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Caso Mi.So. ASL e Comune: «Campionamenti impossibili», ma l’ARPAC smentice. È giallo sui campioni dell’impianto

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CAIVANO – Ripercorriamo passo per passo la scena di quel venerdì sera, quando un centinaio di cittadini infuriati hanno manifestato davanti agli ingressi della Mi.So. La fabbrica di Pascarola si occupa di trasformazione di rifiuti di origine animale e vegetale. Una lunga storia quella del cattivo odore che fuoriesce dall’impianto, che da oltre un decennio scatena la reazione dei residenti.

Spiegano alcuni presenti alla protesta: “Dopo l’arrivo delle forze dell’ordine, sia l’ASL che l’ARPAC hanno avuto accesso alla struttura per effettuare i dovuti campionamenti e controlli”.

Tuttavia tecnici dell’ASL presenti quella sera ribattono: “Come possono essere effettuati questi campioni se la fabbrica stava esaurendo le scorte già immesse in lavorazione?”.  In termini più semplici, quando sono arrivati gli ispettori dell’ARPAC l’impianto era quasi spento, pertanto operazioni come il prelievo dell’acqua dalle vasche potrebbero essere state compromesse dal basso livello dell’acqua. Le perplessità che si pone il comune cittadino non finiscono qui. Infatti dal Comune ci confermano che l’Azienda per la Protezione Ambientale della Campania, già sollecitata lo scorso aprile sulla vicenda, ha comunicato che non può valutare la situazione in merito ai cattivi odori. Dunque ci chiediamo come possano essere stati effettuati controlli anche sulla qualità dell’aria.

Eppure anche il Comune dispone di mezzi tecnici per il rilievo dell’aria, prima di tutto le centraline mobili. Recentemente l’amministrazione ha disposto che una possa essere collocata nella zona industriale. Ovviamente il cattivo odore può non avere una relazione con la qualità dell’aria, tuttavia un’analisi potrebbe rassicurare i cittadini.

Abbiamo contattato i responsabili dell’ARPAC che ci hanno invece risposto che tra appena pochi giorni i risultati delle analisi di quella notte saranno pubblicati sul sito ufficiale. Noi ovviamente li aspettiamo con il fiato sospeso, un po’ per non respirare l’aria maleodorante che la sera si sprigiona dall’impianto, un po’ per sapere come andrà a finire questa storia senza fine.      

Al momento l’ASL ha esposto ai carabinieri il rapporto completo di quella nottata, che ricordiamo si è conclusa intorno alle 4.00 di sabato. Adesso un magistrato dovrà far chiarezza sui risvolti e su eventuale interruzione della produzione della fabbrica.

 

 

Il momento delle analisi alle vasche dello stabilimento Mi.So. la notte tra il 9 e il 10 Settembre a Pascarola (NA).

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Campi Flegrei, il vulcanologo: “Il problema non è l’eruzione, innalzare il livello di allerta sull’eruzione sarebbe una cosa sbagliata”

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“In questo momento il problema non è l’euzione dei Campi Flegrei perché non ci sono i segnali per nessun movimento vulcanico. Oggi abbiamo l’esigenza di difenderci dal terremoto provocato. L’area interessata è principalmente il comune di Pozzuoli, Bacoli e Bagnoli. Il vero problema è la vulnerabilità degli edifici di questa zona. Innalzare il livello di allerta sull’eruzione sarebbe una cosa sbagliata”. Questo il pensiero di Giuseppe Luongo, professore emerito di Fisica del Vulcanismo all’università “Federico II”, che ha parlato a Radio Kiss Kiss Napoli dell’ipotesi di innalzamento dell’allerta per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei da “gialla” ad “arancione”. 

Nella zona dei Campi Flegrei “non c’è allarme, la commissione Grandi rischi conferma l’allerta gialla”. E’ quanto annunciato dal ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i comuni dell’area e i vertici di Ingv. “In questo momento l’allerta gialla è ampiamente confermata”, ha aggiunto. Il ministro ha spiegato che la zona rossa legata al rischio bradisismo è stata comunque definita e “coinvolge circa 85 mila persone e 15 mila edifici”. Il piano di comunicazione, ha concluso, “sarà pronto il 27 novembre”.

