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CRISPANO. Anche il Consiglio di Stato respinge il ricorso sullo scioglimento presentato dall’ex sindaco

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CRISPANO – Non c’è storia che tenga, la documentazione prodotta dalla Commissione d’Accesso e riportata nella relazione prefettizia appare inattaccabile. Le ingerenze della criminalità organizzata ci sono tutte e per Antonio Barra e i suoi consiglieri ricorrenti non c’è stato nulla da fare.

A nulla sono valse le difese costruite dall’avvocato Giuseppe Romano, tutte le tesi presentate dall’amministrativista sono state respinte. Le censure presentate dall’ex sindaco e dai suoi consiglieri di maggioranza sono state smontate a suon di fatti descritti e raccontati. In nessun caso il Consiglio di Stato ha dato torto al Ministero degli Interni che ha sciolto il Comune per ingerenze della criminalità organizzata e al Tribunale Amministrativo del Lazio che ha rigettato in Appello il ricorso dell’ex sindaco Antonio Barra.

Tutto vero quindi, secondo il Consiglio di Stato. In una parte della sentenza si legge: “L’assunto degli appellanti tuttavia non pare al Collegio condivisibile perché, al contrario, la sentenza impugnata si è fatta carico di esaminare e di confutare puntualmente le singole censure sviluppate dai ricorrenti in prime cure“. E nello specifico il Consiglio di Stato specifica che è priva di prove la censura secondo cui due candidati non avrebbero rinunciato alla competizione elettorale per le minacce ricevute – per aver rinvenuto, nei pressi delle proprie abitazioni, animali morti e agonizzanti (chiari simboli di avvertimento mafioso) avvolti in fogli di carta sui quali erano riportate frasi minatorie – perché, al contrario hanno rinunciato a partecipare alla competizione elettorale, senza che tale gravissimo episodio sia stato efficacemente smentito, al di là di tautologiche asserzioni, dagli odierni appellanti.

Respinge, inoltre, tutte le censure prodotte dalla difesa dell’ex sindaco per quanto riguarda la dimostrazione fatta dalla Prefettura sulle infiltrazioni mafiose circa i ventuno candidati gravati da precedenti penali, dichiarando non poco significativo il fatto anche a fronte di quanto affermato dai ricorrenti circa il calcolo che essi rappresentano solo il 12% dei candidati. Al contrario, la loro candidatura dimostra come nessun controllo sia stato operato dagli esponenti politici della lista nemmeno sui sottoscrittori.

Così come viene confermata l’ingerenza camorristica tra i festeggiamenti alla vittoria del sindaco Antonio Barra e la commistione tra camorra, festa del Giglio e consensi. Significativo è il passaggio della sentenza quando parla della Festa dei gigli e ricorda come l’allora reggente del clan egemone oltre ad invocare l’intervento del sindaco che, a loro dire, era pienamente a conoscenza della manifestazione e a rammaricarsi dell’assenza di questo, che durante la campagna elettorale si era presentato presso l’abitazione di ciascuno di loro per chiedere il voto. E come sempre si ravvisa nella sentenza del Consiglio di Stato nei rigetti delle censure prodotte, anche in questo caso il Presidente della Camera di Consiglio Franco Frattini dichiara che: “Il tentativo, da parte degli appellanti, di riversare sulla presunta negligenza di -OMISSIS- la responsabilità di quanto accaduto nel corso della -OMISSIS- non trova alcuna conferma negli atti di causa ed è smentito dalle risultanze recepite nella relazione della Commissione d’accesso e in quella prefettizia, alla cui ricostruzione il Collegio non intravede motivi attendibili per non prestare intera fede”.

Da questa sentenza l’ex sindaco Antonio Barra ne esce completamente distrutto dal punto di vista politico perché, oltre a quanto scritto, il Consiglio di Stato si sofferma anche sul suo ruolo di architetto e quindi tecnico firmatario di diverse concessioni edilizie erogate proprio nei periodi in cui egli ricopriva cariche elettive e per di più alcune concessioni elargite a persone vicine, familiari o attigui alla criminalità organizzata, non di meno anche a suoi parenti diretti.

