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[EDITORIALE] AFRAGOLA. Quanto è difficile staccarsi dai vecchi stereotipi della Politica

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AFRAGOLA – E’ notizia di pochi giorni fa quella dell’ampliamento della coalizione di moderati che hanno visto delle new entry abbastanza importanti che accompagnano il proprio simbolo con il blasone politico della loro nomenclatura. Ovviamente dietro questa notizia erano inevitabili rumors e mal di pancia ed il primo che si è registrato è stato quello del consigliere Gennaro Castaldo che a mezzo stampa ha preso immediatamente le distanze da questa coalizione rappresentata al momento da 11 gruppi politici, dichiarando: “La mia posizione è sempre stata quella della coerenza politica, resto ancora più convinto della mia intenzione di procedere nel senso della continuità amministrativa”. In un altro tratto delle sue dichiarazioni il consigliere lascia intendere che anche se all’atto della stesura del documento finale, che sanciva la nascita della casa dei moderati allargata, erano presenti membri autorevoli di UDC, lui ritiene opportuno che le decisioni vanno prese comunque in maniera collegiale e visto che al secondo incontro, quelli di UDC erano tutti assenti, ha pensato giusto tracciare la linea e far valere il peso del proprio ruolo anche laddove tutti e tre componenti di UDC (Perrino, Di Mauro e lo stesso Gennaro Castaldo ndr) a mezzo telefonico avevano dato il loro benestare alla forgiatura di questa componente politica. Ma facciamo un passo indietro e analizziamo fatti e circostanze.

Era l’undici Aprile quando sono cominciati, in via ufficiale, i lavori che hanno sancito la stesura del primo documento che ha dato vita alla coalizione dei Moderati. A quell’appuntamento e in quel contesto era presente anche lo stesso Gennaro Castaldo che insieme agli altri due componenti di partito hanno sottoscritto e firmato lo stesso documento. Quello che mi chiedo è se per il segretario di UDC valeva anche allora il suo principio di procedere nel senso della continuità amministrativa, perché al di là dell’excusatio sull’assenza al secondo incontro, in quello che ha sancito la partenza a questa coalizione – altro che continuità amministrativa – vi erano sei consiglieri su dodici appartenenti all’attuale opposizione, tre componenti che non siedono in Assise, mentre gli unici a poter testimoniare la continuità amministrativa erano solo quelli di UDC. Allora sarebbe curioso sapere quali erano i principi che hanno legato le idee del consigliere Castaldo a quella prima imbastitura di coalizione moderata. A meno che il problema non sia legato alle persone e non alle idee. Visto che se si tratta di creare un’alternativa a Tuccillo, e su questo tutti sanno che è stato il principio cardine sul quale si è sempre basato questo tavolo, è giusto che a sedersi siano principalmente chi l’ha contestato nei metodi e nelle scelte. Se proprio la vogliamo dire tutta, gli unici fuori coro, in questa coalizione, sono proprio quelli di UDC che da un lato firmano documenti attestando di voler creare un’alternativa a Tuccillo e dall’altro consentono allo stesso di poter proseguire la propria campagna elettorale stando seduto al posto di comando, la quale contestualmente rappresenta una posizione di privilegio rispetto ai suoi concorrenti candidati.

Allora a questo punto sia il Consigliere Gennaro Castaldo che i suoi colleghi devono dare delle risposte agli afragolesi. La prima la deve il segretario cittadino di UDC che, una volta capito che le sue distanze sono dovute forse a qualche ingerenza verso qualche ultimo arrivato, sarebbe bene informare il proprio elettorato chi rappresenta un ostacolo, secondo la sua visione, al cammino politico di questa coalizione. Le altre risposte, i cittadini afragolesi, le aspettano Venerdì prossimo in Consiglio. Poiché è logico che chi professa di essere, firmando documenti, l’alternativa all’attuale sindaco, non può, poi a fatti, dimostrare di essere suo alleato votando il bilancio e consentendo alla fascia tricolore di fare campagna elettorale pubblicizzando iniziative programmate anni fa – anche da chi si è stancato dei suoi modi di fare – e sistematicamente conservate fino a fine mandato per spararle in piena campagna elettorale con la consapevolezza della memoria corta dei cittadini.

