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Green pass. L’allarme dei virologi: “Con la variante Delta sbagliato rilasciarlo dopo prima dose!”

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La variante Delta continua a preoccupare l’Europa e sono diversi gli esperti che non concordano con la decisione dell’Italia di rilasciare il “Green pass“già dopo la prima dose.

Con la variante indiana, infatti, recenti studi hanno dimostrato che una sola dose di vaccino ha un’efficacia troppo bassa.

«È insensato dare il green pass dopo la sola prima dose, non si è protetti abbastanza e può diventare un rischio. Non è fare terrorismo, ma solo buon senso di fronte ad una malattia che ha ucciso centinaia di migliaia di persone in Italia» ha spiegato Massimo Andreoni, primario di Infettivologia del Policlinico Tor Vergata di Roma, ospite di Agorà Estate su RaiTre .

«Il Green pass va dato dopo una dose solo a chi è già guarito, l’Italia è in ritardo perché non ha un programma nazionale di sequenziamento delle varianti e non siamo in grado di capire se e quanto siano pericolose. Abbiamo un nemico che cambia e non possiamo non conoscerlo, la variante Delta è la quarta che preoccupa, ma ce ne sono state tante e altrettante arriveranno. Bisogna prepararsi, dobbiamo sequenziare, vaccinare e proteggere i 400mila italiani vulnerabili» ha spiegato l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas di Milano, a La Stampa.

«Due dosi di vaccino proteggono molto dall’ospedalizzazione, quelli a m-Rna funzionano anche per gli adolescenti. Uno studio norvegese sostiene che per molti ragazzi di età compresa tra i 16 e i 30 anni la malattia abbia un decorso molto leggero, ma la metà dei guariti in quella fascia d’età dopo sei mesi ha problemi di gusto, olfatto, respirazione e memoria. Se fosse confermato i giovani sarebbero in pericolo. Va consigliato loro di vaccinarsi per limitare la variante Delta che forse li predilige, evitare la malattia e le sue conseguenze, oltre che per mettere in sicurezza le scuole» ha concluso Mantovani.

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Uno squalo gli amputò la gamba, ma lui torna a surfare: “La vita è troppo bella per fare la guerra, perciò torno a fare wake”

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Era il 9 dicembre scorso quando il 20enne Matteo Mariotti veniva attaccato da uno squalo nelle acque dell’Oceano Pacifico, lungo la Gold Coast orientale dell’Australia.

In quell’occasione perse una gamba sotto al ginocchio, ma non si è mai arreso. Infatti a seguito dell’infortunio era stato ricoverato e curato all’ospedale Rizzoli di Bologna, ed ora dopo circa tre mesi è tornato su una tavola da wakesurf con la protesi.

Ecco quanto testimoniato da un video diffuso sui social:

“È impossibile descrivere a parole le emozioni provate in quegli istanti, posso solo consigliarvi una cosa: ‘credete in voi!’ Obiettivi che sembravano lontani anni luce, sono arrivati in un battito di ciglia e che dire… grazie!”

Poi, continua: “Grazie a chi ci ha creduto dal primo istante, grazie a chi c’è sempre stato e c’è tuttora, grazie a chi mi sta aiutando in quest’impresa e grazie anche a chi mi ha messo i bastoni fra le ruote… mi avete fatto capire che nulla e dico nulla mi butterà mai più giù! La vita è troppo bella per fare la guerra, è per questo che vado a fare wake”.

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Napoli, Gratteri in conferenza stampa: “Test psicoattitudinali anche a vertici di governo e PA”

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Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, ha così risposto alle domande dei giornalisti, soprattutto riguardo alla polemica sulla presenza all’università del cantante Geolier. Ecco le sue dichiarazioni:

“Non si è fatto il nome di nessuno, non mi sono scontrato con nessuno”.

Poi, riguardo l’invito a presenziare all’incontro degli studenti della Federico II con il rapper di Scampia, egli ha aggiunto: “L’ho appreso dalla stampa, ho 66 anni e non si invita una persona così, c’è modo e metodo”.

Poi, ha proseguito: “Il padre di uno studente mi ha chiesto cosa pensassi dei rapper invitati all’università e io ho mostrato disappunto in relazione a coloro che nei video inneggiano a violenza, mafie e droga. Non si è fatto il nome di nessuno, la stampa ha parlato di scontro, ma Gratteri non si è scontrato con nessuno. Sono il procuratore di Napoli e parlo con tutti, anche con l’ultimo degli ultimi, è una questione di stile e di comportamento e vorrei che noi tutti, che ci sentiamo istruiti e dei modelli, con i nostri comportamenti aiutassimo il territorio ad essere più libero ed evoluto”.

Per quanto concerne i test psicoattitudinali, egli ha aggiunto:

“I test psicoattitudinali? Se li vogliamo fare, dovrebbero essere fatti per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo e per chi si occupa della gestione della cosa pubblica. Chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati, ma è anche ricattabile”.

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Napoli, ecco perché il ‘cielo giallo’ è nocivo per l’uomo

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Siamo a Napoli, dove nella giornata di ieri si è verificato un evento alquanto singolare. Infatti, c’è stato “un eccezionale afflusso di polveri di provenienza sahariana”.

Questo è quanto ha reso noto l’ARPAC, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, la quale ha sottolineato come il fenomeno abbia causato “concentrazioni elevate di PM10 in molte località della Campania, misurate dalla rete di monitoraggio dell’agenzia ambientale regionale”.

Pertanto il fenomeno era visibile ad occhio nudo e resta visibile anche oggi. Tuttavia il problema concreto risiede nel valore altissimo di PM10 particolato, che è nocivo per l’uomo.

Infatti, nella città di Napoli una delle concentrazioni orarie massime è stata rilevata ieri alle 12 dalla stazione di Capodimonte – Osservatorio Astronomico, pari a 136 microgrammi per metro cubo. Volendo quindi fare un confronto con il limite fissato dalla normativa, esso è pari a 50 microgrammi per metro cubo.

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