Resta sintonizzato

Ambiente

CAIVANO. Commissari ambientalisti improvvisati mandano i cittadini incontro al pericolo

Pubblicato

il

CAIVANO – La Commissione Straordinaria, nell’ambito delle attività per la salvaguardia dell’ambiente, aveva previsto per stamattina la partecipazione da parte del Comune di Caivano al ‘Word CleanUp Day 2019’ (Giorno della pulizia mondiale) l’evento ha come obiettivo la pulizia di alcune zone della propria città.

Tanti i volontari accorsi al Centro Delphinia, la location da pulire scelta dalla terna commissariale. Tra i tanti volontari anche quelli di Legambiente, del Forum giovani di Caivano e di associazioni locali. Peccato che al loro arrivo nell’ex centro polisportivo hanno trovato un ambiente malsano e un’area totalmente inagibile.

Oramai la mania dell’ambientalismo a tutti i costi ha preso la mano anche ai Commissari Prefettizi che pur di seguire l’esempio di Greta Thunberg si tuffano in iniziative a dir poco discutibili. Purtroppo l’ambiente non è un tema che possono trattare tutti. Così si rischia di mandare tutto all’aria e anche gli sforzi fatti dalla piccola Greta, almeno fino a quando non diventasse popolare e quindi il testimonial delle grandi battaglie di chi oggi ha cambiato la rotta dei propri investimenti dopo aver inquinato da secoli il nostro pianeta, si mandano in caciara.

E così da quella che poteva sembrare una buona idea dei commissari, in realtà si è rilevata solo uno scampato pericolo per chi ha partecipato, visto che all’interno del Centro “Delphinia” i volontari, come potete vedere dalle immagini, hanno potuto trovare, tombini divelti, buche, cavi elettrici scoperti, siringhe, perdite d’acqua col conseguente rischio di scivolare e liquami maleodoranti che escono fuori dal terreno. Insomma uno scenario apocalittico quello che hanno trovato i volontari stamattina e pensare che per molto molto meno si è reso inagibile a ricevere balle di immondizia ad un’area nella zona ASI di Pascarola. Qui invece ci facciamo entrare cittadini a pulire.

Ma poi c’è un’altra riflessione da fare! Quando si parla di salvaguardare l’ambiente si parla di ecosistema e di tutto quello che lo danneggia, pertanto ci stiamo ancora domandando che cosa c’era da salvaguardare all’interno del Delphinia quando ci ha già pensato l’uomo con le colate di cemento a deturpare l’ecosistema? Pertanto ci permettiamo di criticare – a differenza di altre testate che hanno perfino esaltato così come sono abituati ad esaltare qualsiasi gesta di chi è al potere della città per ignoranza o per assenza di senso critico, quest’ultimo valore imprescindibile per un cronista – anche la scelta della location pensata dai commissari visto che qui non si stava parlando di pulire spiagge, foreste o boschi ma bensì una ex attività commerciale oramai diventata di per sé già un ecomostro.

Ecco perché prima di andare appresso ad adoloscenti, preti e saltimbanchi vari, per quanto riguarda un tema così delicato, si dovrebbe sempre interpellare per prima la comunità scientifica e basare le proprie azioni in base agli studi effettuati e ai dati raccolti. Di nuovi “gretini” non ne abbiamo bisogno, questo pianeta ha già dato troppo.

Continua a leggere
Pubblicità
Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ambiente

Puzza di zolfo a pochi metri dal vulcano Vesuvio sorge preocupazione

Pubblicato

il

Da ieri i cittadini che risiedono nelle vicinanze del Vesuvio lamentano una preoccupante puzza di zolfo. Sono tantissimi a lamentarsi sui social in particolare a Torre del Greco.

La sentiamo da ieri ma non capiamo a cosa è dovuta. A volte proviene dal Vesuvio, non è inusuale, ma stavolta è pi intensa e duratura“, spiega Giuseppe. “Non se ne può più. Corriamo pericoli? Qualcuno può darci una spiegazione”, afferma Angela.“Siete sicuri che non si è incendiato qualcosa? Mi sembra più puzza di bruciato”, scrive invece Antonio.

La caratteristica puzza di “uova marce” è data solitamente dalla composizione di zolfo e idrogeno che contraddistingue solitamente però la caldera dei Campi Flegrei e non la zona vesuviana, anche se non di rado le cosiddette “zaffate” di zolfo sospinte dal mare giungono nei centri cittadini.

Continua a leggere

Ambiente

Campi Flegrei, cosa ha scoperto uno studio sugli eventi sismici

Pubblicato

il

Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’University College of London (UCL), la presenza di due livelli poco permeabili nella crosta dei Campi Flegrei regolerebbe i movimenti verticali e la sismicità osservati negli ultimi 40 anni. La ricerca “Evolution in unrest processes at Campi Flegrei caldera as inferred from local seismicity”, pubblicata sulla rivista scientifica “Earth and Planetary Science Letters”, ha analizzato la distribuzione degli eventi sismici e dell’energia da essi rilasciata: i risultati suggeriscono che quest’ultima si concentra principalmente in prossimità di due livelli (superfici di separazione tra rocce con proprietà fisiche e chimiche diverse) situati rispettivamente a circa 3 ed a 1-1,5 chilometri di profondità. 

