Resta sintonizzato

Cardito

CARDITO. Chi è che stalkera il cittadino Barra che fa le imitazioni del chiwawa?

Pubblicato

il

CARDITO – Questo è l’ultimo articolo che dedico al cittadino Peppe Barra se lui realmente torna a fare il cittadino così come ha dichiarato in un video registrato e postato su Facebook da un noto giornalista locale. Sì, avete capito bene. All’occorrenza l’ex sindaco, il sindaco del decennio, il mancato parlamentare, lo staffista del Prof. Arlacchi, il leader del gruppo “Cambiamo Verso”, il guerriero politico, il passionale Peppe Barra diventa il cittadino Peppe Barra. Dopo che il suo gruppo ha avuto una serie di “bastonate” in Consiglio Comunale dai chiwawa del sindaco Cirillo, si mette davanti all’obiettivo e registra quaranta minuti di patetiche affermazioni che svariano dal vittimismo più assoluto alla violenza più inaudita. Insomma Peppe Barra è alle corde, il suo castello di sabbia si è sgretolato al passaggio di un bambino, di un chiwawa pardon. Ma veniamo ai fatti.

Nel suo intervento il cittadino carditese Peppe Barra con la complicità interessata del giornalista – e qui, quest’ultimo dovrebbe ripassarsi il codice deontologico di quell’ordine di cui si fregia tanto farne parte – dopo aver asserito più volte la sua non conoscenza sul fatto che all’interno del consesso comunale egli viene nominato più volte prega chi lo ascolta di lasciarlo in pace, poiché egli è un semplice cittadino carditese a cui piace dare una mano ai compagni di viaggio politico. Premesso che non tutti i cittadini hanno la facoltà di mettersi davanti alla telecamera, visto che i giornalisti di solito fanno parlare solo chi sul territorio riveste un ruolo o una carica, poi se sul nostro territorio abbiamo giornalisti che fanno parlare anche lo “scemo del villaggio”, questo è un’incompetenza del professionista che dice di esserlo. Ricordo al cittadino Peppe Barra che all’interno del Consiglio Comunale nessuno dei consiglieri c.d. fedelissimi ha menzionato il proprio nome. L’unico che lo ha fatto è stato l’avv. Setola, leggendo dal documento, definendolo leader politico del gruppo “Cambiamo Verso”, mica pizza e fichi. Oh leader politico. Poi quando le cose vanno male è facile sgonfiare il petto e diventare il gattino arruffato che è stato travolto da un chiwawa inferocito.

Passiamo al tema stalking. Il cittadino Peppe Barra ad un certo punto della sua intervista si rivolge anche ad un certo tipo di stampa, oltre che a dei consiglieri che gonfiano il petto, additando entrambi di stalkerare il gattino Barra. Però, proprio non ce la fa a ritagliarsi a pieno quel personaggio che si era ripromesso o che gli avevano suggerito di interpretare e allora il gattino tira fuori gli artigli e minaccia con testuali parole: “Se non mi lasciate in pace vi metto le mani addosso”. Poi ci tiene a precisare che non è un’avvertimento, quello è un termine che usano i camorristi, ma è un avviso. Lui sta solo avvisando. Evidentemente non conosce tutto il dizionario italiano e di questo ne va dato atto. Ma andiamo oltre. Il cittadino Peppe Barra adesso però deve far capire, visto che credo che le sue minacce non intimoriscono nessuno, se davvero vuole tornare a fare il cittadino come tutti gli altri e a pensare a come amministrare 300 moggi di terreno o continuare a servirsi dei servigi degli addetti ai lavori per distribuire opinioni a destra e a manca? Anche perché, forse non sa caro cittadino Barra, che gli opinionisti sono personaggi pubblici e non c’è privacy che tenga se non si scende sul personale. Essi sono comunque soggetti a critiche e opinioni e come vede, oggi sono stato io a dedicargli un articolo e laddove lei in quel filmato non ce l’avesse avuto con me, le sto comunicando che a me non fa paura. Come non fanno paura i lanciatori di fango, quelli che per intenderci escono sui documenti della magistratura.

Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

Pubblicato

il

CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

Continua a leggere

Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

Pubblicato

il

Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

Continua a leggere

Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

Pubblicato

il

Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

Continua a leggere

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy