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Primo Piano

A Potenza tentata truffa ad un’anziana

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Potenza – A Potenza sono stati denunciati dai Carabinieri 4 ragazzi tutti di Napoli dai 20 e 26 anni che si sono spacciati per dei collaboratori dell’ Enel per compiere una truffa ad un’anziana. Per cominciare uno di loro è entrato nella casa della donna e ha incominciato a fare una serie di domande e compilare diversi moduli fin quando non è stata stesso l’ anziana ad accorgersi della truffa e quindi ha incominciato a chiamare i suoi  parenti e il 112. I militari della Compagnia di Potenza sono entrati in soccorso e hanno identificato il ragazzo e gli altri tre. Così i Carabinieri hanno dato il permesso di accettare la società dell’ Enel che non è mai stata accreditata in seguito i militari dell’ Arma hanno arrestato i ragazzi e sequestrato i loro tesserini identificativi relativi alla società.

Caivano

CAIVANO. L’altare come cabina elettorale. La laicità tradita e il peso dello stigma sull’intera comunità

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CAIVANO – L’incontro pubblico tra i tre candidati a Sindaco di Caivano – Antonio Angelino, Rosaria Peluso e Giovanni Vitale – tenutosi ieri nel Santuario della Madonna di Campiglione, per volontà del vescovo Monsignor Angelo Spinillo, non è un evento di routine, ma un sintomo preoccupante. È la manifestazione palese di una confusione di ruoli che, nel delicato momento pre-elettorale, rischia di compromettere la laicità della politica locale, un principio cardine dello Stato democratico e l’unico baluardo per la tutela di tutti i cittadini, credenti e non.


La Politica Laica: Un interesse di tutti

La laicità dello Stato italiano non è un principio antireligioso, ma una garanzia di libertà e uguaglianza. Come sosteneva lucidamente Norberto Bobbio, uno dei padri del pensiero politico laico in Italia, la laicità è l’atteggiamento di chi “non si sente depositario di verità ultime” e riconosce la pluralità delle visioni. Un politico, in un contesto laico, è chiamato a legiferare e amministrare nell’interesse generale, basandosi su principi di giustizia sociale, diritto ed economia, non su dettami di fede.

L’etica pubblica deve restare distinta dalla morale religiosa. Quando i futuri amministratori di una città scelgono l’altare come palcoscenico per un confronto politico cruciale, stanno implicitamente accettando una legittimazione che non deriva primariamente dal consenso popolare e dalla piattaforma programmatica, ma da una benedizione ecclesiastica. Questo invia un messaggio distorto: che la politica a Caivano sia fatta primariamente da e per chi ha fede, concedendo alla Chiesa una strada preferenziale nell’orientare le scelte della comunità.


Il “Modello Caivano” e il rinforzo dello stigma

Questa ingerenza, o almeno l’accettazione passiva di essa da parte della classe politica, non è un fatto isolato. Si inserisce in un contesto dove il ruolo della Chiesa (pur con le sue lodevoli intenzioni sul piano sociale) è stato strumentalizzato in modo massiccio per legittimare l’intervento statale eccezionale.

Il tristemente noto “Modello Caivano”, con il suo carico di misure securitarie e commissariamenti, non ha portato una rinascita strutturale, ma ha acclarato e rinforzato lo stigma di “periferia pericolosa” e irrecuperabile. L’eccessiva enfasi sul ruolo suppletivo dell’istituzione ecclesiastica ha finito per affibbiare una univoca e immotivata etichetta criminale a tutta la comunità caivanese, riducendo la complessità sociale, economica e culturale della città a un mero problema di ordine pubblico e di assenza morale.

Questo modello, percepito come una soluzione “dall’alto” e spesso non concertata, ha marginalizzato le forze politiche e civiche laiche e progressiste, quelle che invece avrebbero dovuto tutelare gli interessi di tutti attraverso il canale democratico e laico.


La debolezza dei candidati e le vecchie logiche di potere

Ciò che emerge con forza è la debolezza politica dei tre candidati a Sindaco. La loro partecipazione acritica a un evento che fonde il sacro con il profano dimostra una preoccupante riluttanza ad opporsi a un pensiero massificato e a vecchie logiche di potere intrise di religiosità e conservatorismo sociale.

I candidati, pur di non incrinare rapporti o non andare controcorrente in un contesto che premia la sottomissione al paravento ecclesiastico, si lasciano trasportare in iniziative che, lungi dall’arricchire il dibattito democratico, ledono proprio all’interesse di una comunità che ha un disperato bisogno di una politica forte, autonoma e laica. Una politica che non cerchi benedizioni, ma soluzioni pragmatiche per il lavoro, la scuola e la legalità.