“Questi livelli svolgono un ruolo chiave nel controllo dei movimenti verticali e della sismicità nei Campi Flegrei e sono presenti in diversi sistemi vulcanici caratterizzati da alte temperature e da circolazione dei fluidi. Quello più superficiale previene almeno in parte la dispersione dei fluidi idrotermali verso la superficie, fluidi che hanno un ruolo significativo nell’innesco della sismicità”, spiega Stefano Carlino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautore dello studio. Al di sotto del livello più profondo, le rocce passano da un comportamento fragile, cioè sono soggette a rottura determinando i terremoti, a uno duttile, in cui si deformano plasticamente senza rompersi.

“Qui avviene il processo di accumulo di fluidi e/o di magma che determinerebbe l’aumento di pressione e il sollevamento della caldera. L’innalzamento potrebbe continuare fino a quando lo stiramento della crosta consentirà il maggiore deflusso di gas in superficie, con conseguente depressurizzazione della sorgente del sollevamento, come pensiamo sia avvenuto durante la fase terminale della crisi bradisismica del 1982-1984, iniziata con lo sciame del 1° aprile 1984”, afferma Nicola Alessandro Pino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautore dello studio. A differenza del periodo 1982-1984, durante l’attuale fase di sollevamento in corso dal 2005, la sismicità è concentrata maggiormente nel settore orientale di Pozzuoli, al di sotto dell’area Solfatara-Bagnoli.
“Questo suggerisce che, negli ultimi anni, la risalita di fluidi di origine magmatica, con conseguente indebolimento delle rocce, sia avvenuta quasi esclusivamente in questo settore della caldera, dove il nostro studio ha evidenziato un innalzamento della profondità della transizione delle caratteristiche delle rocce da fragili a duttili”, aggiunge Stefania Danesi, ricercatrice della Sezione di Bologna dell’INGV e primo autore dello studio.

Come afferma Christopher Kilburn, professore dell’University College of London (UCL) e co-autore dello studio, “gli innalzamenti del suolo nei Campi Flegrei nelle ultime decadi favoriscono lo stiramento e l’eventuale rottura parziale della crosta. Questo processo facilita il passaggio dei fluidi accumulati nel sottosuolo e quindi una perdita di pressione in profondità”. “Il monitoraggio dell’attività dei Campi Flegrei nel prossimo futuro potrà indicare se gli sciami sismici degli ultimi mesi rappresentino o meno l’inizio di questa fase”, conclude Stefania Danesi.

Continua a leggere

Ambiente

Campi Flegrei, il vulcanologo: “Il problema non è l’eruzione, innalzare il livello di allerta sull’eruzione sarebbe una cosa sbagliata”

Pubblicato

il

“In questo momento il problema non è l’euzione dei Campi Flegrei perché non ci sono i segnali per nessun movimento vulcanico. Oggi abbiamo l’esigenza di difenderci dal terremoto provocato. L’area interessata è principalmente il comune di Pozzuoli, Bacoli e Bagnoli. Il vero problema è la vulnerabilità degli edifici di questa zona. Innalzare il livello di allerta sull’eruzione sarebbe una cosa sbagliata”. Questo il pensiero di Giuseppe Luongo, professore emerito di Fisica del Vulcanismo all’università “Federico II”, che ha parlato a Radio Kiss Kiss Napoli dell’ipotesi di innalzamento dell’allerta per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei da “gialla” ad “arancione”. 

Nella zona dei Campi Flegrei “non c’è allarme, la commissione Grandi rischi conferma l’allerta gialla”. E’ quanto annunciato dal ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i comuni dell’area e i vertici di Ingv. “In questo momento l’allerta gialla è ampiamente confermata”, ha aggiunto. Il ministro ha spiegato che la zona rossa legata al rischio bradisismo è stata comunque definita e “coinvolge circa 85 mila persone e 15 mila edifici”. Il piano di comunicazione, ha concluso, “sarà pronto il 27 novembre”.

“La Commissione Grandi Rischi ha confermato il livello di allerta giallo rispetto al rischio vulcanico ed ha opportunamente ritenuto di potenziare i sistemi di monitoraggio al fine di garantire la sicurezza della popolazione. Sappiamo di dover convivere con il fenomeno vulcanico e con quello bradisismico, anche nelle fasi difficili come quella attuale. L’attenzione del governo e delle strutture operative centrali ci rasserena e sappiamo di dover essere consapevoli e continuare ad occuparci del nostro territorio come stiamo facendo incessantemente”. E’ quanto affermano in una dichiarazione congiunta i sindaci di Pozzuoli, Luigi Manzoni, di Napoli, Gaetano Manfredi e di Bacoli Josi Gerardo della Ragione chiedendo di fare “attenzione a non creare allarmismi”.

“Prendiamo spunto dalle osservazioni della Commissione per richiedere con forza l’attivazione delle iniziative previste dal governo nel decreto legge, e integrate dagli emendamenti richiesti dai Comuni flegrei – continuano – Ricordiamo a tutti di fare molta attenzione ai termini usati per la comunicazione, tenendo conto degli effetti sulla popolazione e sull’economia dei Campi Flegrei. Se ognuno si comporta in maniera consapevole, anche tutelando le singole responsabilità, riusciremo a superare le difficoltà e approderemo ad una nuova forma di gestione del territorio maggiormente resiliente”, concludono i primi cittadini.

Continua a leggere

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy