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Napoli, lo storico caffè arabo e il ristorante Amir rischiano la chiusura: la città si mobilita

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Accorato appello comparso sulla piattaforma di raccolta fondi GoFoundMe, da parte di Omar Suleiman, titolare del caffè arabo e del ristorante Amir di Napoli. Ecco le sue parole:

Con la pandemia siamo praticamente fermi dal Marzo 2020, facendoci carico delle ingenti spese di gestione che, con le attività chiuse, in modo particolare il ristorante, privo di spazi esterni, rappresentano un’uscita di cui non riusciamo più a farci carico. Il caffè venne inaugurato nel ‘91 in Piazza Bellini, in un’epoca dove non esistevano ancora ‘locali etnici’ in Italia. Fin dal primo momento, è stato amore a prima vista con la città intera”.

“Nel ‘96 abbiamo inaugurato il ristorante: “I nostri luoghi sono sempre stati frequentati da giovani studenti, artisti ed amanti della cultura e gastronomia arabo-mediterranea, dove si svolgono rassegne di cinema, incontri con autori e scrittori, presentazioni di libri e performance teatrali”. Poi conclude:

Quest’anno, avremmo dovuto organizzare una grande festa per il 30° compleanno del Caffè, che vorremmo recuperare se e non appena le condizioni lo permetteranno. In quella circostanza come gratitudine per voi sostenitori, saremo felici di accogliervi come nostri graditi ospiti”.

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Malasanità, morto di epatite C dopo trasfusione: la situazione

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L’ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina è stato condannato al risarcimento dei danni per una grave patologia epatica evoluta a seguito di un intervento chirurgico, a favore degli eredi di una vittima di malasanità.

Stando alle prime informazioni, il paziente durante la sua degenza presso l’ospedale, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di emicolectomia destra e ha ricevuto un’emotrasfusione che gli ha fatto contrarre il virus HCV, che si è poi evoluto in cirrosi epatica.

Nonostante le precedenti decisioni sfavorevoli del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello, ritenendo prescritto il diritto al risarcimento, la Corte di Cassazione ha ribaltato tali sentenze, riconoscendo la non prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.

Infatti nel caso del paziente, i sintomi clinici dell’infezione da HCV si sono manifestati solo dopo circa 20 anni dalla degenza, con un progressivo aggravamento della patologia che ha portato al decesso. Pertanto dopo una lunga battaglia legale ingaggiata dal danneggiato e dai suoi eredi, è stato riconosciuto il risarcimento di oltre un milione di euro.

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Giugliano, denunciato per aver usufruito dell’auto del padre morto per falsi ricorsi: i dettagli

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Maxi operazione della Polizia locale di Giugliano, che ha denunciato per falso e sostituzione di persona un cittadino del posto, in quanto firmava ricorsi alle contravvenzioni degli agenti per conto del padre deceduto.

In particolare è emerso che l’uomo usufruiva non solo dell’auto del defunto, ma presentava anche ricorsi ai verbali con firme false. Inoltre gli è stata ritirata anche la carta di circolazione e inviata alla Prefettura.

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Mafia, la Polizia diffonde un nuovo identikit di Giovanni Motisi: è il latitante più pericoloso d’Italia

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, l’ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa Nostra.

In particolare, sfruttando le professionalità e le tecnologie del servizio di Polizia scientifica della Polizia, sono state attualizzate le immagini del latitante risalenti agli anni ’80 ed alla fine dei ’90, con la tecnica della ‘age progression’, grazie alla quale si è riusciti a costruire un prototipo con alcune variazioni degli attuali connotati del viso di Motisi.

L’uomo è nascosto dal 1998 ed è inserito nella lista dei latitanti di ‘massima pericolosità’ del ‘programma speciale di ricerca’ del Ministero dell’Interno.

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