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Le conclusioni del vertice sul futuro del M5S: il ruolo ad hoc di Conte

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Si è da poco conclusa la riunione all’Hotel Forum di Roma durato quasi quattro ore.

Iniziata alle 11 di questa mattina e terminata alle 15 circa l’obiettivo è quello di uscire dall’attuale garbuglio in cui si trova ora il partito tra espulsioni, pendenze legali e sostegno al Governo Draghi.

Al vertice era presente il garante Beppe Grillo che è arrivato con un casco da astronauta, nel pomeriggio ed esprimendo la sua contrarietà in merito alla diffusione di notizie sull’incontro.

Inoltre, dopo quest’ultimo, non ha esitato a scrivere su Twitter:Bellissima giornata. Tutte le cose che non verranno pubblicate sono vere“.

Alla riunione era presente anche l’ex premier Giuseppe Conte, vero protagonista dell’appuntamento, insieme all’ex capo politico Luigi Di Maio, l’attuale reggente Vito Crimi, il presidente della Camera Roberto Fico, Paola Taverna, Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro e i capigruppo a Camera e Senato Ettore Licheri e Davide Crippa.

Davide Casaleggio, pure invitato, avrebbe avuto altri impegni. Sia Conte, sia Grillo hanno lasciato l’Hotel senza fare dichiarazioni alla stampa. Ma fonti qualificate hanno riferito che il vertice si è concluso “positivamente”.

Per l’ex premier sarebbe pronto un ruolo ad hoc all’interno del M5s. Nelle prossime ore non si escludono quindi nuove decisioni su eventuali modifiche allo Statuto.

Le modifiche a quest’ultimo potrebbero partire con l’introduzione di un direttorio di cinque persone al posto del capo politico. Ma secondo il Corriere della Sera ci sarebbe anche l’ipotesi di introdurre la figura di un presidente con ampie deleghe e coadiuvato da vice.

Per permettere a Giuseppe Conte, non iscritto al M5s, di correre per queste figure apicali, in ogni caso, basterebbe anche una modifica al regolamento. Se l’operazione dovesse andare in porto, potrebbe essere data in pasto al processo di approvazione su Rousseau: un voto che diventerebbe un test sull’effettivo gradimento dell’avvocato del popolo tra i grillini militanti.

Conte, d’altra parte, ha sempre portato a casa sondaggi lusinghieri. Solo ieri, infatti Stefano Buffagni, scriveva sulla sua pagina Facebook:  «La guida risoluta del Presidente Conte ha saputo guidare l’Italia in uno dei momenti più bui della sua storia. Sono convinto, ora più che mai, che la sua figura debba essere centrale nel progetto di rilancio del M5s e sono pronto a essere al suo fianco anche in questa fase. Coraggio».

Giuseppe Conte raccoglie l’invito di Beppe Grillo e torna in campo per elaborare nei prossimi giorni quella che lo stesso Movimento definisce su Facebook una “ristrutturazione integrale“, che punta a trasformare il partito “in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050“.

Il Movimento sarà la forza trainante della transizione ecologica e digitale, poggiando però su pilastri insostituibili, quei valori originari che lo hanno sempre contraddistinto: la tutela dell’ambiente, l’importanza dell’etica pubblica e della lotta alla corruzione, il contrasto delle diseguaglianze di genere, intergenerazionali, territoriali, la lotta contro le rendite di posizione e i privilegi, la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita democratica attraverso il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta” si conclude il post pubblicato poco fa sulla pagina del Movimento Cinque Stelle.

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Giallo sulla scomparsa di Roberta, la donna sparita da oltre 10 giorni: i particolari

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Era lo scorso 26 novembre, quando la 36enne Roberta Cortesi è scomparsa da Bergamo. Pertanto, la famiglia non ha notizie da oltre 10 giorni, poiché la donna si trovava in Spagna, a Malaga per la precisione. A questo punto, oltre alla Polizia spagnola, è scesa in campo anche l’Interpol.

Ecco le parole della famiglia riportate da Sylo24:

“Era troppo legata alla famiglia per sparire perdendo i contatti: non l’avrebbe mai fatto. Ed escludo che si possa trovare in ospedale o in altri istituti, perché l’avrebbero già scoperto”.

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Napoli, Luciano Spalletti diventa cittadino onorario

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Luciano Spalletti ha ricevuto stamane la cittadinanza onoraria del comune di Napoli, con la cerimonia avvenuta presso la Sala dei Baroni al Maschio Angioino.

Pertanto, è stato il sindaco Gaetano Manfredi a conferirgli il riconoscimento, dopo la laudatio del prof. Bruno Siciliano, ordinario di automatica e robotica all’Università di Napoli Federico II.

