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NATUROPATIA – UNA POSSIBILE STRADA PER IL “CONOSCI TE STESSO”

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Cos’è davvero la naturopatia e perchè viene utilizzata?

A spiegarcelo Floriana Figliomeni, Naturopata.

“Fin dalle culture più antiche, dall’Oriente all’Occidente, vi è sempre stata una medicina di tradizione popolare che prevedeva l’utilizzo di rimedi naturali per preservare la salute e curare la malattia. La Naturopatia trae origine da questo contesto.

Essa prevede l’osservazione globale dell’uomo per giungere ad una visione d’insieme completa e riportare il soggetto al giusto equilibrio. Per la visione olistica la salute non è statica ma dinamica ed il compito del nostro organismo è di adattarsi a questo continuo movimento. La rottura di questo equilibrio genera la malattia e la causa è da ricercarsi nella sfera completa dell’uomo: sul piano fisico, mentale, emozionale e spirituale.

La Naturopatia riconosce una forza vitale – vis medicatrix naturae, il potere di guarigione della natura – che è presente in tutte le cose, compreso il corpo umano e che mediante precisi meccanismi di riequilibrio agisce sul corpo e sulla mente per mantenere e/o ristabilire il benessere. L’obiettivo della Naturopatia è quindi quello di ritrovare l’equilibrio su tutti i livelli della persona attraverso la stimolazione ed il potenziamento della vis medicatrix naturae che può avvenire tramite trattamenti non invasivi (stimolazioni manuali e riflessologiche, assunzione di rimedi naturali di libera vendita, consigli alimentari e sullo stile di vita) arrivando così alla “guarigione”.

Vi è una differenza sostanziale tra “cura” e “guarigione”. Nessuno può sostituirsi al ciclo naturale della vita fatto di nascita, crescita, invecchiamento e morte. Questo ci dovrebbe insegnare a rendere il passaggio su questa terra il più bello, equilibrato, felice e stimolante possibile: abbiamo in noi il potere di realizzare il nostro potenziale e, quindi, abbiamo il potere di essere felici.

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La cura in genere è strutturata attraverso una serie di rimedi sia fitoterapici (quindi di origine naturale) che sintetici (quindi di origine chimica) il cui obiettivo è quello di rendere inoffensivo il sintomo. Mettendo a tacere il sintomo riduciamo al silenzio il corpo che, attraverso questo disagio, sta inviando un messaggio. Il sintomo rappresenta uno dei linguaggi che il corpo ha a sua disposizione per focalizzare l’attenzione della mente sull’ascolto. Inizia quindi un percorso terapeutico di osservazione in cui ci si chiede il perchè di quel disagio, per arrivare alla decodificazione attraverso un lavoro sul sentire profondo ed intraprendere così il sentiero che porta alla guarigione.

Guarigione quindi non significa scomparsa della malattia, ma la presa di consapevolezza di ciò che  quel sintomo rappresenta. Chiedersi il perchè della sua comparsa è una lezione da apprendere per raggiungere il benessere.

La Naturopatia quindi rappresenta una possibilità diversa, una strada nuova, un tempo per ascoltarsi ed osservarsi da un altro punto di vista che consente, anche se per un breve periodo, una diversa visione: il cambiamento rimane sempre un’opportunità.

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Possiamo vedere la Naturopatia come un percorso atto al Conosci te stesso, in cui prendere coscienza delle proprie debolezze e accettarle, di modo da trasformarle in risorse.

Decidere di andare dal Naturopata significa imparare a modificare il pensiero ed lo stile di vita e a trovare del tempo per noi stessi e per l’ascolto di ciò che il corpo rimanda. Il messaggio del corpo è il messaggio dell’anima, che indica la direzione da prendere per la nostra realizzazione. Noi siamo venuti al mondo per essere felici e la felicità avviene grazie alla capacità di ascoltare ciò che realmente ci rende vivi e ci consente di fare le cose con amore.

Andare dal Naturopata non significa curarsi con un prodotto naturale al posto di uno di sintesi ma significa dare al corpo il suo giusto tempo di guarigione tramite l’ascolto, l’osservazione e la stimolazione della vis medicatrix naturae.

Andare dal Naturopata significa imparare a percepirsi e a percepire il mondo in maniera differente, non più giusto o sbagliato: semplicemente diverso… e la diversità integrata nel nostro quotidiano potrebbe diventare una risorsa per il raggiungimento della nostra felicità, che non è rappresentata dall’accumulo di beni materiali, ma dalla consapevolezza di ciò che siamo e che possiamo realizzare per rendere manifesta la nostra Anima.”

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CAIVANO. La Corte dei Conti indaga l’ex Sindaco Tonino Falco e sei dei suoi assessori. Tutti i nomi

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CAIVANO continua a far parlare di sé. Un’altra indagine e altri personaggi politici raggiunti da provvedimenti della Magistratura. Questa volta è la Corte dei Conti che va a spulciare i motivi e i colpevoli del vero dissesto finanziario dell’ente comunale.

