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Sarri: «Contro il Pescara non sarà semplice. Maradona, vederlo è sempre emozionante»

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Napoli- Domani toccherà al Pescara affrontare al ‘San Paolo’, il Napoli in campionato. “Il Pescara è la squadra che ci ha messo più in difficoltà in questa stagione. Se qualcuno ha negli occhi le loro gare contro il Milan e contro la Roma capirà che non è una partita semplice”. Così Sarri alla stampa oggi pomeriggio.

“Giocheremo contro un avversario che ha buona organizzazione e qualità di palleggio ed all’andata contro di noi ne ha dato prova. Sicuramente in classifica hanno raccolto meno di quanto – spiega il tecnico – meritassero. Dovremo giocare una gara accorta ed avere molta umiltà”. Rientra in gruppo Milik dopo l’infortunio. Il giocatore prosegue nel totale recupero: “Dalla guarigione fisica a giungere al top della forma il passo non è breve. Sicuramente Arek è stato bravissimo nel percorso riabilitativo, ha mostrato grande dedizione e professionalità e questo – spiega mister Sarri – è un grande merito del ragazzo. Però per il rientro completo bisogna andare cauti, anche perché non ha ancora giocato una partitina in allenamento”.

È arrivato a Napoli Pavoletti che ha trovato spazio anche nella gara di Tim Cup, contro lo Spezia: “Pavoletti ha fatto 3 allenamenti con noi, viene da uno stop piuttosto lungo e penso che debba ancora qualche seduta intera con la squadra. Al momento non è pronto per i 90 minuti ma può giocare spezzoni di gara. Quando sarà pronto ci darà una grande mano – conclude il tecnico – perché è un ragazzo di carattere e di tanta volontà”.

Ma quando si parla di Napoli non si può tralasciare un argomento che sta a cuore ai tifosi: la cittadinanza onoraria a Maradona che arriverà in città.: “Sarebbe bello vederlo in uno stadio più che a teatro. Lui ha le chiavi del San Paolo, se vuole venire è una sua scelta- spiega Sarri – legittima, per noi vederlo è sempre emozionante”.

(Fonte sscnapoli.it)

Caivano

CAIVANO. Ecco spiegato, in maniera elementare, perché la vecchia politica è incandidabile

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CAIVANO – Sto leggendo alcuni post di politici navigati, soprattutto coloro che hanno fatto parte dell’ultima devastante esperienza. Poi stamattina ho ascoltato con interesse il videomessaggio del coordinatore di Noi al Centro Peppe Barra. Sarei stato durissimo nella critica ma penso che non sia il caso. Per un semplice motivo: quelle cose si possono scrivere solo se davvero si è in buona fede nella totale ed innocente manifestazione di non averci capito niente. Quello che leggo non è in malafede e non vuole nemmeno prendere in giro nessuno. Semplicemente manifestano una totale inconsapevolezza di quanto accaduto. Ed allora è necessario ripristinare un minimo di verità nel ragionamento, anche per tentare di far prendere coscienza a coloro che si definiscono “vecchi politici” cosa hanno combinato e cosa hanno prodotto.

Caivano in tutt’Italia e anche sulle televisioni estere è il simbolo dell’intreccio tra politica e camorra. In altri territori gli organi elettivi sono stati sciolti dal Ministero degli Interni per infiltrazioni della criminalità, in larga parte determinata dal famoso “fumus”. A Caivano la vecchia politica ha determinato un contesto diverso: i politici, tra consiglieri e assessori, non erano collusi. Erano organici al clan e si recavano sui cantieri a riscutore tangenti per l’organizzazione criminale.

E’ chiara la differenza? Qui non è intervenuta la Prefettura per scioglimenti che altrove sono anche divenuti discutibili e persino il Ministro Piantedosi ha messo finalmente in evidenza dei limiti della legge antimafia sugli scioglimenti (su questo ci torneremo in seguito). A Caivano è intervenuta la Procura perché chi governava il Comune non era corrotto ma si muoveva da epsonente del clan, svolgendo ruoli e mansioni che di solito vengono affidati alla manovolanza dei boss. Dopo la Procura, l’intervento della Prefettura è passato quasi inosserevatro, come se fosse una cosa naturale e persino il male minore rispetto al ruolo che la politica ha svolto sul territorio non in rapporto con la camorra, ma in alcuni settori addirittura organica alla camorra.

