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Cardito

CARDITO, il gruppo consiliare “Insieme per Cardito” si riorganizza e punta su un convegno

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CARDITO – L’altro ieri sera (Mercoledì 20 Settembre 2017 ndr) consiglieri, assessore, militanti e simpatizzanti del gruppo “Insieme per Cardito” si sono dati appuntamento in un noto ristorante di Frattamaggiore. L’occasione è stata propizia per tracciare una nuova linea politica che rompesse un po’ le righe con tutto quello che appartiene al passato e che in quello prossimo ha alzato qualche polverone in più sul territorio. Infatti, stando ad alcune indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, l’aria che si respirava quella sera era quella serena che stabilisce un’unità di intenti che un gruppo di maggioranza deve avere per far si che possa difendersi da vari attacchi creati ad hoc da chi tenta di destabilizzare l’ambiente politico di governo a Cardito.

insiemecarditoI punti di riferimento di questo gruppo, almeno stando a ciò che si è visto quella sera nel noto locale di Frattamaggiore, sono senza dubbi i due consiglieri di maggioranza Andrea Russo e Michele Fusco ed è proprio grazie al supporto di quest’ultimo che appare ancora più saldo l’insieme di persone che testimonia sempre più anche la leadership di Andrea Russo che non a caso in quell’occasione sedeva a capo tavola, il quale ricambiava sguardi e parole di approvazione da parte dei commensali. Insomma il nuovo progetto “Insieme per Cardito” ruota tutto intorno alla figura di Andrea Russo, professionista di Cardito, giovane commercialista carismatico e che raccoglie molta stima negli ambienti politici del centro sinistra regionale. In poche parole, come lo definisce qualcuno dei suoi colleghi di partito, un ottimo cavallo da corsa.

Forse Mercoledì scorso è stata sancita proprio una nuova figura politica o forse semplicemente un rinnovamento di un semplice gruppo politico che vuole uscire fuori dalle polemiche inutili dei giorni scorsi, chissà. Fatto sta che i presenti in sala discutevano animatamente su quelli che possono diventare veri problemi da qui a poco. Non sono passate inosservate le partite politiche intraprese tra il gruppo di Nunziante Raucci e il gruppo dei fedelissimi di Cirillo, non a caso proprio Andrea Russo è uno degli elementi del famoso “patto di consultazione” eretto insieme ai consiglieri Pasquale Chiacchio e Giovanni Aprovidolo. Un’altra partita politica si giocherà al prossimo Convegno del PD di Cardito dove si dovrà decidere il nominativo del nuovo segretario di partito. Adesso già è cominciata la corsa ai tesseramenti per accaparrarsi un ingente peso politico all’interno del partito di Renzi a Cardito per poter essere abbastanza determinante sul risultato delle urne. Da indiscrezioni trapelate, pare che Andrea Russo stia lavorando alacremente per raggiungere l’obiettivo degli ottanta tesserati. Un lavoro simile lo sta facendo Nunziante Raucci che dal canto suo vorrebbe che il segretario del PD uscisse tra i suoi uomini, proprio perché determinare la segreteria di partito a Cardito, in questo momento storico, vale a dire assicurarsi la leadership del futuro.

Non a caso, evidentemente, al di là dell’organizzazione che “Insieme per Cardito” mercoledì sera tentava di mettere su per un congresso che presenti con tutti i crismi e i carismi le innovazioni e i rinnovamenti del gruppo a partire dal nuovo logotipo, sembra che quell’incontro avesse anche sancito il fatto che laddove il sindaco Cirillo auspicasse – come parecchi commensali di quella cena credono – ad una candidatura a livello regionale, l’antagonista naturale di Nunziante Raucci alle prossime elezioni amministrative potrebbe essere proprio Andrea Russo o almeno questo e quello che si augurano i componenti del “rinnovato” gruppo di “Insieme per Cardito”.

Tra i protagonisti della serata c’erano tutti, i due consiglieri, la nuova assessora: la bellissima Mina Lanzano, la segretaria o coordinatrice fresca di nomina Daniela Portella con il suo consorte, i fondatori tra cui Vincenzo SorittoMario Trappoliere e tanti altri. La serata è finita dandosi appuntamento per organizzare un convegno dove verrà presentato per primo il nuovo logo del gruppo che sarà elaborato dall’agenzia di comunicazione che già cura l’immagine dell’intero movimento. Poi verranno presentate alla cittadinanza sia la nuova assessora Lanzano che la segretaria Portella votata all’unanimità da tutti gli appartenenti che in occasione della cena di Mercoledì è stato preso atto e ratificato il documento che attesta il nuovo assetto politico del movimento “Insieme per Cardito”. Dove all’interno di esso si legge che i componenti (consiglieri, assessore, segretario, militanti e simpatizzanti) prendono le nette distanze dalla decisione e dai modi nei quali l’ex coordinatore del partito Giuseppe Di Micco abbia comunicato al gruppo di aderire al movimento “Campania Libera” che fa capo al Governatore De Luca e inoltre gli stessi componenti demandano al gruppo consiliare di far pervenire nelle mani del sindaco tale documento. In questo modo gli appartenenti a “Insieme per Cardito” tentano di mettere fine a questa triste parentesi del coordinatore e proprietario del logo, volgendo anche lo sguardo al futuro e intravedendo nella figura di Andrea Russo il loro futuro leader.

Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

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Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

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Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

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Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

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