Resta sintonizzato

Caivano

[EDITORIALE] L’arresto di Borriello indica che Monopoli non è un sindaco per Forza Italia

Pubblicato

il

CARDITO – E’ di stamattina la notizia che Ciro Borriello sindaco di Torre del Greco è stato arrestato in seguito a delle indagini portate avanti dalla Procura di Torre Annunziata perché a quanto pare il primo cittadino torrese abbia avvantaggiato la ditta Balsamo su una gara d’appalto nel settore dei rifiuti. Dalle indagini è emerso che la stessa ditta ha accantonato dei fondi neri di denaro contante destinati al primo cittadino torrese.

Senza entrare nel merito della notizia, tento di fare un quadro politico del primo cittadino azzurro: Ciro Borriello, 60 anni compiuti, attivo nel mondo politico dal 1993 quando fu eletto per la prima volta consigliere nella sua città, egli è un medico chirurgo con specializzazione in chirurgia estetica, ha ricoperto numerosi incarichi nella sua vita politica  tra i quali quello di consigliere provinciale di Napoli e deputato con Forza Italia. E’ stato eletto per la prima volta sindaco nel 2007 nelle file di Forza Italia, l’anno dopo arriva la mancata conferma alla Camera. Nel 2012 fu sconfitto alle amministrative da Gennaro Malinconico poi dimessosi dopo un anno e nel 2014 Ciro Borriello viene eletto di nuovo sindaco di Torre del Greco ma la sua ambizione, senza nasconderla, è stata sempre la candidatura alla Camera, tanto è vero che vistosi chiuse le porte nel suo partito di sempre (Forza Italia ndr), negli ultimi periodi, si era avvicinato con molta insistenza alle posizioni della Lega Nord di Matteo Salvini, in modo da allargare il raggio d’azione del centro destra campano e avere maggiori chances per approdare alla Camera. Il 28 Luglio scorso arrivano le dimissioni dalla carica di sindaco per problemi interni alla maggioranza, ma egli ricopre ancora quel ruolo perché ad oggi rientriamo nei venti giorni che la legge consente per eventuali ripensamenti.

Una volta arrestato Ciro Borriello, la situazione per Forza Italia nel napoletano resta alquanto critica, visto che gli unici sindaci che riesce ad esprimere, allo stato attuale, sono Felice Di Maiolo di Mariglianella e Simone Monopoli di Caivano. Per quanto riguarda quest’ultimo, tutti sappiamo le vicende e i problemi che lo attanagliano quali sono e a che punto è la sua consiliatura. Ampiamente descritto il suo iter da sindaco attraverso le pagine di Minformo, il primo cittadino di Caivano che in passato ha ricevuto duri attacchi dalla nostra testata proprio perché gli errori che ha commesso “imbarcando” alcuni consiglieri dalle idee antiche e dalle amicizie equivoche per non parlare quelli con parentele scomode, non si allineavano affatto con la linea editoriale di Minformo ed è per questo, anche quando il sindaco Monopoli, in passato, difendeva a spada tratta le scelte “imposte” da una certa frangia di consiglieri, è stato sempre destinatario dei miei non velati attacchi. Dal momento in cui, invece, il primo cittadino caivanese, vuoi perché persona perbene (questo non è stato mai messo in dubbio né da me e né dai miei collaboratori), vuoi perché dopo diciotto mesi seduto sullo scranno più alto del paese ha capito realmente da dove partire per estirpare le clientele e il malaffare, ha fatto si che le lotte che ha intrapreso in nome del ripristino della legalità e della trasparenza si allineassero alla perfezione con la linea editoriale di Minformo, e una volta che Monopoli ha cominciato a prendere le distanze da certi ambienti e da certe frequentazioni, ha cominciato a trovare anche il mio sostegno e di tutte le persone che la pensano come me e come la testata di cui mi fregio farne parte.