Questo atteggiamento di acquiescenza era, peraltro, tristemente prevedibile. Per quanto riguarda la coalizione che i sondaggi indicano come favorita, come ho avuto modo di recitare nel mio editoriale al Teatro Burlesque martedì scorso, la sottomissione al paravento ecclesiastico era già stata prevista come una strategia per consolidare il consenso senza affrontare il vero nodo: la necessità di un’azione politica radicalmente nuova e laica.

Caivano non ha bisogno di essere redenta da un pulpito, ma di essere governata con onestà, laicità e visione prospettica. Solo una politica che si esercita nel pieno rispetto della separazione tra Stato e Chiesa può assicurare che ogni cittadino, indipendentemente dalla sua fede o dalla sua assenza di fede, abbia i propri diritti e interessi pienamente tutelati.

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Caivano

CAIVANO. Angelino, l’evento dell’opportunismo e la sagra del “Sì, grazie”

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A CAIVANO, la politica ha trovato il suo maestro di cerimonie, l’uomo che, più che un candidato sindaco, sembra un cameriere di lusso pronto a servire al tavolo di ogni ospite, indipendentemente dalla casata: Antonio Angelino. Già Segretario del PD cittadino – una tessera che oggi sembra più un tatuaggio sbiadito che un vessillo – Angelino si presenta con una coalizione civica così “fluida” da sembrare acqua minerale.

Questa sua disinvoltura, questa sua capacità di dire “Sì, grazie” a ogni invito, a ogni stretta di mano, a ogni ideale (che sia esso di destra, sinistra o terra di mezzo), lo ha consacrato a Campione Italiano del Conformismo.

  • Un Amico per Tutte le Stagioni (e per Tutti i Partiti)

Angelino non è un politico, è un prismatico ideologico. È capace di riflettere ogni colore gli sia puntato contro.

  • L’Abbraccio Meloni: Quando il Governo ha calato il “Modello Caivano” con annesso decreto (che per i puristi del Diritto ha le stimmate dell’incostituzionalità), mentre molti compagni di un tempo si stringevano la pancia per l’indigesto provvedimento, lui ringraziava. Un gesto che, tradotto dal politichese, suona come: “Grazie, Presidente, per l’intervento. Sebbene non sappia bene cosa pensi del merito, l’importante è che se ne parli, e che io sia qui, in prima fila.”
  • La Cena con l’Amico di Sinistra: Contemporaneamente, Angelino si siede a cena con il suo testimone di nozze, l’Eurodeputato PD Lello Topo. Un gesto che non solo testimonia l’amicizia personale (sacrosanta), ma che serve anche a strizzare l’occhio alle “anime belle” del centrosinistra che ha intelligentemente candidato nelle sue liste civiche. Un perfetto equilibrio tra fidanzata ufficiale (il PD storico) e amante clandestina (la destra in ascesa).
  • Il Gran Finale (Il Roseto e FdI): Il capolavoro del trasformismo si è consumato giovedì scorso. All’Hotel Il Roseto, Angelino non era lì per un matrimonio o una comunione; era al fianco di Adamo Guarino, candidato al Consiglio Regionale per Fratelli d’Italia. Sì, FdI, il partito che sta alla destra della destra. La foto lo inchioda: lui, l’ex Segretario PD, che arringa la folla davanti al logo del partito di Giorgia Meloni. Una prova fotografica che vale più di mille promesse e che dimostra che l’ideologia è, in fondo, solo una questione di logistica degli appuntamenti.

Il Silenzio Assordante sul Decreto:

La sua camaleonticità raggiunge l’apice quando si parla del famigerato “Decreto Caivano”. Angelino ha mantenuto un silenzio così assordante da far sembrare una mosca il rumore di un motore d’aereo. Non ha preso posizione, non ha criticato i vulnus costituzionali, non ha difeso (o attaccato) l’approccio repressivo. Perché? Semplice: il silenzio è l’arma preferita dell’opportunista. Ti permette di non scontentare nessuno, di non bruciarti i ponti, e di presentarti, a seconda del vento, come l’uomo del fare (se il decreto funziona) o la vittima delle imposizioni (se il decreto fallisce). Un vero maestro di scherma politica che para ogni colpo non muovendo un muscolo.

La Domanda da un Milione di Voti

Caro Antonio Angelino, Caivano non è un catering dove si può mangiare un giorno il cinghiale alla destra e il giorno dopo i tortellini in brodo alla sinistra.

L’uomo che ambisce a guidare una comunità così complessa deve spiegare ai suoi candidati di sinistra e a tutti gli elettori che gli hanno creduto:

1. Da che parte batte il suo cuore (politico)? È lei il “nuovo” centrosinistra che strizza l’occhio alla Meloni per pragmatismo, o è un commissario politico di Fratelli d’Italia con la nostalgia del PD per mera comodità?

