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[Il Picchio De Cicco] AFRAGOLA, Tuccillo finisce qui. Adesso spazio ai “coraggiosi”

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635AFRAGOLA – Tutto come previsto. Meno di un mese alle prossime Amministrative e le danze si aprono ufficialmente.

Tre punti cardini.

Il primo resta quello del bilancio del quinquennio Tuccillo. In condizioni normali, in una città “normale”, il giudizio sarebbe poco più che mediocre. Insufficiente. Insomma, fallimentare. Se, invece, ci caliamo nella realtà afragolese bisogna ricordare da dove siamo partiti: cinque anni di centrodestra a guida Enzo Nespoli chiusi con l’arresto dell’ex sindaco ed ex senatore del Pdl. Ed un’emergenza “legale” in città e al Comune che, sinceramente, dopo 5 anni di Tuccillo non è ancora nemmeno superata totalmente. Ma il contesto di cinque anni fa, giustifica in parte Tuccillo. Un’esperienza necessaria per riappacificare la città, per eliminare le scorie, per riportare un vento di legalità che comunque ha fatto ritorno ad Afragola. E non è poco. E’ tanto di fronte all’emergenza. E’ nulla se torniamo a parlare di sviluppo e di programmazione. Se torniamo a parlare di politica vera e di amministrazione con la “a” maiuscola, Tuccillo deve passare la mano perché non si è dimostrato all’altezza delle aspettative. O meglio, il suo mandato si è esaurito nei primi tre anni.

Quello che doveva fare a capo di una coalizione di “salute pubblica” lo ha esaurito nei primi 36 mesi. Poi lo stesso sindaco non è stato in grado di garantire respiro al progetto e politicizzarlo per aprire un ciclo di buon governo. E’ rimasto solo al comando, con una maggioranza scoppiata, i consiglieri da “raccattare” sul bilancio per non finire a casa in anticipo e i suoi “amici” napoletani in giunta ad Afragola con l’aggiunta di un caivanese, Luigi Sirico, che non è riuscito nemmeno a garantire il “taglio” del verde pubblico. Al punto da ritiragli pochi giorni fa persino la delega.

Dibattito sterile con un contorno puerile di demagoghi e giovani moralisti che hanno pensato di giustificare con i bei teoremi e la faccia pulita la corsa alla “pagnotta”. Null’altro. Il vuoto. Mentre nei settori si consumavano brutte pagine di fronte alle quali il capo dell’amministrazione non è intervenuto con decisione. Tant’è che molte inchieste sono aperte in Procura proprio  su quanto accaduto in questi anni.

Tre anni e progetto Tuccillo finito. Esaurito. Gli ultimi due sono stati da zero in pagella. Sul piano politico, e la colpa resta del sindaco e del Pd, e su quello amministrativo. In quest’ultimo caso la responsabilità è tutta delle scelte isolate e rivelatesi disastrose che sempre Tuccillo ha effettuato senza alcuna progettualità per il territorio.

Insomma, il primo punto (bilancio quinquennio Tuccillo) si è esaurito. Giudizio complessivo del quinquennio, mediocre. Un bilancio politico e amministrativo fallimentare. Tuccillo non è leader nemmeno della sua attuale maggioranza e quindi dev’essere superato senza perdere altro tempo per aprire una fase politica seria e fondata su criteri lontani da quelli che hanno contraddistinto il decennio Nespoli-Tuccillo.

Post di Antonio Caiazzo

Post di Antonio Caiazzo

Punto due, le alternative. Una questione che va a braccetto con la terza questione da affrontare: l’ala moderata che è ancora in maggioranza con Tuccillo.  Due temi legati da un ragionamento unico. Di alternative in giro ce ne potrebbero essere tante ma nessuna è uscita allo scoperto. Né la chiamata alle “armi” di Enzo Nespoli nella sala dell’ “Addolorata”, o alta location individuata all’ultimo secondo, può essere considerata un’iniziativa politica dalla quale ripartire; innanzitutto perché mancano i presupposti più elementari: alla prima uscita pubblica non si espone nessuno. Un manifesto, un simbolo senza storia, nessun nome e nessuna faccia. Un sms di invito firmato da Nespoli pubblicato dalla stampa locale e nulla di più. I contenuti poi sono da brividi. “Contro Tuccillo, Giustino e Perrino”. Afragola in questa iniziativa non c’entra nulla. Emerge solo un personalismo esasperato. E tutto si deve fare, tutto si può fare tranne un ritorno al passato epurato di quei pochissimi aspetti positivi ma esaltando solo la pagina nera.

