sparato era morto già nella culla
Lo hanno freddato sotto casa sua, ma in pratica era morto da quel giorno che aveva accettato di far parte di un sistema che con l’uomo ha poco a che spartire.
Era morto, probabilmente, già nella culla, il giorno in cui i genitori l’avevano battezzato del segno indelebile del possesso materiale, malato di quella febbre che sale ogni volta che il si sente il potere sfuggire dalle mani, quando si crede che con il denaro si può comprare tutto, si tutto, tranne la vita.
Perché quello che è accaduto oggi, dopo uno, due, tre spari, tra l’imbarazzo e la paura di chi è all’oscuro della cosa, non ha potuto comprare l’unica cosa che gli serviva per farlo sentire vivo e cioè la vita.
E i pianti dei parenti, la disperazione di aver perso un caro, quelle grida di rabbia verso se stessi, il battersi il petto in un “mea culpa” inutile e inefficace, niente di tutto ciò è servito a far rialzare un “Lazzaro” ormai passato a miglior vita, i miracoli appartengono al Divino.
Urge una preghiera, per chi resta, per coloro che si affannano a cercare un senso, per chi spera e non dispera, una preghiera che salga al cielo e venga vomitata in terra da quel Dio che ci aspetta sulla linea del traguardo, la fine e il fine di ogni essere vivente, in special modo dell’uomo.
Eppure, quel Dio, ha provato a insegnarci la morte per dare un senso alla vita, così come un bambino impara che scrivere non è fine a se stesso, ma è un’azione per comunicare all’altro emozioni, paure e gioie, così la certezza della fine dovrebbe mitigare l’onnipotenza vana della gloria terrena.
Si muore amici miei, sparati, di malattia, per caso, in un incidente di auto e in innumerevoli avvenimenti che è inutile elencare.
Si muore sempre.
Il difficile è vivere e sentirsi vivi stando al mondo senza prevaricare il prossimo.
Questo è il segreto per non essere sparati mentre si va a comprare le sigarette.
Attualità
Covid-19 in Italia. I dati del giorno: più di 450 i decessi nelle ultime 24 ore
Sono 23.987 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia quest’oggi, venerdì 26 marzo, a fronte di 354.982 tamponi eseguiti.
Il tasso di positività, secondo il bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile, si attesta come giovedì al 6,8%.
Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 457, per un totale di 107.256 dall’inizio della pandemia.
Aumentano di 8 unità le terapie intensive (3.628 in tutto), mentre sono 48 in più i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid.
I guariti odierni sono 19.764.
Sono 3.628 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 8 più rispetto a giovedì nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 288.
Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 28.472 persone per coronavirus, in aumento di 48 unità rispetto alle 24 ore precedenti.
Attualità
Coronavirus. La situazione in Campania: il bollettino dell’Unità di Crisi
Quest’oggi, venerdì 26 marzo, come di consueto, l’Unità di Crisi della Regione Campania ha comunicato il consueto bollettino quotidiano relativo alla situazione del Coronavirus in Campania.
Questi i dati del giorno:
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CAMPANIA. Nuova ordinanza pronta: riaperti mercati con percorsi separati
Il Governatore De Luca sta limando gli ultimi dettagli prima di annunciare e, pubblicare, probabilmente in giornata, una nuova ordinanza.
Con quest’ultima, sulla base degli ultimi dati acquisiti in relazione alla situazione epidemiologica, a modifica della precedente ordinanza numero 10, la Regione Campania dispone che le attività mercatali relative ai generi alimentari, agricoli e florovivaistici sono consentite.
Le attività saranno, però, subordinate all’adozione da parte dei Comuni di piani di sicurezza finalizzati a regolare gli accessi alle aree mercatali, con percorsi separati, a evitare assembramenti e comunque nel rispetto dei protocolli di sicurezza
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