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Cronaca

Tragedia sull’A1 Napoli-Milano: nell’incidente perdono la vita due uomini

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Tragico schianto sul tratto autostradale A1, Napoli-Milano, tra Sasso Marco e Sasso Marconi Nord verso Bologna.

Un camion e un furgone si sono duramente scontrati in un tamponamento. L’alta velocità ha fatto urtare il furgone dietro un altro mezzo pesante, schiacciando a sandwich tra i due tir il veicolo.

Due sono state le vittime accertate nell’incidente, un 33 enne e un 45 enne. Mentre il conducente del tir risulterebbe solo lievemente ferito.

Per ore il traffico ha avuto ripercussioni restando bloccato. I soccorsi hanno inutilmente tentato di rianimare le vittime, mentre i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare duramente per spostare le macerie dei mezzi distrutti.

Acerra

Blitz della Polizia ad Acerra: Droga Scovata in Stabile Condominiale, Manette per un 34enne

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La Polizia di Stato ha effettuato un’operazione antidroga ad Acerra, culminata con l’arresto di un uomo di 34 anni per detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

Gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di Acerra, supportati da un’unità cinofila, hanno condotto due azioni principali:

Controllo nell’abitazione del 34enne: Qui sono stati rinvenuti circa 96 grammi di hashish (un panetto più 8 involucri) e materiale per il confezionamento. L’uomo è stato tratto in arresto.

Perquisizione in un’area condominiale (via Madonnelle): Nello stesso contesto operativo, è stato controllato uno stabile dove, in un’area comune, è stato scovato un ingente quantitativo di droga e materiale per lo spaccio, pari a oltre 3 kg totali: Circa 860 grammi di marijuana. Circa 1,6 kg di hashish (suddiviso in 15 panetti). Oltre 300 grammi di cocaina.

Un bilancino di precisione e altro materiale per il confezionamento, il tutto posto sotto sequestro.

L’operazione ha permesso di sottrarre al mercato nero un grosso carico di stupefacenti.

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    campania

    Estorsioni e Spaccio: Pioggia di Condanne sul Clan Esposito

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    Si è concluso con pesanti condanne il processo, svoltosi con rito abbreviato, contro i membri del clan Esposito-Nappi, attivo nel controllo del traffico di droga e delle attività estorsive nell’area flegrea. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), Dott. Campoli, ha emesso sentenze che, sommate, totalizzano ben 92 anni di reclusione per i capi e i gregari della cosca guidata da Massimiliano Esposito, soprannominato ‘o scognato. Nonostante le richieste iniziali molto più severe da parte dell’accusa, le strategie difensive adottate dagli avvocati hanno consentito ai vertici della famiglia di ottenere una riduzione significativa delle pene:

    Massimiliano Esposito ‘o scognato: Rischiava 20 anni, ma la sua condanna è stata fissata a 14 anni di reclusione. La difesa è stata curata dagli avvocati Rocco Maria Spina e Claudio Davino.

    Maria Matilde Nappi (moglie di Esposito): Anche per lei, la richiesta iniziale era di 20 anni. Ha rimediato 13 anni e quattro mesi. I suoi legali erano gli avvocati Leopoldo Perone e Rocco Maria Spina.

    Il tandem difensivo ha lavorato anche per i figli della coppia, entrambi coinvolti nelle attività illecite:

    Massimiliano Esposito junior: Da una richiesta di 18 anni, è stato condannato a 10 anni e otto mesi.

    Christian Esposito: Stessa richiesta e medesima pena di 10 anni e otto mesi. Era difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina. Il provvedimento del GIP ha riguardato tutti gli imputati coinvolti nel blitz del settembre dello scorso anno. Tra le altre sentenze spiccano: Carmine Esposito: 7 anni e due mesi. Gennaro Esposito: 8 anni. Michele Ortone: 4 anni (la posizione è agevolata dal suo status di neo collaboratore di giustizia). Salvatore Iuliano: 8 anni, a fronte di una richiesta iniziale di 14 anni (difeso dall’avvocato Mirella Baldascino).Vincenzo Fasano: 6 anni.Alessandro Tasseri: 10 anni. Condanne minori: Luisa Grasso (2 anni), Eduardo Esposito (2 anni) e Maria Campolo (2 anni con pena sospesa).

    Il blitz che ha portato all’arresto delle tredici persone, incluso il presunto capo clan e sua moglie, risale al settembre 2024. Le indagini avevano rivelato come Massimiliano Esposito, pur essendo ai domiciliari a Scalea o in carcere, continuasse a dirigere il clan con l’aiuto della consorte. Il gruppo criminale aveva monopolizzato il traffico di droga nelle zone della movida di Coroglio e imponeva il pizzo ai parcheggiatori abusivi della zona.

    Tra le persone coinvolte nel fascicolo d’indagine figurava anche un minore, noto per essere stato amico di Gennaro Ramondino, il ventenne tragicamente ucciso e bruciato a Pianura all’inizio di settembre.

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    Cronaca

    Padre e Figlio Accoltellati a Somma Vesuviana, Mistero sul Movente

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    Ancora un episodio di violenza a turbare la quiete della provincia di Napoli. La tarda serata di ieri, domenica, è stata segnata dal sangue nel comune di Somma Vesuviana, precisamente all’interno del Parco San Sossio, dove un padre di 45 anni e suo figlio di 26 sono stati brutalmente accoltellati da un aggressore non identificato.

    I carabinieri della stazione locale e del Nucleo Radiomobile di Castello di Cisterna sono intervenuti immediatamente sul luogo dei fatti per prestare soccorso e avviare le indagini.

    Il padre trasportato d’urgenza all’Ospedale del Mare, ha ricevuto le cure necessarie ed è stato dimesso poco dopo, non avendo riportato ferite che destassero grave preoccupazione.

    Il figlio: le sue condizioni sono apparse più serie. È stato ricoverato presso l’Ospedale Cardarelli, dove si trova tuttora. Fortunatamente, i sanitari hanno escluso il pericolo di vita.

    Le forze dell’ordine stanno lavorando intensamente per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione, identificare l’aggressore e, soprattutto, far luce sulla matrice di questo drammatico episodio e sul luogo preciso in cui si è consumato.

    L’aggressione di Somma Vesuviana, consumata in un luogo che dovrebbe essere sinonimo di relax e comunità come un parco pubblico, solleva interrogativi inquietanti e merita una riflessione più ampia.

    Non è solo l’atto criminale in sé a preoccupare, ma anche il suo impatto sul senso di sicurezza della cittadinanza. Un’aggressione con arma da taglio, apparentemente immotivata o scaturita da dinamiche ancora oscure, genera un’onda di paura che porta le famiglie a interrogarsi sull’opportunità di frequentare spazi comuni, specie dopo il tramonto. Il Parco San Sossio, in questo contesto, diviene simbolo di una fragilità urbana da non sottovalutare.

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