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Coronavirus, forma meno aggressiva per chi possiede un cane

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Chi possiede un cane potrebbe sviluppare, in caso di contagio, una forma meno aggressiva del Coronavirus. La stessa situazione potrebbe verificarsi anche per le persone che sono quotidianamente a contatto con i bovini.

Al momento si tratta solo di un’ipotesi elaborata da un team di ricerca italiano guidato dagli scienziati dell’Università “Magna Græcia” di Catanzaro, che collaborano con i colleghi del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Milano, del Dipartimento di Scienze Biotecnologiche di Base, Cliniche Intensivologiche e Perioperatorie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Dipartimento Scienze di Laboratorio e Infettivologiche presso la Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS.

Questa ipotesi si fonda su una valida ragione: la somiglianza genetica tra la proteina S (Spike) del SARS-CoV-2 e quella del Coronavirus respiratorio dei cani.

La professoressa Paola Roncada, docente del Dipartimento di Scienze della Salute dell’ateneo calabrese, afferma:

Gli epitopi immunoreattivi del Coronavirus SARS-CoV-2 (Spike o spicole che circondano il pericapside, involucro esterno, dei virus ndr) presentano un’elevata omologia con porzioni di proteine immunogeniche coinvolte nell’eziopatogenesi di alcuni coronavirus animali tassonomicamente correlati a SARS-CoV-2”.

Data tale somiglianza, il sistema immunitario dei padroni dei cani sarebbe in grado di intercettare meglio il nuovo patogeno e attuare le difese.

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Napoli, sorpreso a sversare rifiuti in strada: scatta il sequestro

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Gli agenti della Polizia Municipale di Napoli hanno sorpreso un uomo mentre sversava una grossa quantità di rifiuti in strada in via Provinciale ai Monti.

In particolare, i vigili sono riusciti a sequestrare il mezzo che guidava e stanno svolgendo le indagini per risalire alla sua identità dopo la fuga. Pertanto l’uomo, quando si è accorto di essere stato scoperto è salito nuovamente sull’autocarro ed è scappato, riuscendo a far perdere le proprie tracce dopo un lungo inseguimento.

Al momento sono state avviate le indagini per identificare il responsabile e denunciarlo.

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Fuorigrotta, vessillo dedicato al boss durante la processione per la Madonna: i dettagli

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La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta per i fatti accaduti durante la processione per la Madonna dell’Arco nel quartiere Fuorigrotta, nei quali è comparso un vessillo dedicato al boss Fortunato Sorianiello, ucciso nel 2014 da un clan rivale in un agguato.

Ecco quanto commentato dal deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Lo diciamo da anni che queste processioni diventano, in molti casi, occasioni per celebrare la malavita e i boss e per questo sono gli stessi clan a muoverne le fila, per celebrare la propria potenza, per raccogliere consensi, per plagiare le menti. Servirebbe un osservatorio speciale per queste situazioni e dovrebbe occuparsene sia la Procura che la Curia, la quale deve allontanare gli ambienti camorristici dalla Chiesa”.

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Pizzo ai commercianti: 10 persone in manette

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Il GIP del Tribunale di Napoli ha emesso un’ordinanza applicativa di misure cautelari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, eseguita dalla Polizia di Stato, rivolta ad undici persone (nove in carcere, una con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, una agli arresti domiciliari).

I reati a loro ascrivibili sarebbero di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, detenzione di armi e spaccio di droga. Le aggravanti riguardano il metodo mafioso al fine di agevolare l’associazione camorristica del clan del Rione Moscarella, attiva nei comuni di Castellamare di Stabia, Sant’Antonio Abate, Pompei e altre zone limitrofe.

C’è un particolare: uno degli indagati, seppur detenuto, avrebbe mantenuto contatti telefonici con i propri complici, così da pianificare e dirigere le attività estorsive.

Ad ora, il provvedimento riguarda la misura cautelare in sede di indagini preliminari, i cui destinatari sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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