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Brasile ha piano per rispedire Battisti in Italia

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Il governo brasiliano avrebbe pronto un piano per rispedire Cesare Battisti in Italia già nei prossimi giorni: lo sostiene il sito del quotidiano ‘O Globo’. L’idea sarebbe quella di imbarcare l’ex terrorista su un aereo della polizia federale direttamente da Corumbà – la città del Mato Grosso do Sul dove si trova in arresto da due giorni per sospetta evasione fiscale e riciclaggio di denaro – con destinazione Roma.

L’esecutivo del presidente Michel Temer starebbe tentando di risolvere le varie questioni legali per restituire Battisti all’Italia definitivamente. Tra gli ostacoli da superare ci sarebbe l’assenza di una dichiarazione formale da parte del governo italiano che si impegna a rispettare le regole sulla detenzione penale (detracao penal in portoghese).

Arresto in Brasile confermato per Cesare Battisti: lo ha deciso il giudice federale, Odilon de Oliveira, durante l’udienza di custodia svoltasi in videoconferenza nella sede della polizia federale di Corumba’. Il magistrato ha ritenuto che ci fossero i presupposti per la custodia cautelare in carcere. Secondo il giudice del Mato Grosso do Sul – stato del Brasile centro-occidentale dove Battisti è stato fermato dalla polizia stradale – l’ex terrorista “di fatto” stava cercando di varcare il confine del Brasile in direzione della Bolivia. Per de Oliveira, dunque, la misura preventiva nei confronti dell’italiano è necessaria proprio per scongiurare il “pericolo di fuga”.

Mentre Roma ribadisce la ferma volontà di assicurarlo alla giustizia italiana il prima possibile, all’indomani del suo arresto l’ex terrorista ha ostentato tranquillità e dichiara di “non temere l’estradizione” perché “protetto” da un decreto dell’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula. Un giudice federale ha comunque confermato il suo arresto per scongiurare il “pericolo di fuga”. “L’Italia è fortemente determinata a far sì che Battisti sconti la pena e la sconti nel nostro Paese”, ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, sottolineando che “sono stati fatti tutti i passaggi necessari” presso le autorità politiche e giurisdizionali brasiliane e assicurando che ne saranno fatti altri.

L’impegno per riportare Battisti in Italia va avanti da anni ma negli ultimi tempi, con l’insediamento del nuovo presidente brasiliano Michel Temer, di tutt’altro colore politico rispetto a Lula e alla Rousseff, si è impressa una decisa accelerazione. Nei mesi scorsi il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha dato mandato all’ambasciatore italiano in Brasile di richiedere formalmente alle autorità di riavviare le procedure per estradare l’ex terrorista, condannato all’ergastolo per quattro omicidi. La richiesta è stata sottoposta in Brasile ad una “prima analisi tecnica”, secondo indiscrezioni della stampa brasiliana, ma intanto ha ottenuto il consenso di due ministri ‘pesanti’: quello della Giustizia, Torquato Jardim, e degli Esteri, Aloysio Nunes Ferreira. Per quest’ultimo, in particolare, un eventuale via libera all’estradizione di Battisti sarebbe un gesto “importante dal punto di vista diplomatico”.

Il governo brasiliano avrebbe anche già trovato il modo di aggirare il decreto Lula, quello che nel 2010 concesse a Battisti lo status di rifugiato politico e quindi un visto permanente in Brasile. In base ad una delibera della Corte Suprema del 1969, infatti, “la pubblica amministrazione può annullare i propri atti” in presenza di un vizio oppure revocarli “per ragioni di convenienza o di opportunità”. Battisti evidentemente non crede, o ostenta di non credere, a questa possibilità e sfacciatamente dichiara di sentirsi ‘blindato’ dal decreto dell’ex presidente-operaio. Una sicurezza tradita però dai fatti.

E’ infatti ipotizzabile che la sua tentata fuga in Bolivia sia conseguenza proprio del pressing del governo italiano sul presidente Temer, che gli ha fatto temere che il Brasile non fosse più un luogo sicuro per lui. Alla polizia l’ex militante dei Pac, che ha cercato di fuggire a bordo di un taxi boliviano, ha raccontato di voler andare in Bolivia per “pescare e fare shopping”. Una spiegazione alla quale gli agenti brasiliani non hanno creduto. Corumbà, la città al confine nella quale è stato fermato, dista centinaia di chilometri dal luogo in cui vive Battisti. Inoltre l’ex terrorista aveva con sé cinquemila dollari e duemila euro in contanti e per la legge brasiliana per portare fuori dal Paese cifre in denaro superiori ai diecimila real (circa tremila euro) bisogna dichiararle alle autorità. Tra gli oggetti trovati nell’auto anche una ‘polvere di colore biancastro’: gli inquirenti non escludono che possa trattarsi di cocaina, gli esami sono in corso.

