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Napoli

REGIONE. M5S: “abbiamo impedito a de Luca di fare della campania un ricettacolo di discariche e cemento”

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REGIONE – I consiglieri del gruppo del movimento cinquje stelle hano dato una sua dichiarato: “Oggi è un bel giorno per la Campania. In linea con quanto abbiamo eccepito nei giorni in cui il Consiglio regionale discuteva la Legge di Semplificazione targata De Luca, il Governo ha impugnato il provvedimento, confermando tutte le criticità che avevamo evidenziato.

Un provvedimento da noi definito un vero e proprio ‘Sblocca Italia in salsa campana’ che sarebbe stato letale per la nostra regione, che ci avrebbe riportato agli anni di Bassolino e della grande emergenza rifiuti, facendo del nostro territorio un ricettacolo di discariche, disseminando la Campania di impianti di trattamento dei rifiuti, invece che investire sulla riduzione, sui centri per il riutilizzo e sugli impianti per il riciclo.

 Grazie all’articolo 6, mascherandole con la nomenclatura di “opere strategiche”, De Luca avrebbe infatti aperto le porte alle lobby della monnezza, riservandosi la possibilità di imporre discariche, inceneritori, impianti a biomasse senza che, di fatto, nessuno, a cominciare dallo stesso ente comunale, potesse opporre resistenza né aprire a un minimo di dialogo democratico sull’utilità o sull’opportunità o meno della stessa opera in quel dato territorio. Ma il governo ha bloccato le smanie dittatoriali di De Luca”.

“Grazie alle nostre critiche puntuali sul testo originario della Semplificazione – hanno sottolineato i consiglieri regionali M5S – eravamo già riusciti a impedire che si estendesse l’ambito di applicazione della legge sul Piano casa, semplificando così l’azione degli speculatori, che sarebbero stati legittimati a trasformare quei pochi spazi ancora liberi o che avrebbero potuto essere liberati, come edifici obsoleti o dismessi, andando ad ampliare ulteriormente la volumetria fino al 35 per cento. Un condono mascherato che avrebbe inondato la Campania di nuovo cemento ma che come Movimento 5 Stelle siamo stati in grado di smascherare e bloccare prima del suo approdo in aula”.

Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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Cronaca

Arcangelo ucciso in via dei Tribunali, un’altra arma ha sparato nel luogo della tragedia

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È il giorno della verità e del giudizio per Renato Caiafa.
Questa mattina il 19enne che ha ammesso di avere involontariamente assassinato Arcangelo Correra mentre maneggiava una pistola calibro 9 comparirà in una saletta del carcere di Poggioreale – dov’è detenuto – davanti al giudice per le indagini preliminari di Napoli.

Dovrà rispondere di reati molto gravi: porto e detenzione di arma clandestina, ricettazione e omicidio colposo. Ma, intanto, nel mosaico investigativo fa la sua comparsa un altro tassello inquietante: la scoperta – avvenuta solo qualche ora dopo la tragedia – da parte della Polizia Scientifica, nell’area dove si è consumato il delitto, di un bossolo di pistola di calibro diverso dalla 9×21. Circostanza che lascerebbe ipotizzare la presenza di altre persone armate, se non addirittura di un conflitto a fuoco.
Gli investigatori non credono alla versione del ritrovamento casuale. Il 19enne sostiene di averla ritrovata per caso, nascosta sul copertone di una ruota parcheggiata in zona Sedil Capuano. La circostanza non è un dettaglio: per cui la versione dell’indagato non reggerebbe, il che significa che l’arma fosse proprio in dotazione a Renato.

Il caricatore della 9×21 era quasi pieno. Il serbatoio di questa pistola permette una carica bifilare di 15 colpi, e quella notte ne conteneva almeno otto-nove. Possibile che qualcuno l’avesse lasciata sotto il parafanghi di una macchina?

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Cronaca

NAPOLI. Aggressione al gambiano su corso Garibaldi. Scarcerato un aggressore e un’altro finisce ai domiciliari

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NAPOLI – In merito all’aggressione subita da Ceesay Abdoulie l’extracomunitario dipendente del ristorante “Antonio Antonio” di Napoli, al corso Garbaldi, attuata da quattro ragazzi a bordo di motoscooter, il 6 novembre scorso presso la casa circondariale di Napoli – Poggioreale si è tenuto l’interrogatorio davanti al Giudice delle indagini preliminari dott.ssa Valentina Giovanniello.

Dall’esito dell’interrogatorio dei tre arrestati è stato liberato per carenza di gravità indiziaria solo Francesco Di Leva difeso dall’avv. Mario Angelino del foro di Napoli, resta in carcere Antonio Contiello difeso dall’Avv. Caterian Sanfilippo mentre vengono assegnate le misure cautelari ai domiciliari a Salvatore Morelli difeso dall’Avv. Rocco Maria Spina.

Allo stato attuale risulta ancora irreperibile, invece, Donato Belardo a cui gli organi inquirenti danno ancora la caccia.

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