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Caivano

Monopoli lascia Forza Italia, non cede ai ricatti e apre alle forze sane

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CAIVANO – Terremoto a Caivano. La politica riserva clamorosi colpi di scena. Il sindaco Monopoli alza il tiro e annuncia una seduta “calda” di Consiglio comunale dove finalmente dirà cosa i quattro consiglieri di Forza Italia che hanno firmato la sfiducia hanno chiesto e in che termini. E il diniego a queste rivendicazioni da parte del capo dell’amministrazione avrebbe determinato la firma della mozione di sfiducia. Simone Monopoli esce ufficialmente da Forza Italia e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da “Minformo” non sarà nemmeno l’unico. Si attende nelle prossime ore, infatti, una decisione di Teresa Fusco, consigliere e giovane avvocato di Caivano. Consigliere comunale da sempre fedele al progetto di governo e in rotta da mesi con il gruppo consiliare guidato da Gaetano Ponticelli.

Restiamo all’attualità consapevoli che nelle prossime ore si registreranno altri clamorosi colpi di scena.

Ecco la durissima posizione del sindaco Monopoli che lancia una sfida ai consiglieri azzurri dando appuntamento alla città al prossimo consiglio comunale per sapere la verità su quello che è accaduto e sta accadendo. Lanciando, tra l’altro, un appello alle forze sane che operano sul territorio.

La posizione integrale assunta dal sindaco Monopoli. “E’ ora di scelte coraggiose. Adesso parlo io. Perché ho la coscienza pulita non solo per l’onestà, che a differenza di quanto altri possano pensare per me resta un requisito indispensabile per amministrare una comunità, ma perché in ogni mia scelta ho privilegiato la competenza e l’interesse esclusivo dei cittadini.

Tredici consiglieri comunali hanno firmato la mozione di sfiducia chiedendo un Consiglio per interrompere drasticamente il percorso di questa amministrazione che, tra mille ostacoli e trappole disseminate sul suo cammino, ha puntato, punta e punterà al ripristino della legalità ed al risanamento delle casse dell’Ente. Elementi indispensabili per un ritorno alla “normalità”.

Quattro consiglieri di Forza Italia hanno tradito il mandato elettorale ed hanno cominciato una guerra senza quartiere al sottoscritto solo perché non mi sono piegato ad un “ricatto politico”. Non ho soddisfatto richieste che non avevano come obiettivo la tutela dell’interesse collettivo. Spiegherò tutto in aula, davanti ai cittadini, perché tra mille strumentalizzazioni, Caivano deve sapere la verità. Con me chi ha tradito il mandato elettorale e i valori dell’alleanza, ha chiuso per sempre. Hanno chiuso i quattro consiglieri comunali ed ha chiuso il partito. Si, ha chiuso un partito inesistente, distante dalle esigenze del territorio e distante dalla buona politica.

Ufficializzo la mia uscita da Forza Italia perché anche i vertici napoletani si sono dimostrati insensibili nell’assumere provvedimenti drastici di fronte ad una situazione insostenibile: non è stata commissariata la sezione nonostante il “commissario” attuale, pure consigliere comunale, abbia firmato la mozione di sfiducia per spedire il sindaco del suo partito a casa. Non sono stati assunti provvedimenti nei confronti di chi in questi due anni, da consigliere comunale di Forza Italia, ha ripetutamente assunto atteggiamenti lesivi nei confronti del partito, della maggioranza e dell’amministrazione. Non sono stati assunti provvedimenti per tutelare un’amministrazione che lavora per ripristinare la legalità mentre alcuni consiglieri azzurri pensavano che con la forza di “quattro numeri” potessero rivendicare incarichi e addirittura scegliere i responsabili di settore travalicando le loro prerogative.

Ecco perché Forza Italia non può essere il mio partito. Perché resta distinto e distante dai miei valori e dalla mia visione della politica, distinto e distante dalle reali esigenze dei territori che al contrario vanno tutelate.

Il mio partito si chiama CAIVANO. E resto in campo per comporre un’alleanza di forze moderate che condividano un progetto per la città che punti al risanamento, all’affermazione della legalità e al primato di una sana politica che possa lavorare per migliorare le condizioni di vita dei cittadini.