Determinante nello scioglimento è stato anche il ruolo che l’ex sindaco Antonio Barra avrebbe avuto circa la mancata applicazione del PUC (Piano Urbanistico Comunale), lasciando così la città sprovvista di uno strumento così determinante dal punto di vista delle concessioni edilizie, al punto tale da continuare a fare riferimento ad una legge approvata nel 1978 la cui applicazione lascia ampissimi margini di incertezza ed è fonte di arbitri nel rilascio dei titoli edilizi. Secondo quanto scritto nella sentenza: “L’inerzia nell’ambito della programmazione territoriale ha precostituito una voluta condizione favorevole alle speculazioni edilizie, attraverso il rilascio di illegittimi titoli concessori, in un settore di primario interesse per le organizzazioni criminali, favorendo nel contempo indiscriminati aumenti di volumi edificabili nel territorio”.

La sentenza del Consiglio di Stato smentisce anche altre obiezioni sollevate dalla difesa dell’ex sindaco e di alcuni consiglieri di maggioranza, tra le quali quella dell’affidamento di un centro sportivo sul territorio ad alcuni parenti di esponenti camorristici. Infatti si legge nella sentenza: “Le censure non meritano accoglimento perché risulta, al contrario, che il dott. -OMISSIS-, responsabile pro tempore del Settore Politiche Sociali e Sport e avente legami di parentela – come si è già visto – con la cosca egemone, ha affidato la struttura, mediante un atto di concessione che, però, non prevede alcun corrispettivo (ed è, dunque, assimilabile nella sostanza ad un contratto di comodato d’uso gratuito), a -OMISSIS–OMISSIS-, legata al clan -OMISSIS-, la quale per due anni ha utilizzato il centro con il benestare della disciolta amministrazione comunale e senza alcun introito per le casse comunali. Vicenda, questa, che mostra una sinistra consonanza – come rileva la relazione prefettizia (p. 12) – con l’affidamento della gestione dello stesso centro, nel 2005, ad un consorzio legato alle cosche locali, affidamento che già nel 2005 aveva condotto, insieme ad altri fatti sintomatici, allo scioglimento del Consiglio comunale ai sensi dell’art. 143 del T.U.E.L.

Insomma l’amministrazione Barra ne esce definitivamente con le ossa rotta e segna un triste periodo politico nella storia crispanese. Un momento buio che molto presto i cittadini devono dimenticare e contestualmente porre rimedio, per il bene proprio e della propria comunità. Chi avrà intenzione di rappresentare il popolo crispanese deve fare ammenda di quanto riportato nelle varie documentazioni (relazioni prefettizie e sentenze TAR e Consiglio di Stato) poiché qualsiasi personaggio, affine o parente riportato e trascritto collegato a fatti simili o ridondanti potranno essere motivo di ulteriori scioglimenti.

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CRISPANO. Emiliano favorito per la vittoria alle prossime elezioni. Complice un accordo pre-elettorale con Sossio Vitale?

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CRISPANO – Sembra che tutti i giochi siano stati intentati e il quadro è variato di un po’ ma non cambiato del tutto. Ad oggi, ai nastri di partenza tra venticinque giorni si presenteranno tre liste con altrettanti tre candidati Sindaco della città. Il Sindaco uscente Michele Emiliano, Enzo Cennamo e Sossio Vitale.

Stando alle indiscrezioni, si pensa che la strada per il primo cittadino sia totalmente in discesa, nonostante, nei mesi scorsi, abbia perso pezzi, pare che abbia recuperato terreno per strada, complice della fascia tricolore anche la rottura di alcuni mesi fa tra Sossio Vitale e l’ex Sindaco Carlo Esposito, quest’ultimo non ha gradito la cosiddetta fuga in avanti intentata dal leader cittadino di Campania Libera, al punto da decidere di mettersi alla finestra, lasciare liberi i suoi di votare chi preferiscono. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche Marina Cennamo, sarebbe stato un ottimo profilo di candidato a Sindaco che avrebbe messo in serie difficoltà la nuova ascesa di Emiliano, lei ha già fatto sapere di non volersi candidare al Consiglio Comunale, peccato che nessuno abbia capito il suo potenziale.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, da politico scafato e intenditore della materia Enzo Cennamo, comprese le difficoltà di Sossio Vitale, il quale, si vocifera, addirittura abbia difficoltà a completare la lista, in questi giorni ha chiamato a sé il plenipotenziario del Consigliere regionale Porcelli e gli ha proposto una fusione dei due gruppi con un terzo nome di superamento come candidato a Sindaco. La proposta di Enzo Cennamo è stata chiara: “Uniamo le forze, facciamo entrambi un passo indietro e candidiamo a Sindaco Carmensita Costanzo“. Una proposta da vero politico di razza!

