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AFRAGOLA. Caso bombe, Lega vs Sinistra 1-1. La camorra ringrazia

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AFRAGOLA – È appena terminata la due giorni programmata all’insegna della lotta contro la camorra, ieri con la visita del Ministro degli Interni Salvini e oggi con la passeggiata pacifica fino al Comune organizzata dalla CGIL con l’adesione di “Libera, altre sigle sindacali, Legambiente e altre associazioni del territorio, tutte o quasi riconducibili ad ideali di sinistra.

Terminate le kermesse, una riflessione è d’obbligo. Al di là dei baciamano che lasciano il tempo che trovano  – poi c’è un detto antico che non sbaglia mai che recita: “A parola s’apprezza dalla bocca di chi esce” se si sostituisce alla parola il baciamano, si può capire che peso ha quell’azione fatta da un pover’uomo disperato che nella sua vita non ha altri appigli al di là del Reddito di Cittadinanza, peccato per lui che forse ha sbagliato mano, ha baciato quella della “Quota 100” – ma qualcuno si è domandato, in realtà qual è stata la reale risposta di Salvini per risolvere il problema della Camorra o ancor meno del racket ad Afragola? Qualcuno si è domandato, chi degli amministratori, compreso il sindaco Grillo, ha incastrato Salvini in un angolo tirandogli dalla bocca quali siano le sue visioni o soluzioni immediate per Afragola? O davvero tutti quanti credono che siamo ai livelli del baciamano di turno? In conferenza stampa il Ministro degli interni non è andato oltre il solito populismo. Ad Afragola, così come ovunque a nord di Napoli, non basta dire sgomberiamo le case occupate dai camorristi. A Caivano, l’ex sindaco Monopoli, per avere solo avviato le pratiche di censimento al Parco Verde, sta pagando le pene dell’inferno, in ultimo è stato raggiunto anche da un invito a dedurre davanti alla Corte dei Conti e Dio solo sa, come siano andate le cose. Salvini è in grado di proteggere quel sindaco che oserà mettere le mani sugli alloggi delle Salicelle o dei Mattoni? Ha definito i suoi piani per la sicurezza del territorio, mentre in una stanza del secondo piano gustava un favoloso buffet riservato solo ai membri del cerchio magico mantenendo fuori la porta tutti i Consiglieri comunali, espressione della democrazia sul territorio? Sicuramente, la mia scarsa attitudine a fare il giornalista avrà fatto si che forse mi è scappato qualcosa e su questo invito chi abbia avute risposte in questo senso a contattarmi personalmente.

Sarò anche strano, ma io dalla politica mi aspetto soluzioni, la politica deve restare sempre al mio servizio, in quanto cittadino italiano e non sono certo io a preparare red carpet in segno di sudditanza psicologica. Salvini doveva venire ad Afragola con soluzioni in tasca. Con visioni precise, ma soprattutto con la consapevolezza totale del territorio. Ieri tutto questo non è stato dimostrato. Ieri ad Afragola, Salvini da buon propagandista, ha saputo bene approfittare di un vuoto politico solcato da decenni. Il baciamano, in realtà, è stato indotto proprio dalla mancanza di politica sul territorio e di questo ne dovrebbero rispondere i sindaci che hanno preceduto Grillo. Se un afragolese, in segno di disperazione, si affida alla mano di un Ministro è solo per il fatto che a livello di politiche sociali, in città non si sente tutelato. È questo il vero fallimento della classe dirigente afragolese.

Ma tutto passa e tutto si dimentica, così come sono stati dimenticati anche i cori di Pontida. Così come sarà dimenticata anche la giornata di Salvini ad Afragola. Oggi, invece la sinistra afragolese, ha voluto dare anch’essa una risposta a quella che definisce da sempre “una montagna di merda” e lo ha fatto nel più becero dei modi, a mio modesto avviso. Se di lotta comune, contro la camorra, si deve parlare, allora oggi chi ha intonato i cori “Bella Ciao” e “Giu le mani dalla Masseria” ci deve spiegare cosa ci azzeccavano con la lotta alla camorra.

Il fatto che lo sgombero da cose e persone attuato dal settore comunale della Masseria Ferraioli in autotutela sia un atto amministrativo del tutto rispettabile e giusto, su questo non ci piove, sul fatto che sia avvenuto nella giornata in cui arrivava ad Afragola il Ministro Salvini si possono fare innumerevoli dietrologie. Ma il fatto che la giornata in cui, amministrazione e società civile, stiano manifestando contro il crimine organizzato, venga strumentalizzata da quella parte politica che ancora non è capace di fare autocritica sul fallimento politico del proprio territorio è disarmante e non fa altro, così come la passerella fatta dal vicepremier, che prestare il fianco alla criminalità organizzata. Perché fino a quando si butta tutto in caciara, tutto viene archiviato in poco tempo, mentre i commercianti afragolesi, saranno ancora costretti a pagare il pizzo. Perché inutile girarci intorno, sappiamo tutti che mentre ad Afragola viene Salvini, in un negozio dello stesso territorio si stanno incassando soldi in maniera estorsiva.

