Avellino
Morto in carcere il Boss Amedeo Genovese: era il capo del clan Partenio
E’ morto in carcere all’età di 65 anni in Boss Amedeo Genovese, ritenuto il capo del clan Partenio, attivo tra Avellino e provincia.
Era detenuto nel carcere pavese di Voghera da vent’anni. Stava scontando due ergastoli, ma da qualche tempo era stato trasferito nel reparto detenuti dell’Ospedale di Parma, dopo l’aggravarsi delle sue condizioni.
Amedeo Genovese, 65 anni, era ritenuto il mandante di due delitti “eccellenti”: quello di Walter De Cristofaro e di Modestino Corrado, due tra i personaggi criminali di spicco degli anni Novanta, soprattutto nel controllo del traffico di droga.
Era in regime di 41 bis dal 2010, da quando era stato ritenuto tra i fondatori assieme al cugino Modestino del clan che da inizio millennio controllava usura, racket e spaccio di droga tra Avellino e provincia.
Prima di diventare boss di un proprio clan, era stato considerato particolarmente vicino al clan Cava di Quindici. S
troncato da un arresto cardiocircolatorio a Parma, il suo nome era tornato in risalto negli ultimi anni, dopo che il figlio Damiano era stato candidato ad Avellino con la Lega diventando anche consigliere comunale nel 2018.
Nel 2019, Damiano Genovese (che ha sempre preso le distanze dall’operato del padre), fu escluso dalla corsa a sindaco di Avellino, mentre nel novembre 2020 era finito tra gli arrestati in una maxi inchiesta su aste truccate, minacce e voto di scambio e nel marzo di quest’anno era stato invece condannato a tre anni di reclusione per possesso di armi illegali e ricettazione: erano cadute invece, durante il processo, le aggravanti del metodo mafioso e l’utilizzo dell’arma per favorire il clan.
[Foto: Il Mattino]
Avellino
Avellino, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e corruzione le indagini, affidate ai carabinieri del Nucleo operativo del Comando provinciale
Turbativa d’asta, abuso di ufficio e corruzione nell’esercizio delle funzioni: sono queste le ipotesi di reato contestate dalla Procura di Avellino alla dirigente del comune, Filomena Smiraglia, al consigliere comunale di maggioranza, Diego Guerriero, e al fratello di quest’ultimo, l’architetto Fabio Guerriero.
Le indagini, affidate ai carabinieri del Nucleo operativo del Comando provinciale, fanno riferimento all’appalto per l’abbattimento e la ricostruzione di un istituto scolastico del capoluogo irpino, la scuola media “Dante Alighieri”. I militari hanno perquisito e acquisito materiale informatico presso gli uffici della dirigente, che sono all’attenzione del Pm, Vincenzo Toscano, che coordina le indagini.
La dirigente è già indagata nell’inchiesta sul presunto concorso truccato bandito dal comune di Avellino per assumere dieci vigili urbani: in questo filone le vengono contestati i reati di rivelazione del segreto d’ufficio, abuso e falso. Il difensore di Filomena Smiraglia, l’avvocato Mario Acampora, ha annunciato che impugnerà il decreto di sequestro davanti al Tribunale del Riesame.
Il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, in una nota, si dice “pienamente fiducioso dell’operato della magistratura”. “La Procura – aggiunge – approfondisca i fatti e faccia la doverosa chiarezza. Fino ad oggi verifiche e contestazioni rivolte all’operato della amministrazione comunale non hanno rilevato irregolarità e tanto meno reati. Sono certo che questo accadrà anche per questa indagine”.
Avellino
Comando Provinciale Carabinieri di Avellino. Caposelle (AV), “Truffa Romantica” in web. 50enne denunciata
Ha sfruttato per quasi due anni un 60enne di Caposele per farsi inviare denaro ed alla fine gli ha sottratto oltre 40 mila euro, ma è stata scoperta dai Carabinieri che l’hanno denunciata in stato di libertà alla competente Autorità giudiziaria, per truffa aggravata. Il modus operandi è quello della cosiddetta “truffa sentimentale” o “internet romance scam”. Individuata la vittima, il truffatore gli prospetta una relazione sentimentale e successivamente la sua difficile situazione economica, inducendola ad effettuare – nel tempo – ripetute donazioni di denaro, anche molto cospicue.
Questo è quanto successo anche al 60enne di Caposele che ha conosciuto su un social network, una 50enne di origini italiane da oltre un ventennio emigrata in America. Dopo avere instaurato un’amicizia virtuale, è intervenuto l’“avvinghiamento” e l’avvenente truffatrice ha cominciato a chiedere denaro prospettando anche problemi di salute dei figli, facendo credere al malcapitato di voler ritornare in Italia, incontrarlo e condividere una vita insieme.
Sfruttando l’emotività della vittima, la donna è riuscita a farsi inviare, in poco meno di due anni, tanti piccoli bonifici per un totale di oltre 40mila euro fino a quando, nel corso di un servizio di prossimità del Comandante della locale Stazione presso l’abitazione dell’uomo, quest’ultimo è riuscito a trovare il coraggio prima per confidare e poi per denunciare la “love scam”.
Si ricordano ancora una volta gli utili consigli diffusi con l’iniziativa “Difenditi dalle truffe”, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino. Per evitare raggiri di questo tipo è fondamentale la prevenzione che passa attraverso una puntuale informazione alle potenziali vittime, a cui vanno forniti i necessari suggerimenti per difendersi dalle truffe e per trovare il coraggio per denunciarle.
Avellino
Furti nei negozi di Napoli, Salerno e Avellino, arresti partiti dai carabinieri di Battipaglia
Un gruppo criminale dedito ai furti ai danni di negozi di abbigliamento, edicole, bar e centri scommesse. I carabinieri della Compagnia di Battipaglia stanno eseguendo nel Napoletano un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della procura. Il provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini condotte sul gruppo criminale che avrebbe messo a segno i ‘colpi’ nelle province di Salerno, Avellino e Napoli.
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