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POLITICA

[video] Esclusiva: I Pokemon nella terra dei Fuochi

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Sarebbe bastata una App sul cellulare per sconfiggere il fenomeno della terra dei fuochi, o terra dei veleni come meglio ama chiamarla il parroco del Parco Verde di Caivano, per non incorrere in una denuncia per abuso di copyright.

Un’applicazione tipo Pokèmon Go, dove devi catturare quanti più mostriciattoli possibili, che alla fine non si sa neanche cosa vincerai. Così, al posto delle uova da schiudere ci potevano stare i camorristi che interravano le scorie radioattive, i fusti con il teschi e le tibie incrociate, la gente per “bene” che ti punta una pistola alla tempia per farti firmare una cessione, e a ogni traguardo puoi far resuscitare una vittima della terra dei fuochi.

Si, sarebbe stato bello.

Magari metterci anche qualche traguardo intermedio per catturare mostriciattoli meno importanti ma assai numerosi. Avresti potuto acciuffare quello che si sbarazza della sua spazzatura di merda abbandonandola sul ciglio dell’Asse Mediano, quello che dimentica per strada il condizionatore vecchio appena sostituito, o la caldaia, o il mobile distrutto, o il televisore a tubo catodico, fino a far divenire le periferie napoletane peggio dei cessi delle stazioni di servizio sulla Tangenziale di Napoli.

Le periferie sono una gran bella cosa, quelle a nord del capoluogo degne di un lavacro purificatore del Vesuvio.

E le foto, gli articoli sui giornali, la viscida esecuzione di comandi telecomandati, il nervo scoperto dell’incuria e dello stile di vita che, merda ancora più merda, si nasconde nelle case di chi gioca al gioco del massacro della sua terra.

Differenziata mai differenziata, una percentuale da listino delle borse, il cieco persistere di modalità di assegnazione degli appalti criminosa e criminale.

E il gregge della terra dei fuochi continua a inseguire il suo sogno travestito da tonaca, un nero che non accenna a sbiadirsi neanche di fronte a dati certi e scientifici, e lo trasforma in incubo quando condivide sui social il morto del giorno, che fa comodo alle associazioni che hanno fatto del delitto il pane quotidiano, diverso e ben lontano da quello del Padre che sta nei cieli.

Puzza di piscio scambiata per oro colato e soldi a valanga agli amici degli amici.

Appiccano il fuoco e il branco china la testa sui cellulari alla ricerca dell’untore per accusarlo della morte dei propri figli.

Alzate la testa, i vostri figli sono vittime della vostra smisurata brama di apparire su ogni media a disposizione.

I vostri figli li avete uccisi anche voi!

[KGVID]https://www.minformo.com/wp-content/uploads/2016/07/pokemon.mp4[/KGVID]

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Attualità

Fake news o odio sui social, il Deputato Borrelli propone il Daspo digitale

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Sospendere o bloccare l’accesso ai social media e alle piattaforme digitali per influencer, tiktoker e creatori di contenuti che diffondono messaggi d’odio, disinformazione, contenuti violenti o truffaldini per una rete più sicura, trasparente e civile: è questo l’obiettivo della proposta di legge sul DASPO Digitale, ispirata a un’iniziativa dell’avvocato Angelo Pisani, presidente nazionale dell’associazione Noi Consumatori, che sarà presentata dal deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.

Nei prossimi mesi si avvierà la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, con l’obiettivo di portare il testo all’attenzione del Parlamento e renderlo legge dello Stato.
La decisone è arrivata dopo le gravi accuse diffamatorie, nei confronti delle categorie professionali di medici ed avvocati, lanciate sui suoi canali social dalla tiktoker Rita De Crescenzo e dopo le ennesime minacce lanciate contro il deputato Borrelli l’indomani delle sue denunce sui campi boa abusivi.

La proposta – viene spiegato – prevede sanzioni progressive, che vanno dall’ammonizione con obbligo di rimozione dei contenuti, alla sospensione temporanea dai social, fino all’oscuramento dei profili e al divieto di aprirne di nuovi, anche per interposta persona.

Il DASPO si applicherà a chi ha almeno 10mila follower e genera profitto tramite la produzione di contenuti online. L’iter sarà gestito da AGCOM e da un apposito Osservatorio per l’Etica Digitale, che valuterà le segnalazioni in massimo 30 giorni, garantendo il diritto alla difesa dell’interessato.


(fonte: Ansa)

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Politica

Campi Flegrei, Musumeci: “Stato di emergenza? Non credo che i Comuni abbiano di ché lamentarsi”

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“Intanto mi piacerebbe ne parlassero con me e non attraverso la stampa. Ma non credo che i comuni abbiano di che lamentarsi. Sento alcuni sindaci settimanalmente i quali con grande onestà intellettuale dicono che non hanno mai avuta tanta attenzione da un governo nazionale”.

Lo ha detto il Ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci rispondendo ai giornalisti sui dubbi manifestati da alcuni comuni dell’area flegrea sulla proclamazione dello stato di emergenza per il rischio bradisismo.

“Ho avviato questa macchina – ricorda Musumeci – un anno e mezzo fa, tre giorni dopo aver ascoltato i sindaci. Poi è chiaro che ognuno è libero di esprimere i propri pareri, dei quali io tengo conto, ma anche noi abbiamo i nostri obiettivi da raggiungere.

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Caserta

Piantedosi: “Il Comune di Caserta sciolto per assenza di legalità”

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Alla gestione dei parcheggi pubblici ai servizi socio-assistenziali, dai lavori nelle scuole o nelle strade alla manutenzione del verde: nel Comune di Caserta la camorra o soggetti ad essa contigui si infiltravano per lucrare guadagni negli anni dell’amministrazione targata Pd dell’ex sindaco Carlo Marino, in carica dal giugno 2016 all’aprile scorso, quando il Governo ha sciolto l’ente comunale per infiltrazioni camorristiche.

Un quadro di illegalità e condizionamenti diffusi e profondi che emerge in dalla relazione del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, allegata al Decreto del Presidente della Repubblica in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Il Ministro parla di “una evidente assenza di legalità dell’azione amministrativa e uno stato di precarietà degli uffici comunali, da cui conseguono irregolarità gestionali e un preoccupante livello di compromissione dell’amministrazione comunale”, e di una struttura politico-amministrativa “costantemente orientata ad eludere i principi di legalità, trasparenza, imparzialità e correttezza, tendenza aggravata dai rapporti di collegamento diretto e indiretto tra il sindaco, l’ex vicesindaco e l’ex assessore con la criminalità organizzata”.

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