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Guerrina Piscaglia, dopo anni è arrivata la decisione clamorosa. La rabbia del marito

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Guerrina Piscaglia scomparse nel 2014 da Ca’ Raffaello, in provincia di Arezzo. Per il suo omicidio ed occultamento di cadavere è stato condannato il frate Congolese Padre Graziano.

Quest’ultimo però continua tranquillamente a celebrare la messa, sebbene abbia subito tutti e tre i gradi di giudizio. L’uomo continua infatti a professare la sua innocenza.

Scomparsa nel nulla il 1°maggio 2014, a cinquant’anni, si era invaghita del sacerdote che sebbene indossasse l’abito talare, non si era mai lasciato frenare dal colletto bianco, cercando di continuo la compagnia delle donne. La storia tra i due è testimoniata da numerosi sms e sono stati proprio questi ultimi ad inchiodare le accuse: dopo la scomparsa il cellulare della donna ha continuato ad essere attivo ma agganciando la stessa cella in cui si trovavava quello di Gratien.

Non si arrende però Mirko, il marito della vittima che a “Chi l’ha visto?” ha annunciato che farà causa alla diocesi di Arezzo e all’ordine di Padre Graziano per non aver preso provvedimenti prima e dopo l’accaduto. Infatti, il prete, anche se sta scontando la sua pena in carcere, continua a celebrare messa e ad esercitare le sue funzioni.

I resti di Guerrina non sono mai stati trovati e le ossa rivenute in una grotta nelle vicinanze non appartengono a lei. Si è recentemente appurato, infatti, che sono di un animale. La notizia ha spento le speranze della famiglia di avere un corpo da seppellire.

L’appello è che Padre Graziano parli una volta per tutte, ma gli avvocati che lo assistono hanno annunciato un processo di revisione. «È legittimo, ma dovrebbero esserci delle prove che non sono emerse», sottolinea il legale del marito.

Mirko, intanto, è deciso a fare causa alla diocesi e all’ordine sacerdotale perché non sono intervenuti prima della scomparsa di Guerrina, nonostante fossero a conoscenza dei precedenti del frate e in paese era risaputo che aveva comportamenti poco consoni all’abito che porta.

La cosa più grave è però che, nonostante Padre Graziano sia stato condannato a 25 anni di carcere, la chiesa gli consente ancora di celebrare.

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Metodo Katia Salzano: la coach del dimagrimento festeggia 20 anni di carriera

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Grandi festeggiamenti a Caivano (NA) per i 20 anni di attività del centro tecnico sanitario
“Dimagrire Mangiando – Metodo Katia Salzano”.
Un traguardo importante per la dottoressa Katia Salzano, ideatrice del metodo omonimo, che ha voluto condividere questo momento speciale con un party esclusivo a cui hanno partecipato volti noti del mondo dello spettacolo come Valeria Marini, Federico Fashion Style e Luca Sepe.

La serata si è svolta in un’atmosfera di grande gioia e convivialità, tra musica, brindisi e
momenti di puro divertimento, con la visione di un video che ha raccontato i 20 anni di carriera professionale mettendo in evidenza le testimonianze, i programmi televisivi e gli eventi realizzati per i successi raggiunti.
Nel video i format su RealTime, la partecipazione all’Osservatorio della Buona Salute in Campania e gli approfondimenti giornalistici sulla sua professione.

La dottoressa Salzano ha voluto ringraziare così tutti coloro che hanno contribuito al successo
del suo centro, dai clienti ai collaboratori, sottolineando l’importanza di un approccio sano e
consapevole al benessere del corpo e della mente.
“Sono davvero emozionata per questo traguardo”, ha dichiarato la dottoressa Salzano. “Vedere
così tante persone qui a festeggiare con me significa che il mio metodo funziona e che aiuta le
persone a stare meglio con se stesse. In questi 20 anni ho avuto la possibilità di aiutare tante
persone a raggiungere i loro obiettivi di peso forma e a migliorare la loro qualità di vita. È questo che mi spinge a dare sempre il massimo ogni giorno”.

Il “Metodo Katia Salzano” si basa su un’alimentazione sana e equilibrata, abbinata a trattamenti specifici e all’attività fisica. Un approccio completo che permette di ottenere risultati duraturi e concreti, senza rinunciare al gusto e al piacere del cibo. Al centro dell’attenzione anche la tecnologia ReSystem, che consente una accelerazione del metabolismo, aumento della massa muscolare, abbassamento della pressione arteriosa, miglioramento dei disturbi circolatori, disintossicazione dell’organismo e riduzione dello stress.

Il tutto comprovato da forti evidenze scientifiche: infatti la tecnologia ReSystem (riconosciuta come dispositivo medico dal Ministero della Salute), brevettata dalla Dott.ssa Katia Salzano, con un’esperienza ventennale nel settore, attraverso uno studio, in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario INBB, ha consentito di monitorare l’andamento di metaboliti presenti nel sudore durante il periodo del trattamento, delineando una impronta digitale di ogni paziente utile per la valutazione a livello molecolare dello stato di benessere.
“Vorrei ringraziare tutti coloro che da vent’anni hanno scelto e continuano a scegliere il mio metodo”, ha concluso la dottoressa Salzano.
“Questo è solo l’inizio di un nuovo viaggio, ricco di sfide e obiettivi da raggiungere. Continuerò a lavorare con passione e dedizione per aiutare le persone a stare bene con se stesse e a raggiungere un vero e proprio cambiamento nello stile di vita, una vera rinascita”

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Malasanità, morto di epatite C dopo trasfusione: la situazione

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L’ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina è stato condannato al risarcimento dei danni per una grave patologia epatica evoluta a seguito di un intervento chirurgico, a favore degli eredi di una vittima di malasanità.

Stando alle prime informazioni, il paziente durante la sua degenza presso l’ospedale, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di emicolectomia destra e ha ricevuto un’emotrasfusione che gli ha fatto contrarre il virus HCV, che si è poi evoluto in cirrosi epatica.

Nonostante le precedenti decisioni sfavorevoli del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello, ritenendo prescritto il diritto al risarcimento, la Corte di Cassazione ha ribaltato tali sentenze, riconoscendo la non prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.

Infatti nel caso del paziente, i sintomi clinici dell’infezione da HCV si sono manifestati solo dopo circa 20 anni dalla degenza, con un progressivo aggravamento della patologia che ha portato al decesso. Pertanto dopo una lunga battaglia legale ingaggiata dal danneggiato e dai suoi eredi, è stato riconosciuto il risarcimento di oltre un milione di euro.

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Giugliano, denunciato per aver usufruito dell’auto del padre morto per falsi ricorsi: i dettagli

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Maxi operazione della Polizia locale di Giugliano, che ha denunciato per falso e sostituzione di persona un cittadino del posto, in quanto firmava ricorsi alle contravvenzioni degli agenti per conto del padre deceduto.

In particolare è emerso che l’uomo usufruiva non solo dell’auto del defunto, ma presentava anche ricorsi ai verbali con firme false. Inoltre gli è stata ritirata anche la carta di circolazione e inviata alla Prefettura.

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