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AFRAGOLA. La strategia della maggioranza è quella di far decadere le virtù del sindaco

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AFRAGOLA – Riteniamo opportuno continuare ad informare – sempre nel nome della trasparenza, virtù sempre più rara negli ultimi tempi ad Afragola – la cittadinanza afragolese su quello che è accaduto realmente ieri ma soprattutto su quello che è accaduto dopo i fatti del Consiglio Comunale.

La qualità della classe dirigente si afferma, via via che si va avanti, sempre più scarsa. Oltre le scialbe motivazioni rilasciate in aula sul no alle riprese dei lavori del Consiglio, ci sarebbero delle vere motivazioni ancora più rammaricanti di quelle ufficiose. Ma svisceriamo prima quello che in realtà sta succedendo nella maggioranza consiliare afragolese.

In campagna elettorale il sindaco Claudio Grillo ha sempre professato che qualora fosse diventato sindaco, avrebbe amministrato in una casa di vetro e in piena armonia e partecipazione con le opposizioni. Valori che qualsiasi buon politico deve avere. Su questo il primo cittadino finora ha sempre dimostrato di possedere appieno queste virtù.

I consiglieri di maggioranza, andando in controtendenza ai dettami impartiti dal capo dell’amministrazione, nello specifico nelle persone di Raffaele Fusco, Biagio Montefusco e Antonio Boemio hanno fatto in modo che la prima grande virtù del primo cittadino decadesse al primissimo intoppo.

Non contenti, ognuno dei tre consiglieri sopra citati nel loro piccolo cerca di dare un contributo negativo alla vicenda. Raffaele Fusco, rappresentante solo di se stesso visto che a mezzo Facebook il coordinatore di Forza Italia Antonio Caiazzo biasima la scelta del collega di negare le dirette streaming ai giornalisti, riesce a circuire l’ignara Dora Moccia appena arrivata inducendola in errore e facendola votare in contrapposizione al suo capogruppo Vincenzo De Stefano. Biagio Montefusco accusa le opposizioni di manovrare la stampa nel presentare istanza per le riprese video del Consiglio Comunale e Antonio Boemio va oltre: addirittura accusa Minformo e NapoliMetropoli di essere due testate “alle dipendenze” del Consigliere Gennaro Giustino e per questo motivo si è prodigato anche dopo la sospensione del Consiglio Comunale, nella stanza adiacente l’aula consiliare, nel convincere il sindaco Claudio Grillo ad accettare il responso della votazione poiché la stampa sarebbe in combutta con l’opposizione avrebbero teso una trappola alla maggioranza.

Ora comprendo che NapoliMetropoli siccome è la testata online legata al cartaceo Mosaico dove l’editore risulta essere proprio il Consigliere Gennaro Giustino, possa avere l’handicap di essere considerata alle dipendenze del leader di “A viso Aperto” ma noi di Minformo con testata giornalistica e tv sul digitale terrestre annessa editi e diretti dal sottoscritto, non sappiamo più in che lingua scriverlo e dimostrarlo di essere totalmente liberi ed indipendenti. La partita iva del sottoscritto è reperibile all’Agenzia delle Entrate e il fatturato parla chiaro. Le piattaforme di Minformo vivono di sponsorizzazioni, paradossalmente potrebbe essere più accostata al sindaco Grillo che alle opposizioni, visto che esponiamo in bella mostra il banner di “Grillo Sport” azienda del sindaco e ricordo che in passato, addirittura Minformo era considerato il giornale del sindaco, poi quando ha cominciato a denunciare i tiragiacca, questo giochetto ai tiraggiacca stessi non è andato più a genio e allora giù di fango ma non so più come scriverlo: con Minformo c’è poco da fare, il lavoro giornalistico fatto bene farà sempre male a qualcuno, la verità e la denuncia sono armi che fanno male soprattutto a chi fa dei propri interessi l’unica ragione del mettersi a disposizione della comunità.