Ecco le parole del primo cittadino:

“Oggi è una bellissima giornata per la nostra città. Vincere uno scudetto a Napoli è qualcosa di più che vincerlo altrove. È stata l’occasione per ricordare al mondo che Napoli è una città vincente. Tutti noi abbiamo ancora le immagini dei tanti turisti venuti qui a festeggiare con noi, con la maglia azzurra. Luciano Spalletti è stato un grande esempio di grande condottiero in campo e di amore per questa città. Napoli è una città unica, capace di trasmettere amore e passione a chi arriva qui. Per lasciare un segno a Napoli, però, ci vogliono uomini speciali. E Luciano Spalletti è stato questo. Si è dedicato alla città, l’ha amata ed è stato amato. Quando si vince a Napoli, è una vittoria speciale. La scelta di conferire la cittadinanza onoraria a Luciano Spalletti è una scelta vera”.

Poi, arrivano le parole dell’attuale CT della nazionale:

“Ringrazio tutti: il sindaco, il Consiglio comunale e tutte le persone che hanno lavorato con me nella scorsa stagione. Napoli è la mia casa. Da oggi, sono un officially scugnizzo. E’ un’emozione indescrivibile. Non so se merito tutto questo. Mi avete fatto sentire come forse nessun comune mortale può meritare. Il mio regalo oggi è mostrarvi un video che ho fatto per ringraziare i miei calciatori, che non avevo fatto mai vedere a parte loro”.

Presente anche il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, con il quale è nato un simpatico siparietto:

“Ora, accettando questa cittadinanza, sarai nostro consulente a vita quando avremo bisogno, non puoi più sottrarti!”…..Spalletti replica: “Con lui è sempre così, come in un film horror. Attendi lì la scena che fa più paura, poi si riparte e all’improvviso ne arriva un’altra!”.

Pertanto, la decisione dell’amministrazione Manfredi accoglie le richieste pervenute da parte dei consiglieri comunali, ed è motivata non solo dai meriti sportivi, ma anche per il contributo reso dal tecnico al rafforzamento dell’immagine, del prestigio e dell’identità partenopea.

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Innaugurato il nuovo Parco Urbano a Caivano, sarà intitolato al magistrato Rosario Angelo Livatino

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Il nuovo Parco urbano attrezzato presso l’ex Centro sportivo Delphinia, inaugurato recentemente dopo gli interventi di riqualificazione effettuati, sarà intitolato al magistrato Rosario Angelo Livatino, che è stato vittima di un vile agguato mafioso ad Agrigento il 21 settembre 1990 mentre si recava, senza scorta, in tribunale. Con l’intitolazione del Parco, la Commissione straordinaria intende “testimoniare e rafforzare il proprio impegno per il contrasto all’illegalità e alla lotta alla criminalità, mantenendo viva la memoria e il ricordo di chi si è sacrificato per la giustizia e il bene della collettività». L’attività del giudice Livatino, proclamato beato il 9 maggio 2021, fu caratterizzata da numerosi colpi inferti alla mafia, soprattutto attraverso lo strumento della confisca dei beni.

I componenti della Commissione straordinaria, Filippo Dispenza, Simonetta Calcaterra e Maurizio Alicandro precisano che le ragioni di tale decisione “sono ascrivibili al grande impegno mostrato dal giudice Livatino in un complesso contesto storico e sociale in cui Livatino ha esercitato le sue funzioni di magistrato, che lasciano intendere molto bene perché è stato assassinato in “odium fidei” e perché lo stesso San Giovanni Paolo II lo definì “Martire della Giustizia ed indirettamente della Fede”: il senso di giustizia di Livatino era strettamente connesso alla sua fede. Venne assassinato come giudice credente e, nell’applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali contro gli appartenenti alle organizzazioni criminali, è stato non solo uno straordinario maestro ma anche e soprattutto un illuminato precursore. Infatti, l’allontanamento dei mafiosi dal loro contesto familiare e criminale li mette in una situazione difficile di perdita di consenso   e soprattutto, li priva dei beni derivanti dalle loro attività criminali.

Sequestri e confische di beni mobili ed immobili fanno perdere credibilità ed appeal verso le nuove generazioni. Per i mafiosi, tali provvedimenti afflittivi sono risultati molto più efficaci della semplice detenzione, perché il carcere viene ritenuto un “rischio di impresa”, la privazione dei beni derivanti dal crimine un’onta gravissima. Una delle frasi che il giudice Livatino soleva ripetere e che dovrebbe essere scolpita in tutte le sedi di giustizia è questa: “per giudicare occorre la luce e nessun uomo è luce a se stesso”.

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