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Cultura e spettacolo

Diario di viaggio, IV puntata

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“Ed è proprio in questi viaggi mentali che come Gulliver ho deciso di scrivere il mio diario! “

4° VIAGGIO

Sono arrotolato e tutto nero, quando mi hanno creato hanno detto di me che ero utile, ero ecologico, ero indispensabile… Mi vogliono talmente bene che addirittura pagano per avermi e neanche poco.

Amico lettore indovina chi sono?

Gli amici mi chiamano SACCHETTO, di cognome faccio DAMUNEZZ,

Piacere! Sono SACCHETTO DAMUNEZZ.

Sono stato comprato da una famiglia nel comune di Caivano, come arrivo nella mia nuova casa già mi usano, mi aprono e mi appoggiano in un secchio. Come mi vogliono bene i miei padroni, mi stanno riempiendo di mangiare, di carte e altre cose, mi danno il loro cibo, come mi amano i miei padroni. La signora ha detto a quell’uomo in casa: “WE! (Forse è questo il nome dell’uomo) Staser e scenner o sacchetto!” Che bello, stasera mi portano anche a fare una passeggiata, sono un sacchetto felice. Ma ad un certo punto WE, con un aria annoiata e stanca: “ma pecche s’ha pigliano? Chell sta Caivano chiena”. La mia padrona si gira di sbotto, lo sguardo si infittisce, uno sguardo di sfida: “Che me ne fott! Mo ma tengo rinta a casa ca fet pure? Puort abbasc semp se l’hanna piglia! WE, ma tu nun vuò fa niente??”.

Ha ragione, portami a fa sta passeggiata, sto WE nun vò fa niente, infatti continua: “Ma non hai sentito che sta BUTTOL in agitazione? Quelli hanno vinto la gara d’appalto, ma nun sapevano manc che stavano a partecipare, anzi, lo sapevano troppo bene, infatti, si trovano senza gente, senza mezzi e senza soldi per fare servizio a Caivano”.

Ma di che gara parla WE? Io non le capisco ste cose, sono solo un sacchetto. La mia padrona alza la voce: “WE! Se la prendono, hanno trovato l’accordo con il comune, scendi ca s’ha pigliano!”.

Ma in che senso s’ha pigliano, mi vogliono abbandonare? Non gli servo più? Sono troppo pieno, mi stanno consegnando alla BUTTOL, mi scendono giù in strada, HO UN APPUNTAMENTO CON BUTTOL… che emozione, sono un sacchetto emozionato!

WE mi prende dal secchio e mi annoda, mi sistema per bene per il mio appuntamento con BUTTOL.

Siamo in strada, un freddo pungente, le luci dei lampioni illuminano a malapena la strada, ho paura fa freddo, WE non mi abbandonare, ti prego!

Da lontano vedo una montagna di miei simili, WE si ferma improvvisamente, ci ha ripensato? Torniamo a casa… invece NO (ndr: che bella parola… NO) si gira di scatto verso una persona, Signò, ma oggi si butta l’indifferenziata? Signo’ con voce quasi comica e ironica: “WE, MA CHE TE NE FOTT? TANT STI MAGNA FRANCA, MANC S’HA PIGLIANO…”.

Ci sta un cumulo incredibile, esagerato, quanti nuovi amici che mi posso fare… ma io ho appuntamento con BUTTOL, WE mi lascia li, mi ha abbandonato. Fa freddo, è notte! Sono un paio di ore che sono qui e oltre ad altri sacchetti non vedo arrivare nessuno… BUTTOL dove sei? Mentre aspetto mi addormento… Il freddo lentamente si trasforma in tepore, il buio si trasforma in luce e il silenzio lascia il posto al caos. Mi hanno preso, dove sono ora? Mi desto dal sonno e sorpresa!!! Sto ancora qua, ma non doveva venire BUTTOL? Avevamo un appuntamento e non si è presentata? Mi ha tradito, qui siamo anche aumentati, ci sono io e altri come indifferenziata, poi c’è umido, vetro e anche carta e cartone, tutti insieme appassionatamente. Una domanda mi sorge spontanea, ma quando ci prenderanno ci penserà BUTTOL a dividerci? Ci caricheranno insieme e ci divideranno poi? BHO!