Questa differenza almeno è chiara nella testa di chi continua a voler riabilitare quello che da nessuna parte al mondo sarebbe stato possibile che accadesse? Figuriamoci se si possa pensare di riabilitarlo. E non si confonda la responsabilità penale, soggettiva, con la responsabilità politica.

Mi rivolgo, adesso, a quelli che hanno governato insieme e a quelli che erano seduti nei banchi dell’opposizione ai politici organici ai clan e oggi rivendicano il ruolo della loro purezza solo perché non sono finiti nell’ordinanza della Procura. I fatti erano chiari, acclarati, sulla bocca di tutti durante l’amministrazione Falco. Lo dicevano i consiglieri comunali, si ricordi l’audio di Pippo Ponticelli. Lo scriveva sui social sulla sua pagina Pasquale Mennillo quando fu estromesso dalla giunta: parlò pubblicamente della deriva e dei rapporti tra Comune e la zona grigia della città. Lo scriveva “Minformo”, soprattutto sulla Manutenzione, delle mani nella marmellata dell’ex Assessore Carmine Peluso – oggi condannato e collaboratore di giustizia – delle frequentazioni facili tra segretari di partito e boss egemone e delle assunzioni alla Green Line di parenti e affini del boss.

Quelli che oggi vorrebbero riabilitare la “vecchia politica”, dov’erano in quei giorni? Ascoltavano, leggevano, sapevano ma non hanno mai detto nulla. È questo l’atteggiamento da condannare. Il silenzio è da condannare. Non si può governare una città, apprendere da più parti cosa accade di grave e far finta di nulla. Se non interveniva la Procura, oggi magari erano ancora tutti insieme a parlare di legalità, di buon governo, di buona politica. E nessuno poteva più scrivere nulla. Anzi, le denunce di “minformo” e le mie battaglie di legalità, nella veste di giornalista e cittadino attivo, diventavano bugie, addirittura sarebbero finite nelle querele per diffamazione che la politica non mi ha mai risparmiato.

Per quanto poi, i fatti mi hanno dato ragione. Allora cara vecchia politica, ancora che parli? E di cosa vuoi parlare? Della storia? Avete governato per decenni e vi rendete conto cosa avete prodotto sul piano politico, sociale e amministrativo? L’esempio peggiore d’Italia. E non solo per i politici organici ai clan.

La pagina più brutta l’hanno scritta quelle persone perbene che hanno fatto finta di nulla quando accadeva il peggio, occupando il ruolo di fedeli alleati, contestando chi, invece, come me e tanti altri come me, denunciavano tutto quello che poi la Procura ha scoperchiato. E allora di cosa volete parlare? Iniziate a chiedere scusa per l’omertà e per la vostra ignavia. E se non è stata omertà, ma semplice incapacità nel comprendere le dinamiche che le vostre Amministrazioni mettevano in campo, cambia poco. Omertà, complici o silenti incapaci non cambia nulla. Caivano non rinasce certo con voi.

Anche se si tratta solo di incapacità di fronte a quanto accaduto, non dev’essere un merito oppure una scusa. Un incapace deve stare lontano dal Municipio. Soprattutto se all’incapace cosa stava accadendo gli è stato spiegato più volte e da più parti, ma non ne ha mai voluto sapere nulla.

Caivano ha bisogno di soggetti nuovi, di aria fresca, di nuovi valori, di nuovi metodi per estirpare un cancro che ha messo radici in questi decenni grazie alla vecchia politica. La stessa che attraverso l’anonimato e il fango ha infangato gente perbene, capace, costretta a restare lontano da questo paese perché qui negli anni la legalità si è trasformata in una clava strumentale nelle mani di una cabina di regia opaca che volutamente infangava le persone perbene per allontanarle dalla politica.

Complice una legge sugli scioglimenti sbagliata, da modificare, come ha dichiarato anche il Ministro Piantedosi con estremo coraggio. Ed oggi gli stessi che hanno creato il “terrore” parlano di normalizzazione? A Caivano il mondo è sottosopra. I politici organici ai clan per ovvie ragioni non possono ricandidarsi grazie al lavoro della Procura. Quelli che rappresentano la “continuità” amministrativa, sarebbe un errore candidarli per i concetti espressi dalla Prefettura durante i due scioglimenti per camorra, quando ha redatto precisamente un elenco con tredici nomi di ex Consiglieri.