Un dramma personale non potrà mai rappresentare il cuore di un progetto politico. Anche perché ci sono altri limiti e ragionamenti di natura giudiziaria che “consigliano” a Nespoli di restare nell’ombra. Quindi, con Nespoli e Pina Castiello a mezzo servizio, chi guida il processo? Il nipote Camillo Giacco? Lo stesso Antonio Pannone per quanto imbrigliato in quella rete, avverte un notevole imbarazzo per come questa iniziativa è stata partorita. E non lo ha certo nascosto. E allora dove deve guardare la città?

Passiamo al ragionamento sulla possibile costruzione, direi necessaria, di un’alleanza che riporti il primato della politica ad Afragola. Senza “padrini”, senza padroni, senza “colonizzatori”, che siano di Napoli o di Casoria, riferimento ultimo alle mire egemoniche di Tommaso Casillo, ma che veda protagonisti le migliori professionalità locali e una classe dirigente di quarantenni che ha l’ultima possibilità per dimostrare di pesare qualcosina di più dei “galoppini” e degli eterni portatori d’acqua.

C’è una generazione che si vuol emettere in gioco. Che ha una  matrice ideologica comune: l’area moderata. Cosa impedisce il lancio del progetto? Serve coraggio dai banchi della minoranza, ben oltre i “servi sciocchi” del “vecchio sistema”, e serve coraggio nell’area moderata che ancora sostiene Tuccillo. E mi riferisco in primis a Gennaro Giustino.

Cosa aspetta Giustino a ritirare gli assessori dalla giunta? L’ultimo anno è stato pessimo sul piano politico e amministrativo. Un obbrobrio. Bisogna prenderne atto adesso prima che sia troppo tardi altrimenti si rischia di non essere compresi dall’opinione pubblica. Anche perché se si arriva alla fine con Tuccillo, tutti quelli che restano insieme a lui saranno, giustamente, come lui responsabili dello sfascio dell’ultimo biennio. Non serviranno scuse e nemmeno giustificazioni. Il problema si affronta quando esiste e quando si può curare. Se si preferisce andare avanti per due misere poltrone di assessori, resta una scelta legittima ma controproducente e, sinceramente, nemmeno dignitosa per la storia di uno come Giustino e di quello che ha rappresentato in città lui e sul gruppo fino ad un anno fa. Tranne che i moderati non abbiano deciso di ripresentarsi con Tuccillo. E questa è un’altra storia. Ma lo dicessero apertamente in modo da spostare definitivamente la costruzione di un’alternativa seria, quella che parte dai quarantenni, da un’altra parte. Pure perché le energie non mancano. Un nome su tutti è quello di Antonio Caiazzo. Consigliere comunale di Forza Italia, leader cittadino degli “azzurri” e più alto in grado nella veste di consigliere delegato al Patrimonio presso la “Città metropolitana” di Napoli. Il gruppo “Liberamente”, con Tommaso Bassolino, e tanti “moderati” che non si rivedono nella rivincita personale di Nespoli e nemmeno nel fallimento di Tuccillo.

Ecco perché serve coraggio ed è necessario rompere gli schemi. A settembre si tira la linea ed i cittadini aspettano di sapere, di capire, di partecipare. Un progetto politico ambizioso e serio dev’essere partorito prima della campagna elettorale, spiegato alla città e prima ancora partecipato attraverso dibattiti di contenuto. Professionisti e politici di Afragola in pubblico a metterci la faccia per scrivere un programma insieme a chi ci abita e la vive quotidianamente. Senza imbrogli e senza inganni.

Il candidato a sindaco lo si trova. Insieme. Prima il programma, poi lo si radica in città, si costruisce la coalizione ed alla fine del percorso, insieme, si sceglie il candidato a sindaco. Dall’opposizione il primo passo è arrivato. Sui social. Antonio Caiazzo ha spiegato che non si sente una “capra” e che quindi non parteciperà alla chiamata alle armi del “vecchio sistema”. Adesso il coraggio, quello vero e non espresso solo sui giornali, lo deve mettere in campo l’area moderata che sostiene Tuccillo posando le poltrone, rinunciando ai benefici del potere ed abbandonando un sindaco colpevole dei suoi fallimenti. Ha scelto di andare avanti da solo sfidando addirittura gli alleati in vista del voto: “Senza di me vedremo dove andrete alle elezioni”. Un altro schiaffo incomprensibile e frutto di una vuota arroganza. Espressione della più debole delle debolezze. Tuccillo, però, resti tranquillo. Il suo desiderio, pure espresso, di non essere sfiduciato, può essere esaudito.

