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Acerra

1° d’aprile: speranze burlone

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Stamattina alle sette e trenta ero già in strada col Molosso. «Una bella corsetta fra l’immondizia di questi posti, mi farà bene», mi sono detto. L’ho imbrigliato col solito cuoio e siamo usciti. Ma invece dell’abituale spazzatura ho visto tutt’altro. Lo stupore mi ha invaso la vista appena fuori col demone che tirava al guinzaglio: era tutto pulito, in ordine, non c’era un filo di catrame a macchiare l’asfalto. Non c’era neanche l’asfalto, al suo posto ho trovato cocci molto graziosi. Le aiuole si erano allargate, riempite di fiori profumati e di alberi a fare ombra. La villa comunale stava senza cancelli a rinchiuderla, priva di quella barriera eretta per difenderla non si sa bene da chi o da cosa. In ogni caso, era libera, vi si poteva accedere senza aspettare che un pigro custode venisse a togliere le catene alle sbarre. Poi era in ordine: i bidoni dell’immondizia svuotati; il prato rasato; i cespugli spuntati; le panchine aggiustate.  E anche qui i fiori spuntavano ovunque, dappertutto, di ogni colore e dimensione, di ogni tipo e fragranza. Addirittura vi erano le violette selvatiche, non le vedevo da anni da queste parti. Così pure i papaveri e i denti di leone, quei fiori spontanei che crescono senza la semina.

Le facciate dei palazzi erano tutte intonacate a nuovo. Pitturate di giallo o di arancio e ad ogni finestra ancora fioriere, sempre fioriere, tutte fioriere: fioriere in ogni dove.

Gli scheletri di alcune strutture pubbliche, che da anni e fino a ieri, erano rimaste incomplete non si sa per quale motivo, con mia ulteriore sorpresa erano state completate con nuove funzioni. Nello slargo del mercato, una di queste l’ho ritrovata adibita a biblioteca, sala convegni, bar, ristoro. Una folla di studenti a viverci dentro, allegri discutevano, leggevano, suonavano la chitarra in gruppo. Insomma quello scheletro si era popolato, diventato un edificio contemporaneo, rispettoso dell’ambiente, alimentato da pannelli fotovoltaici, e munito di “wifi” gratuito per tutti. La facciata rivestita in legno, gli esterni attrezzai con sedute immerse nei prati e poi circondate da alberi, pare fossero magnolie e pini, non ricordo bene l’essenza usata.

Mi sono però rammaricato di non avere con me ne lo smartphone, ne la fotocamera per documentare questa magia. Volevo mostravi le foto.

Allora di corsa sono rientrato a casa, ho preso il telefonino, e sempre in compagnia di Mosè, il mio fedele Molosso, sono ritornato nei meandri della periferia scassata.

«Ahi!»: La delusione.

Era tutto sparito, ridiventato come ieri, come prima, com’è sempre stato da anni. Ho pensato al momento di essere impazzito. Mi è venuta l’ansia. Poi ho chiesto a Mosè di darmi un morso, giusto per capire se ero sveglio. Ovviamente si è rifiutato di darmelo, guardandomi placido ha tirato fuori la lingua leccandomi la mano. Allora, disperato, mi sono dato da solo il classico pizzico: «ahi!». Ho sentito dolore, quindi ero sveglio. Assodato il mio stato di veglia, ho pensato che mi avesse fatto male qualcosa a colazione. «Possibile che le mandorle e le mele diano allucinazioni?», mi sono chiesto dubbioso. È ciò che mangio di solito tutte le mattine, e non è mai capitato di avere questi effetti.

«Allora cosa potrebbe essere? Cosa sta succedendo? Com’è che ho avuto questa visione che a me sembrava reale?»

Io davvero poco prima sentivo quel profumo di violette nell’aria. Questo rudere che mostra colonne e travi scoperte, pieno di immondizia, davvero l’ho visto ricostruito, completo, adibito con servizi utili, addirittura c’erano pure persone sedute sulle panchine nuove a leggere libri.

«Sono diventato pazzo, non c’è altra spiegazione!».

Quell’ansia ha cominciata a crescere fermandosi sullo sterno, faceva vibrare il fluido colorandolo di rosso pericolo, di un rosso intermittente.

Ho cercato di chiedere aiuto a qualcuno ma ero da solo. Quindi ho preso il cellulare col quale volevo scattare le foto, ho acceso il display e… ho letto la data di oggi: “1 aprile 2017”.

Ecco. Adesso tutto si spiega.

È stata una burla, una finta. Ma chi è che poi si è messo a fare questo scherzo davvero ben fatto? A questa domanda, ci sto ancora pensando, pure adesso mentre scrivo l’articolo che troverete su blog, e che spero leggerete per intero.

Una idea su chi potesse essere l’autore, l’autrice o gli autori dello burla, ben congeniata, però me la sono fatta: forse i miei sogni beffardi. Quelli che si ostinano a sperare a credere che la realtà possa cambiare. Quelle speranze credulone accumulate nell’anno, ad un certo punto si sono materializzate e non parlo di immagini mentali, di allucinazioni. No, no. Davvero il potere di questi sogni, anche se per pochi minuti, ha realizzato l’aggiusto della periferia rotta. Non erano solo fantasie credute come reali. La magia c’è stata, era tutto vero, era tutto tangibile. Mi hanno voluto dimostrare la loro forza, sia i sogni che le speranze. La loro potenza concreta nel trasformare gli ambienti, le persone, i dialoghi, le aiuole, l’aria, i pensieri, la mentalità, e tutto ciò che può essere migliorato. Tutto.