E poi c’è la ragion di Stato, il bene dei caivanesi. La vecchia politica ha la responsabilità di aver distrutto un paese. Se Caivano è la vergona nel mondo e i caivanesi sono costretti a vergognarsi nonostante siano persone perbene, chi ha governato fino ad oggi questo paese dovrebbe avere davvero difficoltà a mettere ancora la testa fuori e il suo cognome in una lista.

La vecchia politica che ha governato con politici organici ai clan, senza accorgersene, non ha il diritto di tornare al governo. La vecchia politica che ha infangato persone perbene per epurarle e continuare a tenere le mani salde sulla città, valorizzando chi non lo meritava, non ha i valori per continuare ad amministrare Caivano. E i caivanesi non possono, nella migliore delle ipotesi, subire il terzo scioglimento su tre amministrazioni, perché c’è una vecchia nomenclatura che non vuole lasciare il passo, che pretende di continuare ad occupare poltrone nei settori del Municipio dopo i disastri collezionati.

I cittadini si sono allontanati non perché noi scriviamo la verità ma si sono allontanati per il fango che avete prodotto fino ad oggi colpendo le persone perbene e portando al governo politici, consiglieri e assessori, organici ai clan. Questa non è una responsabilità penale ma è la responsabilità di tutte le responsabilità perché la selezione della vecchia politica ha favorito i corrotti ed espulso le persone perbene. In modo subdolo e perverso.

Oggi tutto è chiaro e c’è una responsabilità che deve valere ancora di più di quella penale. Si chiama responsabilità politica.

Spiegatelo soprattutto a chi solo per interessi politici e personali fa finta di non capire. Perché non si possono candidare i politici non arrestati? E’ scritto nell’ultima relazione di scioglimento: rappresentano la continuità amministrativa di due esperienza finite con lo scioglimento per camorra. Non si possono candidare perché nella migliore delle ipotesi mentre la camorra governava i settori, loro erano lì a fa rfinta di niente oppure, peggio ancora, sono stati talmente incapaci da non comprendere nemmeno cosa stesse accadendo. E non lo hanno compreso nemmeno quando glielo spiegavamo. Malafede o buonafede, nella migliore delle ipotesi abbiamo di fronte degli incapaci. Adesso vi è chiaro?

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Crispano

CRISPANO. La Festa dei gigli a Crispano torna a brillare. Merito innanzitutto del Sindaco Emiliano

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CRISPANO – Crispano. La festa dei gigli, il giorno dopo. Sarebbe scontato parlare di un successo ma non in questo caso. Una super festa, con quattro obelischi in legno e cartapesta e quattro paranze a “ballare” per le strade di Crispano tra migliaia di persone, cittadini affacciati dalle finestre e dai balconi per salutare le “girate” e le “alzate”.

Tutto si è svolto nel rispetto della legge, delle regole, della civiltà. Un’altra grande prova della rinascita di Crispano e dei crispanesi avvenuta sotto la guida del sindaco Michele Emiliano. E non è uno spot. Chi conosce la storia di questa festa e quanto sia entrata di diritto nella “nera” e persino negli scioglimenti degli organi elettivi degli anni scorsi, sa altrettanto bene quanto valga la prova di maturità andata in scena ieri.

E soprattutto quanto lavoro ci sia stato dietro le quinte, negli anni, innanzitutto da parte del sindaco affinché Crispano e i gigli, Crispano e la sua tradizione popolare, siano tornati a splendere. Un dato che va sottolineato anche dopo l’uscita pubblica delle opposizioni. Hanno messo in evidenza il successo della festa di ieri affidando i meriti solo alle gestioni commissariali. Ed è ingiusto. I commissari qui mancano da sei anni. E in questi sei anni con Michele Emiliano e la sua Amministrazione la festa è migliorata fino ad arrivare a ieri con ben 4 gigli in paese. Da quanto non si vedevano quattro gigli a Crispano? E vi ricordate cosa accadde l’ultima volta tra le strade del paese? Rileggendo quelle cronache sembra di avere a che fare con un’altra città, un altro paese, un altro contesto, un’altra festa. Ed è chiaro che il merito è di tutti: dei commissari, delle forze dell’ordine, delle paranze, dei comitati, delle associazioni, dei cittadini, della politica. E perché escludere, come fa l’opposizione, da questo elenco proprio il sindaco Emiliano e il suo vice, Lara Imitazione? Non è corretto, è ingiusto e soprattutto, politicamente, esprime una scorrettezza istituzionale rispetto ai buoni propositi che la minoranza racconta nella sua comunicazione.

