Resta sintonizzato

Caivano

CAIVANO, Peluso candidato a sindaco, espressione di se stesso. Incoerenza “Fratelli d’Italia”

Pubblicato

il

CAIVANO – È terminata in una bolla di sapone la riunione di Lunedì scorso tra Carmine Peluso, gli esponenti UDC e tutti gli alleati di Simone Monopoli nella scorsa amministrazione. Non sappiamo se Carmine Peluso avesse intenzione di fare una figata o meno, fatto sta che a quella riunione, tranne l’ostentata voglia di candidarsi a sindaco dell’esponente di Idea Nuova, nessuno sapeva la vera natura di quell’incontro. Infatti, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, la maggior parte dei presenti facenti parte dell’ex amministrazione Monopoli come Maria Fusco e l’ex consigliere Antonio Mariniello, fedelissimi del dott. Simone Monopoli, sono andati in quella sede per puro spirito di curiosità e così come anche gli esponenti di UDC, da lì a breve hanno potuto constatare il clima tragicomico che si era venuto a creare tra gli ignari presenti. Insomma un incontro organizzato male e finito peggio, ma veniamo ai fatti.

Carmine Peluso diverse settimane fa ha esternato al suo gruppo la voglia di candidarsi a sindaco di Caivano – questo già fa pensare l’enorme “sicurezza” che esprime l’ex consigliere, visto che di solito il candidato sindaco è espressione di una coalizione e non una volontà personale – e nei suoi pensieri, evidentemente dopo la comunicazione serviva un periodo di tempo per far assorbire ai colleghi la sua decisione per poi, alla fine di questo tempo premeditato, sondare il terreno e vedere se la sua pianta dell’ambizione avesse attecchito. Così decide, dopo aver ordito un piano del tutto singolare, di radunare lunedì scorso (12 Marzio ndr) sia i suoi vecchi compagni di avventura che quelli che lui, forse potesse ritenere i nuovi, ossia quelli dell’UDC – a rappresentanza di quest’ultima forza erano presenti Sabatino PelusoEnzo Pinto e Luigi Di Michele, anche se a onor del vero la delega di Noi con l’Italia-UDC è nelle mani dell’ex candidata al Senato Maria Fusco, già esponente di Idea Nuova -. Nel corso della serata sono uscite fuori tutte le incongruenze e le incoerenze del giovane Carmine Peluso, partendo già dal fatto che i cosiddetti monopoliani hanno subito chiesto al collega di Idea Nuova il motivo della presenza dei centristi, al ché quelli di UDC, alla vista di questa scenetta, hanno chiesto lumi al Peluso sull’entità dell’incontro. In poche parole, quelli di UDC, evidentemente sapevano di venire ad un incontro frutto già di discorsi avviati internamente e di una possibile alleanza col centrodestra e in quell’ambito c’era solo da decidere se la figura di Carmine Peluso sarebbe stata la sintesi per tutti, per poi scoprire che di avviato c’era solo la voglia sfrenata dell’ex consigliere di candidarsi a sindaco, mentre, né i suoi colleghi di partito e né i suoi ex alleati di coalizione sapevano dell’esistenza di un accordo da fare con quelli dell’UDC.