Notizia di questa mattina è quella che vede l’ex Sindaco Tonino Falco protagonista, insieme a sei dei suoi assessori, accusato di aver condotto al tracollo finanziario il Comune attraverso una «gestione disinvolta dei fondi pubblici», che avrebbe anche creato un «terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata».

I provvedimenti della Procura regionale della Corte dei Conti della Campania riguardano l’ex sindaco Antonio Falco, per il quale si chiede la condanna al pagamento di 69.205,2 euro mentre si chiede la condanna al pagamento di 31.142,4 euro per gli ex assessori Francesco Casaburo, Bartolomeo Perna, Enzo Pinto e Vincenzo Semonella, Antonio De Rosa e Giulio Di Napoli.

Oltre alle sanzioni pecuniarie la Procura ha inoltrato anche la richiesta di applicazione, per tutti, della sanzione interdittiva di cui all’art. 248 del TUEL, comma 5, la quale prevede l’impossibilità di ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati.
L’ udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata nel Gennaio 2024.

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DL Campi Flegrei, Più Europa: “Monitorare e ascoltare i territori”

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“Il Decreto Legge ‘Campi Flegrei’, che dovrà essere convertito in legge, prevede uno stanziamento di circa 53 milioni di euro per i comuni interessati dal fenomeno del bradisismo, che negli ultimi mesi ha fatto registrare numerose scosse nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida. Vigileremo affinché i soldi destinati ai Campi Flegrei non producano storture come è accaduto per la legge speciale 887/84, dove centinaia di migliaia di euro sono stati spesi senza un reale coinvolgimento delle comunità locali, utilizzando il sistema del commissario straordinario”. Lo affermano Bruno Gambardella, coordinatore regionale di +Europa in Campania, e Rosario Mariniello, membro della direzione nazionale. “In Parlamento – continua il segretario di +Europa Riccardo Magi – monitoreremo la situazione per fare in modo che le richieste dei Consigli Comunali e della popolazione residente nei Campi Flegrei siano accolte e tenute in considerazione, senza scelte calate dall’alto. Va fatta chiarezza quanto prima in merito all’articolo 4 del Decreto Legge che parla di ‘Pianificazione speditiva di emergenza in caso di recrudescenza del fenomeno’: il governo spieghi se sta pensando a sgomberi ed evacuazioni su larga scala anche in assenza di un concreto rischio di eruzione. Sorgono dubbi e preoccupazioni sulle condizioni per adottare il piano, le destinazioni dei cittadini, la durata e le finalità degli eventuali allontanamenti”, conclude Magi.

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AFRAGOLA. Rapporti tra Camorra e Politica? Catalano si dimette a causa di una foto che lo ritrae col figlio del boss.

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AFRAGOLA – Dopo i fatti di Caivano, l’ombra dei clan, questa volta quello dei Moccia, anche nella giunta Pannone? Non è detto, ma gli ultimi fatti di cronaca politica sono alquanto inquietanti.

Dopo l’inchiesta giornalistica del collega Nello Trocchia sulle pagine de “Il Domani” stamattina l’articolo apparso sulle pagine delle “Cronache di Napoli” a firma del collega Francesco Celardo.

Il primo parla di alcune dichiarazioni di un pentito di camorra che testimonierebbero collegamenti tra la vicesindaco e Sottosegretaria parlamentare Pina Castiello e il clan egemone sul territorio.

Il secondo ci spiega le vere motivazioni che hanno indotto ieri l’assessore Giuseppe Catalano a rassegnare le proprie dimissioni. Galeotta è stata una foto finita in mano ai politici di maggioranza che ritrae l’ormai ex assessore in compagnia del figlio del boss Antonio Moccia, Angelo ed un altro esponente borderline casoriano all’uscita di una festa scattata durante un non ben definito weekend.

La testimonianza di questo rapporto del Catalano con determinati ambienti – seppur i catturati nella foto non risultano né indagati né colpevoli di alcun reato ma potrebbero solo creare un fumus viste le parentele – ha dato il la ad alcuni esponenti di maggioranza, due su tutti, Giuseppe Affinito e Arcangelo Ausanio, di compulsare il Sindaco Pannone affinché si adoperasse per un azzeramento di giunta. Magra è stata la consolazione dei due, dove il primo soprattutto ha sempre definito, al netto di Pina Castiello, la giunta un esecutivo di bassissimo profilo. L’occasione poteva essere ghiotta per il Sindaco per dare una sterzata anche all’attività gestionale dell’Amministrazione ma così non è stato.

L’unica nota positiva, viste sempre le frequentazioni, è che l’Assessore Catalano si sia dimesso. Anche perché l’opportunità politica vuole che al minimo dubbio, nessun dubbio e se si considera che la vicesindaco è già finita nell’occhio del ciclone di un’inchiesta giornalistica, una nuova testimonianza di commistione non sarebbe proprio costruttiva per l’Amministrazione vigente.

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