Sossio Vitale e company hanno perso un’altra occasione per dimostrarsi classe dirigente, classe di governo, ancora ancorati a quella contrapposizione sterile che si esprime persino sulla festa die gigli, ossia su un qualcosa che andrebbe tutelato, valorizzato, superando divisioni e barriere, solo per il buon nome di questa città.

Tentare di oscurare il lavoro di Michele Emiliano sul giglio è un boomerang perché i fatti di ieri raccontano tutta un’altra storia. E bene ha fatto il primo cittadino a non replicare. Offrendo una lezione di stile e di buona amministrazione. Prima i fatti. Questa volta davvero sotto gli occhi di tutti.

Bella festa e bravi tutti. Dal primo all’ultimo cittadino. Crispano è rinata da tempo e ieri è ufficialmente rinata anche la festa del giglio. Michele Emiliano può iniziare questa settimana soddisfatto ed orgoglioso per il lavoro svolto.

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Calcio Dilettantistico

CASERTA. Un’estate da Campioni allo Stadio Pinto con lo stage dei portieri del “Progetto Numeri 1 Academy”

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CASERTA – Dal 16 al 21 giugno lo Stadio Pinto di via Medaglie d’Oro ospiterà lo Stage Città di Caserta intitolato “Progetto Numeri 1 Academy” promosso in collaborazione con Dragon e il patrocinio del Comune di Caserta.

“Un’Estate da Campioni”, questo l’obiettivo di una iniziativa che punta, a posti limitati, a selezionare i migliori talenti di calcio degli anni dal 2006 al 2009 per le squadre di Promozione, Eccellenza e di Serie D, cui potranno partecipare portieri e calciatori nati dal 2006 al 2017.

Tutti i partecipanti alla selezione riceveranno un kit gratuito e avranno di fronte tre allenatori cui è stato assegnato il compito di individuare tra i selezionati i migliori talenti. Essi sono Giovanni Bernardo, Francesco Portone e l’indimenticabile Ciro Muro, che fu centrocampista del Napoli Calcio nella stagione 1986/1987 in serie A. La prima volta a Caserta, alle soglie dell’estate, per offrire ai giovani l’opportunità di mettersi in mostra, in sinergia con le attività delle Scuole Calcio del territorio. Uno Stage che incrocia le attuali esigenze del settore, alla luce dell’avvenuta riforma e dell’attuale obbligo per le squadre dilettantistiche l’utilizzo in campo di almeno 3 giovani talenti nel corso delle gare ufficiali.

Un’iniziativa resa possibile dalla disponibilità e dalla collaborazione del Comune di Caserta, in nome dell’amore per Caserta e della passione per il calcio vissuta da tanti casertani di ogni età, ha riservato il suo impegno anche l’ex consigliere comunale Michele Picozzi, che gli organizzatori ringraziano.

“Questo stage – dice l’allenatore Giovanni Bernardo – rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare i giovani talenti del nostro territorio, in linea con la riforma che mira a dare sempre più spazio ai giovani sui campi dei tornei dilettantistici e professionistici. Con Francesco Portone e Ciro Muro siamo convinti che il futuro del calcio italiano passi dal coinvolgimento dei giovani calciatori. Questa iniziativa si propone di scoprire e far crescere quei ragazzi che, con il giusto supporto, potranno emergere e magari un giorno approdare ai livelli più alti. Vogliamo accelerare questo processo dando loro una chance molto importante”.

“Saranno presenti nei 6 giorni di “Stage” – ha confermato il tecnico Francesco Portone numerosi allenatori e direttori sportivi non solo della Regione Campania ma anche di società professionistiche per segnare sui propri taccuini i nomi di giovani talentuosi calciatori che si metteranno in mostra”.

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