Un incontro nato dalla sprovvedutezza assoluta di un esponente politico che fino ad ieri si è limitato solo a sbrigare qualche pratica burocratica per qualche suo elettore e alzato la mano in Consiglio Comunale. Un bravo ragazzo, professionista eccellente nel suo campo ma che purtroppo ha ancora tanto da imparare dal punto di vista politico ma soprattutto di aggregazione sociale. L’incontro di Lunedì scorso è stato un vero e proprio flop per Carmine Peluso, tanto è vero che alla fine dell’incontro, durato pochissimo nella sostanza tra l’altro, i suoi colleghi di partito e ex coalizione, gli hanno dovuto ribadire fermamente la volontà di aspettare che Simone Monopoli sciolga le riserve e solo dopo, saranno disposti a sedersi intorno ad un tavolo per decidere chi possa essere il degno sostituto del cardiologo caivanese. Anche qui, esce fuori tutta l’incoerenza dell’esponente di Idea Nuova che in un primo momento si allinea al pensiero dei colleghi, esprimendo la sua disponibilità ad aspettare e a farsi da parte laddove Monopoli propendesse per la ricandidatura per poi, a distanza di pochi minuti, esclamare, anche con tono abbastanza alto e con l’aria di chi si è sentito ferito e tradito dai propri amici, che la sua candidatura a sindaco resta viva anche se l’ex sindaco dovesse decidere di ricandidarsi. Insomma un teatrino di avanspettacolo che lascia intendere come sia sceso il livello della politica nell’ultimo paese a nord di Napoli. Un livello che rende Caivano l’ultima città non solo per la posizione geografica ma anche da un punto di vista sociale, dove la sua classe dirigente non riesce ad andare oltre il proprio personalismo e la propria voglia di emergere dalla mediocrità, facendo in modo che sprofondi addirittura nell’impreparazione e nell’improvvisazione di un giovane ambizioso dalla voglia smisurata di porsi una spanna sopra gli altri.

Fuori da quell’incontro, a completare il quadro delle incoerenze politiche caivanesi ci pensa l’incommensurabile Martino Pezzella segretario cittadino di Fratelli d’Italia che in una nota scritta di suo pugno smentisce una notizia di un blog locale che voleva il partito della Meloni vicino alla coalizione dell’ex sindaco Monopoli, specificando che Fratelli d’Italia non ha mai avviato un percorso con esponenti della vecchia amministrazione perché loro sono impegnati in un progetto di rinnovamento con alcune liste civiche, espressione della società civile, per provare a dare alla città una classe dirigente capace, competente, onesta.

Ora la domanda sorge spontanea e la rivolgiamo al caro Martino Pezzella: Gli organi sovracomunali di Fratelli d’Italia, quando hanno contattato l’ex sindaco Simone Monopoli – e non il segretario cittadino (a dimostrazione della stima che i propri superiori nutrono nei suoi confronti) –  per organizzare un incontro con i candidati Marcello Taglialatela e Luigi Rispoli all’interno del locale pagato con le tasche del medico caivanese, sapevano o erano stati informati dallo stesso segretario che quella era la casa di un disonesto? Se la risposta è si, vogliamo sapere come mai lo stesso Martino Pezzella era presente in quell’incontro prendendosi anche onori ed oneri?

Continua a leggere
Pubblicità
Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ambiente

Caivano, rimossi e alienati settantacinque veicoli

Pubblicato

il

La Commissione Straordinaria, composta da Filippo Dispenza, Simonetta Calcaterra e Maurizio Alicandro, fin dai primi giorni dell’insediamento, ha disposto una serie di sopralluoghi sul territorio cittadino al fine di ottenere una mappatura delle problematiche ambientali ivi presenti.
La polizia municipale, sotto il comando di Espedito Giglio, hanno effettuato controlli capillari in sinergia con il settore di tutela ambientale del comune caivanese.
Sono stati rimossi e alienati 75 veicoli, con molta probabilità di origine furtiva, abbandonati in particolare nelle campagne della frazione di Casolla Valenzano e lungo le strade limitrofe.
La Commissione Straordinaria ha voluto esprimere – con una nota ufficiale – la grande soddisfazione per i risultati delle operazioni finora effettuate dal personale impegnato nell’attività di bonifica del territorio.

Continua a leggere

Caivano

CAIVANO. Sistema delle Estorsioni del clan Angelino. Prime indiscrezioni sulle dichiarazioni dei Collaboratori di Giustizia

Pubblicato

il

CAIVANO – Procede senza sosta l’iter procedurale del processo legato al Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino con la connivenza della parte politica e tecnica del Comune di Caivano.

Dopo gli Avvisi di Garanzia, le ultime indiscrezioni riguardano le confessioni rilasciate da coloro che hanno deciso di collaborare con la Giustizia.