Verrà anche il momento della riflessione sugli errori da me commessi. In particolare due: alle elezioni ho attuato un rinnovamento guardando la “carta d’identità” dei candidati. Sbagliando. Perché ho permesso di salire sul carro del vincitore a soggetti che avevano una visione distorta della politica e lontana dai valori dell’alleanza. E poi nel percorso politico mi sono fidato del mio partito e in particolare di qualche soggetto che non meritava la mia fiducia perché animato solo da arrivismo e sete di potere.

A questo punto lancio un appello per il presente e per il futuro alle parti sane della locale classe dirigente affinché si possa mettere al centro l’interesse di Caivano respingendo l’assalto alla diligenza di forze che hanno partorito questa sfiducia per vendicarsi rispetto a richieste non esaudite e non per motivi di interesse collettivo.

Caivano ha bisogno dei migliori, di gente che ama questo paese e che vorrebbe lavorare per migliorarlo. Ad ottobre arriverà, da quello che ci è stato anticipato, l’approvazione della bozza del bilancio stabilmente riequilibrato. Bisognerà mettere mano realmente al risanamento che, se la sfiducia dovesse andare in porto, sarà gestito non da una classe politica ma da un burocrate che in pochi mesi penserà solo a far quadrare i conti. E sappiamo a cosa andremo incontro: aumento di tutte le imposte locali mentre i settori torneranno fuori controllo ripristinando quel meccanismo perverso di debiti su debiti che noi caivanesi dovremo pagare in futuro.

Faccio appello al senso di responsabilità e di maturità delle forze sane in campo. In Consiglio spiegherò pubblicamente i motivi alla base della sfiducia sperando che vi siano persone responsabili e mature che sappiano interpretare il senso del mio appello e soprattutto sappiano interpretare le esigenze di questa terra martoriata in un momento storico delicato, forse il più delicato della storia. Senza personalismi e senza “prime donne” chiedo alle forze sane di sospendere una “mozione” di cui alcuni firmatari sono addirittura all’oscuro dei reali motivi che l’hanno generata.

Oggi abbiamo il dovere di salvare Caivano continuando, o addirittura migliorando, il lavoro che una parte di questa maggioranza ha cercato in questi due anni di attuare nell’esclusivo interesse dei cittadini e della legalità. Ma soprattutto abbiamo il dovere di respingere chi vuole sacrificare il paese solo perché il sindaco non ha soddisfatto un ricatto politico maturato tra l’altro alla luce del sole e davanti agli occhi increduli del resto della compagine di governo.

Questa non è politica. Questa non è la politica che serve a Caivano. Questa non può essere la politica di chi ama questa terra”.

Nelle prossime ore ultreriori aggiornamenti e approfondimenti con esclusive targate “Minformo”.

 

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Ambiente

Caivano, rimossi e alienati settantacinque veicoli

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La Commissione Straordinaria, composta da Filippo Dispenza, Simonetta Calcaterra e Maurizio Alicandro, fin dai primi giorni dell’insediamento, ha disposto una serie di sopralluoghi sul territorio cittadino al fine di ottenere una mappatura delle problematiche ambientali ivi presenti.
La polizia municipale, sotto il comando di Espedito Giglio, hanno effettuato controlli capillari in sinergia con il settore di tutela ambientale del comune caivanese.
Sono stati rimossi e alienati 75 veicoli, con molta probabilità di origine furtiva, abbandonati in particolare nelle campagne della frazione di Casolla Valenzano e lungo le strade limitrofe.
La Commissione Straordinaria ha voluto esprimere – con una nota ufficiale – la grande soddisfazione per i risultati delle operazioni finora effettuate dal personale impegnato nell’attività di bonifica del territorio.

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Caivano

CAIVANO. Sistema delle Estorsioni del clan Angelino. Prime indiscrezioni sulle dichiarazioni dei Collaboratori di Giustizia

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CAIVANO – Procede senza sosta l’iter procedurale del processo legato al Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino con la connivenza della parte politica e tecnica del Comune di Caivano.

