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AFRAGOLA. Mossa Pannone premeditata. Tuccillo annuncia la sua ricandidatura

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AFRAGOLA – Come già pubblicato in anteprima dalla nostra testata, ieri è stata la giornata del consigliere Antonio Pannone, il quale durante l’Assise pubblica è stato investito della carica di Presidente del Consiglio. L’investitura di Pannone non nasce per caso ed è una scelta molto ponderata che ha visto l’unità di intenti di tutta l’opposizione e a dire il vero si potrebbe anche considerare una vittoria della minoranza visto che in questo caso ha saputo davvero giocare d’astuzia. Infatti, ieri al consiglio la maggioranza ancora una volta è apparsa sciolta, dislocata, sfilacciata. Nessuno dei governanti aveva un quadro chiaro del nome da portare avanti, tanto è vero che alla fine, dalla maggioranza è uscito fuori il nome del consigliere Gennaro Di Lena, già vicepresidente del Consiglio, partorito così al momento senza che nessuno dei gruppi politici di maggioranza si fosse seduto ad un tavolo per stabilire una sintesi che determinasse un nome unico. Infatti a guastare gli equilibri, vista la mancata comunicazione è stato il gruppo di “A Viso Aperto” che puntando su Antonio Caiazzo, ha fatto sì che si andasse ad un secondo turno, ballottaggio tra Di Lena e Pannone, ovviamente Gennaro Giustino e i suoi, visto che Antonio Caiazzo al primo turno, aveva collezionato solo i loro tre voti, hanno pensato bene di dirottare le loro preferenze su Antonio Pannone e così ancora una volta, quelli di “A Viso Aperto”, cercano di comunicare al sindaco Tuccillo quello che è sempre stato un loro incipit: Senza numeri, si va tutti a casa.

E sarebbe proprio questa l’ennesima occasione affinché il primo cittadino si alzi dalla poltrona, si rechi al protocollo e rassegna le dimissioni. Invece no, dopo la proclamazione di Pannone a Presidente del Consiglio, Tuccillo prende la parola e risponde alzando il tiro, in pompa magna annuncia ufficialmente la sua ricandidatura a sindaco. Era quella la sede e il momento dove poter fare quel tipo di annuncio? Perché il primo cittadino ha aspettato una debacle di numeri per dichiararsi l’unica leadership sul territorio? Parecchi in aula lo hanno interpretato come un gesto di frustrazione, un po’ come succede ai calciatori quando perdendo la partita, non riuscendo a toccar palla, stendono il proprio avversario con un calcione alle caviglie. Che senso ha avuto dire: “Mi candido di nuovo a sindaco” quando sei consapevole che la tua prima consiliatura sta scrivendo un tristissimo epilogo?

Ovviamente le risposte non le vogliamo adesso, anche perché alle prossime elezioni manca poco ed è poco anche il tempo che avrà a disposizione Pannone per far valere la sua neutralità e la sua moderazione nel ruolo appena assegnatogli. E forse anche a questo avrà pensato Nicola Perrino quando ha deciso di dare le dimissioni a due mesi dalle nuove amministrative e questo ce lo fa pensare la motivazione che tutt’ora cerca di propinarci, nascondendoci quella reale, ossia quella di dover fare campagna elettorale per le politiche appoggiando la schiera di candidati che esprime il proprio partito a livello nazionale senza avere le mani legate da accordi locali con il centrosinistra. Strano però che questo tipo di ragionamento il Perrino non l’abbia fatto tre anni fa in occasione delle elezioni regionali quando lui e il suo partito appoggiavano la candidatura di Sommese e Caldoro mentre i suoi alleati locali votavano De Luca. Ma capiamo anche che il sacrificio di rinunciare a 36 mesi di indennità è duro da chiedere e allora vai con il valzer delle prese per i fondelli. Va bene così, in fondo è risaputo che Nicola Perrino vota Pannone perché ha già avviato dei tavoli insieme a delle frange di centro destra, le stesse che pare lo vogliano candidato sindaco, ecco perché alle votazioni per il nuovo Presidente del Consiglio, UDC non ha fatto il nome del giovane Gennaro Castaldo, ma hanno tutti dirottato sull’ex facente funzioni da sindaco.