Restando in tema di coerenza, il primo cittadino caivanese in realtà, come il sottoscritto, è stato sempre fedele ai suoi principi e ideali, tanto è vero che per mantenere fede alle promesse elettorali, non avendo alcuna ambizione politica a differenza del Borriello, egli stesso ha fatto si che due consiglieri di Forza Italia, adesso dissidenti, Cinzia Buonfiglio e Gaetano Ponticelli abbiano preso quello che poteva essere tranquillamente il suo posto negli ATO, rispettivamente “Rifiuti” e “Idrico” con la benedizione di Armando Cesaro e tutti gli organi sovracomunali di Forza Italia. Con questo per sottolineare che sia Armando Cesaro che Domenico De Siano non hanno mai mosso un dito affinché si tutelasse l’immagine e la carica di un sindaco che rappresenta il proprio partito in una realtà difficile come l’area a nord di Napoli. E il fatto che si è preferito tranquillamente che gente come Ponticelli e Buonfiglio rimpiazzassero la figura di Monopoli all’interno degli ATO chiarisce da che parte sta Cesaro. Infatti per colpa delle tante cose che il vice coordinatore nazionale di Forza Italia deve gestire, in primis il peso del proprio cognome, lascia in balia della confusione il proprio partito nell’area nord di Napoli che ad oggi viene espresso dalla sola figura di Monopoli, minata da consiglieri del suo stesso partito.

A questo punto, visto che un partito come Forza Italia, gestito in maniera molto discutibile, da un lato non tutela l’immagine di un sindaco integerrimo e onesto e dall’altro lato annovera nelle sue fila un sindaco arrestato per corruzione, e visto che il primo cittadino Monopoli, nel suo biennio da sindaco, ha tenuto duro affinché non venisse mai messa in discussione la propria moralità, al costo di essere sfiduciato, contro le clientele e non piegandosi al “ricatto politico” messo su dai quattro dissidenti, non resta altro da fare al sindaco caivanese che prendere le distanze anche dal proprio partito, così come fatto con quei consiglieri che pretendevano più del dovuto.

D’altronde si sa la storia la fanno gli uomini e no i partiti. Solo quando gli ideali sono comuni gli uomini si riuniscono in gruppi e lottano per il bene pubblico, ma dal momento in cui gli ideali di un partito cominciano a deragliare è giusto che chi finora li ha preservati prenda le distanze onde evitare che il deragliamento colpisca anche la propria immagine.

Questo è il consiglio che in maniera molto disinteressata mi viene da dare a chi come me si batte ogni giorno per la legalità e la trasparenza.

 

Continua a leggere
Pubblicità
Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ambiente

Caivano, rimossi e alienati settantacinque veicoli

Pubblicato

il

La Commissione Straordinaria, composta da Filippo Dispenza, Simonetta Calcaterra e Maurizio Alicandro, fin dai primi giorni dell’insediamento, ha disposto una serie di sopralluoghi sul territorio cittadino al fine di ottenere una mappatura delle problematiche ambientali ivi presenti.
La polizia municipale, sotto il comando di Espedito Giglio, hanno effettuato controlli capillari in sinergia con il settore di tutela ambientale del comune caivanese.
Sono stati rimossi e alienati 75 veicoli, con molta probabilità di origine furtiva, abbandonati in particolare nelle campagne della frazione di Casolla Valenzano e lungo le strade limitrofe.
La Commissione Straordinaria ha voluto esprimere – con una nota ufficiale – la grande soddisfazione per i risultati delle operazioni finora effettuate dal personale impegnato nell’attività di bonifica del territorio.

Continua a leggere

Caivano

CAIVANO. Sistema delle Estorsioni del clan Angelino. Prime indiscrezioni sulle dichiarazioni dei Collaboratori di Giustizia

Pubblicato

il

CAIVANO – Procede senza sosta l’iter procedurale del processo legato al Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino con la connivenza della parte politica e tecnica del Comune di Caivano.

Dopo gli Avvisi di Garanzia, le ultime indiscrezioni riguardano le confessioni rilasciate da coloro che hanno deciso di collaborare con la Giustizia.

