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Politiche Sociali, Afragola sospende l’assistenza domiciliare. Giustino e Giglio rimangono in silenzio

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AFRAGOLA – Caos in casa Ambito 19, non ne va bene una e quest’ultima decisione non fa altro che danneggiare gli ultimi, coloro che non dovrebbero essere abbandonati, coloro i quali per legge non dovrebbero mai vedersi sospendere il servizio di assistenza materiale a domicilio e stiamo parlando di disabili e anziani. In merito alla questione già affrontata anche dalla nostra testata per quanto riguarda l’affidamento del servizio alla cooperativa “Terzo Settore” poi rivelatasi non essere in possesso dei requisiti richiesti, il Comune di Afragola che è il capofila dell’Ambito 19 (consorzio istituito secondo la legge regionale che permette i comuni di Afragola, Caivano, Cardito e Crispano di gestire servizi alla persona e alla comunità in forma associata) ha deciso di sospendere il servizio di assistenza materiale a domicilio a persone disabili e anziani dal 08 Agosto fino al 09 Settembre 2017 in attesa che dalle inchieste emerge un quadro più chiaro, anche in merito alle controdeduzioni che la cooperativa in questione ha presentato.

Ora premesso che in questo caso ci troviamo dinanzi ad un servizio di pubblica necessità e in quanto tale, secondo la legge, non dovrebbe essere interrotto per nessun motivo, tanto è vero che la sua interruzione prevede responsabilità penali. Ma a quanto pare all’Ambito 19 tra indagini della magistratura, affidamenti a ditte prive di requisiti, aspetti clientelari con assunzioni di parenti e amici di consiglieri e dirigenti attenzionati dall’ANAC, si permettono anche il lusso di prendere decisioni in maniera illecita.

Precisando e ribadendo che tale decisione è stata presa direttamente dal Comune capofila diviene alquanto strano il silenzio assordante, dal punto di vista politico, dell’assessore alle politiche sociali Giovanni Giglio che pur non avendo responsabilità gestionali è pur sempre l’assessore alle Politiche sociali e del suo consigliere di riferimento Gennaro Giustino che, cosa da non sottovalutare, è anche l’editore della stessa testata che in passato ha speso fiumi di pagine per denunciare le anomalie dell’Ambito 19 sempre legate alle varie clientele. Dal momento che lo stesso ambito ha indetto le nuove gare, la testata giornalistica sopra citata non ha trattato più l’argomento, il resto, l’andamento e l’aggiudicazione delle gare è storia recente e il silenzio dei due politici afragolesi fa molto discutere e pensare negli ambienti politici dei quattro comuni consorziati, specialmente dopo le decisioni partite sempre del Comune capofila di redigere una convenzione che tutelasse in tutto e per tutto solo ed esclusivamente il comune afragolese, dopo aver riportato con meticolosità “acuta” delle modifiche alquanto discutibili che ponevano il Comune di Afragola in una posizione autorevole libera da legami od obblighi di solidarietà verso gli altri comuni, tanto è che in un periodo cardine di questa discussa convenzione si legge: “I Comuni convenzionati, così come previsto dal Regolamento contabile per la gestione del Fondo Unico di Ambito approvato con deliberazione del Comune capofila n.49 del 25/07/2011 provvedono al trasferimento delle somme poste a proprio carico entro i termini stabiliti. Il mancato rispetto degli obblighi di cui al comma precedente costituisce grave inadempimento agli obblighi assunti con la sottoscrizione della presente Convenzione, integrando le cause per l’applicazione dell’istituto della sospensione del Comune inadempiente. Resta comunque ferma la facoltà di del recesso dalla convenzione di cui al successivo articolo 14”. Questa parte è stata integralmente aggiunta rispetto alla vecchia Convenzione e poi subito dopo e precisamente verso la fine dell’art. 5 di tale convenzione si legge ancora: “L’Ufficio di Piano è costituito al fine di permettere alle parti lo svolgimento più qualificato, efficiente ed economico delle proprie attività istituzionali relativamente ai servizi, alle attività e alle prestazioni di cui al successivo art.6, operando quindi detto Ufficio di Piano esclusivamente in nome e per conto dei singoli Comuni associati i quali rimangono singolarmente responsabili per le obbligazioni assunte in esecuzione della presente Convenzione ed in relazione alle attività svolte per le attività, funzioni e/o compiti delegati e/o trasferiti e/o conferiti dall’Ambito, senza alcun vincoli di solidarietà degli altri Comuni associati e/o dell’Ambito nel suo Complesso”.