Allo stato attuale, quelli di UDC non sono gli unici a dover dimostrare di essere la vera alternativa a Tuccillo. Una cosa va dato atto all’attuale primo cittadino ed è quella che durante l’arco di questi cinque anni di consiliatura è stato in grado di far coincidere il cammino politico di ogni singolo consigliere anche con qualche prebenda fuori logica politica, tanto è vero che qualcuna si registra anche nelle file dell’opposizione. Di conseguenza al varco del bilancio di Venerdì, i riflettori saranno accesi anche su qualche consigliere di minoranza che per il bene della stabilità di questa coalizione appena nata, farebbe bene a lasciare per strada qualche interesse personale conquistato in questa consiliatura bocciando il bilancio e costringendo il primo cittadino a recarsi presso l’ufficio protocollo a rassegnare le proprie dimissioni.

Ma la frustrazione di chi vorrebbe il cambiamento della propria città non è tanto quella di fare i conti con gli indecisi, chi antepone aspetti caratteriali al bene comune o peggio ancora chi antepone i propri interessi personali, ma il fatto che in un’era post-ideologica come quella che sta attraversando la politica attuale a livello nazionale, si cerca ancora di strumentalizzare il fatto che all’interno di una coalizione esistono persone che si rispecchiano in ideali di destra e altre in ideali di sinistra. È risaputo anche, che uno dei principi fondamentali di questo tavolo, anche come narrato in esclusiva da Minformo alcuni mesi fa, è sempre stato quello che tutti i componenti dovevano mettere a disposizione della comunità le proprie idee, quelle più brillanti e se le idee sono brillanti, si sa, non sono ne di destra e ne di sinistra ma utili solo al progresso e alla crescita della propria comunità.

E diciamo che sotto questo punto di vista chi rappresenta lo zoccolo duro di questo tavolo che si incontra sistematicamente già da diversi mesi, non ha mai, almeno finora, disatteso il proprio pensiero, tanto è vero che parecchi di loro hanno persino rinunciato alla visibilità che da un simbolo partitico pur di far valere le proprie idee di ecumenicità. Chi in realtà non riesce proprio a comprendere la genesi di questi nuovi principi è purtroppo chi è rimasto legato a vecchie logiche di spartizioni e portavoti. E come diceva Einstein non si può avere la presunzione di cambiare le cose se per cambiarle si commettono sempre gli stessi errori.

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VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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AFRAGOLA. Capitolato carente delle info necessarie. Revocato il bando di gara per la scuola dell’Addolorata

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AFRAGOLA – La sprovvedutezza della politica, inevitabilmente, si ripercuote anche nei settori. È notizia di oggi quella della revoca del bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con modalità alquanto bizzarre e naif, come avrebbe detto un caro ex sindaco rimastomi nel cuore.

Il Comune di Afragola nella persona della Dott.ssa Pedalino pubblica un bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con importo a base d’asta di € 570mila euro.

Il capitolato pubblicato però appare lacunoso e privo delle principali informazioni, utili agli operatori economici intenzionati a parteciparvi. Infatti nel capitolato non è chiarito se all’interno della struttura le suore, attualmente domiciliate in quell’immobile, dovranno continuare ad abitare quell’edificio oppure no. Non era specificato se si fosse trattato di gestione del servizio come riportato nel bando oppure una normale concessione dato che memori dell’affidamento appena concluso, il servizio constatava nella gestione mista tra privati e semiconvittori. Non solo. Ad una prima lettura del capitolato appare lampante anche la mancanza di informazioni circa le convenzioni statali sulla denominazione “paritaria” e a chi saranno destinati eventuali fondi ministeriali. Il capitolato inoltre era sprovvisto anche di costi di manodopera, utenze, Tari e tutto quello che riguardano le spese vive per una gestione di un immobile e del totale servizio. Insomma un capitolato carente di tutto quello che serve ad un operatore economico per potersi fare i famosi “conti della massaia” e stabilire se partecipare e in che percentuale effettuare il ribasso a base d’asta.

Galeotte sono state le numerose FAQ inviate da alcuni operatori economici al RUP del progetto che come spesso accade coincide con la Dirigente del Settore. Le copiose domande di chiarimento rivolte avranno messo in serie difficoltà il redattore del capitolato al punto tale da farle fare marcia indietro sull’intero iter burocratico, revocando di fatto il bando di gara pubblicato dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana.

Un dato amministrativo desolante che denota tutta l’incapacità dei Settori nell’espletare un semplice servizio di indizione di incanto ad evidenza pubblica. Il quale avrebbe permesso all’Amministrazione Pannone di affidare in tempi rapidi il Servizio della gestione della scuola in città. Ma così non è stato.

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Ad AFRAGOLA. Continua il fenomeno dei furbetti delle Commissioni le quali adesso vengono anche strumentalizzate per scopi personali.

