Resta sintonizzato

Cardito

CARDITO, escono fuori i nomi annunciati degli staffisti, quale altra polemica si alzerà adesso?

Pubblicato

il

CARDITO – Ancora una volta Minformo ha previsto molti mesi prima i nomi dei due elementi che completavano il terzetto degli staffisti da posizionare nella segreteria del sindaco, dopo la nomina di Andrea Fischer, uomo di fiducia del primo cittadino. Proprio per questo, forse sul primo nome non si è alzato tutto questo polverone sul territorio, forse perché in fondo in fondo, i cittadini sono consapevoli che il sindaco deve avere un uomo di fiducia al suo fianco. Ma quello che proprio non scende giù e non si riescono a spiegare è perché proprio tre, forse per completare il quadro delle prebende che delimitano le ultime mosse per avere un equilibrio politico perfetto? Ebbene sì, a quanto pare, il sindaco ha preferito gli equilibri alle competenze, accogliendo le richieste del PD e del gruppo di Peppe Barra che, a dispetto di quanto dichiarato dall’ex sindaco, non ha eseguito l’ordine di scuderia e ha preteso che lo staffista si facesse, confermando la figura di Nicola Di Micco come terza figura a completare il quadro dopo Nino Brancaccio espressione del PD. Pure prebende, accordi fatti all’interno delle riunioni di maggioranza che man mano vi abbiamo raccontato, inutile fare sul territorio polemiche sterili che servono solo ad alimentare le chiacchiere da bar come quella se era giusto fare o no l’avviso pubblico. Non sono questi i problemi di Cardito. Almeno per chi è preparato politicamente questo è comprensibile, il danno viene causato quando emeriti ignoranti montano un intero dibattito su un finto problema del tutto demagogico, proprio perché gli mancano i contenuti per portare avanti un sano confronto politico. Dicevamo, i problemi sono di natura tattica. I politici a Cardito – maggioranza, opposizione e chi è rimasto fuori le mura – oggi stanno giocando con le aspettative dei cittadini. Da un lato vediamo un Nunziante Raucci che dall’alto della sua carica di Presidente conquistata anche dalla sua forte abnegazione al “lavoro” di consigliere riconosciutagli anche dall’ex sindaco in una sua intervista rilasciata al collega Sossio Barra, che disobbedisce agli ordini di scuderia facendo lo staffista e rimandando la questione Patrimonio tanto cara all’ex sindaco che sempre nella stessa intervista lo dà in pasto ai leoni dichiarando, a parole, che l’attuale Presidente sarà il prossimo candidato sindaco del loro gruppo, in modo da farlo “sbranare” già da adesso dai vari Pisano e Pasquale Barra che dall’altro lato stanno lavorando alacremente per una nuova alternativa al Cirillo bis e che sicuramente non vorranno tra i piedi una figura così ingombrante come Nunziante Raucci, ecco perchè Peppe Barra, tanto ci teneva ad elogiare chi è rimasto fuori le mura. Forse perché per lui possono rappresentare l’unica àncora di salvezza, visto che sta perdendo anche il controllo dei suoi?

Tornando al famoso spreco di denaro pubblico che si è fatto ingaggiando due staffisti, a detta di qualcuno, senza competenze e solo per mantenere gli equilibri in maggioranza, il consigliere Aprovidolo ha spiegato a chiare lettere quale sia il vero ruolo che i due dovrebbero espletare in segreteria, quindi ha fatto capire chiaramente che non servirebbero chissà quali competenze, lasciando intendere forse che il vero spreco sta proprio nell’assunzione di due figure e basta. Finalmente questa vicenda è volta al termine, adesso i prezzolati pagati da quell’opposizione occulta dovranno inventarsi altre polemiche populiste per poter continuare a scrivere.

Altra cosa che non si riesce a capire, visto che Peppe Barra, sempre in quella famosa intervista, asserisce che i due staffisti sono di un livello mediocre, come mai Nicola Di Micco sotto la sua consiliatura fu assunto con art. 110 come Responsabile all’ambiente ed era la migliore espressione a tale compito sul territorio e adesso diventa un mediocre segretario? Mah misteri della politica del decennio che a differenza di quanto dice l’ex sindaco, perde pezzi man mano col passare del tempo.

Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

Pubblicato

il

CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

Continua a leggere

Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

Pubblicato

il

Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

Continua a leggere

Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

Pubblicato

il

Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

Continua a leggere

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy