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Politica

ABRUZZO. Le stelle cadenti

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Marco Marsilio è il nuovo governatore dell’Abruzzo. La vittoria per il candidato del centrodestra è merito soprattutto della lega di Salvini che, arrivata al 28% dei voti, risulta essere determinante per la vittoria finale. Giovanni Legnini, candidato del centrosinistra si ferma al 31,5%. Terzo posto per Sara Marcozzi, candidata cinque stelle che scendono sotto 20%. Questa il risultato alle regionali abruzzesi, dopo il mini test di Cagliari per il collegio lasciato vuoto dal velista assenteista Andrea Mura. In quell’occasione il risultato è stato definito dai vertici del Movimento “sporadico”, senza guardare oltre, al lavoro positivo nel capoluogo cagliaritano del Sindaco di centrosinistra Massimo Zedda, fra tre mesi candidato al governo della Sardegna. Ritorniamo alle elezioni in Abbruzzo. Marco Marsilio, indicato da Fratelli d’Italia e sostenuto da un’alleanza formata da Fdi, Lega, Forza Italia, Udc-Dc-Idea e Azione Politica, vince e sostituisce l’ex governatore PD Luciano D’Alfonso. Il centrosinistra unito intorno a Giovanni Legnini con Abruzzo Insieme, Avanti Abruzzo, Abruzzo in Comune, +Abruzzo, Progressisti per Legnini, Centristi per l’Europa-Solidali e popolari e PD, perde. Sara Marcozzi, candidata cinque stelle, non arriva al 20%, risulta essere la vera unica sconfitta e l’unica cosa che ha da dire in un’intervista: “Sono stata vittima delle ammucchiate”, bontà sua. La sconfitta del M5s in Abruzzo ha un valore enorme, da non sottovalutare e lo è per due motivi sostanzialmente e il termine “ammucchiate” è importante.

Il primo motivo della sconfitta bisogna ricercarlo nella “cecità” politica di Di Maio & Co. A Roma i ministri in quota cinque stelle non hanno guardato ai problemi che hanno determinato l’allontanamento dalla classe politica da parte dei cittadini in Abruzzo. In tanti aspettano ancora la ricostruzione e Luigi Di Maio, fresco della presentazione della prima “card” del Redito di cittadinanza, ha preteso di convincere tutti che questa misura potesse rappresentare la panacea di tutti i mali. Così non è stato in Abruzzo, dove c’è stato il primo test reale. In una regione molto vicina al Sud e ai suoi problemi il M5s dimezza i voti dopo tutti i sorrisi e i proclami. Possibile arrivare al governo della Nazione e non pensare che la ricostruzione dei comuni colpiti dal terremoto fosse una priorità assoluta, visto quanto sia costata al centrodestra prima al centrosinistra poi? C’è da mangiarsi le mani a guardare i voti buttati via in un anno. Il secondo motivo di questa sconfitta è da ricercare nella “sordità” politica. Leggo spesso commenti in fb di rappresentanti e simpatizzanti Grillini lamentarsi dell’impossibilità di dialogare nelle realtà locali con le forze sane della politica cittadina. Le vittorie di Roma e Torino hanno illuso oltremodo e il vero paradosso è rappresentato dal fatto che a Roma, con il Governo Conte, un’alleanza il Movimento l’ha messa in campo, quella certo non coerente con la Lega. Lega di Salvini, erede della Lega Nord di Umberto Bossi ma in linea di continuità con il partito nato dallo spadone alzato di Alberto da Giussano e gli scandali. I soldi spariti, gli arresti e le condanne della Lega, da Milano a Roma, sono solo un dettaglio, su cui soprassedere. Allora sorge spontanea una domanda: “Perché non costruire con entità civiche alleanze per elezioni comunali, regionali, passando per le province che, di sicuro garantirebbe maggiori possibilità di vittoria al M5s?” Quello che è accaduto in Abruzzo è solo il secondo campanello d’allarme dopo Cagliari e alla vigilia delle elezioni europee, ma soprattutto delle concomitanti amministrative. Il partito di Grillo se non elimina questa contraddizione, avrà poche speranze di evitare altre sconfitte. Con tutta probabilità, assisteremo al colpo finale di una serie di eventi elettorali negativi. A Roma delle periferie e delle sconfitte i leader nazionali davvero non ne fanno tesoro, le lasciano ai poveri malcapitati. In democrazia, nelle democrazie mondiali se si sbaglia è giusto che qualcuno paghi o si faccia da parte. Chiaramente mi farebbe piacere ascoltare dalla bocca di Sara Marcozzi se ritiene il governo gialloverde anch’esso un’ammucchiata e sarebbe davvero fastidioso in alternativa udire il termine “alleanza”. Sia ben chiaro che se il Movimento cinque stelle avesse ottenuto la stessa percentuale delle elezioni politiche in Abruzzo avrebbe vinto, immaginando che qualche voto al centrodestra lo avrebbe eroso. Si vadano a ricercare i motivi dei voti persi in un anno, invece di offendere elettori ed eletti con aggettivi come “ammucchiate”.

Il governo del cambiamento è l’unica, vera ammucchiata cui abbiamo assistito. Tav, Tap, Triv, Giustizia, Accoglienza, Reddito di cittadinanza, Flax tax etc, risse e dietrofront di ogni genere, altro che cambiamento. Litigano su tutto M5s e Lega, su ogni atto prodotto dal governo Conte, sulla spartizione delle poltrone c’è da dire che scoppia quasi sempre la pace. Quello che si è determinato per il governo nazionale, non vale per le amministrazioni locali e i governi regionali. Quale grande rivoluzione in Italia sarebbe avvenuta se gli Dei del M5s fossero scesi nelle realtà locali, nei problemi, nei drammi di tutti i giorni, dialogando e alleandosi con le tante forze sane nei comuni per vincere e non assistere in futuro al fenomeno delle stelle cadenti, in questo caso solo cinque.

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Caivano

CAIVANO. Sistema delle estorsioni. Fioccano 25 Avvisi di Garanzia. Tutti i nomi.

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CAIVANO – Viaggia spedito l’iter procedurale propedeutico al processo che vedrà imputati i componenti del “Sistema delle estorsioni” che portò preventivamente all’arresto di nove persone il 10 ottobre dello scorso anno, tra politici, funzionari del Comune e malavitosi del posto.

Il 20 Marzo scorso, i sostituti Procuratori della Repubblica Francesca De Renzis, Giorgia De Ponte e Anna Frasca hanno inviato agli indagati la conclusione delle indagini art. 415 bis e 416 c.p.p. – cd Avviso di Garanzia – a tutti gli indagati in questo procedimento.

Oltre ai già noti, il numero degli indagati sale a 25 e tra i personaggi politici, oltre Giovanbattista Alibrico, Carmine Peluso, Della Rocca Arcangelo e Armando Falco, spicca il nome dell’ex Consigliere di Forza Italia Gaetano Ponticelli.

A quest’ultimo la Procura gli contesta il ruolo di informatore – insieme a Peluso e ad Alibrico -degli altri membri del clan Angelino – in particolare Cipolletti Giovanni, Volpicelli Massimiliano, Angelino Gaetano ed il capoclan Antonio Angelino alias “Tubiuccio” – in merito alle imprese aggiudicatarie dei lavori pubblici e agli importi del lavori assegnati.

Il resto dei nomi degli indagati sono già stati annoverati durante la cronaca di questo processo, dato che, chi per un ruolo chi per altri, è stato coinvolto nelle varie intercettazioni e/o vicissitudini legate alle indagini. Di seguito si riportano i nomi di chi è stato raggiunto dall’Avviso di Garanzia: Alibrico Giovanbattista attualmente detenuto, Amico Domenico, Amico Michela, Angelino Antonio alias “Tubiuccio” attualmente detenuto, Angelino Gaetano attualmente detenuto, Bernardo Giuseppe, Bervicato Raffaele attualmente detenuto, Celiento Domenico, Celiento Vincenzo, Cipolletti Giovanni attualmente detenuto, Coppeta Filomena, Della Gatta Domenico, Della Rocca Arcangelo, D’Ambrosio Antonio, Falco Armando, Galdiero Domenico attualmente agli arresti domiciliari, Lionelli Raffaele attualmente detenuto, Natale Angelo attualmente detenuto, Peluso Carmine attualmente detenuto, Peluso Francesco, Peluso Teresa, Pezzella Martino attualmente detenuto, Ponticelli Gaetano, Volpicelli Massimiliano attualmente detenuto, Zampella Vincenzo attualmente detenuto.

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Afragola

VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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campania

M5S, Villani: “Ancora nessun intervento per il ripristino della storica linea ferroviaria Salerno-Napoli”

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Nonostante i mesi trascorsi dalla interruzione della storica linea ferroviaria Salerno-Napoli a causa di un crollo di massi a Vietri sul Mare il 20 gennaio scorso, non emergono notizie rassicuranti per i pendolari e i viaggiatori della zona. La mancanza di interventi tempestivi e la scarsa programmazione hanno creato un’incertezza che grava pesantemente sulle necessità e la quotidianità di migliaia di persone, tra cui lavoratori e studenti che si spostano tra Salerno, Cava de’ Tirreni e l’Agro Nocerino Sarnese. Finora, i passeggeri sono stati costretti a fare affidamento su un servizio sostitutivo di autobus, manifestamente inadeguato e insufficiente a soddisfare la domanda di trasporto di uno fra i territori più densamente popolati del salernitano. Una decisione che, tra l’altro, ha peggiorato notevolmente anche il traffico su strade già compromesso per una serie di interruzioni dovute a lavori. 

Benché vi siano state numerose interlocuzioni fra il Comune di Salerno, la Regione e funzionari di RFI, ad oggi, gli interventi per ripristinare la linea sono ancora bloccati dalla necessità di abbattere un edificio situato vicino ai binari, rendendo la situazione ancora più complessa. Il Comune di Salerno è coinvolto in un potenziale contenzioso legale con i proprietari dell’immobile in questione, il che potrebbe ulteriormente ritardare i tempi di riparazione. Questa situazione rappresenta un incubo per i pendolari, che devono affrontare quotidianamente ritardi, disagi e incertezze sulle tempistiche di viaggio. Gli utenti dei trasporti pubblici esigono una risposta immediata e concrete per ripristinare la normale circolazione ferroviaria sulla linea Salerno-Napoli.

La mancanza di interventi efficaci minaccia non solo la mobilità dei cittadini, ma anche lo sviluppo economico e sociale dell’intera regione. Abbiamo chiesto al Comune di velocizzare le procedure e accogliere la disponibilità di RFI a fare interventi di messa in sicurezza in sostituzione del Comune.” A denunciarlo è la Coordinatrice provinciale del Movimento 5 stelle Salerno Virginia Villani.

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