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AFRAGOLA – Continua la guerra fredda tra il Sindaco e il gruppo Fratelli d’Italia ma questa non è l’unica gatta da pelare per il primo cittadino che con la scadenza dei termini per un azzeramento di giunta, nei vari confronti con gli altri consiglieri comunali, sta ricevendo altre richieste “tiragiacca” affinché le prebende possano aumentare e/o migliorare per ogni singolo elemento “muto” dell’aula consiliare. Poi spiegherò anche perché ho usato l’aggettivo “muto”.

Non solo i problemi dei meloniani quindi. A destare altre preoccupazioni alla fascia tricolore ci si mette oltre che il dominus Enzo Nespoli, attraverso le pagine del suo giornaletto locale, dove chiede che sia fatto immediatamente un rimpasto di giunta – più che altro richiesta finalizzata allo scopo di far dimettere alcuni consiglieri per farli passare in giunta e svuotare così l’aula dei principali maggiorenti, ammesso che questi abbiano mai realmente intralciato le decisioni calate dall’alto o per meglio dire da fuori – anche alcuni consiglieri comunali che messosi in proprio e accolte le volontà del dominus fanno richiesta al primo cittadino di passare in giunta e intanto andare in giro a chiedere a chi surrogherà il suo posto garanzie sulla sua tenuta all’interno dell’esecutivo.

È il caso di Benito Zanfardino ’82 che dopo due anni e mezzo di consiliatura, vorrebbe provare il brivido dell’esecutivo e nelle more che il Sindaco prenda la decisione, decide di applicare alcuni metodi amministrativi. Uno su tutti, un metodo mai adottato finora in politica e per il quale, fossi il consigliere, farei seria introspezione sulle regole non scritte che si vorrebbero aggiornare in politica.

Sono diverse settimane che in qualità di Presidente della V Commissione – Pubblica Istruzione – Università – Attività Culturali – Politiche Sociali – Sport – Tempo Libero e Politiche Giovanili – non convoca le sedute e non aggiorna il Registro delle presenze dal mese di Gennaio, costringendo i consiglieri formanti quella commissione a non percepire i cosiddetti gettoni di presenza, paralizzando così l’intero lavoro anche dei suoi colleghi, dato che senza rendicontazione l’ente comunale non può emettere le liquidazioni dei compensi ad ogni singolo consigliere che mediamente, al Comune di Afragola, percepisce circa € 1000,00 mensili.

Una pratica ostruzionistica mai vista e mai registrata nella storia repubblicana italiana ma che ad Afragola, qualcuno ha deciso, potesse diventare materia di studio e di apprendimento per poter insegnare alle nuove generazioni nuove tecniche di persuasione.

Se poi ci mettiamo pure che le Commissioni da sempre, almeno in questa consiliatura, sono raggirate col metodo del “furbetto delle presenze” il dato diventa ancora più allarmante. È il caso di questa mattina quando alle 11:20 mi sono recato nella casa comunale e al primo piano, come già dimostrato in passato, l’aula delle commissioni consiliari era vuota. Eppure, come si evince dai documenti appesi in bacheca, le convocazioni di oggi ne erano almeno tre ma la sala era vuota. Siamo sicuri che oggi, dopo la pubblicazione del mio articolo, i registri presenteranno le assenze di oggi ma lasciateci il beneficio del dubbio sulla strana coincidenza. Dato che su alcuni registri erano già presenti alcune firme di presenza.

Convocazioni delle Commissioni di oggi

Il dato politico che esce fuori da questa triste vicenda è alquanto amaro, dato che i cittadini afragolesi, oltre al danno subiscono anche la beffa. Poiché non solo, come dimostrato ampiamente dal nostro servizio telegiornalistico del 29 Settembre 2023 e dal mio sopralluogo di oggi, le commissioni registrano un assenteismo prodotto dai furbetti delle presenze che risultano presenti solo sui registri ma non nella realtà, scaturendo anche il fenomeno del mutismo selettivo in aula consiliare – fenomeno alquanto strano data la presunta preparazione sui temi che dovrebbe avere un consigliere onnipresente nelle commissioni consiliari – non vorremmo che le commissioni, ad opera di qualcuno, vengano anche strumentalizzate affinché il primo cittadino si adoperi ad adempiere alle richieste che come fine hanno l’interesse personale e mai quello collettivo. A questo punto servirebbe un sussulto di dignità da parte del primo cittadino, dato che dalle sue decisioni deriva anche la fine dell’impasse amministrativa che sta mettendo in ginocchio la città.

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