Enzo Cennamo ha inteso sin da subito che il profilo della prima Sindaco donna della città avrebbe allettato parecchio e messo in serie difficoltà la campagna elettorale dell’attuale Sindaco, ma le velleità di Sossio Vitale lo hanno fatto desistere, rifiutare la proposta sensatissima del leader di “Progetto X Crispano” e con molte probabilità lo faranno anche battere contro un muro.

Allora i dubbi sorgono spontanei: a quale costo un candidato a sindaco autoproclamato, consapevole delle proprie difficoltà, rifiuta una proposta che lo metterebbe comunque al comando della città, accettando una sconfitta quasi certa? Che ci sia già un accordo pre-elettorale tra lui e l’attuale Sindaco su cariche ed eventuali incarichi o prebende da raccogliere a livello provinciale e/o regionale? Lo scopriremo solo vivendo!

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A CRISPANO, alle prossime elezioni il PD si candida contro il Sindaco del PD. Cennamo: “Il degrado a nord di Napoli è colpa del PD”

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CRISPANO – La campagna elettorale in città ha subito una battuta d’arresto. I lavori elettorali fermi al palo e chi aveva l’entusiasmo del primo giorno di vacanza estiva, sembra essersi rintanato. Non vola una mosca, non c’è un’indiscrezione, come se qualcuno avesse anestetizzato il tutto. Unica nota di colore, su cui si possa discutere, sono le immagini che i social ci regalano del Sindaco Michele Emiliano.

Più volte ripreso, prima a cena insieme ai cittadini dell’hinterland napoletano, tutti rigorosamente del PD, ad eccezione del leghista Antonio Pannone, poi in fila dietro al capopolo Enzo De Luca che a Roma rivendicava l’ostruzionismo del Governo centrale sui Fondi di Sviluppo e Coesione.

Mentre il Sindaco Michele Emiliano, promuoveva la sua idea di “lotta armata” contro l’Autonomia differenziata e mentre un suo commensale dell’altra foto (Antonio Pannone ndr) chiedeva al Presidente dell’Anci Carlo Marino di prendere le distanze dal modus operandi di De Luca, a Crispano qualcuno si chiedeva: “da che parte sta Michele Emiliano?”

Si, perché dagli ultimi post che girano su facebook, compreso quello dell’adesione del M5S cittadino alla lista del Sindaco Emiliano con la candidatura di Biagio Fusco con il futuro accordo di essere rappresentato da Filippo Castaldo in esecutivo – riflettendo, di rimando, lo stesso equilibrio che i due partiti PD e M5S presentano a Roma – pare che il sindaco crispanese voglia a tutti i costi dare l’immagine di essere un appartenente del Partito Democratico, quando poi tutti sanno in città che il partito della Schlein è schierato con Sossio Vitale – perse le tracce di costui nell’ultimo periodo – e quindi contro l’attuale ricandidatura del Sindaco Michele Emiliano.

Per saperne di più del sentiment cittadino abbiamo contattato l’alter ego ai due, l’altro candidato a Sindaco Enzo Cennamo che davanti ai nostri microfoni ha dichiarato: “Non mi meraviglierei se la stortura crispanese del PD si evidenziasse ancor di più al momento della presentazione delle liste. Il Partito Democratico, a mio avviso, da sempre è stato il responsabile della deriva dei nostri territori. Se lei guarda a quella foto di tutti i sindaci seduti a quel tavolo, può benissimo comprendere da dove nasce l’origine di tutti i mali politici a nord di Napoli. Quella foto è l’esatto ritratto della conurbazione a nord di Napoli, guidata da un solo partito e che presenta in tutti i comuni che la formano, gli stessi disagi e lo stesso degrado. Quindi non riesco a comprendere quanto sia vantaggioso per il Sindaco Emiliano apparire come un Sindaco del PD o quanto meno come un Sindaco che segue quegli stessi ideali. Per fortuna noi ragioniamo diversamente, in perfetta sintonia con chi amministra il Paese intero e che vede anche Crispano come attuazione di un altro modello di città, una città a misura d’uomo”.