“La Commissione Grandi Rischi ha confermato il livello di allerta giallo rispetto al rischio vulcanico ed ha opportunamente ritenuto di potenziare i sistemi di monitoraggio al fine di garantire la sicurezza della popolazione. Sappiamo di dover convivere con il fenomeno vulcanico e con quello bradisismico, anche nelle fasi difficili come quella attuale. L’attenzione del governo e delle strutture operative centrali ci rasserena e sappiamo di dover essere consapevoli e continuare ad occuparci del nostro territorio come stiamo facendo incessantemente”. E’ quanto affermano in una dichiarazione congiunta i sindaci di Pozzuoli, Luigi Manzoni, di Napoli, Gaetano Manfredi e di Bacoli Josi Gerardo della Ragione chiedendo di fare “attenzione a non creare allarmismi”.

“Prendiamo spunto dalle osservazioni della Commissione per richiedere con forza l’attivazione delle iniziative previste dal governo nel decreto legge, e integrate dagli emendamenti richiesti dai Comuni flegrei – continuano – Ricordiamo a tutti di fare molta attenzione ai termini usati per la comunicazione, tenendo conto degli effetti sulla popolazione e sull’economia dei Campi Flegrei. Se ognuno si comporta in maniera consapevole, anche tutelando le singole responsabilità, riusciremo a superare le difficoltà e approderemo ad una nuova forma di gestione del territorio maggiormente resiliente”, concludono i primi cittadini.

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Trema il Vesuvio, l’evento registrato dalla Sala Operativa dell’Osservatorio Vesuviano

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Erano da poco trascorse le 2.20 quando il sismografo della Sala Operativa INGV-OV ha registrato un movimento in area Vesuvio. La scossa, avvertita anche da alcuni residenti, ha avuto una magnitudo di 2.3. Le coordinate geografiche determinate dall’Istituto vesuviano sono latitudine 40.8190, longitudine 14.4270. Profondità dell’evento meno di 1 km. 

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Nuova scossa di terremoto nei Campi Flegrei, il sisma è stato preceduto da un boato.

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Un terremoto di magnitudo 2.9 è avvenuto nella zona: Campi Flegrei intorno alle 4.28 del mattino del 12 settembre, con coordinate geografiche (lat, lon) 40.8280, 14.1410 ad una profondità di 2 km. Il terremoto è stato localizzato da: Sala Operativa INGV-OV (Napoli). Nonostante l’ora è stato avvertito nitidamente soprattutto dai residenti dei quartieri limitrofi all’epicentro, ma non solo. Pochi giorni fa un sisma di magnitudo 3.8 era stato il più forte degli ultimi 20 anni nell’area flegrea. E’ dal 2006 che si registra una ripresa dell’attività bradisismica. Il ritmo è, di certo, lontano da quello della grande crisi dell’inizio degli anni ’80, ma i ricercatori sono concordi nell’affermare che nell’ultimo anno e mezzo è cresciuto sensibilmente. Secondo Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore dell’Osservatorio vesuviano, il Rione Terra si è sollevato, dal 2006 a oggi, di oltre un metro. 

La domanda che tutti si pongono è se ci si debba preoccupare e se, a oggi, saremmo pronti di fronte a un episodio vulcanico di grosse dimensioni. Su questo, i pareri sembrano discordi. Da un lato, abbiamo le rassicurazioni dei rappresentanti istituzionali. Comuni, Città metropolitana, Regione, Protezione civile e Governo rassicurano la popolazione: non ci sono pericoli imminenti e, nel caso, i piani di prevenzione ed evacuazione sono pronti. Esistono, però, voci discordanti, che gettano ombre sulla possibilità di prevedere per tempo un’eruzione e sulla bontà dei piani. 

Gli esperti hanno lanciato diversi allarmi. Secondo Stefano Carlino, ricercatore dell’Ingv-Osservatorio vesuviano “…Uno dei problemi più significativi riguarda che cosa si celi “al di sotto” di queste spinte, se gas, vapore acqueo o anche magma in risalita. La mia interpretazione di quanto sta accadendo – chiarisce Carlino – è che è probabile che piccole quantità di magma siano arrivate nel sistema magmatico più superficiale, cioè quello localizzato a 3-4 chilometri dalla superficie, che è poi il sistema che determina il sollevamento. E c’è sicuramente anche un contributo idrotermale rilevante, fluidi ad alta pressione e temperature che probabilmente contribuiscono in maniera significativa al sollevamento. Non possiamo comunque dire con certezza quale sia la sorgente primaria di questo sollevamento, data l’ambiguità delle soluzioni che provengono dall’elaborazione dei dati”.

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