A primo acchitto, da quello che si legge è che le indagini non si chiudono ai venticinque nomi che abbiamo pubblicato giorni fa (leggi qui). Altri nomi sono ancora coperti dal segreto istruttorio, tanto è vero che nelle documentazioni a disposizione delle difese dei venticinque indagati raggiunti dal provvedimento di chiusura delle indagini, si leggono molti omississ, il che farebbe presagire un’altra raffica di provvedimenti a stretto giro.

Dalle dichiarazioni rilasciate dai neocollaboratori viene quasi tutto confermato di quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni. Giovanbattista Alibrico e Carmine Peluso erano gli addetti a riscuotere somme di denaro per conto del clan, oltre che ad avere il ruolo di richiedenti delle somme estorsive, mentre Martino Pezzella faceva da tramite, incassando il denaro dai politici per poi portarlo al clan, direttamente nelle mani dei fidelissimi di Antonio Angelino detto “Tubiuccio”.

Confermato inoltre il sistema delle aggiudicazioni guidate dal funzionario Vincenzo Zampella e dei nomi delle ditte segnalati dai vari esponenti politici corrotti.

Chi ne esce con le ossa ancora più rotte da queste dichiarazioni sono le figure di Arcangelo Della Rocca e di Gaetano Ponticelli.

Da quello che asseriscono i collaboratori, il primo durante la consiliatura Enzo Falco, oltre ad avere incassato una tangente dalla Gi.Car. direttamente da Bernardo Giuseppe per la rimozione di un manufatto abusivo al Parco Verde, ha anche segnalato professionisti per alcuni incarichi tecnici per il PNRR. Accusato inoltre di avere grossi rapporti all’Urbanistica con imprenditori e tecnici per il rilascio delle licenze edilizie in tempi rapidi. Avendo rapporti diretti con Zampella Vincenzo e con altri tecnici e godendo delle corsie preferenziali, poteva effettuare favoritismi sull’accelerazioni delle pratiche presentate al Comune. Inoltre l’ex Assessore dem, emerso da quanto dichiarato da uno dei collaboratori, pare si sia recato insieme a Pompeo Esposito e D’Agostino Fabrizio, alla CUC di Salerno per cercare di condizionare le attività nella scelta delle ditte a cui affidare i lavori, senza ottenere però alcun risultato positivo.

Le confessioni dei collaboratori, invece, hanno potuto completare il quadro indiziario di Gaetano Ponticelli, ex Consigliere di opposizione, che stando a quanto dichiarato dai collaboratori, stesse bene il Sistema messo all’impiedi dal capoclan, tanto è vero che la sua figura viene menzionata assieme a quella di Albrico Giovambattista, Peluso Carmine e Falco Armando come i politici vicini al gruppo di “Tubiuccio”. Secondo quanto riferiscono i collaboratori, Gaetano Ponticelli era colui che portava le determinazioni comunali riportanti nomi delle ditte e cifre affidate direttamente al clan. Spesso è stato visto uscire da una concessionaria di autonoleggio di via Platone dove Angelino Antonio – alias Tubiuccio – e Angelino Gaetano avevano i loro uffici/appoggio. Addirittura ad un incontro tra il capoclan e il Ponticelli, il pentito di camorra che parla agli inquirenti, ammette di essere stato invitato ad accomodarsi fuori. Secondo quest’ultimo, prassi, questa, consolidata quando si trattava di parlare di affari che riguardassero grossi guadagni in termini economici. Confermata inoltre anche l’intercessione di Gaetano Ponticelli, per fare in modo di non far dislocare la dirigente scolastica Rosalba Peluso – ritenuta dalle indagini, la dirigente gradita al clan – dalla scuola “Cilea, Mameli Rodari”.

Nomi nuovi che destano qualche sospetto sul fatto che il Sistema possa andare anche oltre la nomenclatura già nota sono quelli della dirigente Anna Damiano e del dipendente pubblico Pompeo Esposito che stando a quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia, erano pienamente consapevoli del fatto che il sorteggio della gara sul rifacimento del manto stradale di alcune strade, appaltato poi alla ditta Appalti Generali di Alfiero Luigi, venisse truccato.