Ma volendo stare al gioco subdolo di questi Consiglieri comunali, vorrei, insieme a loro trarre delle conclusioni. Ammettiamo, solo per un attimo, che la linea editoriale di Minformo sia dettata dal Consigliere Gennaro Giustino: voi grandi menti pensanti che cercate di imporre la vostra “grande esperienza” al primo cittadino cosa avete dimostrato negando le riprese streaming? Non avete forse dimostrato di temere il confronto con Giustino e l’intera opposizione, davanti alle telecamere e di conseguenza alla cittadinanza tutta? Alcuni consiglieri sono così distratti dai propri interessi che, con il loro comportamento, non si rendono neanche conto del messaggio comunicativo che esce fuori della loro immagine politica. In effetti, negando le riprese alla stampa col pensiero unico di giocare di strategia contro un ipotetico piano strategico delle opposizioni, non hanno fatto altro che attestare il loro timore e il loro senso di sconfitta e inferiorità ancor prima del confronto stesso. Ma forse queste sono elaborazioni troppo complicate per menti dediti all’inciucio e alla “bacchetta”.

Infine c’è una cosa che taglia la testa al toro, i consiglieri Boemio, Montefusco, Fusco e il sindaco se li ha creduti, ci devono spiegare che male avrebbero potuto fare delle semplici telecamere accese o che tipo di accordo arcano avrebbe potuto prendere una semplice testata giornalistica o televisione, come nel nostro caso, affinché le immagini che dovevano uscire in diretta sarebbero risultate alterate o modificate.

Ma siamo sicuri che il primo cittadino da uomo di buon senso e di Comunicazione qual è abbia tirato il carro per la discesa – come si dice in gergo – solo per mantenere buoni i suoi e che non abbia creduto minimamente alle millanterie del Presidente del Consiglio pro tempore che ieri ha fatto rimpiangere il titolare del ruolo Tommaso Bassolino che in quanto a partecipazione, democrazia e irrazionalità ha sempre dato il buon esempio.

Ieri subito dopo il Consiglio comunale c’è stata un’altra riunione di maggioranza ed è proprio in quell’occasione che Antonio Boemio rincara la dose. Infatti, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che il Consigliere comunale dedito alle strutture sportive e negli ultimi tempi anche alle case famiglia, abbia redarguito il primo cittadino ricordandogli di avere 16 consiglieri e non 24. Colpevole il sindaco, secondo Boemio, di essere troppo ecumenico e di ricercare assiduamente consensi alle proprie azioni anche tra le file dell’opposizione.

Insomma, il Consigliere Boemio vuole attirare le attenzioni del sindaco verso le richieste avallate solo ed esclusivamente da un gruppo ristretto di consiglieri, infatti un altro obiettivo del consigliere deluchiano è quello di marginalizzare ancor di più le figure di Dora Moccia e Vincenzo De Stefano, restringendo il cerchio dei consiglieri di maggioranza da 16 a 14 in maniera tale che il peso del suo gruppo rappresentato anch’esso da due consiglieri aumenti sempre più nelle trattative legislativo-sindaco.

Tanto è vero che da un lato si tenta di destabilizzare il rapporto tra Grillo e i Democratici Popolari convincendo al primo cittadino a non cedere alle richieste di un assessore avallate dal duo De Stefano-Moccia e dall’altro lato si tenta di mantenere saldo il proprio gruppo con false promesse legate al Piano Lavoro della Regione Campania istituito proprio dal Governatore De Luca leader del gruppo Campania Libera che, sicuramente, prima di agire verso un senso o un altro, vorrà tenere conto dell’appoggio elettorale alle prossime Regionali del maggio 2020 ed è lì che si aprirà un vero e proprio problema per il gruppo di Boemio visto che in giunta sorreggono un esponente dichiaratamente di destra e governano insieme ad una coalizione dichiaratamente di centro destra.

In poche parole il capogruppo di Campania Libera, ignaro che sui grandi temi diventa imprescindibile il dialogo con le minoranze, cerca di imporre la linea di appiattimento verso quel gruppo di Consiglieri dedito alla lottizzazione delle prebende, volendo far passare le loro modalità di fare politica per quelle giuste e facendo decadere anche la seconda virtù del sindaco, quella dell’ecumenicità. Ma discerniamo pure a cosa hanno portato queste modalità.

Nei diciannove giorni di “assenza” del sindaco poiché era in una posizione riflessiva si è assistiti all’autorizzazione di permesso di costruire della più grande speculazione edile mai vista ad Afragola che fa registrare nomi molto vicini al Consigliere Montefusco e non finisce qui.

