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ACERRA: la Cassazione conferma le condanne ai Pellini. Né preti, né senatori, c’è un solo eroe in questa vicenda

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ACERRA – La paura era tanta ed anche giustificata perchè le probabilità che il processo “Carosello” fosse prescritto erano alte ma la caparbietà e la determinazione di un giovane acerrano a cui questi eco-assassini, perché adesso così bisogna definirli e non più imprenditori di smaltimento rifiuti, hanno tolto tutto, lavoro e futuro, ha fatto si che anche la Suprema Corte di Cassazione si esprimesse e proprio il dispositivo della sentenza emesso ieri sera conferma le condanne a sette anni per i fratelli Salvatore, Giovanni e Cuono Pellini per disastro ambientale. Giustizia è fatta, Alessandro Cannavacciuolo colui che ha denunciato personalmente i fratelli Pellini e che poi insieme ai suoi amici, si è costituito anche parte civile all’interno del processo, ha potuto tirare un gran sospiro di sollievo, dopo aver lottato incessantemente affinché questa condanna non venisse prescritta, facendo da pendolari tra Roma e Napoli quando i fascicoli si erano fermati nei meandri della Corte d’Appello di Napoli, dopo aver consumato ore al telefono con i propri legali per sollecitare l’iter burocratico, finalmente ieri ha vinto e insieme a lui anche il popolo acerrano e campano.

Alessandro Cannavacciuolo figlio di pastori acerrani al quale sono morte le pecore che costituivano mezzo di sostentamento per la sua famiglia, perché pascolavano su quelle terre che i Pellini hanno inquinato, allo stato attuale risulta essere l’unico eroe della vicenda, ovviamente insieme ai suoi amici di sempre che lo accompagnano nelle sue lotte di attivismo. Alessandro ha aspettato con ansia questo momento, in questa storia ci ha rimesso tanto e adesso tutti salgono, come sempre accade in Italia, sul carro dei vincitori, egli è stato condannato per diffamazione a mezzo facebook perché “troppo presto” definì ASSASSINO uno dei fratelli Pellini, chissà cosa penserà adesso lo staff di Beppe Grillo che gli ha dovuto negare la gioia di essere il candidato sindaco di quella terra che lui ha dimostrato di amare tanto, solo per rispettare una norma fredda e priva di buon senso inserita nel regolamento del Movimento 5 stelle, quello stesso Movimento di cui fa parte un senatore che non ha perso tempo a pubblicizzare la vicenda attraverso il suo profilo facebook ma che quando si è trattato di essere il promotore, il trascinatore, metterci la faccia si è addirittura rifiutato di firmare un esposto per denunciare un eventuale scambio di voti avvenuto in un altro comune a Nord di Napoli. Quando si dice è facile fare il protagonista quando sono gli altri a rischiare la “pelle”.

Non solo i politici, in questa storia anche i parroci salgono sul carro dei vincitori, preti da sempre impegnati davanti alle telecamere per denunciare il falso mito del pomodoro avvelenato, lo stesso pomodoro che adesso viene promosso dallo stesso scienziato che lo aveva condannato e al quale il prete di cui sopra si è ispirato per anni nella sua lotta ai fantasmi. Oggi usa Facebook e la storia dei Pellini per darsi un tono, esprime solidarietà ad Alessandro come giusto che sia ma che non si permettesse assolutamente di accomunare questa sentenza al fenomeno della “Terra dei Fuochi”. In questa sentenza ci sono prove, nomi e cognomi, i sacrifici e il dolore delle vittime attestate da tre gradi di giudizio. La Terra dei Fuochi è solo un fenomeno da baraccone che è servito e servirà ad arricchire sempre gli stessi.

Recitava Antonio De Curtis ne “‘A Livella”: Nuje simme gente seria, appartenimm a morte! Se di morte vogliamo parlare allora il nostro pensiero va anche al vigile Michele Liguori che in questa storia, affinché venisse fatta luce, ha donato la propria vita e davanti a queste persone bisogna togliersi il cappello, davanti alle persone come come Michele e Alessandro che da persone civili, umili sono diventati dei veri eroi e non come i “clown” che sfruttano il momento propizio per scippare qualche like o qualche consenso sul web.

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Bancomat nel mirino in piena notte, l’episodio in via Annunziata ad Acerra. Indagini in corso

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Intorno alle 4 della notte appena trascorsa, ad Acerra, si è verificato il tentativo di furto a un bancomat. I carabinieri, allertati dal 112, sono intervenuti su via Annunziata dove poco prima ignoti avevano tentato di manomettere l’Atm di un istituto bancario tagliando alcune parti metalliche. I malviventi sono scappati senza bottino, una volta fatto scattare l’allarme. Sono in corso indagini da parte dei carabinieri della locale stazione.

