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CAIVANO, inizia la stagione dei roghi tossici e anche qui: eppur si muove

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CAIVANO – E’ strano come con l’innalzarsi delle temperature inizia ad intensificarsi il fenomeno dei roghi tossici, eppure se proprio quest’ultimi sono la conseguenza dello smaltimento illecito di rifiuti e quindi del lavoro nero, si potrebbe tranquillamente asserire che in estate si evade di più, ma tutti noi sappiamo che non è cosi. Allora vuol dire che esiste una variabile a noi sconosciuta, una variabile che conosce solo chi appicca e magari anche qualche addetto ai lavori, ma cerchiamo di fare chiarezza su quello che in realtà succede dalle nostre parti.

Stamattina, come è solito da queste parti, i cittadini caivanesi si sono svegliati con un forte odore acre nell’aria, a causare tutto questo è stato l’ennesimo rogo appiccato sotto uno dei ponti della SS 7bis in direzione Pascarola, un fenomeno quelli dei roghi tossici, sul territorio caivanese per nulla controllato né tanto meno messo in prevenzione. A tal proposito alcuni organi di stampa molto vicini ad un vecchio sistema fatto di clientele, in realtà già si è preoccupato di addossare la colpa all’attuale amministrazione. Non vi è dubbio che l’attuale amministrazione non abbia un piano, né un progetto attuabile a breve periodo, per quanto riguarda il contrasto al fenomeno dei roghi tossici. Qualcuno potrebbe dire ma un qualcosa c’era con quei famosi 500.000 euro che poi non sono arrivati. E’ inutile stare qui a dire che anche in questo caso MINFORMO ci aveva azzeccato e che la Regione non stanzia soldi per un progetto presentato in nettissimo ritardo.

Ma chi è che protesta, chi è che alza la voce contro l’attuale amministrazione e perché? E’ bene informare i lettori che da quando il Dott. Vito Coppola non è più dirigente al settore Ambiente sono stati anche interrotti quei famosi “Rimborsi spesa” destinati alle Guardie Ambientali (invisibili ndr), che solo una mente come quella del Dott. Coppola poteva far si che la convenzione tra il Comune e le Guardie Ambientali non venisse rescissa e chissà perché, un po’ come la proroga fatta in ritardo alla Buttol srl con triplo salto carpiato all’indietro, un’altra genialata dell’ex dirigente per mantenere in piedi, è vero un servizio necessario, ma comunque espletato con i piedi. Ebbene, fatto sta che da quando è scaduto il termine (Maggio 2017 ndr) entro il quale le Guardie Ambientali dirette dal M.llo Giuseppe Nocerino, dovevano incassare le prossime € 600,00 per il periodo Gennaio, Febbraio e Marzo 2017, questo tema torna di attualità e tutti gli addetti ai lavori, compreso quella parte di stampa untrice della macchina del fango, non perdono tempo ad affermare che la lotta al fenomeno dei roghi tossici sia una priorità per il paese, e il fatto strano è che più questi parlano, più questi scrivono e più il fenomeno aumenta. Ma allora è proprio necessario dare questi soldi affinché si bruci di meno?

Premesso che le Guardie Ambientali d’Italia è un’associazione non a scopo di lucro e pertanto i soldi erogati dall’ente caivanese, vengono erogati sotto forma di rimborsi spesa, poiché effettivamente, laddove queste guardie realmente facessero il loro dovere e non si limitassero a presenziare solo qualche parata o evento speciale, realmente e oggettivamente concorrerebbero a effettuare delle spese insostenibili, ma è pur vero che un’associazione non si deve per forza poggiare sugli allori e aspettare che la Mamma Caivano produca abbastanza latte da poter sfamare chiunque, specialmente si si tratta di una Mamma in dissesto dove vengono negati servizi ancor più necessari e prioritari come l’assistentato materiale. Un’associazione normale con gestori capaci e intelligenti riesce a vivere tranquillamente di donazioni, sponsorizzazioni e convenzioni private che gli consentono il sostentamento di quelle spese che servono per erogare un servizio gratuito alla comunità e che viene espletato solo ed esclusivamente per amore della propria terra.

