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NAPOLI. Capodimonte La Fontana del Belvedere ritornerà al suo antico splendore grazie a Ferrarelle

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CAPODIMONTE – Tornerà a zampillare la storica Fontana del Belvedere a Capodimonte grazie a un restauro finanziato dall’azienda di acque minerali Ferrarelle SpA e saranno nuovamente visibili i giochi d’acqua che hanno incantato per anni i napoletani. I lavori di restauro saranno eseguiti dall’impresa Centanni Restauri snc di Vincenzo Centanni & C. in maniera completamente eco-sostenibile, sotto la direzione dei lavori dell’architetto Giosuè De Angelis e inizieranno con un’estesa campagna diagnostica, eseguita in situ e su campioni in laboratorio, finalizzata all’individuazione dei fattori e dei prodotti di degrado che interessano il monumento.

Si procederà poi all’eliminazione di alghe, funghi, muschi e piante superiori infestanti che hanno aggredito il monumento, seguiranno le operazioni di consolidamento per il ripristino della coesione e il fissaggio delle pietre e gli interventi di pulitura per rimuovere le concrezioni calcaree, le croste nere, i residui biologici, e lo sporco da deposito. Inoltre si provvederà alla stuccatura delle lesioni e in generale alla reintegrazione di tutte le lacune presenti.

Il restauro terminerà con la protezione finale del monumento mediante l’applicazione di un prodotto con speciali caratteristiche di idro-oleo repellenza capace di garantire un’adeguata protezione senza pregiudicare la naturale traspirazione della pietra. Inoltre, durante le operazioni di restauro, si provvederà alla impermeabilizzazione della vasca, alla realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione e al ripristino degli impianti idrici e di tutte le canalizzazioni che producono i “giochi d’acqua” originali della Fontana

“E’ un restauro che il quartiere attendeva da anni – commenta il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger – Non avrei potuto immaginare uno sponsor migliore, così legato all’acqua e alla bellezza che questa può creare. Grazie a Ferrarelle la Fontana ritroverà la sua limpidezza e la piena funzionalità dei suoi giochi d’acqua. La missione ambientale del Bosco di Capodimonte, il più grande polmone verde della città, è affine ai valori aziendali di Ferrarelle, che ha posto il tema della sostenibilità ambientale al centro del proprio fare impresa. Questo ci fa capire che il mondo è fragile e che la sua bellezza dipende da noi”.

“Il supporto che la nostra azienda ha deciso di fornire al Museo di Capodimonte è mosso dalla volontà di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale del nostro territorio, rispondendo al dovere in cui crediamo fortemente di restituire e creare valore in primis per la terra in cui la nostra azienda ha sede e radici – afferma Michele Pontecorvo Ricciardi, Vicepresidente e Consigliere Delegato alla CSR Ferrarelle SpA – Siamo convinti che la vitalità di un’azienda non si possa più misurare guardando soltanto al profitto, per questo in Ferrarelle la vitalità prende anche la bellissima forma del sostegno alle arti e alla cultura tra le nostre molteplici attività di Responsabilità Sociale d’Impresa”.

“Le pietre sono sinonimo di solidità e tenacia nel tempo, ma la naturale evoluzione delle rocce,esposte agli agenti atmosferici, ancor più agli inquinanti e all’azione antropica, porta le pietre stesse, nel corso dei secoli, a divenire suolo-polvere. Noi possiamo solo arginare o eliminare i fattori di degrado, recuperando il più possibile le condizioni originarie delle pietre lavorate, adempiendo così al dovere di garantire un futuro ai manufatti artistici” afferma il restauratore Vincenzo Centanni.

Le operazioni di restauro, inoltre, porteranno informazioni preziose anche per l’attribuzione della Fontana stessa. Gli storici dell’arte, infatti, collocano la costruzione della Fontana del Belvedere tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, ma il suo autore resta tuttora ignoto. Originariamente collocata dall’altra parte del bosco, presso il giardino della fruttiera, la fontana fu trasferita nel 1885 (sotto il regno di Umberto I di Savoia) sul lato orientale della reggia di Capodimonte, al centro della zona privilegiata del Belvedere, dalla quale si osserva un ampio scorcio panoramico di Napoli.

Per l’occasione, restaurata dallo scultore Antonio Belliazzi, la fontana fu messa al centro di un’ampia vasca larga venti metri, acquisendo la dimensione monumentale che vediamo oggi. Al centro della vasca si erge uno scoglio sul quale poggiano quattro figure marmoree. Tra eleganti festoni di frutta e fiori, due tritoni, accanto a due divinità fluviali, sorreggono una conchiglia, ornata da una pigna centrale dalla quale fuoriescono zampilli d’acqua.