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CRISPANO. Sossio Vitale, al netto delle firme, si autoelegge candidato a Sindaco. È rottura con Carlo Esposito

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CRISPANO – Comincia ufficialmente la campagna elettorale per una parte del centrosinistra crispanese. Due giorni fa il giovane, così non tanto rampante, Sossio Vitale ha posto fine su dubbio amletico che cominciava ad attanagliare il suo gruppo, così attraverso l’approvazione di un mix di giovani inesperti e di anziani attempati è riuscito a guadagnarsi la così tanto sudata investitura di candidato a sindaco. Ma perché così presto?

In realtà, si spera per il plenipotenziario del Consigliere regionale Giovanni Porcelli, tutto questo non diventi un’arma a doppio taglio. Si, poiché le firme poste sotto il documento che lo vede leader indiscusso della sua mini-coalizione sono vuote di contenuto. In realtà il vero dominus indiscusso di quella parte del centrosinistra non si è ancora espresso e da indiscrezioni raccolte in esclusiva si è venuti a conoscenza che non solo non auspicava a questo finale e che il leader di Campania Libera crispanese è stato considerato alla stregua del Sindaco Emiliano quando, nel 2019, con un colpo di coda si impose come candidato a sindaco a pochi giorni dalla presentazione delle liste perché fiutò la sempreverde strategia di Carlo Esposito ma l’ex Sindaco sta anche sguinzagliando i suoi cani fedeli a sondare il terreno su improbabili alleanze che dovessero intercettare lui come terzo nome di superamento. Tutto ciò è assurdo, frutto della sindachite una patologia molto nota a queste latitudini che associata alla politichite fa sì che un anziano di circa 80 anni al posto di godersi la pensione e i nipotini sieda ancora ai tavoli che decidono le sorti della propria città.

In questo periodo di sondaggi, sembra che Carlo Esposito si sia avvicinato, e anche di molto, al Sindaco Michele Emiliano, forse accarezzando l’idea che, perso per perso, tanto vale stare con chi ha più carte in tavola. Eh si. Perché volente o nolente l’ex Sindaco storico di Crispano riesce ancora a determinare l’andamento elettorale nell’alveo del centro sinistra e quindi cerca di far valere il proprio peso elettorale.

Adesso bisognerà capire solo cosa succederà: se il Sindaco Emiliano, per aumentare le sue possibilità di vittoria accetterà le solite richieste sulla modifica del PUC avanzate da sempre da Carlo Esposito o quest’ultimo, per il gusto di stare al centro, rinuncerà alle proprie pretese poiché il suo obiettivo adesso è la sconfitta di Sossio Vitale?

Ovviamente chi se la gode bellamente in tutto questo è Enzo Cennamo a cui nessuno invade il proprio campo del centro destra e nell’idea di tracciare una bella linea di differenza non è escluso che nei prossimi giorni egli riesca anche a portare a casa l’endorsement dei principali partiti del centrodestra nazionale. Così la sfida sarà tra il centrodestra e il centrosinistra spaccato in due.

Su questo tema bisognerebbe stabilire chi dei due è il vero centrosinistra a Crispano poiché mentre Sossio Vitale non perde tempo a calare a terra il poker con Europa Verde, PD, Campania Libera e Azione, il Sindaco Emiliano pur esprimendo l’unica carica elettiva del PD in città, si fa sfuggire dalle mani, come se nulla fosse, il simbolo dei dem, risultando agli occhi dell’opinione pubblica come un sindaco uscente decapitato che si appoggia sulle uniche forze civiche della vicesindaco Lara Imitazione, ultimamente intenta a distribuire banane e Pasquale Vitale che seppur volenteroso, poche sono le azioni determinanti che i crispanesi ricordano.

Da capire inoltre quale sarà la posizione di Nicola Mazzara che da tesserato PD vede il suo partito coalizzato contro di lui ma soprattutto cosa farà, alla fine, Carlo Esposito che, si vocifera inoltre, nell’indecisione nata proprio dalla fuga in avanti del Sossio Vitale, ha proposto in giro per la città, giusto per sondare l’opinione dei cittadini e sfruttarlo come sempre fatto per altri suoi delfini, il nome di Marina Cennamo, nome, ovviamente, che non dispiace alla stragrande maggioranza della città ma che il papà Salvatore, ha smentito prontamente la probabilità di vederla candidata a primo sindaco donna della città.

Insomma, tante le indecisioni all’ombra dei gigli e nulla ancora è stato determinato, le fughe in avanti lasciano il tempo che trovano e le elezioni, per i tempi della politica, ultimamente molto fluida, sono ancora lunghi. C’è ancora tanto da vedere e da raccontare.

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