Meglio il peggiore sindaco che un commissario. Lasciatelo in carica fino alla fine e risparmiate ad Afragola una nuova ondata di polemiche sterili. Ma prendete le distanze sul piano politico e amministrativo. Tuccillo alle elezioni ci deve andare, deve avere la possibilità ed  il coraggio di ripresentarsi con i suoi assessori napoletani, un “gabinetto” inefficiente e clientelare, costato fior di quattrini agli afragolesi per produrre nulla, ed un partito, il Pd, che ha rappresentato in questi anni la vera “zavorra” della città.  Sia coloro che sono andati via perché non hanno visto soddisfatte esigenze personali, sia quelli che sono rimasti in silenzio, da “servi sciocchi”, avallando un fallimento che adesso si portano sulla coscienza.

Settembre è il mese della verità. C’è chi si iscriverà al partito dei “coraggiosi”, come ha già fatto Antonio Caiazzo, e chi a quello dei “falliti”.

Buone vacanze. Godetevi il sole, il mare e le spiagge perché tra quaranta giorni circa si alza il sipario. I cittadini faranno da spettatori e le sentenze saranno inappellabili.

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VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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AFRAGOLA. Capitolato carente delle info necessarie. Revocato il bando di gara per la scuola dell’Addolorata

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AFRAGOLA – La sprovvedutezza della politica, inevitabilmente, si ripercuote anche nei settori. È notizia di oggi quella della revoca del bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con modalità alquanto bizzarre e naif, come avrebbe detto un caro ex sindaco rimastomi nel cuore.

Il Comune di Afragola nella persona della Dott.ssa Pedalino pubblica un bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con importo a base d’asta di € 570mila euro.

Il capitolato pubblicato però appare lacunoso e privo delle principali informazioni, utili agli operatori economici intenzionati a parteciparvi. Infatti nel capitolato non è chiarito se all’interno della struttura le suore, attualmente domiciliate in quell’immobile, dovranno continuare ad abitare quell’edificio oppure no. Non era specificato se si fosse trattato di gestione del servizio come riportato nel bando oppure una normale concessione dato che memori dell’affidamento appena concluso, il servizio constatava nella gestione mista tra privati e semiconvittori. Non solo. Ad una prima lettura del capitolato appare lampante anche la mancanza di informazioni circa le convenzioni statali sulla denominazione “paritaria” e a chi saranno destinati eventuali fondi ministeriali. Il capitolato inoltre era sprovvisto anche di costi di manodopera, utenze, Tari e tutto quello che riguardano le spese vive per una gestione di un immobile e del totale servizio. Insomma un capitolato carente di tutto quello che serve ad un operatore economico per potersi fare i famosi “conti della massaia” e stabilire se partecipare e in che percentuale effettuare il ribasso a base d’asta.

Galeotte sono state le numerose FAQ inviate da alcuni operatori economici al RUP del progetto che come spesso accade coincide con la Dirigente del Settore. Le copiose domande di chiarimento rivolte avranno messo in serie difficoltà il redattore del capitolato al punto tale da farle fare marcia indietro sull’intero iter burocratico, revocando di fatto il bando di gara pubblicato dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana.

Un dato amministrativo desolante che denota tutta l’incapacità dei Settori nell’espletare un semplice servizio di indizione di incanto ad evidenza pubblica. Il quale avrebbe permesso all’Amministrazione Pannone di affidare in tempi rapidi il Servizio della gestione della scuola in città. Ma così non è stato.

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Ad AFRAGOLA. Continua il fenomeno dei furbetti delle Commissioni le quali adesso vengono anche strumentalizzate per scopi personali.