Da questi due ultimi incisi si riesce a capire bene qual era l’intento di chi ha redatto -ricordiamolo all’insaputa dei Comuni di Caivano e Crispano- questa nuova bozza di Convenzione che pone in seria difficoltà i due comuni restati nell’ombra. Se solo si parte dal presupposto che un Comune dissestato come quello di Caivano trova la propria copertura finanziaria solo ed esclusivamente dalla liquidità reale e non da quella prevista in bilancio -come accade per gli altri comuni- per non parlare del Comune di Crispano, sciolto per infiltrazioni camorristiche e gestito meticolosamente dal trio di vice prefetto adesso al governo della città, sarà molto facile, una volta firmata questa Convenzione, viste le loro difficoltà, vederli fuori dall’Ambito in un futuro prossimo. E allora è lecito domandarsi: Fa che il Comune di Afragola, nello specifico chi gestisce le Politiche sociali all’interno di esso, vuole i due Comuni difficili da “gestire” (uno per la presenza dei viceprefetto al governo della città e l’altro per la presenza ingombrante di una dirigente determinata e di un sindaco integerrimo) fuori dall’Ambito 19? Se è si perché?

E’ giusto che la cittadinanza caivanese sappia che se il sindaco Monopoli non ha firmato quella bozza di Convenzione all’apparenza “vessatoria” è proprio grazie all’intervento della tanto discussa Anna Damiano che ha fatto notare prontamente le varie anomalie scritte e le variazioni apportate rispetto alla vecchia convenzione. Stiamo parlando della stessa dirigente che il consigliere Ponticelli, amico del consigliere afragolese Gennaro Giustino, vuole fuori dal settore “Politiche sociali”. Da notare, inoltre, che lo stesso mezzo di comunicazione edito dal consigliere afragolese non lesina dure stoccate alla dirigente e al sindaco Monopoli che ha voluto fortemente la Damiano alla responsabilità del settore, soprattutto per tutelare gli interessi degli “ultimi” caivanesi.

Insomma non lo sapevamo, ma la Damiano si è rivelata una figura troppo ingombrante che mette a repentaglio la stabilità di un’intera amministrazione, ma fortunatamente Caivano ha un sindaco che non si piega ai “ricatti politici” messi su dai consiglieri dissidenti con l’appoggio di qualche politico esterno e nel giro di pochi mesi, grazie soprattutto alla collocazione “naturale” della Damiano, ha posto fine anche alle continue “rappresaglie” delle ragazze madri che, a detta di qualcuno, venivano fomentate tatticamente soprattutto da dirigenti di settore che volevano e vogliono Monopoli fuori dai giochi.

Anche se il quadro legato all’Ambito 19 nei confronti del Comune di Caivano appare più chiaro il dato di fatto resta, cioè quello che i disabili e anziani dei quattro comuni consorziati, in maniera del tutto illegale, resteranno senza assistenza domiciliare. Allora è competenza da parte della politica, che ha il compito di controllo, individuare i responsabili e denunciarli. Ed è anche e soprattutto per questo motivo che appare strano il silenzio dell’assessore Giglio e del consigliere Giustino. Chi ha sbagliato deve pagare.

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VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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AFRAGOLA. Capitolato carente delle info necessarie. Revocato il bando di gara per la scuola dell’Addolorata

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AFRAGOLA – La sprovvedutezza della politica, inevitabilmente, si ripercuote anche nei settori. È notizia di oggi quella della revoca del bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con modalità alquanto bizzarre e naif, come avrebbe detto un caro ex sindaco rimastomi nel cuore.

Il Comune di Afragola nella persona della Dott.ssa Pedalino pubblica un bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con importo a base d’asta di € 570mila euro.

Il capitolato pubblicato però appare lacunoso e privo delle principali informazioni, utili agli operatori economici intenzionati a parteciparvi. Infatti nel capitolato non è chiarito se all’interno della struttura le suore, attualmente domiciliate in quell’immobile, dovranno continuare ad abitare quell’edificio oppure no. Non era specificato se si fosse trattato di gestione del servizio come riportato nel bando oppure una normale concessione dato che memori dell’affidamento appena concluso, il servizio constatava nella gestione mista tra privati e semiconvittori. Non solo. Ad una prima lettura del capitolato appare lampante anche la mancanza di informazioni circa le convenzioni statali sulla denominazione “paritaria” e a chi saranno destinati eventuali fondi ministeriali. Il capitolato inoltre era sprovvisto anche di costi di manodopera, utenze, Tari e tutto quello che riguardano le spese vive per una gestione di un immobile e del totale servizio. Insomma un capitolato carente di tutto quello che serve ad un operatore economico per potersi fare i famosi “conti della massaia” e stabilire se partecipare e in che percentuale effettuare il ribasso a base d’asta.

Galeotte sono state le numerose FAQ inviate da alcuni operatori economici al RUP del progetto che come spesso accade coincide con la Dirigente del Settore. Le copiose domande di chiarimento rivolte avranno messo in serie difficoltà il redattore del capitolato al punto tale da farle fare marcia indietro sull’intero iter burocratico, revocando di fatto il bando di gara pubblicato dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana.