Premesso che tutti gli attori di questo procedimento sono innocenti fino a sentenza definitiva e che ognuno di loro avrà modo di difendersi nelle sedi opportune, appare indubbio che la classe dirigente caivanese sia stata lacerata e falcidiata dal punto di vista etico e morale.

Continua a leggere

Caivano

CAIVANO. I Commissari chiudono la condotta idrica che forniva altri comuni. Penza: “bisogna tutelare gli insoluti vessati dall’alto costo di approvvigionamento”

Pubblicato

il

CAIVANO – Altro problema e altra improvvisazione da parte della terna commissariale caivanese. Già nelle settimane scorse noi di Minformo ci siamo occupati della problematica legata ad una condotta idrica in capo al Comune gialloverde ma che, tra gli altri comuni, forniva anche i comuni di Orta di Atella, Sant’Arpino e Crispano (leggi qui).

La questione diventò di interesse parlamentare, al punto tale che il deputato pentastellato Pasquale Penza sollevò alcuni quesiti nella Commissione competente.

Di tutta risposta i Commissari prefettizi caivanesi, hanno pensato bene, per non continuare a gravare sulle casse comunali di chiudere quella condotta e di lasciare interi quartieri crispanesi, santarpinesi e ortesi senz’acqua e senza neanche lasciare agli amministratori di questi comuni – come buon rapporto istituzionale di collaborazione tra le Amministrazioni prevede – un leggero preavviso prima di provvedere alla chiusura dei rubinetti né prendersi la briga di informare gli ignari pari grado dei comuni interessati dell’annoso problema che interessava anche i comuni di loro pertinenza.

Tanto è vero che gli amministratori che non hanno avuto la fortuna di informarsi attraverso le nostre pagine sono risultati del tutto sorpresi di quanto stesse accadendo sul loro territorio fino alla scoperta del nostro articolo che ha delucidato loro del problema. All’indomani della lettura, ognuno di loro ha potuto dare mandato ai propri tecnici di provvedere ad effettuare dei bypass che consentissero di legare le famiglie lasciate senza approvvigionamento idrico alle proprie condotte di competenza.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, alcuni di questi Amministratori stanno anche indagando su un’eventuale configurazione, da parte dei commissari caivanesi, del reato di interruzione di pubblico servizio, dato che i succitati quartieri sono rimasti a secco per oltre 48 ore.

Fermo restando che per quasi cinquant’anni i cittadini caivanesi hanno pagato i costi dell’approvvigionamento idrico anche per queste famiglie mentre queste ultime pagavano, in realtà, a un ente non competente che su di loro esercitava zero spese e premesso che nessuno degli attori attuali sia responsabile di tale disservizio dato che i lavori, come anticipato, risalirebbero a più di cinquant’anni fa è giusto però, che gli organi preposti, facciano chiarezza ma soprattutto trovino soluzioni atte a tutelare gli interessi dei cittadini finora vessati.

Per saperne di più abbiamo contattato il deputato del Movimento 5 Stelle Pasquale Penza che davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Prima di tutto bisogna capire quali e quanti comuni ma soprattutto quante famiglie venivano approvviggionate dall’acqua caivanese. I comuni interessati saranno in grado di darci un numero preciso di famiglie collegate a questa condotta? Ma soprattutto gli Amministratori saranno nelle condizioni di conferirci i numeri giusti? Poi, bisognerà capire se verranno presi in considerazione tutti gli insoluti della povera gente che non potevano permettersi il pagamento di cifre esorbitanti sulla fornitura idrica, dato che il costo del numero sovrastimato di metri cubi d’acqua destinati a Caivano viene ripartito sull’intera popolazione caivanese. Bisogna sapere se gli enti preposti adotteranno una specie di ristoro fiscale nei confronti di chi, in buona fede, avrebbe voluto pagare ma non ha potuto. Dal mio canto farò tutto quanto nelle mie possibilità per portare alla luce questa problematica e tutelare i cittadini caivanesi finora vessati”.

Continua a leggere

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy