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Caivano

Cesaro strumentalizza il Piano per la Campania su Caivano, Russo lo zittisce: “L’allarmismo crea solo caos”

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CAIVANO – Purtroppo con lo scemare dell’emergenza Covid non fanno capolino solo le schermaglie inerenti la campagna elettorale legate alle amministrative ma cominciano già a girare le prime dichiarazioni farlocche, pensate e artatamente spedite alle redazioni amiche dei protagonisti delle prossime elezioni regionali.

Caivano rappresenta da sempre un bacino di voti povero per il governatore De Luca, questo si sa e quindi diventa un territorio appetibile per i suoi concorrenti. Ed ecco che su questo pezzo di terra campana già martoriato dagli eventi e dalle decisioni assurde della politica si fionda colui che indirettamente già troppi danni ha causato al comune gialloverde.

Stiamo parlando di Armando Cesaro, prossimo candidato al Consiglio Regionale, rappresentato a Caivano dai quattro dissidenti che mandarono a casa Simone Monopoli, sindaco del loro stesso partito. Con l’avallo del loro stesso consigliere regionale non disdegnarono di mandare a casa, perseguendo i loro personali interessi, l’unico politico che sia per cultura che per personalità dava un po’ di lustro al partito berlusconiano in questa landa desolata. Ma veniamo ai fatti di oggi.

L’altro ieri Armando Cesaro – figlio del senatore Luigi Cesaro, oggi coinvolto nello scandalo legato al sistema di corruzione sui terreni dell’Ex Cirio di Castellammare e per il quale il Parlamento a breve dovrà decidere se mandarlo o meno davanti ad un giudice che dovrà convalidare o no la richiesta dell’arresto chiesta dal Pubblico Ministero – dichiara, così come riportato sul quotidiano online IrpiniaTimes: “Con la rimodulazione del Patto per la Campania scopriamo che Caivano perde 10 milioni di euro destinati alle infrastrutture e allo sviluppo. Serve chiarezza”.

Appare ovvio che il Consigliere regionale si riferisse agli 8 milioni destinati all’avvio dei lavori per l’efficientamento rete idrica a servizio dell’agglomerato industriale di Caivano e 1,4 milioni per la messa in sicurezza della viabilità e della pubblica illuminazione nell’agglomerato industriale dello stesso comune. A parte il fatto che non è dato per scontato che nella rimodulazione del Patto per la Campania ci siano e siano sicuri i tagli apportati alla Zona Industriale di Caivano ma poi, la rimodulazione che prevede inoltre un rimpinguamento dei fondi di altri dieci milioni di euro così come dichiarato anche dal Ministro Provenzano all’indomani della firma apposta sul patto di rimodulazione tra Stato e Regione Campania: “Abbiamo rimodulato 6,7 milioni e altri 10 milioni ne abbiamo aggiunti. Il Presidente (De Luca ndr) mi ha offerto un aperitivo che mi è costato un po’ caro ma sono convinto che questo per i cittadini campani potrà essere utile perché si tratta di investimenti sul turismo, sul riassetto del territorio, sulle bonifiche, sulla viabilità secondaria” è un argomento che risale all’8 ottobre 2019. Come mai il Consigliere Cesaro si ricorda solo oggi, parlando di Caivano, che con la rimodulazione si fanno fuori i lavori nella Zona Industriale?

Un po’ distratti anche i forzisti caivanesi che gli fanno eco sul territorio dopo che il Cesaro distratto si ricorda di Caivano a distanza di sette mesi. Magari se qualcuno di essi si fosse interessato prima avrebbe potuto agire realmente nell’interesse della comunità caivanese, invece ancora una volta si preferiscono le chiacchiere ai fatti.

Ma noi di Minformo che come sempre amiamo la verità, abbiamo chiesto un parere ad un addetto ai lavori che si trova nella stessa e identica posizione di candidato e che conosce bene il Consigliere Cesaro perché suo conterraneo ma molto vicino alle idee del Governatore De Luca, Domenico Russo che davanti ai nostri taccuini dichiara: “L’allarmismo crea solo caos, e questo non fa bene alle imprese. La regione nella persona del Presidente De Luca è molto attenta alle imprese del territorio caivanese, nell’area ci sono molto imprese vocate al Green e che il governatore sa che sono importanti per il futuro dell’area e della Campania.
Se non fosse stato per l’arrivo della pandemia il Presidente avrebbe senz’altro partecipato all’iniziativa Meccanica partenopea nella cornice di Vietri organizzata da NRG 4 You ed altre aziende della zona di Caivano”.

Questo a dimostrazione che chi è vicino al governatore De Luca conosce bene la realtà caivanese e sa benissimo quanto il Presidente della Regione, nonostante Caivano sia stato finora un bacino da cui ha attinto poco in termini di voto, tenga molto ad una delle zone industriali più importanti della regione.

Ambiente

Caivano, rimossi e alienati settantacinque veicoli

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La Commissione Straordinaria, composta da Filippo Dispenza, Simonetta Calcaterra e Maurizio Alicandro, fin dai primi giorni dell’insediamento, ha disposto una serie di sopralluoghi sul territorio cittadino al fine di ottenere una mappatura delle problematiche ambientali ivi presenti.
La polizia municipale, sotto il comando di Espedito Giglio, hanno effettuato controlli capillari in sinergia con il settore di tutela ambientale del comune caivanese.
Sono stati rimossi e alienati 75 veicoli, con molta probabilità di origine furtiva, abbandonati in particolare nelle campagne della frazione di Casolla Valenzano e lungo le strade limitrofe.
La Commissione Straordinaria ha voluto esprimere – con una nota ufficiale – la grande soddisfazione per i risultati delle operazioni finora effettuate dal personale impegnato nell’attività di bonifica del territorio.

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Caivano

CAIVANO. Sistema delle Estorsioni del clan Angelino. Prime indiscrezioni sulle dichiarazioni dei Collaboratori di Giustizia

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CAIVANO – Procede senza sosta l’iter procedurale del processo legato al Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino con la connivenza della parte politica e tecnica del Comune di Caivano.

Dopo gli Avvisi di Garanzia, le ultime indiscrezioni riguardano le confessioni rilasciate da coloro che hanno deciso di collaborare con la Giustizia.

A primo acchitto, da quello che si legge è che le indagini non si chiudono ai venticinque nomi che abbiamo pubblicato giorni fa (leggi qui). Altri nomi sono ancora coperti dal segreto istruttorio, tanto è vero che nelle documentazioni a disposizione delle difese dei venticinque indagati raggiunti dal provvedimento di chiusura delle indagini, si leggono molti omississ, il che farebbe presagire un’altra raffica di provvedimenti a stretto giro.

Dalle dichiarazioni rilasciate dai neocollaboratori viene quasi tutto confermato di quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni. Giovanbattista Alibrico e Carmine Peluso erano gli addetti a riscuotere somme di denaro per conto del clan, oltre che ad avere il ruolo di richiedenti delle somme estorsive, mentre Martino Pezzella faceva da tramite, incassando il denaro dai politici per poi portarlo al clan, direttamente nelle mani dei fidelissimi di Antonio Angelino detto “Tubiuccio”.

Confermato inoltre il sistema delle aggiudicazioni guidate dal funzionario Vincenzo Zampella e dei nomi delle ditte segnalati dai vari esponenti politici corrotti.

Chi ne esce con le ossa ancora più rotte da queste dichiarazioni sono le figure di Arcangelo Della Rocca e di Gaetano Ponticelli.

Da quello che asseriscono i collaboratori, il primo durante la consiliatura Enzo Falco, oltre ad avere incassato una tangente dalla Gi.Car. direttamente da Bernardo Giuseppe per la rimozione di un manufatto abusivo al Parco Verde, ha anche segnalato professionisti per alcuni incarichi tecnici per il PNRR. Accusato inoltre di avere grossi rapporti all’Urbanistica con imprenditori e tecnici per il rilascio delle licenze edilizie in tempi rapidi. Avendo rapporti diretti con Zampella Vincenzo e con altri tecnici e godendo delle corsie preferenziali, poteva effettuare favoritismi sull’accelerazioni delle pratiche presentate al Comune. Inoltre l’ex Assessore dem, emerso da quanto dichiarato da uno dei collaboratori, pare si sia recato insieme a Pompeo Esposito e D’Agostino Fabrizio, alla CUC di Salerno per cercare di condizionare le attività nella scelta delle ditte a cui affidare i lavori, senza ottenere però alcun risultato positivo.

Le confessioni dei collaboratori, invece, hanno potuto completare il quadro indiziario di Gaetano Ponticelli, ex Consigliere di opposizione, che stando a quanto dichiarato dai collaboratori, stesse bene il Sistema messo all’impiedi dal capoclan, tanto è vero che la sua figura viene menzionata assieme a quella di Albrico Giovambattista, Peluso Carmine e Falco Armando come i politici vicini al gruppo di “Tubiuccio”. Secondo quanto riferiscono i collaboratori, Gaetano Ponticelli era colui che portava le determinazioni comunali riportanti nomi delle ditte e cifre affidate direttamente al clan. Spesso è stato visto uscire da una concessionaria di autonoleggio di via Platone dove Angelino Antonio – alias Tubiuccio – e Angelino Gaetano avevano i loro uffici/appoggio. Addirittura ad un incontro tra il capoclan e il Ponticelli, il pentito di camorra che parla agli inquirenti, ammette di essere stato invitato ad accomodarsi fuori. Secondo quest’ultimo, prassi, questa, consolidata quando si trattava di parlare di affari che riguardassero grossi guadagni in termini economici. Confermata inoltre anche l’intercessione di Gaetano Ponticelli, per fare in modo di non far dislocare la dirigente scolastica Rosalba Peluso – ritenuta dalle indagini, la dirigente gradita al clan – dalla scuola “Cilea, Mameli Rodari”.

