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CASERTA. Rapina, sparatoria, inseguimento: arrestati due uomini di MARANO e SCAMPIA

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Nella serata di ieri, in San Prisco (Ce), i Carabinieri del locale Comando Stazione, coadiuvati da personale della sezione operativa della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, hanno tratto in arresto per rapina, ricettazione, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco in concorso, MUSTO Gennaro, cl. 90, di Marano di Napoli e DAVIDE Ferdinando, cl. 77, di Napoli quartiere Scampia.

I due, in sella ad uno scooter Honda Sh, giunti in quella via Stellato, hanno sorpreso alle spalle un 67enne imprenditore edile di Caserta che in quel frangente si stava accingendo a salire bordo della propria autovettura, una BMW serie 5 s.w., unitamente moglie 66enne.

Nella circostanza, il passeggero dello scooter, con volto travisato da scaldacollo e con pistola in pugno, si è avvicinato all’imprenditore intimandogli la consegna dell’orologio marca “Audemar Piquet” che aveva al polso per poi chiedergli di aprire la portiera della vettura.

Alla resistenza opposta dalla vittima, il rapinatore ha esploso tre colpi di pistola, uno verosimilmente in aria, uno a terra (che di rimbalzo si è conficcato in una vettura Ford Fiesta, parcheggiata accanto alla BMW), ed uno che ha colpito ed oltrepassato il deflettore posteriore lato sinistro della BMW conficcandosi nel sedile anteriore sinistra.

Nel medesimo contesto, conducente dello scooter, con volto travisato da casco protettivo, si è avvicinato alla moglie dell’imprenditore strappandole la borsa che la donna portava a tracolla.

In quel frangente una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di San Prisco in transito in quella zona, notando nella direzione di marcia opposta i due soggetti in fuga a bordo citato scooter, si ponevano al loro inseguimento.

I fuggitivi, a quel punto, con manovre azzardate hanno tentato di far perdere le proprie tracce per le vie circostanti. Ciononostante, i militari dell’Arma sono riusciti a bloccarli, rinvenendo nella loro disponibilità la sola borsa della moglie dell’imprenditore.

Sequestrati, un casco protettivo, due scaldacollo e due paia di guanti. Lo scooter in uso ai malviventi, anch’esso sequestrato, è risultato essere oggetto di furto denunciato il 12 mar 2019 presso i Carabinieri di Napoli Vomero Arenella.

La pistola con cui i malviventi hanno esploso i colpi d’arma da fuoco, al momento, non è stata rinvenuta. Gli arrestati, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

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Malasanità, morto di epatite C dopo trasfusione: la situazione

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L’ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina è stato condannato al risarcimento dei danni per una grave patologia epatica evoluta a seguito di un intervento chirurgico, a favore degli eredi di una vittima di malasanità.

Stando alle prime informazioni, il paziente durante la sua degenza presso l’ospedale, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di emicolectomia destra e ha ricevuto un’emotrasfusione che gli ha fatto contrarre il virus HCV, che si è poi evoluto in cirrosi epatica.

Nonostante le precedenti decisioni sfavorevoli del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello, ritenendo prescritto il diritto al risarcimento, la Corte di Cassazione ha ribaltato tali sentenze, riconoscendo la non prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.

Infatti nel caso del paziente, i sintomi clinici dell’infezione da HCV si sono manifestati solo dopo circa 20 anni dalla degenza, con un progressivo aggravamento della patologia che ha portato al decesso. Pertanto dopo una lunga battaglia legale ingaggiata dal danneggiato e dai suoi eredi, è stato riconosciuto il risarcimento di oltre un milione di euro.

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Giugliano, denunciato per aver usufruito dell’auto del padre morto per falsi ricorsi: i dettagli

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Maxi operazione della Polizia locale di Giugliano, che ha denunciato per falso e sostituzione di persona un cittadino del posto, in quanto firmava ricorsi alle contravvenzioni degli agenti per conto del padre deceduto.

In particolare è emerso che l’uomo usufruiva non solo dell’auto del defunto, ma presentava anche ricorsi ai verbali con firme false. Inoltre gli è stata ritirata anche la carta di circolazione e inviata alla Prefettura.

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Mafia, la Polizia diffonde un nuovo identikit di Giovanni Motisi: è il latitante più pericoloso d’Italia

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, l’ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa Nostra.

In particolare, sfruttando le professionalità e le tecnologie del servizio di Polizia scientifica della Polizia, sono state attualizzate le immagini del latitante risalenti agli anni ’80 ed alla fine dei ’90, con la tecnica della ‘age progression’, grazie alla quale si è riusciti a costruire un prototipo con alcune variazioni degli attuali connotati del viso di Motisi.

L’uomo è nascosto dal 1998 ed è inserito nella lista dei latitanti di ‘massima pericolosità’ del ‘programma speciale di ricerca’ del Ministero dell’Interno.

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