2. Cosa ci faceva giovedì sera al Roseto? Ha spiegato ai suoi candidati inguaribilmente di sinistra (che lei ha onorato di candidare) il motivo della sua presenza sotto l’insegna di Adamo Guarino (FdI)? Ha giustificato che non si trattava di appoggio politico, ma solo di un caffè tra amici? Se la sua coalizione è “civica”, non può permettersi di fare l’agente immobiliare dei voti, spostando pacchetti di preferenze dall’area progressista all’estrema destra in base alle convenienze del momento.

Angelino è chiamato a far cadere la maschera della “disponibilità a tutti i costi”. La comunità che lei vuole amministrare ha diritto di sapere chi è veramente il suo sindaco.

È ora di scegliere. O si sta al Roseto con Adamo Guarino, o si sta con il testimone di nozze PD. Stare in entrambe le sale è il modo più elegante per far sapere a Caivano che l’unica ideologia di Angelino è l’Angelinismo.

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Editoriale

Sant’Antimo: L’Amaca Ideologica e il Valzer del Trasformismo

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A SANT’ANTIMO, patria di equilibri più contorti della trama di un B-movie, si celebra l’ennesima sagra dell’ideale a fisarmonica. Il sindaco Massimo Buonanno (PD), fiero timoniere di un centrosinistra che più “centro” che “sinistra” non si può, è salito al soglio. Fin qui, tutto nella norma del perimetro democratico (e democristiano, se vogliamo essere sinceri).

Ma è dalla lista civica che ha contribuito alla vittoria, la pittoresca “Voltiamo pagina con Buonanno Sindaco”, che parte il contrappasso. In Assise siedono i signori Filippo Metodo e Anna Dell’Omo, i quali, in teoria, dovrebbero essere il sale della terra progressista, l’avanguardia del pensiero illuminato.

E invece? E invece, a Sant’Antimo, l’ideologia è un optional, un gadget da sfoggiare in campagna elettorale, salvo poi dimenticarlo nel cassetto dei “mai usati”.

  • Il Cordone Ombelicale Ideologico, versione elastica.

Il siparietto è degno del miglior teatro dell’assurdo. Si scopre che la famiglia di uno dei due alfieri civici ha un legame indissolubile con le aziende dei Rostan di Melito. Fin qui, affari, lavoro, legittimo. Il problema, che è la vera cicatrice sul volto della coerenza, è che la Signora Michela Rostan è attualmente candidata al Consiglio Regionale per la Lega. Ripetiamo per i telespettatori distratti: Lega. Non un cousin liberale, non un ex-PCI pentito, ma il partito che sta all’opposto ideologico della galassia PD come la notte sta al giorno (e nemmeno quella di Tenco, che almeno aveva una malinconia poetica).

E qui arriva il colpo di scena che farebbe impallidire un drammaturgo: i due consiglieri “di sinistra” – o presunti tali – non solo coltivano questi rapporti a doppio filo con il Sol Levante della destra, ma hanno addirittura fatto valere il loro peso politico in Giunta! Hanno chiesto al Sindaco PD di nominare un Assessore di loro espressione: tale Federica Chianese, la quale, mirabile dictu, non solo è vicina a Michela Rostan, ma ne sostiene apertamente la candidatura leghista alla Regione.

Siamo oltre il trasformismo: questa è la transumanza dell’ideale.

Il Segreto di Pulcinella:

In questo melting pot ideologico, non si capisce se i nostri consiglieri stiano usando la lista civica come un cavallo di Troia o se abbiano semplicemente scambiato la tessera del PD per un bancomat politico da cui ritirare nomine e consenso. Hanno fatto la corsa con il centrosinistra, ma il loro cuore batte a destra, a ritmo di “Prima gli assessori” anziché “Prima gli italiani” (che in questo caso sarebbe quasi preferibile per chiarezza).

Questi consiglieri non sono “cavalli pazzi”; sono camaleonti al potere. Si vestono di rosso per la sfilata elettorale e si spogliano di tutto per il banchetto delle nomine. Il centrosinistra santantimese non ha accolto alleati; ha inglobato un virus dormiente che ora si è risvegliato per piazzare la sua bandierina leghista proprio nel cuore della Giunta.

Un plauso all’Assessore Chianese, sincera nella sua transparenza ideologica, un po’ meno per i consiglieri Metodo e Dell’Omo: non si può stare seduti sull’Amaca Ideologica a dondolarsi tra il sol dell’avvenire e il selfie con il candidato della Lega. Il prezzo della coerenza, in certi luoghi, è evidentemente inferiore al prezzo di un buon posto in Giunta. E il Sindaco PD, il povero Massimo Buonanno, forse si sta chiedendo se ha vinto le elezioni o se ha semplicemente affittato una stanza nel suo palazzo a un comitato elettorale della destra.

La morale? A Sant’Antimo, la politica è una matrioska: apri il PD e dentro trovi il civismo, apri il civismo e… sorpresa!C’è la Lega. Una coerenza che viaggia contromano sull’autostrada degli ideali.

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