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L’avvocato Angelo Melone vince il premio “Le Fonti Awards” quale boutique legale d’eccellenza dell’anno

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L’avvocato Angelo Melone, unico partenopeo tra i 15 finalisti al premio internazionale “Le Fonti Awards” ritira il premio quale boutique legale di eccellenza dell’anno, nel settore della “Malasanità e Diritto Sanitario”.

Classificatosi a marzo tra i 100 Professionisti dell’anno secondo l’importante rivista Forbes risultandone il più giovane, recentemente nominato Console della Repubblica Democratica del Congo in Italia; il primo luglio nella prestigiosa cornice del Museo Diocesano di Milano, l’avvocato partenopeo è risultato tra i vincitori nella sua branca di specializzazione, quella del Diritto Sanitario.

Sono particolarmente emozionato per questo importante riconoscimento che mi gratifica e mi onora. Questo traguardo è il frutto di tanti anni di duro lavoro, sostenuto da una grande passione, determinazione e perseveranza nel perseguire gli obbiettivi programmati e soddisfare pienamente le aspettative dei tanti assistiti che continuano a riporre in me la loro fiducia. Dedico il premio ‘Le Fonti Awards’ ai miei assistiti vittime di malasanità” ha affermato l’avvocato .

Lo studio legale che ha sede principale a Napoli nell’elegante Piazza Giovanni Bovio, opera con approccio prudenziale associando sensibilità umana e serietà professionale, tende a precisare il legale, infatti preliminarmente ogni pratica viene valutata da una commissione medica che valuta ciascun caso, selezionando accuratamente solo quelli meritevoli di assistenza legale, al fine di tutelare i tanti medici che sono spesso, bersaglio di richieste danni pretestuose ed infondate.

Il premio è stato conferito a seguito di un accurato esame da parte di un Comitato Scientifico, composto da esperti nel settore legale e accademico, e tra i criteri di valutazione adottati vi sono i risultati professionali, la leadership di settore, l’alta qualità del servizio, l’aggiornamento professionale e l’internazionalizzazione dello studio.

Tutte queste condizioni sono state considerate soddisfatte dallo studio legale che oltre ad operare in Italia è il primo studio legale ad essere presente in Africa ed avere sedi di rappresentanza a Dakar (Senegal) , Accra (Ghana) , Kinshasa (Rep. Democratica del Congo) , Ouagadougou (Burkina Faso) , Lomè (Togo) .

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Attualità

Anziano viaggia in autostrada per due anni senza pagare il pedaggio: i particolari

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La storia che vi stiamo per raccontare vede come protagonista l’80enne Mario, benestante ma senza familiari stretti, che per combattere la noia si è trasferito presso una casa di riposo a Fiuggi.

Fin qui nulla di strano, se non fosse che l’ufficiale giudiziario della Procura della Repubblica di Frosinone l’abbia raggiunto per notificargli un decreto di giudizio immediato, in cui viene accusato d’insolvenza fraudolenta.

In particolare, l’anziano è accusato di essere il nonno sprint che per due anni, ha viaggiato senza pagare il pedaggio autostradale. Infatti, per eludere il pagamento, si attaccava alla vettura che lo precedeva ed attraversava con lei la barriera Telepass, come se passasse un solo mezzo.

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La Cassazione francese nega l’estradizione di 10 ex Brigatisti

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La Cassazione francese ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei 10 ex Brigatisti degli anni di piombo in Italia.

In particolare, per i dieci, di cui otto uomini e due donne, il Tribunale transalpino aveva già negato l’estradizione chiesta dall’Italia il 29 giugno scorso. Tuttavia all’epoca, il presidente francese Emmanuel Macron, dichiarò che “quelle persone, coinvolte in reati di sangue, meritano di essere giudicate in Italia”.

Pertanto Adriano Sabbadin, figlio del macellaio ucciso nel 1997 in Veneto ad opera dei Proletari Armati di Cesare Battisti, ha così commentato la decisione della Cassazione:

“Qual è la mia reazione..? Sono dei disgraziati, perché non c’è giustizia così!. E’ tuttavia una decisione che ci aspettavamo dalla Francia. Ci dicano allora, i giudici, quali sono i colpevoli? Ci sono dei morti sulla coscienza di queste persone”.
   

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Attualità

Evadono il Fisco per 20 anni tramite girandola di società: 22 arresti

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Salvatore Bordo è il presunto capo di un’associazione per delinquere, che avrebbe gestito una rete di consorzi e cooperative solo per evadere il Fisco per circa 20 anni, e così parlava intercettato col sistema del trojan:

“Troviamo un marocchino, qualcosa, facciamo firmare che ha portato via tutto da qua ..e svuotiamo tutto da qua”.

Inoltre, un altro indagato, gli diceva nel maggio 2022:

“Trovare qualcuno che magari torna al suo Paese, ritira le cose e se ne va”.

Tuttavia, il giudice Luca Milani ha spiegato che il sistema creato dai 22 arrestati, ha prodotto “un danno di vaste dimensioni nei confronti dell’Erario e ha inquinato il mercato del lavoro in settori nevralgici, con conseguenze disastrose per l’intera economia”.

In particolare, tra gli amministratori di fatto di alcune società, come presunti prestanome, c’erano anche due cinesi, moglie e marito titolari di un bar tabacchi a Milano. Pertanto, è considerata emblematica questa intercettazione, nella quale Bordo è a colloquio con un avvocato, il quale così spiegava alle cooperative del settore:

“Devono necessariamente operare in evasione di imposta. Non paghi l’Iva e non paghi questo e non paghi quell’altro, e ti trovi con un buco così in petto, devi solo saltare, o devi studiare il sistema come uscirne da ‘sta partita ..butti i soldi a bordo e dopo bruci ..questa è tutta la logica”.

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