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NAPOLI. Presentazione progetto Stadio Collana con Ferrara e Cannavaro

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“Una Nike Arena al Collana col nostro progetto? Lo proporrò, è il mio sponsor. L’importante è riuscire a fare sport per il Vomero e l’intera città”. Così Fabio Cannavaro sul progetto di Giano per lo stadio Collana.

“E’ la prima volta che ci incontriamo e ci mettiamo la faccia dopo aver aspettato per diversi anni che il bando fosse aggiudicato alla Giano”. Così Ciro Ferrara, socio della società Giano affidataria dello stadio Collana. “Abbiamo pensato di dover attendere la sentenza del Consiglio di Stato per esporre il nostro pensiero perché siamo stati nel frattempo attaccati e additati come speculatori. Senza entrare nelle polemiche, non siamo speculatori e lo abbiamo dimostrati in 10 anni di fondazione attraverso la realizzazione di numerosi progetti di riqualificazione – aggiunge Ferrara – , sostegno e aiuto alle categorie di cittadini più sensibili, intervenendo in particolar modo sugli impianti sportivi. Non siamo degli arrivisti, né tantomeno degli improvvisati o sprovveduti. Vogliamo restituire un Collana rimodellato in chiave moderna, in modo da renderlo al mondo giovanile della città”, conclude Ferrara.

 Il professor Gennaro Ferrara ex rettore dell’Università Parthenope, amministratore della società Giano, ha illustrato in conferenza stampa il progetto della loro società che ha vinto il bando per lo stadio Collana in attesa della consegna ufficiale dell’impianto dalla Regione. “Siamo consapevoli dei costi che dovremmo sopportare, la Regione prende 10mila euro al mese fino all’ottavo anno e poi scatta un aumento fino al 15esimo anno in cui ci si impegna a riconsegnare l’impianto in ordine. Impegneremo 7 milioni di euro con lavori divisi in quattro fasi. Non sono previsti mutui perché la società è senza scopi di lucro, ma dobbiamo stare in pareggio. Senza il pareggio, il Collana rimarrà come adesso. Gli eventuali utili verranno impiegati in ulteriori attività sportive”.

“La politica non ci interessa ma è molto grave che qualcuno pur di ottenere consensi dalle istituzioni in maniera immorale addirittura minatoria faccia intravedere ai politici scenari di impoverimento di voti”. Così Ciro Ferrara, socio della società Giano affidataria dello stadio Collana. “Siamo imprenditori nella maniera più nobile del termine e restituiremo a Napoli una struttura gioiello – aggiunge Ferrara – . Abbiamo vinto in maniera assolutamente regolare, non è vero che il Consiglio di Stato ci ha voluto favorire. Quando ci consegneranno le chiavi le nostre attenzioni si concentreranno su altro”, conclude Ferrara.

“Mi sembra strano le difficoltà che stiamo trovando, si tratta di un progetto fantastico e nonostante ciò dal primo giorno abbiamo trovato difficoltà”. Così Fabio Cannavaro, socio della società Giano affidataria dello stadio Collana. “Una struttura in cui da anni non viene realizzato nulla, c’è una società come la nostra che vuole investire soldi e non viene data la possibilità di farlo. Penso che i napoletani e i vomeresi hanno il diritto di allenarsi in una struttura decente”.

“La presentazione del progetto di riqualificazione del Collana a opera della Giano ha il sapore di una fuga in avanti e, soprattutto, di un’indebita pressione, fatta anche attraverso il volto di due ex calciatori, Cannavaro e Ferrara, che, evidentemente, non conoscono le intenzioni della Regione, proprietaria dell’impianto, dopo le decisioni del Consiglio di Stato”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale “il bando per l’assegnazione della gestione del Collana è chiaro nella parte in cui prevede la possibilità di revocare l’assegnazione della gestione qualora intervenissero fatti nuovi o comunque per far prevalere l’interesse pubblico”.
“Da quando è stato fatto il bando a oggi c’è un evento che ha cambiato le carte in tavola oltre al fatto che nella nuova Amministrazione regionale, quella di De Luca, a differenza di quella di Caldoro, c’è una maggiore fiducia nella gestione pubblica” ha aggiunto Borrelli ricordando che “a spingere in tal senso ci sono anche le Universiadi del 2019 e sarebbe assurdo spendere soldi pubblici in un impianto destinato poi a essere gestito dai privati”. “I lavori, tra l’altro, sono già partiti, grazie all’impegno del presidente dell’Agenzia regionale per le Universiadi, Raimondo Pasquino, tanto che, domenica scorsa, è stato possibile riaprire, pur se per un solo giorno, i cancelli dell’impianto collinare” ha continuato Borrelli per il quale “la strada da seguire è quella della gestione pubblica, prima con l’ARU, come sta avvenendo ora, e poi con un accordo che metta insieme, Regione, Comune, Municipalità Vomero Arenella e associazioni sportive del territorio”.