Passano tante persone che si scansano e fanno le facce schifate… Ma che colpa abbiamo noi? Ci hanno lasciato qui e non ci prendono, BUTTOL ci lascia qui, abbiamo invaso il vostro paese e voi umani che fate? Vi schifate a guardarci e sorridete a chi non deve far capitare tutto questo??? Strani voi umani!

Ecco sta passando WE:” Lo sapevo, non l’hanna pigliat, maronna mia e che schif” Faccio schifo anche a WE! Lui mi ha fatto e a lui stesso faccio schifo! Salvateci portateci via di qua… BUTTOL SALVACI….

Sono passati tanti giorni, ormai quelle cose dentro ad umido si sono decomposte e cacciano liquami che finiscono in strada, una puzza esagerata. Oggi è passata una signora che diceva ad una sua amica: “Stasera sa pigliano, lo ha detto il super mega extra consigliere, lo ha scritto su facebook e se lo dice lui lo credo!!!

Signora cara, spero abbiate ragione non ce la faccio più a stare qua! Ho perso la speranza…

E’ notte, eccola, e’ BUTTOL! Sono venuti a salvarci!

Scendono due uomini dal camion uno di loro mentre inizia a buttare tutti i sacchetti nel compattatore dice al collega: ”Finalmente ha pagato… guardate qua, stasera lavoriamo tre volte tanto” Il collega lo guarda stizzito: ”Ma che cazz dici? Questi prima creano il problema e poi si vendono la soluzione, ancora lo devi capire che se ne fottono che a gente more? Vedi se fuori casa loro lo trovi un sacchetto vedi…”

Ma come BUTTOL, prendi i soldi e ci abbandoni cosi? Per giorni e giorni? Fai ammalare WE e tutti i cittadini? Allora sei cattiva o ti fanno fare la cattiva??? L’operaio mi butta nel compattatore e…  il sogno finisce!

DICEVA MIO NONNO: “SE NON E’ COSA VOSTRA LEVATEVI A MIEZZ”

Siamo abituati a lamentarci per la terra dei fuochi, siamo ipocriti, piangiamo i nostri cari e non ce ne rendiamo conto che siamo colpevoli anche noi, star dietro a chi usa la terra dei fuochi per visibilità non risolverà il problema, perchè se votate sempre la stessa gente, che non fa niente, questi sono i risultati.

Continuate con la differenziata non fermatevi, anche se poi mischiano tutto, iniziamo un cambiamento dentro ognuno di noi.

CAIVANO VUOLE VIVERE PULITA E NO INVASA DALLA MUNNEZZA QUELLA E’ GIA’ TROPPA E CI AMMINISTRA PURE!!!

Logicamente sto solo sognando… Ma non riesco proprio a ricordare quando mi sono addormentato!

GULLIVER

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Caivano

CAIVANO. Alla Scuola Capogrosso si discrimina. Ad un bambino soltanto viene negata la possibilità di introdurre la torta in classe

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CAIVANO – All’interno della Scuola Capogrosso, ente gestito dalla Suore Compassioniste serve di Maria, si fa discriminazione e distinzione tra i bambini. È quanto denuncia una mamma di un bambino frequentante quella scuola – meglio ricordare privata con una retta anche abbastanza importante, tanto è vero che sul territorio è detta anche la scuola dell’elite – a cui gli è stata sottratta la possibilità di introdurre all’interno della classe la torta per festeggiare il proprio compleanno.

Chi sta leggendo magari possa pensare che se fosse una regola dettata dalla direzione della scuola, potrebbe anche essere una regola giusta, dato che gli altri bambini ignari degli ingredienti adottati possono ingerire qualcosa di intollerante. Ma non è così! Alla scuola Capogrosso questa regola non vige, o almeno non vige per gli altri bambini dell’Istituto. (vedi foto allegate)

A dimostrazione di quanto denunciato da questa mamma, addirittura l’insegnante del figlio, per un aspetto ludico-associativo-aggregativo aveva proposto che a rotazione, ogni sabato, un bambino portasse a scuola proprio una torta, da spartirla con i propri amichetti e passare insieme qualche minuto di ricreazione. (vedi foto allegate)

Allora cosa c’è di male nella torta di questo bambino che non ha potuto introdurre la sua all’interno della propria classe? All’apparenza nulla! Ma c’è una coincidenza che lascia perplessa la mamma che si augura che questa coicidenza non collimi precisamente col rifiuto o peggio ancora con la discriminazione fatta al figlio.