La realtà caivanese è quella che tutti vediamo e credo che nessuno può dar torto agli addetti ai lavori e alla stampa lamentosa sulle condizioni in cui versa il nostro amato paese, ma in realtà in giro si vede solo gente che chiede le dimissioni del Sindaco, perché sono quelle persone abituate a vivere nell’era del “regalino” personale e che non vuole attraversare il sacrificio naturale per approdare in un’epoca più civilizzata con la speranza di una Caivano più onesta e meritocratica.

Alle Guardie Ambientali d’Italia faccio un invito, quello di continuare a fare il proprio dovere e di attingere altrove i fondi per il sostegno del servizio, se proprio amano Caivano come dicono, questo favore ce lo devono, in nome di un Comune dissestato e in nome dell’ultimo “regalo” fatto dall’ex dirigente Coppola, quello di un locale ad uso gratuito a Pascarola.

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Ambiente

Puzza di zolfo a pochi metri dal vulcano Vesuvio sorge preocupazione

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Da ieri i cittadini che risiedono nelle vicinanze del Vesuvio lamentano una preoccupante puzza di zolfo. Sono tantissimi a lamentarsi sui social in particolare a Torre del Greco.

La sentiamo da ieri ma non capiamo a cosa è dovuta. A volte proviene dal Vesuvio, non è inusuale, ma stavolta è pi intensa e duratura“, spiega Giuseppe. “Non se ne può più. Corriamo pericoli? Qualcuno può darci una spiegazione”, afferma Angela.“Siete sicuri che non si è incendiato qualcosa? Mi sembra più puzza di bruciato”, scrive invece Antonio.

La caratteristica puzza di “uova marce” è data solitamente dalla composizione di zolfo e idrogeno che contraddistingue solitamente però la caldera dei Campi Flegrei e non la zona vesuviana, anche se non di rado le cosiddette “zaffate” di zolfo sospinte dal mare giungono nei centri cittadini.

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Ambiente

Campi Flegrei, cosa ha scoperto uno studio sugli eventi sismici

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Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’University College of London (UCL), la presenza di due livelli poco permeabili nella crosta dei Campi Flegrei regolerebbe i movimenti verticali e la sismicità osservati negli ultimi 40 anni. La ricerca “Evolution in unrest processes at Campi Flegrei caldera as inferred from local seismicity”, pubblicata sulla rivista scientifica “Earth and Planetary Science Letters”, ha analizzato la distribuzione degli eventi sismici e dell’energia da essi rilasciata: i risultati suggeriscono che quest’ultima si concentra principalmente in prossimità di due livelli (superfici di separazione tra rocce con proprietà fisiche e chimiche diverse) situati rispettivamente a circa 3 ed a 1-1,5 chilometri di profondità. 

“Questi livelli svolgono un ruolo chiave nel controllo dei movimenti verticali e della sismicità nei Campi Flegrei e sono presenti in diversi sistemi vulcanici caratterizzati da alte temperature e da circolazione dei fluidi. Quello più superficiale previene almeno in parte la dispersione dei fluidi idrotermali verso la superficie, fluidi che hanno un ruolo significativo nell’innesco della sismicità”, spiega Stefano Carlino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautore dello studio. Al di sotto del livello più profondo, le rocce passano da un comportamento fragile, cioè sono soggette a rottura determinando i terremoti, a uno duttile, in cui si deformano plasticamente senza rompersi.

“Qui avviene il processo di accumulo di fluidi e/o di magma che determinerebbe l’aumento di pressione e il sollevamento della caldera. L’innalzamento potrebbe continuare fino a quando lo stiramento della crosta consentirà il maggiore deflusso di gas in superficie, con conseguente depressurizzazione della sorgente del sollevamento, come pensiamo sia avvenuto durante la fase terminale della crisi bradisismica del 1982-1984, iniziata con lo sciame del 1° aprile 1984”, afferma Nicola Alessandro Pino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautore dello studio. A differenza del periodo 1982-1984, durante l’attuale fase di sollevamento in corso dal 2005, la sismicità è concentrata maggiormente nel settore orientale di Pozzuoli, al di sotto dell’area Solfatara-Bagnoli.
“Questo suggerisce che, negli ultimi anni, la risalita di fluidi di origine magmatica, con conseguente indebolimento delle rocce, sia avvenuta quasi esclusivamente in questo settore della caldera, dove il nostro studio ha evidenziato un innalzamento della profondità della transizione delle caratteristiche delle rocce da fragili a duttili”, aggiunge Stefania Danesi, ricercatrice della Sezione di Bologna dell’INGV e primo autore dello studio.