A primo acchitto, da quello che si legge è che le indagini non si chiudono ai venticinque nomi che abbiamo pubblicato giorni fa (leggi qui). Altri nomi sono ancora coperti dal segreto istruttorio, tanto è vero che nelle documentazioni a disposizione delle difese dei venticinque indagati raggiunti dal provvedimento di chiusura delle indagini, si leggono molti omississ, il che farebbe presagire un’altra raffica di provvedimenti a stretto giro.

Dalle dichiarazioni rilasciate dai neocollaboratori viene quasi tutto confermato di quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni. Giovanbattista Alibrico e Carmine Peluso erano gli addetti a riscuotere somme di denaro per conto del clan, oltre che ad avere il ruolo di richiedenti delle somme estorsive, mentre Martino Pezzella faceva da tramite, incassando il denaro dai politici per poi portarlo al clan, direttamente nelle mani dei fidelissimi di Antonio Angelino detto “Tubiuccio”.

Confermato inoltre il sistema delle aggiudicazioni guidate dal funzionario Vincenzo Zampella e dei nomi delle ditte segnalati dai vari esponenti politici corrotti.

Chi ne esce con le ossa ancora più rotte da queste dichiarazioni sono le figure di Arcangelo Della Rocca e di Gaetano Ponticelli.

Da quello che asseriscono i collaboratori, il primo durante la consiliatura Enzo Falco, oltre ad avere incassato una tangente dalla Gi.Car. direttamente da Bernardo Giuseppe per la rimozione di un manufatto abusivo al Parco Verde, ha anche segnalato professionisti per alcuni incarichi tecnici per il PNRR. Accusato inoltre di avere grossi rapporti all’Urbanistica con imprenditori e tecnici per il rilascio delle licenze edilizie in tempi rapidi. Avendo rapporti diretti con Zampella Vincenzo e con altri tecnici e godendo delle corsie preferenziali, poteva effettuare favoritismi sull’accelerazioni delle pratiche presentate al Comune. Inoltre l’ex Assessore dem, emerso da quanto dichiarato da uno dei collaboratori, pare si sia recato insieme a Pompeo Esposito e D’Agostino Fabrizio, alla CUC di Salerno per cercare di condizionare le attività nella scelta delle ditte a cui affidare i lavori, senza ottenere però alcun risultato positivo.

Le confessioni dei collaboratori, invece, hanno potuto completare il quadro indiziario di Gaetano Ponticelli, ex Consigliere di opposizione, che stando a quanto dichiarato dai collaboratori, stesse bene il Sistema messo all’impiedi dal capoclan, tanto è vero che la sua figura viene menzionata assieme a quella di Albrico Giovambattista, Peluso Carmine e Falco Armando come i politici vicini al gruppo di “Tubiuccio”. Secondo quanto riferiscono i collaboratori, Gaetano Ponticelli era colui che portava le determinazioni comunali riportanti nomi delle ditte e cifre affidate direttamente al clan. Spesso è stato visto uscire da una concessionaria di autonoleggio di via Platone dove Angelino Antonio – alias Tubiuccio – e Angelino Gaetano avevano i loro uffici/appoggio. Addirittura ad un incontro tra il capoclan e il Ponticelli, il pentito di camorra che parla agli inquirenti, ammette di essere stato invitato ad accomodarsi fuori. Secondo quest’ultimo, prassi, questa, consolidata quando si trattava di parlare di affari che riguardassero grossi guadagni in termini economici. Confermata inoltre anche l’intercessione di Gaetano Ponticelli, per fare in modo di non far dislocare la dirigente scolastica Rosalba Peluso – ritenuta dalle indagini, la dirigente gradita al clan – dalla scuola “Cilea, Mameli Rodari”.

Nomi nuovi che destano qualche sospetto sul fatto che il Sistema possa andare anche oltre la nomenclatura già nota sono quelli della dirigente Anna Damiano e del dipendente pubblico Pompeo Esposito che stando a quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia, erano pienamente consapevoli del fatto che il sorteggio della gara sul rifacimento del manto stradale di alcune strade, appaltato poi alla ditta Appalti Generali di Alfiero Luigi, venisse truccato.