La mamma di questo bambino è stata uno dei principali genitori a fomentare la protesta sul crollo di una parte dell’Istituto, quando la direttrice Suor Jessica Kuruppassery si assunse la responsabilità di far entrare i bambini a scuola, ammassandoli nella restante parte dell’Istituto non interessata dal crollo, in assenza di una perizia tecnica che attestasse l’agibilità di tutto l’immobile, di questo caso ce ne occupammo anche noi di Minformo (leggi qui).

Ora siamo sicuri ma ce lo auguriamo più che altro che un bambino non venga discriminato per un senso di rivalsa nei confronti del genitore ma è anche giusta la reazione e la denuncia da parte di un genitore che si sente vessato dal comportamento della direzione della scuola a cui mensilmente si versano profumati euro. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi!

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Attualità

Stash dei The Kolors scopre Focaccia Factory a Londra e nasce un sogno italiano a Capri

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Londra, notte di musica, emozioni… e profumo di focaccia. Durante un concerto nella capitale britannica, è bastato un incontro, un assaggio e un’idea per accendere una scintilla: quella tra Focaccia Factory e Stash, frontman della band multiplatino The Kolors.

Dietro le quinte, ad accoglierlo, c’era Giuseppe Aporovidolo, fondatore di Focaccia Factory, già amico e concittadino di Stash, con cui condivide radici, passione e uno spirito creativo instancabile. È stato proprio lui a portare nel backstage le sue celebri focacce artigianali, preparate secondo ricette autentiche italiane, che hanno immediatamente conquistato il palato (e il cuore) del musicista.

Dopo il primo morso, Stash ha detto: “Dobbiamo portarla a Capri”.
E da lì, tutto è cambiato.

In meno di un mese, è nato un progetto tanto ambizioso quanto naturale: aprire una sede di Focaccia Factory nel cuore di Capri, in Piazzetta, luogo simbolo del lifestyle mediterraneo. Insieme, Giuseppe, Stash e un gruppo di amici e collaboratori appassionati hanno dato vita a qualcosa di speciale: un team affiatato, un’atmosfera unica e tutta la qualità che aveva già conquistato Londra.

Oggi siamo felici di annunciare che Focaccia Factory Capri è realtà.
Un luogo dove gusto, musica e spirito italiano si fondono, in un’esperienza che celebra l’amicizia, la creatività e le cose fatte con amore.

Vi aspettiamo giovedì 22 maggio dalle 14..30 in Piazzetta, dove la nostra focaccia ha trovato casa.
E questa è solo l’inizio…

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Caivano

Caivano, venerdì 10 maggio sarà presentato il libro “I piedi del mondo” di Tommaso Ariemma

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Venerdì 10 maggio, alle ore 19, presso Spazio Libero (via Giacomo Matteotti, 41) a Caivano, in occasione della Festa di Campiglione, si terrà la presentazione del libro “I piedi del mondo – Come le scarpe Nike hanno rivoluzionato l’immaginario collettivo” scritto da Tommaso Ariemma.

Un incontro tra cultura, estetica e società contemporanea: Tommaso Ariemma, scrittore e professore di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, presenta il suo ultimo libro, un’indagine originale su come un oggetto di uso comune – la scarpa Nike – sia diventato simbolo globale, rivoluzionando l’immaginario culturale.
Tra arte, media e identità, il Prof. Ariemma esplora i confini della corporeità contemporanea, uno dei suoi principali ambiti di ricerca insieme alla teoria dell’arte e dei media.

L’evento sarà moderato da Ilaria Bernardo, giornalista, social media manager e addetta stampa del WWF Napoli.
Interverrà Francesco Caso, professore di filosofia presso il Liceo Federico Quercia di Marcianise.

Una serata pensata per riavvicinare la comunità caivanese alla cultura, attraverso un dialogo coinvolgente e attuale che unisce pensiero critico e linguaggi pop. Un’occasione per riflettere insieme su come gli oggetti raccontano chi siamo e come cambiano il mondo che abitiamo.


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