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CARDITO, Mazza contesta le figure da staffisti e promuove il portavoce, quando si dice la coerenza

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CARDITO – E’ di poche ore fa il post scritto e pubblicato dal consigliere di maggioranza Marco Mazza riguardante il bando per le due figure di staffista pubblicato dall’amministrazione Cirillo al quale hanno già risposto più di trenta persone, il post in oggetto recita: “Il Bando per le due persone da assumere al Comune, prevede che costoro debbano svolgere: – le competenze proprie dell’Ufficio Pubbliche Relazioni; – l’ orientamento dei cittadini sui percorsi amministrativi; – l’ informazione e comunicazione sulle iniziative dell’Ente indirizzata ai media e alla cittadinanza. Tuttavia, il Bando stesso non richiede particolari competenze in dette attività, seppur esse siano, in questi tempi, di fondamentale importanza per la cittadinanza. Dovremmo annullare la procedura, ripeterla da capo e chiedere scusa a tutti gli oltre 30 partecipanti”.

Pronta è stata la risposta dell’amministrazione che alla vista di tale esposto ha prontamente divulgato un comunicato che recita: Nell’avviso si stabilisce che siano svolte principalmente  le seguenti attività: a) segreteria particolare del Sindaco; competenze proprie dell’Ufficio di Pubbliche Relazioni (non propriamente dell’Ufficio per le relazioni con il pubblico codificato dalla Legge 150/2000); c) contributo fattivo per la realizzazione di uno sportello del cittadino che possa fornire allo stesso le necessarie informazioni sui servizi comunali; d) orientare il cittadino sui percorsi amministrativi raccogliendo, e guidando positivamente, le segnalazioni e le critiche; e) informazione e comunicazione sulle iniziative dell’Ente indirizzata ai media e alla cittadinanza.

Questa catalogazione esemplificativa dei compiti dei collaboratori da individuare non può, ovviamente, indicare prestazioni sostitutive delle competenze dei Responsabili degli uffici o proprie di figure qualificate espressamente previste dalla Legge (si pensi alla figura del portavoce come codificata nella citata Legge 150): si tratta, come è fin troppo evidente, di articolare e rendere trasparenti e intelligibili agli interessati quali sono le funzioni proprie dei componenti dell’ufficio chiamato, ai sensi dell’articolo 90 TUEL, all’ausilio del Sindaco e della Giunta nell’esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo loro attribuite dalla legge. Pertanto, specificare che la loro presenza si traduce anche nel servizio, svolto in favore dei cittadini, di indirizzarli presso i singoli responsabili dei procedimenti (evitando lunghe peregrinazioni tra uffici) o di coadiuvare con operazioni materiali gli Organi politici nelle loro comunicazioni con i terzi finalizzati a far conoscere gli atti dell’Ente, non è nulla più che l’espressa indicazione delle loro tipiche funzioni, che serve a sottolineare il ruolo di figure che, da un lato, libereranno risorse umane utili all’impiego presso altri uffici, dall’altro contribuiranno a migliorare i servizi resi ai cittadini.

Da queste divergenze, ossia da ciò che afferma il Mazza e da ciò che conferma, a testimonianza della bontà del bando di gara, l’amministrazione, si evince un dato politico non di poco conto, ovvero la posizione non allineata del consigliere Marco Mazza che con le sue uscite a mezzo social tenta sempre di destabilizzare quanto di buono fa l’amministrazione Cirillo e siccome il consigliere dem non è nuovo a questi tipi di osservazioni, è giusto che il sindaco e il PD stesso prendano in seria considerazione che all’interno delle proprie linee c’è una parte politica che tenta di destablizzare, fomentando anche quella parte di stampa prezzolata che fa gli interessi di un’opposizione occulta che è formata da parte della maggioranza, opposizione e chi è restato fuori dalle mura del Comune, che ha come compito quello di gettare fango sull’amministrazione e sugli addetti ai lavori.

Non a caso, si ricorda quando il consigliere Marco Mazza si dimise da Presidente della commissione urbanistica, accusando l’amministrazione di sprovvedutezza, poiché a suo parere nell’adozione del famoso comma 65, si stava perpetrando un illecito e che i cittadini stavano subendo, in realtà, una truffa. Salvo poi, dopo che l’amministrazione divulgò il documento del Tribunale di Napoli che ammetteva tale procedura, vendersela, sempre a mezzo social, anche come vittoria personale. Ecco, questo è il livello politico del consigliere Mazza, lo si potrebbe descrivere come un moderno “Bruto” visto che ci ricasca di nuovo con l’affare della figura del portavoce, che prima la contesta all’interno della riunione di maggioranza, poi vota favorevole in Consiglio comunale sia la figura del portavoce che quella dei due staffisti, insieme al consigliere Francesco Pisano che votó solo la delibera del portavoce e che oggi apostrofa la stessa figura con l’epiteto “pappagallo”. Alla vista di tanta incoerenza e indecisione, il sindaco Cirillo decide di bandire solo le figure di staffisti e no quella del portavoce, e nemmeno a dirlo, manco questa decisione va bene al “ballerino” Marco Mazza che oggi si schiera a favore del Portavoce e contro le due figure di staffisti, a questo punto sarebbe lecito sapere cosa sarebbe successo se il primo cittadino avesse bandito la figura del portavoce e non degli staffisti.

Oltretutto è sempre bene ricordare ai nostri lettori che chi contesta le figure di staffisti oggi, si fregia di essere stato il primo staffista della storia politica di Cardito con l’allora sindaco Giuseppe Barra, quando nel suo decennio fece registrare il più alto spreco di denaro pubblico dello staff di un sindaco a Cardito, assegnando il ruolo di staffisti ai famosi “tengofamiglia” con la terza media. Quindi la domanda sorge lecita: Cosa è cambiato nelle idee del Mazza da quando era lui lo staffista ad oggi? Può darsi che la figura di staffista non sia uno spreco di denaro pubblico laddove tale ruolo lo ricoprisse solo il consigliere Mazza.

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Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

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Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

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Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

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Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

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