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Paolo muore a 43 anni per un incidente fatale in un cantiere

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Caivano piange ancora uno dei suoi figli, è un giorno triste.

Fulmine a ciel sereno in tarda mattina, con la notizia che è tardata ad arrivare perchè il comunicato evidenziava il nome di battesimo Felice, mentre da tutti era chiamato Paolo.

Paolo era stato da alcuni amici operai che erano impegnati in un cantiere edile in zona Asi, a Teverola, ma non è più tornato.

Secondo le prime ricostruzioni, ancora da accertare, il 43enne di Caivano poco dopo le 11 si era recato sul cantiere per salutare gli amici che lavoravano nonostante la festa del 2 giugno.

Da nuove testimonianze, arrivate anche dai social,  diverse persone hanno affermato che l’uomo era a lavoro per svolgere le proprie mansioni. Gli operai erano impegnati nel muovere una grossa trave, ma qualcosa è andato storto ed il blocco di cemento è crollato al suolo, colpendo Paolo che è morto sul colpo.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo di Teverola, che hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica e verificare se all’interno del cantiere fossero rispettate le norme di sicurezza. Il corpo del 43enne è stato trasportato all’istituto di Giugliano in Campania per le valutazioni del caso da parte dell’autorità giudiziaria.
Paolo molto stimato nella comunità ed amato lascia la moglie, insegnante, e due figli.
Le parole di disperazione anche del cugino Carmine Peluso: ‘Non ci sono parole di fronte a questa grande tragedia che ha colpito mia cugina, e la mia famiglia, Oltre il mio compare di cresima, cugino, era un grande amico, sempre disponibile in tutto, abbiamo condiviso tante partite del Napoli era una grande tifoso, mi ha lasciato un grande vuoto nel mio cuore, da lassù veglierà su tutta la sua amata famiglia. Paolo ti porterò sempre nel mio cuore un abbraccio.’
La redazione di minformo.com si stringe attorno alla famiglia per la perdita del caro amico Paolo.
 
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Attualità

Uno squalo gli amputò la gamba, ma lui torna a surfare: “La vita è troppo bella per fare la guerra, perciò torno a fare wake”

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Era il 9 dicembre scorso quando il 20enne Matteo Mariotti veniva attaccato da uno squalo nelle acque dell’Oceano Pacifico, lungo la Gold Coast orientale dell’Australia.

In quell’occasione perse una gamba sotto al ginocchio, ma non si è mai arreso. Infatti a seguito dell’infortunio era stato ricoverato e curato all’ospedale Rizzoli di Bologna, ed ora dopo circa tre mesi è tornato su una tavola da wakesurf con la protesi.

Ecco quanto testimoniato da un video diffuso sui social:

“È impossibile descrivere a parole le emozioni provate in quegli istanti, posso solo consigliarvi una cosa: ‘credete in voi!’ Obiettivi che sembravano lontani anni luce, sono arrivati in un battito di ciglia e che dire… grazie!”

Poi, continua: “Grazie a chi ci ha creduto dal primo istante, grazie a chi c’è sempre stato e c’è tuttora, grazie a chi mi sta aiutando in quest’impresa e grazie anche a chi mi ha messo i bastoni fra le ruote… mi avete fatto capire che nulla e dico nulla mi butterà mai più giù! La vita è troppo bella per fare la guerra, è per questo che vado a fare wake”.

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Napoli, Gratteri in conferenza stampa: “Test psicoattitudinali anche a vertici di governo e PA”

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Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, ha così risposto alle domande dei giornalisti, soprattutto riguardo alla polemica sulla presenza all’università del cantante Geolier. Ecco le sue dichiarazioni:

“Non si è fatto il nome di nessuno, non mi sono scontrato con nessuno”.

Poi, riguardo l’invito a presenziare all’incontro degli studenti della Federico II con il rapper di Scampia, egli ha aggiunto: “L’ho appreso dalla stampa, ho 66 anni e non si invita una persona così, c’è modo e metodo”.

Poi, ha proseguito: “Il padre di uno studente mi ha chiesto cosa pensassi dei rapper invitati all’università e io ho mostrato disappunto in relazione a coloro che nei video inneggiano a violenza, mafie e droga. Non si è fatto il nome di nessuno, la stampa ha parlato di scontro, ma Gratteri non si è scontrato con nessuno. Sono il procuratore di Napoli e parlo con tutti, anche con l’ultimo degli ultimi, è una questione di stile e di comportamento e vorrei che noi tutti, che ci sentiamo istruiti e dei modelli, con i nostri comportamenti aiutassimo il territorio ad essere più libero ed evoluto”.

Per quanto concerne i test psicoattitudinali, egli ha aggiunto:

“I test psicoattitudinali? Se li vogliamo fare, dovrebbero essere fatti per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo e per chi si occupa della gestione della cosa pubblica. Chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati, ma è anche ricattabile”.

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Napoli, ecco perché il ‘cielo giallo’ è nocivo per l’uomo

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Siamo a Napoli, dove nella giornata di ieri si è verificato un evento alquanto singolare. Infatti, c’è stato “un eccezionale afflusso di polveri di provenienza sahariana”.

Questo è quanto ha reso noto l’ARPAC, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, la quale ha sottolineato come il fenomeno abbia causato “concentrazioni elevate di PM10 in molte località della Campania, misurate dalla rete di monitoraggio dell’agenzia ambientale regionale”.

Pertanto il fenomeno era visibile ad occhio nudo e resta visibile anche oggi. Tuttavia il problema concreto risiede nel valore altissimo di PM10 particolato, che è nocivo per l’uomo.

Infatti, nella città di Napoli una delle concentrazioni orarie massime è stata rilevata ieri alle 12 dalla stazione di Capodimonte – Osservatorio Astronomico, pari a 136 microgrammi per metro cubo. Volendo quindi fare un confronto con il limite fissato dalla normativa, esso è pari a 50 microgrammi per metro cubo.

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