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AFRAGOLA. Comune quasi in dissesto e situazione sanitaria precaria sono le nuove sfide del sindaco Grillo

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AFRAGOLA – In queste lande desolate della politica, all’ombra del capolavoro di Zaha Hadid, la stampa è la penultima della filiera politica, essa precede solo i cittadini che sono i suoi maggiori fruitori. I fatti quelli veri restano incastrati nelle porte del Palazzo Comunale e quello che riesce a passare viene filtrato tra tanti pensieri e divergenze di opinioni.

La verità si trova sempre nel mezzo e noi, umilmente, cerchiamo di districarci tra indiscrezioni e veridicità delle notizie. Era di pochi giorni fa un articolo a mia firma dove si rassicurava la gente di Afragola sul fatto che quest’amministrazione avesse trovato il metodo efficace per arginare la difficoltà di incassare i soldi derivanti dalle imposte IMU e TARI, quando ad un tratto una relazione a firma del dirigente Chiauzzi squarcia il sereno creatisi all’indomani di questa notizia.

Stando a quanto scritto dal dirigente del settore finanziario, i conti del Comune di Afragola sono in rosso e con questo andamento l’ente rischia il dissesto finanziario. Apriti cielo! Corsa ai ripari. Ovviamente la prima azione da fare è quella di fermare tutti gli impegni di spesa. Capirai, chiudere gli impegni di spesa, vuol dire chiudere i rubinetti dell’ente pubblico, gli stessi rubinetti che da sempre alimentano la politica delle clientele dei vari consiglieri comunali.

Così il sindaco Claudio Grillo si trova di nuovo al centro delle critiche dei vari addetti ai lavori e anche se quella era l’unica decisione plausibile da prendere c’è chi ha cominciato a pretendere partecipazione nel nome della tanto sbandierata e mai praticata democrazia.

Adesso tutti a porsi domande e tutti a pretendere ciò che prevedevano i patti. Ma quando dall’ente sgorgavano fiumi di denaro, quando al Comune si assumevano 25 agenti di polizia locale andando a pagare vecchie e nuove cambiali elettorali, è mai possibile che nessuno si è chiesto, dirigente compreso, se le casse fossero abbastanza solide da poter permettere l’ennesima emorragia? Ma intanto nessuno continua a preoccuparsi.

Così da un lato c’è Raffaele Fusco che pressa per ottenere il suo assessore che dovrebbe sostituire la Iovino, oggi ancor più ricca di deleghe con l’urbanistica, dall’altro il duo Boemio-Acri che con l’ex assessore e consigliere casoriano Salvatore Iavarone si contendono il centro Lu.Mo. chissà per quali scopi.

Gli altri tre consiglieri di Forza Italia che nell’indecisione dettata dalla netta contrapposizione con il loro collega Fusco e titubanti sulla questione morale dell’assessore Baia, decidono di imporre maggiore partecipazione nelle decisioni al sindaco Grillo.

Tutte queste situazioni non fanno altro che aumentare le difficoltà di una già disastrata condizione economica e politica dell’ente comunale.

È pur vero che a maggior ragione dopo il ritiro delle dimissioni il primo cittadino non ha più scuse ed è costretto a trovare il bandolo della matassa se no appare come complice e connivente di tale situazioni ma cerchiamo di metterci nei suoi panni.

Un imprenditore che il giorno prima delle presentazioni delle liste viene tirato giù dal letto e gli viene proposto di fare il sindaco. Lui che di politica non ha mai saputo nulla. Improvvisamente  viene proiettato in un mondo che non gli appartiene e che mai avrebbe immaginato che fosse così minato da tante regole non scritte che vengono rispettate dagli addetti ai lavori solo quando fa comodo, ha cercato di adattarsi. Forse male. Difendendo, anche a torto, la propria squadra. Di solito un buon leader deve fare così.

Ma Grillo non è stato scelto per fare il leader. Anzi. Se avessero saputo che queste potevano essere le sue ambizioni forse non l’avrebbero scelto. Grillo ha un solo difetto, essere troppo amico dell’ex senatore Nespoli e forse in nome di quest’amicizia è stata presa una decisione di troppo, quella di affidare maggior portafoglio ad un assessore finora assente dalla scena politica afragolese, soprattutto dal punto di vista ambientale e sanitario.