Dove c’è il vuoto, quel vuoto va riempito. Salvini ha riempito il vuoto politico a livello governativo, laddove i partiti storici hanno lasciato spazio. Ad Afragola un nuovo clan cerca di riempire il vuoto lasciato dal vecchio e la gente continua a sperare aggrappandosi alla prima mano tesa. Certo, forse il vicepremier l’avrà stesa troppo e nulla ha fatto per evitare, ma si sa l’umiltà è per pochi. Fatto sta che la gente è sempre più disperata e nella disperazione si fanno gesti inaspettati, ma quali saranno le risposte che daremo domani a chi vuole intraprendere un percorso commerciale sul territorio? La politica, il sindaco o chi per esso delegherà ancora l’organizzazione di passerelle, o da qui a breve ci saranno ordinanze o delibere significative? Una cosa è certa, da questi due giorni sono aumentati sia dissapori locali che istituzionali. I consiglieri comunali rimasti fuori la porta al secondo piano non lasceranno passare questa cosa come se non fosse accaduto nulla, così come il vicepremier Salvini non perdonerà l’attacco ricevuto oggi dal “Il fatto quotidiano” (leggi qui).

Infatti da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che il vicepremier non abbia gradito la facilità con la quale sia stato sottomesso alla gogna mediatica e stia chiedendo ai diretti interessati come sia potuto succedere una cosa del genere, ancora da capire però se al vicepremier abbia dato più fastidio il selfie o la nomina dell’assessore Acri. Una cosa è certa per uno perennemente in Campagna elettorale e che proprio ieri i sondaggi lo davano al 34% dei consensi, avere una mazzata del genere, vuol dire causargli un infortunio non di poco conto. Ma queste sono questioni politiche che si risolveranno tra politici. Il mio appello lo faccio all’uomo, all’imprenditore, al membro della società civile, alla persona intelligente che ho conosciuto in campagna elettorale, colui che ama la propria città ed è quello di salvarsi e salvare Afragola, uscendo dalla porta di servizio del cerchio magico, anche perché, se proprio non se ne fa parte, difficilmente ci si siede a capotavola.

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AFRAGOLA. Il Sindaco Antonio Pannone vara la nuova giunta

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AFRAGOLA – Dopo aver effettuato l’azzeramento della giunta, per riottenere nuovi equilibri, date le evoluzioni avute in Consiglio Comunale, il Sindaco Antonio Pannone si appresta a formare la nuova giunta.

Da indiscrezioni raccolte da Minformo i formanti il nuovo esecutivo saranno: Chiara Nespoli, Perla Fontanella, Antonio Giacco e Pasquale De Stefano, confermati inoltre la vicesindaco Pina Castiello e Aniello Silvestro.

Nelle prossime ore sapremo di quali deleghe saranno investite.

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VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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AFRAGOLA. Capitolato carente delle info necessarie. Revocato il bando di gara per la scuola dell’Addolorata

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AFRAGOLA – La sprovvedutezza della politica, inevitabilmente, si ripercuote anche nei settori. È notizia di oggi quella della revoca del bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con modalità alquanto bizzarre e naif, come avrebbe detto un caro ex sindaco rimastomi nel cuore.

Il Comune di Afragola nella persona della Dott.ssa Pedalino pubblica un bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con importo a base d’asta di € 570mila euro.

Il capitolato pubblicato però appare lacunoso e privo delle principali informazioni, utili agli operatori economici intenzionati a parteciparvi. Infatti nel capitolato non è chiarito se all’interno della struttura le suore, attualmente domiciliate in quell’immobile, dovranno continuare ad abitare quell’edificio oppure no. Non era specificato se si fosse trattato di gestione del servizio come riportato nel bando oppure una normale concessione dato che memori dell’affidamento appena concluso, il servizio constatava nella gestione mista tra privati e semiconvittori. Non solo. Ad una prima lettura del capitolato appare lampante anche la mancanza di informazioni circa le convenzioni statali sulla denominazione “paritaria” e a chi saranno destinati eventuali fondi ministeriali. Il capitolato inoltre era sprovvisto anche di costi di manodopera, utenze, Tari e tutto quello che riguardano le spese vive per una gestione di un immobile e del totale servizio. Insomma un capitolato carente di tutto quello che serve ad un operatore economico per potersi fare i famosi “conti della massaia” e stabilire se partecipare e in che percentuale effettuare il ribasso a base d’asta.

Galeotte sono state le numerose FAQ inviate da alcuni operatori economici al RUP del progetto che come spesso accade coincide con la Dirigente del Settore. Le copiose domande di chiarimento rivolte avranno messo in serie difficoltà il redattore del capitolato al punto tale da farle fare marcia indietro sull’intero iter burocratico, revocando di fatto il bando di gara pubblicato dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana.

Un dato amministrativo desolante che denota tutta l’incapacità dei Settori nell’espletare un semplice servizio di indizione di incanto ad evidenza pubblica. Il quale avrebbe permesso all’Amministrazione Pannone di affidare in tempi rapidi il Servizio della gestione della scuola in città. Ma così non è stato.

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