Dopo gli Avvisi di Garanzia, le ultime indiscrezioni riguardano le confessioni rilasciate da coloro che hanno deciso di collaborare con la Giustizia.

A primo acchitto, da quello che si legge è che le indagini non si chiudono ai venticinque nomi che abbiamo pubblicato giorni fa (leggi qui). Altri nomi sono ancora coperti dal segreto istruttorio, tanto è vero che nelle documentazioni a disposizione delle difese dei venticinque indagati raggiunti dal provvedimento di chiusura delle indagini, si leggono molti omississ, il che farebbe presagire un’altra raffica di provvedimenti a stretto giro.

Dalle dichiarazioni rilasciate dai neocollaboratori viene quasi tutto confermato di quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni. Giovanbattista Alibrico e Carmine Peluso erano gli addetti a riscuotere somme di denaro per conto del clan, oltre che ad avere il ruolo di richiedenti delle somme estorsive, mentre Martino Pezzella faceva da tramite, incassando il denaro dai politici per poi portarlo al clan, direttamente nelle mani dei fidelissimi di Antonio Angelino detto “Tubiuccio”.

Confermato inoltre il sistema delle aggiudicazioni guidate dal funzionario Vincenzo Zampella e dei nomi delle ditte segnalati dai vari esponenti politici corrotti.

Chi ne esce con le ossa ancora più rotte da queste dichiarazioni sono le figure di Arcangelo Della Rocca e di Gaetano Ponticelli.

Da quello che asseriscono i collaboratori, il primo durante la consiliatura Enzo Falco, oltre ad avere incassato una tangente dalla Gi.Car. direttamente da Bernardo Giuseppe per la rimozione di un manufatto abusivo al Parco Verde, ha anche segnalato professionisti per alcuni incarichi tecnici per il PNRR. Accusato inoltre di avere grossi rapporti all’Urbanistica con imprenditori e tecnici per il rilascio delle licenze edilizie in tempi rapidi. Avendo rapporti diretti con Zampella Vincenzo e con altri tecnici e godendo delle corsie preferenziali, poteva effettuare favoritismi sull’accelerazioni delle pratiche presentate al Comune. Inoltre l’ex Assessore dem, emerso da quanto dichiarato da uno dei collaboratori, pare si sia recato insieme a Pompeo Esposito e D’Agostino Fabrizio, alla CUC di Salerno per cercare di condizionare le attività nella scelta delle ditte a cui affidare i lavori, senza ottenere però alcun risultato positivo.

Le confessioni dei collaboratori, invece, hanno potuto completare il quadro indiziario di Gaetano Ponticelli, ex Consigliere di opposizione, che stando a quanto dichiarato dai collaboratori, stesse bene il Sistema messo all’impiedi dal capoclan, tanto è vero che la sua figura viene menzionata assieme a quella di Albrico Giovambattista, Peluso Carmine e Falco Armando come i politici vicini al gruppo di “Tubiuccio”. Secondo quanto riferiscono i collaboratori, Gaetano Ponticelli era colui che portava le determinazioni comunali riportanti nomi delle ditte e cifre affidate direttamente al clan. Spesso è stato visto uscire da una concessionaria di autonoleggio di via Platone dove Angelino Antonio – alias Tubiuccio – e Angelino Gaetano avevano i loro uffici/appoggio. Addirittura ad un incontro tra il capoclan e il Ponticelli, il pentito di camorra che parla agli inquirenti, ammette di essere stato invitato ad accomodarsi fuori. Secondo quest’ultimo, prassi, questa, consolidata quando si trattava di parlare di affari che riguardassero grossi guadagni in termini economici. Confermata inoltre anche l’intercessione di Gaetano Ponticelli, per fare in modo di non far dislocare la dirigente scolastica Rosalba Peluso – ritenuta dalle indagini, la dirigente gradita al clan – dalla scuola “Cilea, Mameli Rodari”.

Nomi nuovi che destano qualche sospetto sul fatto che il Sistema possa andare anche oltre la nomenclatura già nota sono quelli della dirigente Anna Damiano e del dipendente pubblico Pompeo Esposito che stando a quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia, erano pienamente consapevoli del fatto che il sorteggio della gara sul rifacimento del manto stradale di alcune strade, appaltato poi alla ditta Appalti Generali di Alfiero Luigi, venisse truccato.

