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CASORIA, The Animal Friends tenutasi ad Arpino senza non poche polemiche

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“La seconda edizione di The animal Friend, la manifestazione canina tenutasi all’interno del Parco Urbano di Arpino nel Comune di Casoria, alla presenza del Sindaco Pasquale Fuccio.

La manifestazione è organizzata e voluta dall’Associazione Agri Ambiente Campania  e dal coordinatore Regionale Vincenzo Amoriello  con il patrocinio dell‘Istituto Zooprofilattico di Portici e del Comune di Casoria.

Durante la manifestazione sono state previste visite ambulatoriali di base, l’installazione di chip gratuiti e una sfilata amatoriale: sono oltre 30 i cani che questa mattina sono stati visitati dalla Dottoressa Giusy Carbone e altrettanti quelli microchippati dall’ASL Napoli Nord. Numerosi i cuccioli adottati dalla cittadinanza”.

Questo il comunicato delle guardie ambientali “Agri Ambiente” arrivato nella nostra redazione, in realtà e per dovere di cronaca nella nostra redazione sono arrivate anche lamentele da parte di alcuni cittadini rimasti delusi dall’evento sia per la durata esigua che per l’organizzazione, di seguito riportiamo alcuni punti critici segnalatici:

  • La manifestazione è cominciata alle 10 del mattino, ed è terminata alle 11 tempi insoliti per una manifestazione.
  • Una manifestazione, serve per prevenire o sensibilizzare su un determinato argomento, a quanto pare all’interno della manifestazione non sono stati affrontati temi di approfondimento e sensibilizzazione di problematiche sociali legati ai nostri amici pelosi.
  • Adozioni, i cani che venivano adottati (parola grossolana), non provenivano da canili o associazioni di volontariato ma bensì da un solo cittadino che a quanto pare facesse parte dell’organizzazione, che a detta di quest’ultimo, ”la mia cagnolina ha figliato, essendo dei meticci non posso tenerli, per tanto li regalo”, al di là che già il termine regalo fa rabbrividire ma ci si domanda proprio lo scopo della manifestazione e si sollevino i dubbi che forse sia servita solo allo scopo di liberare queste persone dai cani in esubero.
  • Erano presenti due associazioni di volontariato sul posto, ma i controlli erano scarsissimi… dovuti alla mal organizzazione? Chi lo sa, resta il fatto che non hanno voluto/potuto vigilare ed eccellere in quella manifestazione.
  • Malcontento generale, giustamente una manifestazione che è durata un ora, ha portato un malcontento generale, restando li fuori ad ascoltare, le persone che uscivano dalla villa esclamavano ”ma che schifo di manifestazione, spreco totale”.
  • L’unico sponsor dell’evento è risultato essere proprio una toelettatura per cani, per tanto si vedevano questi ”staff” che giravano con una maglietta con loghi e scritte dell’attività commerciale che a quanto pare fosse di proprietà di uno degli organizzatori.

Insomma da quello che ci è pervenuto, diciamo che in quel di Casoria non è stata fatta una gran bella figura, si è tentato addirittura di strumentalizzare un tema sociale così delicato come l’adozione canina. Alcuni cittadini che ci hanno segnalato queste anomalie si sono ripromessi di contattare tutte le associazioni sul territorio e di scrivere una lettera aperta al sindaco Pasquale Fuccio per far luce sulla genuinità di quest’evento.

Le foto riportate nella seguente galleria sono state gentilmente concesse ed inviate dalle Guardie Ambientali “AgriAmbiente”

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Puzza di zolfo a pochi metri dal vulcano Vesuvio sorge preocupazione

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Da ieri i cittadini che risiedono nelle vicinanze del Vesuvio lamentano una preoccupante puzza di zolfo. Sono tantissimi a lamentarsi sui social in particolare a Torre del Greco.

La sentiamo da ieri ma non capiamo a cosa è dovuta. A volte proviene dal Vesuvio, non è inusuale, ma stavolta è pi intensa e duratura“, spiega Giuseppe. “Non se ne può più. Corriamo pericoli? Qualcuno può darci una spiegazione”, afferma Angela.“Siete sicuri che non si è incendiato qualcosa? Mi sembra più puzza di bruciato”, scrive invece Antonio.

La caratteristica puzza di “uova marce” è data solitamente dalla composizione di zolfo e idrogeno che contraddistingue solitamente però la caldera dei Campi Flegrei e non la zona vesuviana, anche se non di rado le cosiddette “zaffate” di zolfo sospinte dal mare giungono nei centri cittadini.

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Campi Flegrei, cosa ha scoperto uno studio sugli eventi sismici

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Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’University College of London (UCL), la presenza di due livelli poco permeabili nella crosta dei Campi Flegrei regolerebbe i movimenti verticali e la sismicità osservati negli ultimi 40 anni. La ricerca “Evolution in unrest processes at Campi Flegrei caldera as inferred from local seismicity”, pubblicata sulla rivista scientifica “Earth and Planetary Science Letters”, ha analizzato la distribuzione degli eventi sismici e dell’energia da essi rilasciata: i risultati suggeriscono che quest’ultima si concentra principalmente in prossimità di due livelli (superfici di separazione tra rocce con proprietà fisiche e chimiche diverse) situati rispettivamente a circa 3 ed a 1-1,5 chilometri di profondità. 