In serata l’udienza in videoconferenza con un giudice federale, Odilon de Oliveira, conosciuto in Brasile per aver incarcerato supertrafficanti, che ha confermato il suo arresto. Al momento Battisti è accusato di evasione fiscale e riciclaggio ed il magistrato ha ritenuto che ci fossero i presupposti per la custodia cautelare in carcere visto il pericolo di fuga dato che “di fatto” l’ex terrorista stava cercando di varcare il confine con la Bolivia.

Intanto dal mondo politico italiano si moltiplicano gli appelli per l’estradizione dell’ex militante dei Pac. “Non si perda altro tempo, il governo si adoperi con ogni mezzo affinché Battisti sconti la sua pena nel nostro Paese”, dichiara il vicepresidente della Camera e candidato premier del M5S, Luigi Di Maio. “Per il governo italiano è giunto di nuovo il momento di chiedere l’estradizione e di compiere ogni legittima azione per ristabilire il diritto”, dice la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Ha parlato anche la cognata dell’ex terrorista Ivea Battisti per ribadire la sua innocenza e per accusare i pentiti che “si sono divertiti alle sue spalle”. Per Alberto Torregiani, figlio del gioielliere Pier Luigi ucciso nel 1979 durante una rapina organizzata dall’ex terrorista, “non c’è nulla da festeggiare, è un nuovo passaggio di questa battaglia interminabile. Magari siamo alla volta buona, questi due governi sono nelle condizioni di dare giustizia alle vittime”. (ANSA)

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Giugliano, anziano vaga spaesato e senza meta sull’asse mediano: i particolari

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Attimi di paura a Giugliano, dove i carabinieri della Compagnia locale sono dovuti intervenire sull’asse mediano per la segnalazione di un anziano che vagava lungo la carreggiata.

In particolare l’uomo, incurante delle auto che sfrecciavano ad alta velocità, continuava a vagare spaesato e senza meta sulla corsia di sorpasso. Pertanto gli agenti, una volta sul posto, hanno acceso i lampeggianti e tratto in salvo l’anziano da vento, pioggia e auto in corsa.

A quel punto è stato identificato in un 80enne del posto, subito affidato alle cure dei sanitari del 118. In seguito i carabinieri hanno constatato che poco prima l’uomo, si era allontanato da un albergo per anziani.

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Sant’Antimo, controlli serrati dei carabinieri: scattano denunce e sanzioni

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I carabinieri della Tenenza e della Compagnia di Giugliano supportati dai militari dell’ispettorato del lavoro di Napoli, che stamane ha messo al setaccio il comune di Sant’Antimo. Nel mirino dei controlli vi è il lavoro sommerso e il furto di energia elettrica.

Nel corso delle operazioni, i carabinieri hanno denunciato l’amministratore unico di una società che gestisce un bar a via Marconi, poiché sono state riscontrate violazioni della mancata visita medica dei lavoratori e la loro omessa formazione.

Stessa sorte è toccata al titolare di un altro bar a Piazza della Repubblica, denunciato per mancata visita medica periodica dei propri dipendenti e la loro omessa formazione. Pertanto, i due imprenditori si sono visti comminare sanzioni che ammontano complessivamente a più di 26mila euro.

Infine i controlli hanno coinvolto il personale tecnico dell’Enel e per questo motivo tre persone, tutte residenti in tre distinti appartamenti di via Mazzini, sono state denunciate. Infatti essi avevano realizzato degli allacci abusivi direttamente alla rete pubblica.

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Divieto di sbarco per le isole del Golfo di Napoli: ecco quando

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Stop all’afflusso e alla circolazione di autoveicoli, motoveicoli e ciclomotori per l’isola di Ischia a decorrere dal 29 marzo 2024. Questa è la decisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha disposto il divieto che si aggiunge a quelli già in vigore a Capri e Procida.

Pertanto i decreti prevedono la possibilità, in caso di appurata e reale necessità ed urgenza, che il Prefetto di Napoli conceda ulteriori autorizzazioni di sbarco di durata non superiore alle 48 ore di permanenza sull’isola.

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