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Questione ambientale. “no alla quarta linea del termovalorizzatore” trasmesso alla Regione Campania

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‘No alla quarta linea del termovalorizzatore’, il documento dei sindaci trasmesso al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Campania ed alla Città Metropolitana. Nove gli amministratori che hanno sottoscritto l’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale di Acerra, che punta a creare una rete tra sindaci lavorando in maniera sinergica per la tutela ambientale e sanitaria dei territori. Firmatari i Comuni di Acerra, Afragola, Brusciano, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Marcianise, Marigliano, Pomigliano d’Arco e San Felice a Cancello, i quali si  impegnano ad istituire un Tavolo Permanente che tenga conto di un piano d’azione per “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.

“La tutela della salute e dell’ambiente costituisce un obiettivo prioritario dell’azione amministrativa – recita il documento – anche e soprattutto al fine di contenere i rischi sanitari che rappresentano un problema particolarmente avvertito nelle nostre città. Il dramma ambientale di questi territori deve assurgere, in modo concreto, a ‘questione politica nazionale’ di cui i governi, nazionali e regionali, devono farsi carico per le rilevanti implicazioni sociali, umane, finanziarie ed epidemiologiche”.

I sindaci manifestano la contrarietà alla paventata realizzazione della quarta linea del termovalorizzatore di Acerra rifacendosi anche al principio di precauzione quale riferimento giuridico qualificante dell’azione amministrativa comunale al fine di prevenire e contenere ogni rischio per le proprie comunità. “Il termovalorizzatore di Acerra è l’impianto di trattamento rifiuti più rilevante della Campania ed è una delle concause che concorrono all’indice di saturazione – sottolinea il sindaco di Acerra Tito d’Errico ecco perché è fondamentale che Città Metropolitana individui questo territorio come area non idonea alla localizzazione di ulteriori impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti nel rispetto dei criteri generali stabiliti dalla Regione Campania”. Tra le richieste dei sindaci figurano:

non realizzare la quarta linea del termovalorizzatore ubicato sul territorio  di Acerra e di giungere ad un suo progressivo decremento operativo; adottare atti e provvedimenti che escludano categoricamente la realizzazione di una nuova linea di combustione dell’impianto di Acerra, la cui ricaduta, in termini di sostenibilità ambientale coinvolge i territori limitrofi oltre che l’originaria ubicazione dell’impianto; prevedere l’eventuale carico di ulteriori impianti di trattazione termica dei rifiuti diluito su tutto il territorio regionale salvaguardando le province di Napoli e Caserta; adottare atti e provvedimenti che escludano categoricamente l’insediamento di nuovi impianti  di trattamento dei rifiuti speciali nel comparto territoriale di riferimento;

prevedere forme incentivanti per i Comuni che raggiungono un’alta percentuale di Raccolta Differenziata ed un alto grado di riciclabilità del materiale riducendo al minimo i rifiuti pro capite destinati ad incenerimento; implementare percorsi di screening gratuiti in tutte le aree coinvolte in accordo con le Asl di competenza; rendere operativo con urgenza l’Osservatorio Ambientale Regionale del termovalorizzatore di Acerra previsto dall’art 21 bis della L.R. 26 maggio 2016  n. 14  coinvolgendo i rappresentanti territoriali dei Comuni interessati; implementare con urgenza le azioni di monitoraggio dei livelli di inquinamento atmosferico per i Comuni sede di impianti di trattamento rifiuti, così come previsto dall’art.21 ter della L.R. 14/2016, estendendole ai Comuni limitrofi; la partecipazione dei Comuni al recupero di energia che si ricava dal termovalorizzatore.

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ACERRANA AFRAGOLESE. Tafferugli a fine partita. Poliziotto in ospedale

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ACERRA – Allo Stadio Comunale “Arcoleo” di Acerra si è svolta la gara valevole per la sesta giornata di campionato di Eccellenza Girone A tra la Real Acerrana e l’AC Afragolese finita per una rete a zero in favore dei padroni di casa grazie ad un goal messo a segno dal granata Lepre.

Il dato angosciante della giornata però è da registrarsi a fine partita dove si sono consumati scontri tra le due tifoserie all’esterno della struttura sportiva. A farne le spese dei tafferugli è stato un agente di Polizia di Stato che è stato refertato dalla Clinica dei Fiori di Acerra.

Un evento increscioso che raggiunti dai nostri taccuini il Presidente dell’Afragolese Raffaele Mosca ha commentato così: “Il calcio non è questo. Dopo una giornata di calcio vero sento il dovere di prendere le distanze da certi atteggiamenti facinorosi che non sono assolutamente gesti qualificanti per la cittadinanza e il tifo afragolese. Contestualmente sento di mostrare a nome personale e dell’intera società che mi fregio rappresentare la più totale solidarietà all’agente di Polizia che sprezzante del pericolo e noncurante delle conseguente si è immolato per calmierare un clima che può essere etichettato con un solo aggettivo “deplorevole”. Ho sentito inoltre il dovere anche di sincerarmi delle condizioni dell’agente recandomi direttamente al nosocomio per constatare delle condizioni cliniche dell’eroe, a mio avviso, della giornata”.

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