Nomi nuovi che destano qualche sospetto sul fatto che il Sistema possa andare anche oltre la nomenclatura già nota sono quelli della dirigente Anna Damiano e del dipendente pubblico Pompeo Esposito che stando a quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia, erano pienamente consapevoli del fatto che il sorteggio della gara sul rifacimento del manto stradale di alcune strade, appaltato poi alla ditta Appalti Generali di Alfiero Luigi, venisse truccato.

Premesso che tutti gli attori di questo procedimento sono innocenti fino a sentenza definitiva e che ognuno di loro avrà modo di difendersi nelle sedi opportune, appare indubbio che la classe dirigente caivanese sia stata lacerata e falcidiata dal punto di vista etico e morale.

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Caivano

CAIVANO. I Commissari chiudono la condotta idrica che forniva altri comuni. Penza: “bisogna tutelare gli insoluti vessati dall’alto costo di approvvigionamento”

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CAIVANO – Altro problema e altra improvvisazione da parte della terna commissariale caivanese. Già nelle settimane scorse noi di Minformo ci siamo occupati della problematica legata ad una condotta idrica in capo al Comune gialloverde ma che, tra gli altri comuni, forniva anche i comuni di Orta di Atella, Sant’Arpino e Crispano (leggi qui).

La questione diventò di interesse parlamentare, al punto tale che il deputato pentastellato Pasquale Penza sollevò alcuni quesiti nella Commissione competente.

Di tutta risposta i Commissari prefettizi caivanesi, hanno pensato bene, per non continuare a gravare sulle casse comunali di chiudere quella condotta e di lasciare interi quartieri crispanesi, santarpinesi e ortesi senz’acqua e senza neanche lasciare agli amministratori di questi comuni – come buon rapporto istituzionale di collaborazione tra le Amministrazioni prevede – un leggero preavviso prima di provvedere alla chiusura dei rubinetti né prendersi la briga di informare gli ignari pari grado dei comuni interessati dell’annoso problema che interessava anche i comuni di loro pertinenza.

Tanto è vero che gli amministratori che non hanno avuto la fortuna di informarsi attraverso le nostre pagine sono risultati del tutto sorpresi di quanto stesse accadendo sul loro territorio fino alla scoperta del nostro articolo che ha delucidato loro del problema. All’indomani della lettura, ognuno di loro ha potuto dare mandato ai propri tecnici di provvedere ad effettuare dei bypass che consentissero di legare le famiglie lasciate senza approvvigionamento idrico alle proprie condotte di competenza.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, alcuni di questi Amministratori stanno anche indagando su un’eventuale configurazione, da parte dei commissari caivanesi, del reato di interruzione di pubblico servizio, dato che i succitati quartieri sono rimasti a secco per oltre 48 ore.

Fermo restando che per quasi cinquant’anni i cittadini caivanesi hanno pagato i costi dell’approvvigionamento idrico anche per queste famiglie mentre queste ultime pagavano, in realtà, a un ente non competente che su di loro esercitava zero spese e premesso che nessuno degli attori attuali sia responsabile di tale disservizio dato che i lavori, come anticipato, risalirebbero a più di cinquant’anni fa è giusto però, che gli organi preposti, facciano chiarezza ma soprattutto trovino soluzioni atte a tutelare gli interessi dei cittadini finora vessati.

Per saperne di più abbiamo contattato il deputato del Movimento 5 Stelle Pasquale Penza che davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Prima di tutto bisogna capire quali e quanti comuni ma soprattutto quante famiglie venivano approvviggionate dall’acqua caivanese. I comuni interessati saranno in grado di darci un numero preciso di famiglie collegate a questa condotta? Ma soprattutto gli Amministratori saranno nelle condizioni di conferirci i numeri giusti? Poi, bisognerà capire se verranno presi in considerazione tutti gli insoluti della povera gente che non potevano permettersi il pagamento di cifre esorbitanti sulla fornitura idrica, dato che il costo del numero sovrastimato di metri cubi d’acqua destinati a Caivano viene ripartito sull’intera popolazione caivanese. Bisogna sapere se gli enti preposti adotteranno una specie di ristoro fiscale nei confronti di chi, in buona fede, avrebbe voluto pagare ma non ha potuto. Dal mio canto farò tutto quanto nelle mie possibilità per portare alla luce questa problematica e tutelare i cittadini caivanesi finora vessati”.

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