Premesso che tutti gli attori di questo procedimento sono innocenti fino a sentenza definitiva e che ognuno di loro avrà modo di difendersi nelle sedi opportune, appare indubbio che la classe dirigente caivanese sia stata lacerata e falcidiata dal punto di vista etico e morale.

Continua a leggere

Caivano

CAIVANO. I Commissari chiudono la condotta idrica che forniva altri comuni. Penza: “bisogna tutelare gli insoluti vessati dall’alto costo di approvvigionamento”

Pubblicato

il

CAIVANO – Altro problema e altra improvvisazione da parte della terna commissariale caivanese. Già nelle settimane scorse noi di Minformo ci siamo occupati della problematica legata ad una condotta idrica in capo al Comune gialloverde ma che, tra gli altri comuni, forniva anche i comuni di Orta di Atella, Sant’Arpino e Crispano (leggi qui).

La questione diventò di interesse parlamentare, al punto tale che il deputato pentastellato Pasquale Penza sollevò alcuni quesiti nella Commissione competente.

Di tutta risposta i Commissari prefettizi caivanesi, hanno pensato bene, per non continuare a gravare sulle casse comunali di chiudere quella condotta e di lasciare interi quartieri crispanesi, santarpinesi e ortesi senz’acqua e senza neanche lasciare agli amministratori di questi comuni – come buon rapporto istituzionale di collaborazione tra le Amministrazioni prevede – un leggero preavviso prima di provvedere alla chiusura dei rubinetti né prendersi la briga di informare gli ignari pari grado dei comuni interessati dell’annoso problema che interessava anche i comuni di loro pertinenza.

Tanto è vero che gli amministratori che non hanno avuto la fortuna di informarsi attraverso le nostre pagine sono risultati del tutto sorpresi di quanto stesse accadendo sul loro territorio fino alla scoperta del nostro articolo che ha delucidato loro del problema. All’indomani della lettura, ognuno di loro ha potuto dare mandato ai propri tecnici di provvedere ad effettuare dei bypass che consentissero di legare le famiglie lasciate senza approvvigionamento idrico alle proprie condotte di competenza.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, alcuni di questi Amministratori stanno anche indagando su un’eventuale configurazione, da parte dei commissari caivanesi, del reato di interruzione di pubblico servizio, dato che i succitati quartieri sono rimasti a secco per oltre 48 ore.

Fermo restando che per quasi cinquant’anni i cittadini caivanesi hanno pagato i costi dell’approvvigionamento idrico anche per queste famiglie mentre queste ultime pagavano, in realtà, a un ente non competente che su di loro esercitava zero spese e premesso che nessuno degli attori attuali sia responsabile di tale disservizio dato che i lavori, come anticipato, risalirebbero a più di cinquant’anni fa è giusto però, che gli organi preposti, facciano chiarezza ma soprattutto trovino soluzioni atte a tutelare gli interessi dei cittadini finora vessati.

Per saperne di più abbiamo contattato il deputato del Movimento 5 Stelle Pasquale Penza che davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Prima di tutto bisogna capire quali e quanti comuni ma soprattutto quante famiglie venivano approvviggionate dall’acqua caivanese. I comuni interessati saranno in grado di darci un numero preciso di famiglie collegate a questa condotta? Ma soprattutto gli Amministratori saranno nelle condizioni di conferirci i numeri giusti? Poi, bisognerà capire se verranno presi in considerazione tutti gli insoluti della povera gente che non potevano permettersi il pagamento di cifre esorbitanti sulla fornitura idrica, dato che il costo del numero sovrastimato di metri cubi d’acqua destinati a Caivano viene ripartito sull’intera popolazione caivanese. Bisogna sapere se gli enti preposti adotteranno una specie di ristoro fiscale nei confronti di chi, in buona fede, avrebbe voluto pagare ma non ha potuto. Dal mio canto farò tutto quanto nelle mie possibilità per portare alla luce questa problematica e tutelare i cittadini caivanesi finora vessati”.

Continua a leggere

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy