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GdF Napoli. Reati tributari: sequestrati beni per un valore di oltre 400.000 euro

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Il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha dato esecuzione, tra le province di Napoli e Salerno, ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice delle Indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, finalizzato alla confisca anche per equivalente di beni per un valore di oltre 400.000 euro nei confronti di una società di Import-Export operante nel settore dell’imballaggio e confezionamento di generi alimentari con sede nel comune di Sant’Antonio Abate (Napoli).

La misura cautelare patrimoniale è stata emessa all’esito di approfonditi accertamenti di natura economico-finanziaria sviluppati dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, avviati a seguito di un’attività fiscale che ha permesso di ricostruire, a carico della citata società, l’omesso versamento di ritenute certificate operate nei confronti dei
dipendenti, configurando la fattispecie prevista e punita dall’articolo 10-bis del Decreto Legislativo del 10 marzo del 2000, nr.74.

La condotta illecita emersa, oltre all’indebito risparmio d’imposta, ha consentito all’impresa di collocarsi sul mercato in una posizione di rilievo nello specifico settore commerciale distorcendo le regole della libera concorrenza.

Il provvedimento ablativo eseguito ha portato al sequestro di 212.244 euro di partecipazioni azionarie societarie (di cui 15.300 euro di proprietà di una società olandese) e di 95.751,82 euro presso conti correnti, per complessivi 307.995,82 euro, nei confronti
della società e del rappresentante legale.

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Malasanità, morto di epatite C dopo trasfusione: la situazione

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L’ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina è stato condannato al risarcimento dei danni per una grave patologia epatica evoluta a seguito di un intervento chirurgico, a favore degli eredi di una vittima di malasanità.

Stando alle prime informazioni, il paziente durante la sua degenza presso l’ospedale, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di emicolectomia destra e ha ricevuto un’emotrasfusione che gli ha fatto contrarre il virus HCV, che si è poi evoluto in cirrosi epatica.

Nonostante le precedenti decisioni sfavorevoli del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello, ritenendo prescritto il diritto al risarcimento, la Corte di Cassazione ha ribaltato tali sentenze, riconoscendo la non prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.

Infatti nel caso del paziente, i sintomi clinici dell’infezione da HCV si sono manifestati solo dopo circa 20 anni dalla degenza, con un progressivo aggravamento della patologia che ha portato al decesso. Pertanto dopo una lunga battaglia legale ingaggiata dal danneggiato e dai suoi eredi, è stato riconosciuto il risarcimento di oltre un milione di euro.

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Giugliano, denunciato per aver usufruito dell’auto del padre morto per falsi ricorsi: i dettagli

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Maxi operazione della Polizia locale di Giugliano, che ha denunciato per falso e sostituzione di persona un cittadino del posto, in quanto firmava ricorsi alle contravvenzioni degli agenti per conto del padre deceduto.

In particolare è emerso che l’uomo usufruiva non solo dell’auto del defunto, ma presentava anche ricorsi ai verbali con firme false. Inoltre gli è stata ritirata anche la carta di circolazione e inviata alla Prefettura.

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Mafia, la Polizia diffonde un nuovo identikit di Giovanni Motisi: è il latitante più pericoloso d’Italia

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, l’ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa Nostra.

In particolare, sfruttando le professionalità e le tecnologie del servizio di Polizia scientifica della Polizia, sono state attualizzate le immagini del latitante risalenti agli anni ’80 ed alla fine dei ’90, con la tecnica della ‘age progression’, grazie alla quale si è riusciti a costruire un prototipo con alcune variazioni degli attuali connotati del viso di Motisi.

L’uomo è nascosto dal 1998 ed è inserito nella lista dei latitanti di ‘massima pericolosità’ del ‘programma speciale di ricerca’ del Ministero dell’Interno.

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