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Cardito

CARDITO, dagli OdG del prossimo consiglio, tutta l’inettitudine di questa maggioranza

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CARDITO – Mercoledì 22 Febbraio alle ore 12:00, come di consueto, in sessione straordinaria in seduta pubblica di prima convocazione per il giorno 22 febbraio .2017 alle ore 12.00 ed in seconda convocazione per il giorno 23 febbraio 2017, alle ore 16,00, presso la Sala Consiliare “Francesco Narciso” sita al primo piano di Palazzo Mastrilliè stato convocato il prossimo consiglio comunale e come ogni volta accade, il Presidente del Consiglio Nunziante Raucci emana la convocazione comunicando quali saranno gli ordini del giorno.

Chiunque si soffermi a leggere gli ordini del giorno del prossimo consiglio comunale di Cardito, può rendersi conto immediatamente che nessun argomento è stato proposto da quest’amministrazione, cioè tutti i consiglieri di maggioranza non hanno nulla da discutere, proporre o migliorare alla città di Cardito. Premesso che il ruolo che si dovrebbe espletare per un consigliere verte proprio sull’affrontare i problemi della collettività proprio in assise o a limite sfruttare la sala consiliare come un ring su cui poter dibattere su alcuni migliorie che si possono apportare per rendere la propria città sempre più vivibile, ma a quanto pare quest’amministrazione è vuota di idee, svogliata o peggio ancora inetta.

Guarda caso l’unica cosa che sta veramente a cuore a quest’amministrazione è il come dividere gli incarichi di consulenza a soggetti estranei all’amministrazione e l’aggiornamento del regolamento del registro di professionisti a cui affidare incarichi. Nulla che non sia necessario per carità, considerando poi che il piano d’emergenza per la protezione civile è imposto dalla Regione Campania, ci chiediamo: ma da quanto tempo i cittadini carditesi, all’interno di un consiglio comunale non odono parlare di problematiche serie o di incentivi da riservare a quelle fasce che tanto ne hanno bisogno?

Anche in questo consiglio si discuteranno di cose chieste da parte della minoranza e che puntualmente vengono rispedite al mittente per far sì, ancora una volta, che una cosa seria come il Consiglio Comunale diventi una farsa.

Questi sono gli ordini del giorno:

1. Lettura e approvazione verbali seduta di Consiglio Comunale del 31.1.2017;

2. Interrogazione a firma del Consigliere Pisano Prot. 1471 del 2.2.2017 ad oggetto: “Strisce blu zona Slai”;

3. Interrogazione a firma del Consigliere Pisano Prot. 1482 del 2.2.2017 ad oggetto: “chiusura ingresso asse mediano altezza Afragola”;

4. Interrogazione a firma del Consigliere Pisano Prot. 1582 del 6.2.2017 ad oggetto: “servizi di custodia e cura dei cani”;

5. Interrogazione a firma del Consigliere Pisano Prot. 1842 del 9.2.2017 ad oggetto: “furto all’impianto di illuminazione al campo sportivo V.Papa”;

6. Proposta di delibera inoltrata dai Consiglieri Chiacchio, Santucci, Pisano e Mazza ad oggetto: “Riduzione costi della politica mediante l’azzeramento dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, dell’indennità di funzione del Presidente del C.C., delle spese di missione e di rappresentanza. Invito alla giunta municipale di provvedere alla riduzione delle indennità degli assessori e del Sindaco”;

7. Approvazione Piano di Emergenza Comunale.

8. Adeguamento regolamento per l’istituzione dell’elenco professionisti cui affidare incarichi professionali.

9. Approvazione programma per l’affidamento di incarichi di consulenza, di studio o di ricerca a soggetti estranei all’Amministrazione ai sensi del comma 55 dell’art. 3 della legge 244/2007 e s.m.i. per l’anno 2017.

Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

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Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

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Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

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Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

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