Come afferma Christopher Kilburn, professore dell’University College of London (UCL) e co-autore dello studio, “gli innalzamenti del suolo nei Campi Flegrei nelle ultime decadi favoriscono lo stiramento e l’eventuale rottura parziale della crosta. Questo processo facilita il passaggio dei fluidi accumulati nel sottosuolo e quindi una perdita di pressione in profondità”. “Il monitoraggio dell’attività dei Campi Flegrei nel prossimo futuro potrà indicare se gli sciami sismici degli ultimi mesi rappresentino o meno l’inizio di questa fase”, conclude Stefania Danesi.

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Campi Flegrei, il vulcanologo: “Il problema non è l’eruzione, innalzare il livello di allerta sull’eruzione sarebbe una cosa sbagliata”

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“In questo momento il problema non è l’euzione dei Campi Flegrei perché non ci sono i segnali per nessun movimento vulcanico. Oggi abbiamo l’esigenza di difenderci dal terremoto provocato. L’area interessata è principalmente il comune di Pozzuoli, Bacoli e Bagnoli. Il vero problema è la vulnerabilità degli edifici di questa zona. Innalzare il livello di allerta sull’eruzione sarebbe una cosa sbagliata”. Questo il pensiero di Giuseppe Luongo, professore emerito di Fisica del Vulcanismo all’università “Federico II”, che ha parlato a Radio Kiss Kiss Napoli dell’ipotesi di innalzamento dell’allerta per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei da “gialla” ad “arancione”. 

Nella zona dei Campi Flegrei “non c’è allarme, la commissione Grandi rischi conferma l’allerta gialla”. E’ quanto annunciato dal ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i comuni dell’area e i vertici di Ingv. “In questo momento l’allerta gialla è ampiamente confermata”, ha aggiunto. Il ministro ha spiegato che la zona rossa legata al rischio bradisismo è stata comunque definita e “coinvolge circa 85 mila persone e 15 mila edifici”. Il piano di comunicazione, ha concluso, “sarà pronto il 27 novembre”.

“La Commissione Grandi Rischi ha confermato il livello di allerta giallo rispetto al rischio vulcanico ed ha opportunamente ritenuto di potenziare i sistemi di monitoraggio al fine di garantire la sicurezza della popolazione. Sappiamo di dover convivere con il fenomeno vulcanico e con quello bradisismico, anche nelle fasi difficili come quella attuale. L’attenzione del governo e delle strutture operative centrali ci rasserena e sappiamo di dover essere consapevoli e continuare ad occuparci del nostro territorio come stiamo facendo incessantemente”. E’ quanto affermano in una dichiarazione congiunta i sindaci di Pozzuoli, Luigi Manzoni, di Napoli, Gaetano Manfredi e di Bacoli Josi Gerardo della Ragione chiedendo di fare “attenzione a non creare allarmismi”.

“Prendiamo spunto dalle osservazioni della Commissione per richiedere con forza l’attivazione delle iniziative previste dal governo nel decreto legge, e integrate dagli emendamenti richiesti dai Comuni flegrei – continuano – Ricordiamo a tutti di fare molta attenzione ai termini usati per la comunicazione, tenendo conto degli effetti sulla popolazione e sull’economia dei Campi Flegrei. Se ognuno si comporta in maniera consapevole, anche tutelando le singole responsabilità, riusciremo a superare le difficoltà e approderemo ad una nuova forma di gestione del territorio maggiormente resiliente”, concludono i primi cittadini.

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