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AFRAGOLA – Continua la guerra fredda tra il Sindaco e il gruppo Fratelli d’Italia ma questa non è l’unica gatta da pelare per il primo cittadino che con la scadenza dei termini per un azzeramento di giunta, nei vari confronti con gli altri consiglieri comunali, sta ricevendo altre richieste “tiragiacca” affinché le prebende possano aumentare e/o migliorare per ogni singolo elemento “muto” dell’aula consiliare. Poi spiegherò anche perché ho usato l’aggettivo “muto”.

Non solo i problemi dei meloniani quindi. A destare altre preoccupazioni alla fascia tricolore ci si mette oltre che il dominus Enzo Nespoli, attraverso le pagine del suo giornaletto locale, dove chiede che sia fatto immediatamente un rimpasto di giunta – più che altro richiesta finalizzata allo scopo di far dimettere alcuni consiglieri per farli passare in giunta e svuotare così l’aula dei principali maggiorenti, ammesso che questi abbiano mai realmente intralciato le decisioni calate dall’alto o per meglio dire da fuori – anche alcuni consiglieri comunali che messosi in proprio e accolte le volontà del dominus fanno richiesta al primo cittadino di passare in giunta e intanto andare in giro a chiedere a chi surrogherà il suo posto garanzie sulla sua tenuta all’interno dell’esecutivo.

È il caso di Benito Zanfardino ’82 che dopo due anni e mezzo di consiliatura, vorrebbe provare il brivido dell’esecutivo e nelle more che il Sindaco prenda la decisione, decide di applicare alcuni metodi amministrativi. Uno su tutti, un metodo mai adottato finora in politica e per il quale, fossi il consigliere, farei seria introspezione sulle regole non scritte che si vorrebbero aggiornare in politica.

Sono diverse settimane che in qualità di Presidente della V Commissione – Pubblica Istruzione – Università – Attività Culturali – Politiche Sociali – Sport – Tempo Libero e Politiche Giovanili – non convoca le sedute e non aggiorna il Registro delle presenze dal mese di Gennaio, costringendo i consiglieri formanti quella commissione a non percepire i cosiddetti gettoni di presenza, paralizzando così l’intero lavoro anche dei suoi colleghi, dato che senza rendicontazione l’ente comunale non può emettere le liquidazioni dei compensi ad ogni singolo consigliere che mediamente, al Comune di Afragola, percepisce circa € 1000,00 mensili.

Una pratica ostruzionistica mai vista e mai registrata nella storia repubblicana italiana ma che ad Afragola, qualcuno ha deciso, potesse diventare materia di studio e di apprendimento per poter insegnare alle nuove generazioni nuove tecniche di persuasione.

Se poi ci mettiamo pure che le Commissioni da sempre, almeno in questa consiliatura, sono raggirate col metodo del “furbetto delle presenze” il dato diventa ancora più allarmante. È il caso di questa mattina quando alle 11:20 mi sono recato nella casa comunale e al primo piano, come già dimostrato in passato, l’aula delle commissioni consiliari era vuota. Eppure, come si evince dai documenti appesi in bacheca, le convocazioni di oggi ne erano almeno tre ma la sala era vuota. Siamo sicuri che oggi, dopo la pubblicazione del mio articolo, i registri presenteranno le assenze di oggi ma lasciateci il beneficio del dubbio sulla strana coincidenza. Dato che su alcuni registri erano già presenti alcune firme di presenza.

Convocazioni delle Commissioni di oggi

Il dato politico che esce fuori da questa triste vicenda è alquanto amaro, dato che i cittadini afragolesi, oltre al danno subiscono anche la beffa. Poiché non solo, come dimostrato ampiamente dal nostro servizio telegiornalistico del 29 Settembre 2023 e dal mio sopralluogo di oggi, le commissioni registrano un assenteismo prodotto dai furbetti delle presenze che risultano presenti solo sui registri ma non nella realtà, scaturendo anche il fenomeno del mutismo selettivo in aula consiliare – fenomeno alquanto strano data la presunta preparazione sui temi che dovrebbe avere un consigliere onnipresente nelle commissioni consiliari – non vorremmo che le commissioni, ad opera di qualcuno, vengano anche strumentalizzate affinché il primo cittadino si adoperi ad adempiere alle richieste che come fine hanno l’interesse personale e mai quello collettivo. A questo punto servirebbe un sussulto di dignità da parte del primo cittadino, dato che dalle sue decisioni deriva anche la fine dell’impasse amministrativa che sta mettendo in ginocchio la città.

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