“Questi livelli svolgono un ruolo chiave nel controllo dei movimenti verticali e della sismicità nei Campi Flegrei e sono presenti in diversi sistemi vulcanici caratterizzati da alte temperature e da circolazione dei fluidi. Quello più superficiale previene almeno in parte la dispersione dei fluidi idrotermali verso la superficie, fluidi che hanno un ruolo significativo nell’innesco della sismicità”, spiega Stefano Carlino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautore dello studio. Al di sotto del livello più profondo, le rocce passano da un comportamento fragile, cioè sono soggette a rottura determinando i terremoti, a uno duttile, in cui si deformano plasticamente senza rompersi.

“Qui avviene il processo di accumulo di fluidi e/o di magma che determinerebbe l’aumento di pressione e il sollevamento della caldera. L’innalzamento potrebbe continuare fino a quando lo stiramento della crosta consentirà il maggiore deflusso di gas in superficie, con conseguente depressurizzazione della sorgente del sollevamento, come pensiamo sia avvenuto durante la fase terminale della crisi bradisismica del 1982-1984, iniziata con lo sciame del 1° aprile 1984”, afferma Nicola Alessandro Pino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautore dello studio. A differenza del periodo 1982-1984, durante l’attuale fase di sollevamento in corso dal 2005, la sismicità è concentrata maggiormente nel settore orientale di Pozzuoli, al di sotto dell’area Solfatara-Bagnoli.
“Questo suggerisce che, negli ultimi anni, la risalita di fluidi di origine magmatica, con conseguente indebolimento delle rocce, sia avvenuta quasi esclusivamente in questo settore della caldera, dove il nostro studio ha evidenziato un innalzamento della profondità della transizione delle caratteristiche delle rocce da fragili a duttili”, aggiunge Stefania Danesi, ricercatrice della Sezione di Bologna dell’INGV e primo autore dello studio.

Come afferma Christopher Kilburn, professore dell’University College of London (UCL) e co-autore dello studio, “gli innalzamenti del suolo nei Campi Flegrei nelle ultime decadi favoriscono lo stiramento e l’eventuale rottura parziale della crosta. Questo processo facilita il passaggio dei fluidi accumulati nel sottosuolo e quindi una perdita di pressione in profondità”. “Il monitoraggio dell’attività dei Campi Flegrei nel prossimo futuro potrà indicare se gli sciami sismici degli ultimi mesi rappresentino o meno l’inizio di questa fase”, conclude Stefania Danesi.

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Campi Flegrei, il vulcanologo: “Il problema non è l’eruzione, innalzare il livello di allerta sull’eruzione sarebbe una cosa sbagliata”

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“In questo momento il problema non è l’euzione dei Campi Flegrei perché non ci sono i segnali per nessun movimento vulcanico. Oggi abbiamo l’esigenza di difenderci dal terremoto provocato. L’area interessata è principalmente il comune di Pozzuoli, Bacoli e Bagnoli. Il vero problema è la vulnerabilità degli edifici di questa zona. Innalzare il livello di allerta sull’eruzione sarebbe una cosa sbagliata”. Questo il pensiero di Giuseppe Luongo, professore emerito di Fisica del Vulcanismo all’università “Federico II”, che ha parlato a Radio Kiss Kiss Napoli dell’ipotesi di innalzamento dell’allerta per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei da “gialla” ad “arancione”. 

Nella zona dei Campi Flegrei “non c’è allarme, la commissione Grandi rischi conferma l’allerta gialla”. E’ quanto annunciato dal ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i comuni dell’area e i vertici di Ingv. “In questo momento l’allerta gialla è ampiamente confermata”, ha aggiunto. Il ministro ha spiegato che la zona rossa legata al rischio bradisismo è stata comunque definita e “coinvolge circa 85 mila persone e 15 mila edifici”. Il piano di comunicazione, ha concluso, “sarà pronto il 27 novembre”.

“La Commissione Grandi Rischi ha confermato il livello di allerta giallo rispetto al rischio vulcanico ed ha opportunamente ritenuto di potenziare i sistemi di monitoraggio al fine di garantire la sicurezza della popolazione. Sappiamo di dover convivere con il fenomeno vulcanico e con quello bradisismico, anche nelle fasi difficili come quella attuale. L’attenzione del governo e delle strutture operative centrali ci rasserena e sappiamo di dover essere consapevoli e continuare ad occuparci del nostro territorio come stiamo facendo incessantemente”. E’ quanto affermano in una dichiarazione congiunta i sindaci di Pozzuoli, Luigi Manzoni, di Napoli, Gaetano Manfredi e di Bacoli Josi Gerardo della Ragione chiedendo di fare “attenzione a non creare allarmismi”.

“Prendiamo spunto dalle osservazioni della Commissione per richiedere con forza l’attivazione delle iniziative previste dal governo nel decreto legge, e integrate dagli emendamenti richiesti dai Comuni flegrei – continuano – Ricordiamo a tutti di fare molta attenzione ai termini usati per la comunicazione, tenendo conto degli effetti sulla popolazione e sull’economia dei Campi Flegrei. Se ognuno si comporta in maniera consapevole, anche tutelando le singole responsabilità, riusciremo a superare le difficoltà e approderemo ad una nuova forma di gestione del territorio maggiormente resiliente”, concludono i primi cittadini.

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