La città è sporca, l’erba è alta. Ricordo che per molto meno l’ex assessore Sirico è stato criticato aspramente dal sottoscritto. Oggi si assiste ad una vera e propria ecatombe di animali. Tra carcasse di gatti randagi e topi, per strada è quasi impossibile circolare senza turarsi il naso. Per non parlare dell’emergenza rifiuti costante registrata in città. Qualcuno sa che fine ha fatto l’assessore Camillo Giacco?

Un altro evento che ha fatto storcere il naso ai consiglieri di Forza Italia è la scelta gestionale per l’aggiudicazione del nuovo Comandante della Polizia Locale, proveniente dal comando di Terracina e residente a Caserta, voci di corridoi vogliono questa figura molto vicina all’ex senatore Nespoli ma il sindaco è pronto a giurare che l’iter burocratico che ha portato all’assegnazione del ruolo si è svolto nella maniera più trasparente possibile e che il vincitore del bando non è persona conosciuta.

Tante situazioni che creano malcontenti in maggioranza che sommate a quella dell’ombra del dissesto che cala su quest’amministrazione creano un ambiente non facile da gestire per il sindaco Grillo che dal canto suo, da buon imprenditore, tira dritto per la sua strada e tenta di salvare il salvabile cercando di lasciare qualcosa di buono in città della sua esperienza.

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AFRAGOLA. Il Sindaco Antonio Pannone vara la nuova giunta

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AFRAGOLA – Dopo aver effettuato l’azzeramento della giunta, per riottenere nuovi equilibri, date le evoluzioni avute in Consiglio Comunale, il Sindaco Antonio Pannone si appresta a formare la nuova giunta.

Da indiscrezioni raccolte da Minformo i formanti il nuovo esecutivo saranno: Chiara Nespoli, Perla Fontanella, Antonio Giacco e Pasquale De Stefano, confermati inoltre la vicesindaco Pina Castiello e Aniello Silvestro.

Nelle prossime ore sapremo di quali deleghe saranno investite.

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VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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AFRAGOLA. Capitolato carente delle info necessarie. Revocato il bando di gara per la scuola dell’Addolorata

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AFRAGOLA – La sprovvedutezza della politica, inevitabilmente, si ripercuote anche nei settori. È notizia di oggi quella della revoca del bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con modalità alquanto bizzarre e naif, come avrebbe detto un caro ex sindaco rimastomi nel cuore.

Il Comune di Afragola nella persona della Dott.ssa Pedalino pubblica un bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con importo a base d’asta di € 570mila euro.

Il capitolato pubblicato però appare lacunoso e privo delle principali informazioni, utili agli operatori economici intenzionati a parteciparvi. Infatti nel capitolato non è chiarito se all’interno della struttura le suore, attualmente domiciliate in quell’immobile, dovranno continuare ad abitare quell’edificio oppure no. Non era specificato se si fosse trattato di gestione del servizio come riportato nel bando oppure una normale concessione dato che memori dell’affidamento appena concluso, il servizio constatava nella gestione mista tra privati e semiconvittori. Non solo. Ad una prima lettura del capitolato appare lampante anche la mancanza di informazioni circa le convenzioni statali sulla denominazione “paritaria” e a chi saranno destinati eventuali fondi ministeriali. Il capitolato inoltre era sprovvisto anche di costi di manodopera, utenze, Tari e tutto quello che riguardano le spese vive per una gestione di un immobile e del totale servizio. Insomma un capitolato carente di tutto quello che serve ad un operatore economico per potersi fare i famosi “conti della massaia” e stabilire se partecipare e in che percentuale effettuare il ribasso a base d’asta.

Galeotte sono state le numerose FAQ inviate da alcuni operatori economici al RUP del progetto che come spesso accade coincide con la Dirigente del Settore. Le copiose domande di chiarimento rivolte avranno messo in serie difficoltà il redattore del capitolato al punto tale da farle fare marcia indietro sull’intero iter burocratico, revocando di fatto il bando di gara pubblicato dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana.

Un dato amministrativo desolante che denota tutta l’incapacità dei Settori nell’espletare un semplice servizio di indizione di incanto ad evidenza pubblica. Il quale avrebbe permesso all’Amministrazione Pannone di affidare in tempi rapidi il Servizio della gestione della scuola in città. Ma così non è stato.

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