Premesso che tutti gli attori di questo procedimento sono innocenti fino a sentenza definitiva e che ognuno di loro avrà modo di difendersi nelle sedi opportune, appare indubbio che la classe dirigente caivanese sia stata lacerata e falcidiata dal punto di vista etico e morale.

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Caivano

CAIVANO. I Commissari chiudono la condotta idrica che forniva altri comuni. Penza: “bisogna tutelare gli insoluti vessati dall’alto costo di approvvigionamento”

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CAIVANO – Altro problema e altra improvvisazione da parte della terna commissariale caivanese. Già nelle settimane scorse noi di Minformo ci siamo occupati della problematica legata ad una condotta idrica in capo al Comune gialloverde ma che, tra gli altri comuni, forniva anche i comuni di Orta di Atella, Sant’Arpino e Crispano (leggi qui).

La questione diventò di interesse parlamentare, al punto tale che il deputato pentastellato Pasquale Penza sollevò alcuni quesiti nella Commissione competente.

Di tutta risposta i Commissari prefettizi caivanesi, hanno pensato bene, per non continuare a gravare sulle casse comunali di chiudere quella condotta e di lasciare interi quartieri crispanesi, santarpinesi e ortesi senz’acqua e senza neanche lasciare agli amministratori di questi comuni – come buon rapporto istituzionale di collaborazione tra le Amministrazioni prevede – un leggero preavviso prima di provvedere alla chiusura dei rubinetti né prendersi la briga di informare gli ignari pari grado dei comuni interessati dell’annoso problema che interessava anche i comuni di loro pertinenza.

Tanto è vero che gli amministratori che non hanno avuto la fortuna di informarsi attraverso le nostre pagine sono risultati del tutto sorpresi di quanto stesse accadendo sul loro territorio fino alla scoperta del nostro articolo che ha delucidato loro del problema. All’indomani della lettura, ognuno di loro ha potuto dare mandato ai propri tecnici di provvedere ad effettuare dei bypass che consentissero di legare le famiglie lasciate senza approvvigionamento idrico alle proprie condotte di competenza.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, alcuni di questi Amministratori stanno anche indagando su un’eventuale configurazione, da parte dei commissari caivanesi, del reato di interruzione di pubblico servizio, dato che i succitati quartieri sono rimasti a secco per oltre 48 ore.

Fermo restando che per quasi cinquant’anni i cittadini caivanesi hanno pagato i costi dell’approvvigionamento idrico anche per queste famiglie mentre queste ultime pagavano, in realtà, a un ente non competente che su di loro esercitava zero spese e premesso che nessuno degli attori attuali sia responsabile di tale disservizio dato che i lavori, come anticipato, risalirebbero a più di cinquant’anni fa è giusto però, che gli organi preposti, facciano chiarezza ma soprattutto trovino soluzioni atte a tutelare gli interessi dei cittadini finora vessati.

Per saperne di più abbiamo contattato il deputato del Movimento 5 Stelle Pasquale Penza che davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Prima di tutto bisogna capire quali e quanti comuni ma soprattutto quante famiglie venivano approvviggionate dall’acqua caivanese. I comuni interessati saranno in grado di darci un numero preciso di famiglie collegate a questa condotta? Ma soprattutto gli Amministratori saranno nelle condizioni di conferirci i numeri giusti? Poi, bisognerà capire se verranno presi in considerazione tutti gli insoluti della povera gente che non potevano permettersi il pagamento di cifre esorbitanti sulla fornitura idrica, dato che il costo del numero sovrastimato di metri cubi d’acqua destinati a Caivano viene ripartito sull’intera popolazione caivanese. Bisogna sapere se gli enti preposti adotteranno una specie di ristoro fiscale nei confronti di chi, in buona fede, avrebbe voluto pagare ma non ha potuto. Dal mio canto farò tutto quanto nelle mie possibilità per portare alla luce questa problematica e tutelare i cittadini caivanesi finora vessati”.

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