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Uno squalo gli amputò la gamba, ma lui torna a surfare: “La vita è troppo bella per fare la guerra, perciò torno a fare wake”

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Era il 9 dicembre scorso quando il 20enne Matteo Mariotti veniva attaccato da uno squalo nelle acque dell’Oceano Pacifico, lungo la Gold Coast orientale dell’Australia.

In quell’occasione perse una gamba sotto al ginocchio, ma non si è mai arreso. Infatti a seguito dell’infortunio era stato ricoverato e curato all’ospedale Rizzoli di Bologna, ed ora dopo circa tre mesi è tornato su una tavola da wakesurf con la protesi.

Ecco quanto testimoniato da un video diffuso sui social:

“È impossibile descrivere a parole le emozioni provate in quegli istanti, posso solo consigliarvi una cosa: ‘credete in voi!’ Obiettivi che sembravano lontani anni luce, sono arrivati in un battito di ciglia e che dire… grazie!”

Poi, continua: “Grazie a chi ci ha creduto dal primo istante, grazie a chi c’è sempre stato e c’è tuttora, grazie a chi mi sta aiutando in quest’impresa e grazie anche a chi mi ha messo i bastoni fra le ruote… mi avete fatto capire che nulla e dico nulla mi butterà mai più giù! La vita è troppo bella per fare la guerra, è per questo che vado a fare wake”.

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Napoli, Gratteri in conferenza stampa: “Test psicoattitudinali anche a vertici di governo e PA”

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Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, ha così risposto alle domande dei giornalisti, soprattutto riguardo alla polemica sulla presenza all’università del cantante Geolier. Ecco le sue dichiarazioni:

“Non si è fatto il nome di nessuno, non mi sono scontrato con nessuno”.

Poi, riguardo l’invito a presenziare all’incontro degli studenti della Federico II con il rapper di Scampia, egli ha aggiunto: “L’ho appreso dalla stampa, ho 66 anni e non si invita una persona così, c’è modo e metodo”.

Poi, ha proseguito: “Il padre di uno studente mi ha chiesto cosa pensassi dei rapper invitati all’università e io ho mostrato disappunto in relazione a coloro che nei video inneggiano a violenza, mafie e droga. Non si è fatto il nome di nessuno, la stampa ha parlato di scontro, ma Gratteri non si è scontrato con nessuno. Sono il procuratore di Napoli e parlo con tutti, anche con l’ultimo degli ultimi, è una questione di stile e di comportamento e vorrei che noi tutti, che ci sentiamo istruiti e dei modelli, con i nostri comportamenti aiutassimo il territorio ad essere più libero ed evoluto”.

Per quanto concerne i test psicoattitudinali, egli ha aggiunto:

“I test psicoattitudinali? Se li vogliamo fare, dovrebbero essere fatti per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo e per chi si occupa della gestione della cosa pubblica. Chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati, ma è anche ricattabile”.

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Napoli, ecco perché il ‘cielo giallo’ è nocivo per l’uomo

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Siamo a Napoli, dove nella giornata di ieri si è verificato un evento alquanto singolare. Infatti, c’è stato “un eccezionale afflusso di polveri di provenienza sahariana”.

Questo è quanto ha reso noto l’ARPAC, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, la quale ha sottolineato come il fenomeno abbia causato “concentrazioni elevate di PM10 in molte località della Campania, misurate dalla rete di monitoraggio dell’agenzia ambientale regionale”.

Pertanto il fenomeno era visibile ad occhio nudo e resta visibile anche oggi. Tuttavia il problema concreto risiede nel valore altissimo di PM10 particolato, che è nocivo per l’uomo.

Infatti, nella città di Napoli una delle concentrazioni orarie massime è stata rilevata ieri alle 12 dalla stazione di Capodimonte – Osservatorio Astronomico, pari a 136 microgrammi per metro cubo. Volendo quindi fare un confronto con il limite fissato dalla normativa, esso è pari a 50 microgrammi per metro cubo.

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