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“Ma lei è realmente avvocato?”. Discriminazioni razziali al Tribunale di Napoli

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Sembra quasi impossibile, eppure è così: anni e anni di lotte, siamo nel 2021 ma il colore della pelle per qualcuno costituisce ancora un fattore “differenziale”.

E la cosa è ancora più grave se le discriminazioni razziali sono pronunciate all’interno di un Tribunale e per di più da un Giudice.

E’ questo il caso di Hilarry Sedu, avvocato italiano, di origine nigeriana, che, come riporta Fanpage.it, questa mattina ha dovuto subire discriminazioni presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli.

Stavo per trattare un’udienza, ero con la mia assistita e sua figlia. Il magistrato, che sarà un nuovo giudice onorario dei minorenni, mi chiede di esibire il tesserino. L’ho fatto tranquillamente, ma lei mi ha chiesto stupita, dandomi del tu: ‘Ma sei laureato? Sei avvocato avvocato?’ Alle mie risposte affermative, non contenta, è salita dal magistrato togato chiedendo se fossi realmente un avvocato” ha raccontato Hilarry Sedu, avvocato italiano di origine nigeriana del foro di Napoli e consigliere dell’Ordine degli avvocati di Napoli.

Arrivato il suo turno, il giudice onorario gli ha chiesto di esibire il tesserino da avvocato, come da prassi.

L’avvocato Sedu lo ha mostrato, ma subito dopo sarebbero partite le domande del giudice: “Ma sei laureato?”. E poi ancora: “Ma sei avvocato avvocato?”.

Nonostante le sue risposte affermative, il magistrato avrebbe voluto chiedere conferma al Giudice Togato, per poi continuare la discussione della causa.

Era la prima volta che ci incontravamo ma tutto si doveva limitare alla semplice esibizione del tesserino di avvocato. In quel momento non ho fatto rimostranze, perché in ballo c’era da trattare un’udienza delicata. Ho preferito mettere avanti la mia professione e la vita dei miei assistiti. Ma adesso spero che le autorità del Tribunale per i minorenni prendano atto di questo comportamento lesivo, denigratorio e gravissimo” ha affermato l’avvocato nella denuncia a Fanpage.it.

Concludendo “Tramite l’ordine degli avvocati segnalerò il fatto e spero che la questione sia presa sul serio, perché tocca la dignità delle persone”. “Se ritengo che questa storia possa influire sull’imparzialità del giudizio sulla mia assistita? Alla base del giudizio ci sono delle prove documentali, finché la legge sarà uguale per tutti, confiderò nel buon esito della causa. Mi dispiace solo che soggetti del genere vadano a decidere anche sulla capacità genitoriale delle persone e ad incidere sulla vita dei minori”.

 

 

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Attualità

Metodo Katia Salzano: la coach del dimagrimento festeggia 20 anni di carriera

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Grandi festeggiamenti a Caivano (NA) per i 20 anni di attività del centro tecnico sanitario
“Dimagrire Mangiando – Metodo Katia Salzano”.
Un traguardo importante per la dottoressa Katia Salzano, ideatrice del metodo omonimo, che ha voluto condividere questo momento speciale con un party esclusivo a cui hanno partecipato volti noti del mondo dello spettacolo come Valeria Marini, Federico Fashion Style e Luca Sepe.

La serata si è svolta in un’atmosfera di grande gioia e convivialità, tra musica, brindisi e
momenti di puro divertimento, con la visione di un video che ha raccontato i 20 anni di carriera professionale mettendo in evidenza le testimonianze, i programmi televisivi e gli eventi realizzati per i successi raggiunti.
Nel video i format su RealTime, la partecipazione all’Osservatorio della Buona Salute in Campania e gli approfondimenti giornalistici sulla sua professione.

La dottoressa Salzano ha voluto ringraziare così tutti coloro che hanno contribuito al successo
del suo centro, dai clienti ai collaboratori, sottolineando l’importanza di un approccio sano e
consapevole al benessere del corpo e della mente.
“Sono davvero emozionata per questo traguardo”, ha dichiarato la dottoressa Salzano. “Vedere
così tante persone qui a festeggiare con me significa che il mio metodo funziona e che aiuta le
persone a stare meglio con se stesse. In questi 20 anni ho avuto la possibilità di aiutare tante
persone a raggiungere i loro obiettivi di peso forma e a migliorare la loro qualità di vita. È questo che mi spinge a dare sempre il massimo ogni giorno”.

Il “Metodo Katia Salzano” si basa su un’alimentazione sana e equilibrata, abbinata a trattamenti specifici e all’attività fisica. Un approccio completo che permette di ottenere risultati duraturi e concreti, senza rinunciare al gusto e al piacere del cibo. Al centro dell’attenzione anche la tecnologia ReSystem, che consente una accelerazione del metabolismo, aumento della massa muscolare, abbassamento della pressione arteriosa, miglioramento dei disturbi circolatori, disintossicazione dell’organismo e riduzione dello stress.

Il tutto comprovato da forti evidenze scientifiche: infatti la tecnologia ReSystem (riconosciuta come dispositivo medico dal Ministero della Salute), brevettata dalla Dott.ssa Katia Salzano, con un’esperienza ventennale nel settore, attraverso uno studio, in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario INBB, ha consentito di monitorare l’andamento di metaboliti presenti nel sudore durante il periodo del trattamento, delineando una impronta digitale di ogni paziente utile per la valutazione a livello molecolare dello stato di benessere.
“Vorrei ringraziare tutti coloro che da vent’anni hanno scelto e continuano a scegliere il mio metodo”, ha concluso la dottoressa Salzano.
“Questo è solo l’inizio di un nuovo viaggio, ricco di sfide e obiettivi da raggiungere. Continuerò a lavorare con passione e dedizione per aiutare le persone a stare bene con se stesse e a raggiungere un vero e proprio cambiamento nello stile di vita, una vera rinascita”

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Malasanità, morto di epatite C dopo trasfusione: la situazione

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L’ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina è stato condannato al risarcimento dei danni per una grave patologia epatica evoluta a seguito di un intervento chirurgico, a favore degli eredi di una vittima di malasanità.

Stando alle prime informazioni, il paziente durante la sua degenza presso l’ospedale, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di emicolectomia destra e ha ricevuto un’emotrasfusione che gli ha fatto contrarre il virus HCV, che si è poi evoluto in cirrosi epatica.

Nonostante le precedenti decisioni sfavorevoli del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello, ritenendo prescritto il diritto al risarcimento, la Corte di Cassazione ha ribaltato tali sentenze, riconoscendo la non prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.

Infatti nel caso del paziente, i sintomi clinici dell’infezione da HCV si sono manifestati solo dopo circa 20 anni dalla degenza, con un progressivo aggravamento della patologia che ha portato al decesso. Pertanto dopo una lunga battaglia legale ingaggiata dal danneggiato e dai suoi eredi, è stato riconosciuto il risarcimento di oltre un milione di euro.

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Giugliano, denunciato per aver usufruito dell’auto del padre morto per falsi ricorsi: i dettagli

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Maxi operazione della Polizia locale di Giugliano, che ha denunciato per falso e sostituzione di persona un cittadino del posto, in quanto firmava ricorsi alle contravvenzioni degli agenti per conto del padre deceduto.

In particolare è emerso che l’uomo usufruiva non solo dell’auto del defunto, ma presentava anche ricorsi ai verbali con firme false. Inoltre gli è stata ritirata anche la carta di circolazione e inviata alla Prefettura.

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