Un dato amministrativo desolante che denota tutta l’incapacità dei Settori nell’espletare un semplice servizio di indizione di incanto ad evidenza pubblica. Il quale avrebbe permesso all’Amministrazione Pannone di affidare in tempi rapidi il Servizio della gestione della scuola in città. Ma così non è stato.

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Ad AFRAGOLA. Continua il fenomeno dei furbetti delle Commissioni le quali adesso vengono anche strumentalizzate per scopi personali.

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AFRAGOLA – Continua la guerra fredda tra il Sindaco e il gruppo Fratelli d’Italia ma questa non è l’unica gatta da pelare per il primo cittadino che con la scadenza dei termini per un azzeramento di giunta, nei vari confronti con gli altri consiglieri comunali, sta ricevendo altre richieste “tiragiacca” affinché le prebende possano aumentare e/o migliorare per ogni singolo elemento “muto” dell’aula consiliare. Poi spiegherò anche perché ho usato l’aggettivo “muto”.

Non solo i problemi dei meloniani quindi. A destare altre preoccupazioni alla fascia tricolore ci si mette oltre che il dominus Enzo Nespoli, attraverso le pagine del suo giornaletto locale, dove chiede che sia fatto immediatamente un rimpasto di giunta – più che altro richiesta finalizzata allo scopo di far dimettere alcuni consiglieri per farli passare in giunta e svuotare così l’aula dei principali maggiorenti, ammesso che questi abbiano mai realmente intralciato le decisioni calate dall’alto o per meglio dire da fuori – anche alcuni consiglieri comunali che messosi in proprio e accolte le volontà del dominus fanno richiesta al primo cittadino di passare in giunta e intanto andare in giro a chiedere a chi surrogherà il suo posto garanzie sulla sua tenuta all’interno dell’esecutivo.

È il caso di Benito Zanfardino ’82 che dopo due anni e mezzo di consiliatura, vorrebbe provare il brivido dell’esecutivo e nelle more che il Sindaco prenda la decisione, decide di applicare alcuni metodi amministrativi. Uno su tutti, un metodo mai adottato finora in politica e per il quale, fossi il consigliere, farei seria introspezione sulle regole non scritte che si vorrebbero aggiornare in politica.

Sono diverse settimane che in qualità di Presidente della V Commissione – Pubblica Istruzione – Università – Attività Culturali – Politiche Sociali – Sport – Tempo Libero e Politiche Giovanili – non convoca le sedute e non aggiorna il Registro delle presenze dal mese di Gennaio, costringendo i consiglieri formanti quella commissione a non percepire i cosiddetti gettoni di presenza, paralizzando così l’intero lavoro anche dei suoi colleghi, dato che senza rendicontazione l’ente comunale non può emettere le liquidazioni dei compensi ad ogni singolo consigliere che mediamente, al Comune di Afragola, percepisce circa € 1000,00 mensili.

Una pratica ostruzionistica mai vista e mai registrata nella storia repubblicana italiana ma che ad Afragola, qualcuno ha deciso, potesse diventare materia di studio e di apprendimento per poter insegnare alle nuove generazioni nuove tecniche di persuasione.

Se poi ci mettiamo pure che le Commissioni da sempre, almeno in questa consiliatura, sono raggirate col metodo del “furbetto delle presenze” il dato diventa ancora più allarmante. È il caso di questa mattina quando alle 11:20 mi sono recato nella casa comunale e al primo piano, come già dimostrato in passato, l’aula delle commissioni consiliari era vuota. Eppure, come si evince dai documenti appesi in bacheca, le convocazioni di oggi ne erano almeno tre ma la sala era vuota. Siamo sicuri che oggi, dopo la pubblicazione del mio articolo, i registri presenteranno le assenze di oggi ma lasciateci il beneficio del dubbio sulla strana coincidenza. Dato che su alcuni registri erano già presenti alcune firme di presenza.

Convocazioni delle Commissioni di oggi

Il dato politico che esce fuori da questa triste vicenda è alquanto amaro, dato che i cittadini afragolesi, oltre al danno subiscono anche la beffa. Poiché non solo, come dimostrato ampiamente dal nostro servizio telegiornalistico del 29 Settembre 2023 e dal mio sopralluogo di oggi, le commissioni registrano un assenteismo prodotto dai furbetti delle presenze che risultano presenti solo sui registri ma non nella realtà, scaturendo anche il fenomeno del mutismo selettivo in aula consiliare – fenomeno alquanto strano data la presunta preparazione sui temi che dovrebbe avere un consigliere onnipresente nelle commissioni consiliari – non vorremmo che le commissioni, ad opera di qualcuno, vengano anche strumentalizzate affinché il primo cittadino si adoperi ad adempiere alle richieste che come fine hanno l’interesse personale e mai quello collettivo. A questo punto servirebbe un sussulto di dignità da parte del primo cittadino, dato che dalle sue decisioni deriva anche la fine dell’impasse amministrativa che sta mettendo in ginocchio la città.

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