Dopo le parole scritte dal primo cittadino nella sua lettera di dimissioni, tanti sono stati i dirigenti a finire sotto la lente di ingrandimento, tra cui anche la dott.ssa Iroso e il suo settore delle Politiche sociali, nello specifico la gestione delle case famiglia, visto che a quanto pare si registrerebbe uno strano traffico di minori affidato sempre ed unicamente alle stesse cooperative. Su quest’argomento ci torneremo con un altro articolo.

Per non parlare, sempre degli stessi consiglieri comunali che hanno preteso sul territorio, la subgestione a titolo gratuito di alcune strutture sportive, patto quest’ultimo in fase di decadenza per rinnovata arguzia degli assegnatari e a quanto pare da questo punto di vista sarà ristabilita la tanto sbandierata legalità.

Insomma l’appiattimento verso questo tipo di gestione non è certamente quello auspicato dal primo cittadino che volente o nolente, per non finire di restare intrappolato in questa morsa di opportunismo, è costretto ad imporre il proprio diktat che tanto male non faceva alla città, ossia quello della trasparenza e del dialogo con l’intera amministrazione.

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AFRAGOLA. Il Sindaco Antonio Pannone vara la nuova giunta

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AFRAGOLA – Dopo aver effettuato l’azzeramento della giunta, per riottenere nuovi equilibri, date le evoluzioni avute in Consiglio Comunale, il Sindaco Antonio Pannone si appresta a formare la nuova giunta.

Da indiscrezioni raccolte da Minformo i formanti il nuovo esecutivo saranno: Chiara Nespoli, Perla Fontanella, Antonio Giacco e Pasquale De Stefano, confermati inoltre la vicesindaco Pina Castiello e Aniello Silvestro.

Nelle prossime ore sapremo di quali deleghe saranno investite.

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VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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AFRAGOLA. Capitolato carente delle info necessarie. Revocato il bando di gara per la scuola dell’Addolorata

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AFRAGOLA – La sprovvedutezza della politica, inevitabilmente, si ripercuote anche nei settori. È notizia di oggi quella della revoca del bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con modalità alquanto bizzarre e naif, come avrebbe detto un caro ex sindaco rimastomi nel cuore.

Il Comune di Afragola nella persona della Dott.ssa Pedalino pubblica un bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con importo a base d’asta di € 570mila euro.

Il capitolato pubblicato però appare lacunoso e privo delle principali informazioni, utili agli operatori economici intenzionati a parteciparvi. Infatti nel capitolato non è chiarito se all’interno della struttura le suore, attualmente domiciliate in quell’immobile, dovranno continuare ad abitare quell’edificio oppure no. Non era specificato se si fosse trattato di gestione del servizio come riportato nel bando oppure una normale concessione dato che memori dell’affidamento appena concluso, il servizio constatava nella gestione mista tra privati e semiconvittori. Non solo. Ad una prima lettura del capitolato appare lampante anche la mancanza di informazioni circa le convenzioni statali sulla denominazione “paritaria” e a chi saranno destinati eventuali fondi ministeriali. Il capitolato inoltre era sprovvisto anche di costi di manodopera, utenze, Tari e tutto quello che riguardano le spese vive per una gestione di un immobile e del totale servizio. Insomma un capitolato carente di tutto quello che serve ad un operatore economico per potersi fare i famosi “conti della massaia” e stabilire se partecipare e in che percentuale effettuare il ribasso a base d’asta.

Galeotte sono state le numerose FAQ inviate da alcuni operatori economici al RUP del progetto che come spesso accade coincide con la Dirigente del Settore. Le copiose domande di chiarimento rivolte avranno messo in serie difficoltà il redattore del capitolato al punto tale da farle fare marcia indietro sull’intero iter burocratico, revocando di fatto il bando di gara pubblicato dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana.

Un dato amministrativo desolante che denota tutta l’incapacità dei Settori nell’espletare un semplice servizio di indizione di incanto ad evidenza pubblica. Il quale avrebbe permesso all’Amministrazione Pannone di affidare in tempi rapidi il Servizio della gestione della scuola in città. Ma così non è stato.

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