Adesso sono quasi le undici. Questo articolo si avvia alla fine. Voglio lasciarvi con una raccomandazione. Oggi, in questa giornata strana, in questo primo di aprile che porta “le primavere” a maturazione, fate molta attenzione. Se vedete che nelle vostre città, borgate, contrade, periferie o paesi, all’improvviso si aggiustano i monumenti, le strade, i palazzi; spuntano gli alberi; crescono i fiori; sparisce il traffico; la gente diventa cordiale e sorridente; o che il puzzo di bruciato nell’aria sparisce, non credete che sia una finzione, non pensate di essere folli: sono solo le vostre speranze che si attivano per darvi fiducia. Dunque, niente medici, nessuna pillola per abbonire il vostro entusiasmo talmente presente da diventare, talvolta, reale.

“Non abbiate paura”, disse una volta qualcuno.

E voi che leggete, avete già fatto questa esperienza?…

 

Andrea Auletta

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Acerra

Acerra: incendia l’auto e poi si ferma a guardare l’incendio

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In quel di Acerra, al corso Italia, prima incendia la propria vettura e, poi, come se fosse un film da cui trarne giovamento, si ferma per ammirare il rogo da egli stesso provocato.
L’uomo, protagonista di questa vicenda al limite della piromania, si chiama Antonio Bruno, quarantenne, sembrerebbe incensurato.
Ora dovrà rispondere di incendio. Il Bruno è in attesa di giudizio.
Ancora ignote le motivazioni dietro il suo gesto.


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Bancomat nel mirino in piena notte, l’episodio in via Annunziata ad Acerra. Indagini in corso

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Intorno alle 4 della notte appena trascorsa, ad Acerra, si è verificato il tentativo di furto a un bancomat. I carabinieri, allertati dal 112, sono intervenuti su via Annunziata dove poco prima ignoti avevano tentato di manomettere l’Atm di un istituto bancario tagliando alcune parti metalliche. I malviventi sono scappati senza bottino, una volta fatto scattare l’allarme. Sono in corso indagini da parte dei carabinieri della locale stazione.

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Acerra

Questione ambientale. “no alla quarta linea del termovalorizzatore” trasmesso alla Regione Campania

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‘No alla quarta linea del termovalorizzatore’, il documento dei sindaci trasmesso al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Campania ed alla Città Metropolitana. Nove gli amministratori che hanno sottoscritto l’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale di Acerra, che punta a creare una rete tra sindaci lavorando in maniera sinergica per la tutela ambientale e sanitaria dei territori. Firmatari i Comuni di Acerra, Afragola, Brusciano, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Marcianise, Marigliano, Pomigliano d’Arco e San Felice a Cancello, i quali si  impegnano ad istituire un Tavolo Permanente che tenga conto di un piano d’azione per “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.

“La tutela della salute e dell’ambiente costituisce un obiettivo prioritario dell’azione amministrativa – recita il documento – anche e soprattutto al fine di contenere i rischi sanitari che rappresentano un problema particolarmente avvertito nelle nostre città. Il dramma ambientale di questi territori deve assurgere, in modo concreto, a ‘questione politica nazionale’ di cui i governi, nazionali e regionali, devono farsi carico per le rilevanti implicazioni sociali, umane, finanziarie ed epidemiologiche”.

I sindaci manifestano la contrarietà alla paventata realizzazione della quarta linea del termovalorizzatore di Acerra rifacendosi anche al principio di precauzione quale riferimento giuridico qualificante dell’azione amministrativa comunale al fine di prevenire e contenere ogni rischio per le proprie comunità. “Il termovalorizzatore di Acerra è l’impianto di trattamento rifiuti più rilevante della Campania ed è una delle concause che concorrono all’indice di saturazione – sottolinea il sindaco di Acerra Tito d’Errico ecco perché è fondamentale che Città Metropolitana individui questo territorio come area non idonea alla localizzazione di ulteriori impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti nel rispetto dei criteri generali stabiliti dalla Regione Campania”. Tra le richieste dei sindaci figurano:

non realizzare la quarta linea del termovalorizzatore ubicato sul territorio  di Acerra e di giungere ad un suo progressivo decremento operativo; adottare atti e provvedimenti che escludano categoricamente la realizzazione di una nuova linea di combustione dell’impianto di Acerra, la cui ricaduta, in termini di sostenibilità ambientale coinvolge i territori limitrofi oltre che l’originaria ubicazione dell’impianto; prevedere l’eventuale carico di ulteriori impianti di trattazione termica dei rifiuti diluito su tutto il territorio regionale salvaguardando le province di Napoli e Caserta; adottare atti e provvedimenti che escludano categoricamente l’insediamento di nuovi impianti  di trattamento dei rifiuti speciali nel comparto territoriale di riferimento;

prevedere forme incentivanti per i Comuni che raggiungono un’alta percentuale di Raccolta Differenziata ed un alto grado di riciclabilità del materiale riducendo al minimo i rifiuti pro capite destinati ad incenerimento; implementare percorsi di screening gratuiti in tutte le aree coinvolte in accordo con le Asl di competenza; rendere operativo con urgenza l’Osservatorio Ambientale Regionale del termovalorizzatore di Acerra previsto dall’art 21 bis della L.R. 26 maggio 2016  n. 14  coinvolgendo i rappresentanti territoriali dei Comuni interessati; implementare con urgenza le azioni di monitoraggio dei livelli di inquinamento atmosferico per i Comuni sede di impianti di trattamento rifiuti, così come previsto dall’art.21 ter della L.R. 14/2016, estendendole ai Comuni limitrofi; la partecipazione dei Comuni al recupero di energia che si ricava dal termovalorizzatore.

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