Chi rischia di restare col cerino in mano, alla fine della fiera, è proprio l’ambizioso leader di Forza Italia Antonio Caiazzo, visto che addirittura, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che un’altra frangia di centro destra, non appartenente alla corrente Nespoli, stia lavorando ad un Pannone bis. Ecco perché, chi per un motivo, chi per un altro, tutti hanno trovato nel consigliere de Il Popolo delle Libertà la sintesi per il nuovo Presidente del Consiglio. Dal canto suo Antonio Caiazzo, giovane promettente, ambizioso, preparato e che già ricopre anche importanti ruoli in Città Metropolitana, dopo essersi fatto in quattro per mettere su un centro destra ormai ridotto in brandelli, rischia anche di non vedersi riconosciuta quella gratitudine che i suoi colleghi di sponda dovrebbero attestargli.

Il dato politico che ne esce fuori, è davvero sconcertante. Ormai è chiaro e lampante che Tuccillo non ha i numeri e non si riesce ancora a capire con chi pensa di poter formare la coalizione alle prossime amministrative, visto che Perrino, come già spiegato, cerca di guardarsi intorno e accarezza perfino l’idea di essere il prossimo antagonista di Tuccillo. “A viso Aperto” ancora non si esprime, tanto meno fa capire quali siano le sue strategie. Un solo dato esce fuori è che Giustino e i suoi attualmente navigano in direzione totalmente opposta a quella di Tuccillo e la votazione su Pannone è l’ennesima prova. Una cosa è certa, tanti sono gli scenari che potrebbero cambiare o confermarsi, ma è innegabile che ad oggi sono scenari del tutto confusionari, basati sul tatticismo e il personalismo sterile di questa classe dirigente sempre più in declino. Afragola ha bisogno di programmazione seria e di visione di città certe. Con la speranza che tutto possa cambiare in meglio, noi umilmente cerchiamo di mantenere aggiornati i nostri lettori sempre e solo con la verità.

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VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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AFRAGOLA. Capitolato carente delle info necessarie. Revocato il bando di gara per la scuola dell’Addolorata

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AFRAGOLA – La sprovvedutezza della politica, inevitabilmente, si ripercuote anche nei settori. È notizia di oggi quella della revoca del bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con modalità alquanto bizzarre e naif, come avrebbe detto un caro ex sindaco rimastomi nel cuore.

Il Comune di Afragola nella persona della Dott.ssa Pedalino pubblica un bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con importo a base d’asta di € 570mila euro.

Il capitolato pubblicato però appare lacunoso e privo delle principali informazioni, utili agli operatori economici intenzionati a parteciparvi. Infatti nel capitolato non è chiarito se all’interno della struttura le suore, attualmente domiciliate in quell’immobile, dovranno continuare ad abitare quell’edificio oppure no. Non era specificato se si fosse trattato di gestione del servizio come riportato nel bando oppure una normale concessione dato che memori dell’affidamento appena concluso, il servizio constatava nella gestione mista tra privati e semiconvittori. Non solo. Ad una prima lettura del capitolato appare lampante anche la mancanza di informazioni circa le convenzioni statali sulla denominazione “paritaria” e a chi saranno destinati eventuali fondi ministeriali. Il capitolato inoltre era sprovvisto anche di costi di manodopera, utenze, Tari e tutto quello che riguardano le spese vive per una gestione di un immobile e del totale servizio. Insomma un capitolato carente di tutto quello che serve ad un operatore economico per potersi fare i famosi “conti della massaia” e stabilire se partecipare e in che percentuale effettuare il ribasso a base d’asta.

Galeotte sono state le numerose FAQ inviate da alcuni operatori economici al RUP del progetto che come spesso accade coincide con la Dirigente del Settore. Le copiose domande di chiarimento rivolte avranno messo in serie difficoltà il redattore del capitolato al punto tale da farle fare marcia indietro sull’intero iter burocratico, revocando di fatto il bando di gara pubblicato dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana.

Un dato amministrativo desolante che denota tutta l’incapacità dei Settori nell’espletare un semplice servizio di indizione di incanto ad evidenza pubblica. Il quale avrebbe permesso all’Amministrazione Pannone di affidare in tempi rapidi il Servizio della gestione della scuola in città. Ma così non è stato.

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Ad AFRAGOLA. Continua il fenomeno dei furbetti delle Commissioni le quali adesso vengono anche strumentalizzate per scopi personali.