Emblematica della produzione scultorea partenopea di gusto barocca, nell’ambito accademico della metà dell’Ottocento, la fontana contribuisce a rendere la zona del Belvedere uno tra i luoghi di maggiore richiamo del giardino reale, rispecchiando l’età d’oro della Reggia di Capodimonte, e presto potrà essere di nuovo ammirata in tutta la sua bellezza grazie al sostegno di un’azienda che ha a cuore il suo territorio e i suoi tesori.

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Uno squalo gli amputò la gamba, ma lui torna a surfare: “La vita è troppo bella per fare la guerra, perciò torno a fare wake”

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Era il 9 dicembre scorso quando il 20enne Matteo Mariotti veniva attaccato da uno squalo nelle acque dell’Oceano Pacifico, lungo la Gold Coast orientale dell’Australia.

In quell’occasione perse una gamba sotto al ginocchio, ma non si è mai arreso. Infatti a seguito dell’infortunio era stato ricoverato e curato all’ospedale Rizzoli di Bologna, ed ora dopo circa tre mesi è tornato su una tavola da wakesurf con la protesi.

Ecco quanto testimoniato da un video diffuso sui social:

“È impossibile descrivere a parole le emozioni provate in quegli istanti, posso solo consigliarvi una cosa: ‘credete in voi!’ Obiettivi che sembravano lontani anni luce, sono arrivati in un battito di ciglia e che dire… grazie!”

Poi, continua: “Grazie a chi ci ha creduto dal primo istante, grazie a chi c’è sempre stato e c’è tuttora, grazie a chi mi sta aiutando in quest’impresa e grazie anche a chi mi ha messo i bastoni fra le ruote… mi avete fatto capire che nulla e dico nulla mi butterà mai più giù! La vita è troppo bella per fare la guerra, è per questo che vado a fare wake”.

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Napoli, Gratteri in conferenza stampa: “Test psicoattitudinali anche a vertici di governo e PA”

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Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, ha così risposto alle domande dei giornalisti, soprattutto riguardo alla polemica sulla presenza all’università del cantante Geolier. Ecco le sue dichiarazioni:

“Non si è fatto il nome di nessuno, non mi sono scontrato con nessuno”.

Poi, riguardo l’invito a presenziare all’incontro degli studenti della Federico II con il rapper di Scampia, egli ha aggiunto: “L’ho appreso dalla stampa, ho 66 anni e non si invita una persona così, c’è modo e metodo”.

Poi, ha proseguito: “Il padre di uno studente mi ha chiesto cosa pensassi dei rapper invitati all’università e io ho mostrato disappunto in relazione a coloro che nei video inneggiano a violenza, mafie e droga. Non si è fatto il nome di nessuno, la stampa ha parlato di scontro, ma Gratteri non si è scontrato con nessuno. Sono il procuratore di Napoli e parlo con tutti, anche con l’ultimo degli ultimi, è una questione di stile e di comportamento e vorrei che noi tutti, che ci sentiamo istruiti e dei modelli, con i nostri comportamenti aiutassimo il territorio ad essere più libero ed evoluto”.

Per quanto concerne i test psicoattitudinali, egli ha aggiunto:

“I test psicoattitudinali? Se li vogliamo fare, dovrebbero essere fatti per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo e per chi si occupa della gestione della cosa pubblica. Chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati, ma è anche ricattabile”.

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Napoli, ecco perché il ‘cielo giallo’ è nocivo per l’uomo

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Siamo a Napoli, dove nella giornata di ieri si è verificato un evento alquanto singolare. Infatti, c’è stato “un eccezionale afflusso di polveri di provenienza sahariana”.

Questo è quanto ha reso noto l’ARPAC, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, la quale ha sottolineato come il fenomeno abbia causato “concentrazioni elevate di PM10 in molte località della Campania, misurate dalla rete di monitoraggio dell’agenzia ambientale regionale”.

Pertanto il fenomeno era visibile ad occhio nudo e resta visibile anche oggi. Tuttavia il problema concreto risiede nel valore altissimo di PM10 particolato, che è nocivo per l’uomo.

Infatti, nella città di Napoli una delle concentrazioni orarie massime è stata rilevata ieri alle 12 dalla stazione di Capodimonte – Osservatorio Astronomico, pari a 136 microgrammi per metro cubo. Volendo quindi fare un confronto con il limite fissato dalla normativa, esso è pari a 50 microgrammi per metro cubo.

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