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AFRAGOLA – Continua la guerra fredda tra il Sindaco e il gruppo Fratelli d’Italia ma questa non è l’unica gatta da pelare per il primo cittadino che con la scadenza dei termini per un azzeramento di giunta, nei vari confronti con gli altri consiglieri comunali, sta ricevendo altre richieste “tiragiacca” affinché le prebende possano aumentare e/o migliorare per ogni singolo elemento “muto” dell’aula consiliare. Poi spiegherò anche perché ho usato l’aggettivo “muto”.

Non solo i problemi dei meloniani quindi. A destare altre preoccupazioni alla fascia tricolore ci si mette oltre che il dominus Enzo Nespoli, attraverso le pagine del suo giornaletto locale, dove chiede che sia fatto immediatamente un rimpasto di giunta – più che altro richiesta finalizzata allo scopo di far dimettere alcuni consiglieri per farli passare in giunta e svuotare così l’aula dei principali maggiorenti, ammesso che questi abbiano mai realmente intralciato le decisioni calate dall’alto o per meglio dire da fuori – anche alcuni consiglieri comunali che messosi in proprio e accolte le volontà del dominus fanno richiesta al primo cittadino di passare in giunta e intanto andare in giro a chiedere a chi surrogherà il suo posto garanzie sulla sua tenuta all’interno dell’esecutivo.

È il caso di Benito Zanfardino ’82 che dopo due anni e mezzo di consiliatura, vorrebbe provare il brivido dell’esecutivo e nelle more che il Sindaco prenda la decisione, decide di applicare alcuni metodi amministrativi. Uno su tutti, un metodo mai adottato finora in politica e per il quale, fossi il consigliere, farei seria introspezione sulle regole non scritte che si vorrebbero aggiornare in politica.

Sono diverse settimane che in qualità di Presidente della V Commissione – Pubblica Istruzione – Università – Attività Culturali – Politiche Sociali – Sport – Tempo Libero e Politiche Giovanili – non convoca le sedute e non aggiorna il Registro delle presenze dal mese di Gennaio, costringendo i consiglieri formanti quella commissione a non percepire i cosiddetti gettoni di presenza, paralizzando così l’intero lavoro anche dei suoi colleghi, dato che senza rendicontazione l’ente comunale non può emettere le liquidazioni dei compensi ad ogni singolo consigliere che mediamente, al Comune di Afragola, percepisce circa € 1000,00 mensili.

Una pratica ostruzionistica mai vista e mai registrata nella storia repubblicana italiana ma che ad Afragola, qualcuno ha deciso, potesse diventare materia di studio e di apprendimento per poter insegnare alle nuove generazioni nuove tecniche di persuasione.

Se poi ci mettiamo pure che le Commissioni da sempre, almeno in questa consiliatura, sono raggirate col metodo del “furbetto delle presenze” il dato diventa ancora più allarmante. È il caso di questa mattina quando alle 11:20 mi sono recato nella casa comunale e al primo piano, come già dimostrato in passato, l’aula delle commissioni consiliari era vuota. Eppure, come si evince dai documenti appesi in bacheca, le convocazioni di oggi ne erano almeno tre ma la sala era vuota. Siamo sicuri che oggi, dopo la pubblicazione del mio articolo, i registri presenteranno le assenze di oggi ma lasciateci il beneficio del dubbio sulla strana coincidenza. Dato che su alcuni registri erano già presenti alcune firme di presenza.

Convocazioni delle Commissioni di oggi

Il dato politico che esce fuori da questa triste vicenda è alquanto amaro, dato che i cittadini afragolesi, oltre al danno subiscono anche la beffa. Poiché non solo, come dimostrato ampiamente dal nostro servizio telegiornalistico del 29 Settembre 2023 e dal mio sopralluogo di oggi, le commissioni registrano un assenteismo prodotto dai furbetti delle presenze che risultano presenti solo sui registri ma non nella realtà, scaturendo anche il fenomeno del mutismo selettivo in aula consiliare – fenomeno alquanto strano data la presunta preparazione sui temi che dovrebbe avere un consigliere onnipresente nelle commissioni consiliari – non vorremmo che le commissioni, ad opera di qualcuno, vengano anche strumentalizzate affinché il primo cittadino si adoperi ad adempiere alle richieste che come fine hanno l’interesse personale e mai quello collettivo. A questo punto servirebbe un sussulto di dignità da parte del primo cittadino, dato che dalle sue decisioni deriva anche la fine dell’impasse amministrativa che sta mettendo in ginocchio la città.

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