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Sanità, Nursing Up, De Palma: «Accordo Stato-Regioni per rafforzamento assistenza domiciliare. Serve il coraggio di assunzioni capillari»

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«Nessuno canti vittoria se prima non si sono create basi solide per la tutela dei malati e dei soggetti fragili. Senza riconoscere l’elevata professionalità di infermieri e professioni sanitarie non mediche, il nostro SSN rimarrà fermo al palo, fragile come non mai»

Il Presidente del Sindacato Nazionale Infermieri: «Le nuove risorse del PNRR sono occasione da non perdere, ma non si dimentichi quanto Nursing Up chiede da tempo, ed ora asseverato addirittura da Agenas: occorre 1 infermiere ogni 2-2500 abitanti. Quindi non bastano più i 9600 infermieri di famiglia, peraltro mai assunti, perchè ora ne servono almeno 24mila»

ROMA 1 SETT 2021 – «Il ruolo sempre più centrale, la figura sempre più indispensabile degli infermieri italiani nell’ambito di un sistema sanitario che ha bisogno di crescere, giorno dopo giorno, puntando apertamente sulle elevate professionalità di cui dispone, possono e devono rappresentare la chiave di volta per la tutela del cittadino, del malato e, in particolare, dei soggetti fragili. In questo senso, non possiamo che accogliere con favore l’annunciato e finalmente sancito accordo tra Governo e Regioni, nell’ambito di quel PNRR che prevedeva, da mesi, lo stanziamento di ulteriori 4 miliardi di euro per rafforzare l’assistenza domiciliare. 

Lo avevamo ribadito, con forza, a suo tempo, lo diciamo ancora adesso: una occasione da non perdere quella della nuova, ingente disponibilità economica da mettere al servizio dei cittadini. Queste risorse, se gestite in modo oculato, e quindi incanalate in un percorso di sinergia tra le parti in causa, con una visione olistica dove il cittadino è al centro di tutto, possono davvero essere una occasione da non perdere. Gli uomini e le donne della sanità sono pronti ad intraprendere questo percorso.

E ora che ci sono anche le risorse, non possiamo che costruire, insieme, la svolta positiva che la nostra sanità da tempo aspetta. Ciò premesso, non basta fregiarsi del merito degli accordi e dei patti conclusi, se poi nei fatti si lascia tutto a metà. Certo che ha ragione il Ministro Speranza quando dice che gli Ospedali di Comunità costituiscono il decisivo passo in avanti per tutelare i malati nell’ambito del rafforzamento di una assistenza domiciliare che è il presente e il futuro su cui puntare, riducendo i ricoveri e prendendosi cura dei malati cronici e degli anziani. 

Ed è proprio qui, secondo Nursing Up, che bisogna valorizzare senza ulteriore indugio la figura di chi, come gli infermieri, hanno le carte in regola per prendersi sulle spalle la responsabilità della salute dei cittadini, assumendo un ruolo di coordinamento di figure ad essi sottoposte. Ecco l’infermiere coordinatore, o il “case manager” di cui parla la nostra FNOPI, quello che guida il piano di lavoro giornaliero, organizzando e collaborando con gli altri infermieri per la parte operativa, mentre il medico effettua le diagnosi e indica le terapie da eseguire. Sembra tutto perfetto, ma naturalmente, in tempi di delicate trattative contrattuali per la categoria infermieristica, che attende da troppo tempo di vedere “la luce” di una reale valorizzazione, e nell’ottica di una carenza cronica base di 80mila professionisti, i fatti stanno diversamente».

Così Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, Sindacato Nazionale Infermieri.

«Ricordiamo da tempo alla nostra Federazione il compito che le spetta: quello di rappresentare gli infermieri nelle sedi istituzionali di competenza. Alla luce del sancito accordo Governo-Regioni, non si possono ignorare le novità emerse in casa Agenas, ente che asseverando in qualche modo ciò che Nursing Up da mesi chiede, individua il fabbisogno di infermieri di famiglia, indicando non più gli 8 professionisti ogni 50mila abitanti previsti dalla vigente normativa, ma bensì 1 professionista ogni 2-2500.

Questo vuol dire solo una cosa: occorre organizzare un piano capillare di assunzioni da nord a sud. Per quanto ci riguarda, nella nostra qualità di iscritti agli Ordini professionali, auspichiamo che la FNOPI assuma una posizione determinata, e che si avvalga delle sue prerogative di Ente sussidiario dello Stato per richiedere assunzioni a tappeto, posto che il ruolo centrale non va solo rivendicato e meramente menzionato. 

Ravvisiamo inoltre, da ultimo ma non per importanza, un ulteriore e pericoloso controsenso quando si parla di rafforzare l’assistenza domiciliare o di investire nuove risorse, senza tuttavia considerare che, drammaticamente, ancora mancano all’appello decine di migliaia di infermieri. 

Dove reperirli? Occorre riaprire le realtà concorsuali ferme al palo da troppo tempo, richiamare gli infermieri italiani dall’estero con contratti degni di tal nome, mettere un argine alle fughe all’estero dei giovani colleghi, costruendo nuove basi contrattuali per una professione che merita».  

Il Referente del Nursing Up per la stampa, Alfredo Iannaccone 389-1510483

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Uno squalo gli amputò la gamba, ma lui torna a surfare: “La vita è troppo bella per fare la guerra, perciò torno a fare wake”

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Era il 9 dicembre scorso quando il 20enne Matteo Mariotti veniva attaccato da uno squalo nelle acque dell’Oceano Pacifico, lungo la Gold Coast orientale dell’Australia.

In quell’occasione perse una gamba sotto al ginocchio, ma non si è mai arreso. Infatti a seguito dell’infortunio era stato ricoverato e curato all’ospedale Rizzoli di Bologna, ed ora dopo circa tre mesi è tornato su una tavola da wakesurf con la protesi.

Ecco quanto testimoniato da un video diffuso sui social:

“È impossibile descrivere a parole le emozioni provate in quegli istanti, posso solo consigliarvi una cosa: ‘credete in voi!’ Obiettivi che sembravano lontani anni luce, sono arrivati in un battito di ciglia e che dire… grazie!”

Poi, continua: “Grazie a chi ci ha creduto dal primo istante, grazie a chi c’è sempre stato e c’è tuttora, grazie a chi mi sta aiutando in quest’impresa e grazie anche a chi mi ha messo i bastoni fra le ruote… mi avete fatto capire che nulla e dico nulla mi butterà mai più giù! La vita è troppo bella per fare la guerra, è per questo che vado a fare wake”.

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Napoli, Gratteri in conferenza stampa: “Test psicoattitudinali anche a vertici di governo e PA”

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Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, ha così risposto alle domande dei giornalisti, soprattutto riguardo alla polemica sulla presenza all’università del cantante Geolier. Ecco le sue dichiarazioni:

“Non si è fatto il nome di nessuno, non mi sono scontrato con nessuno”.

Poi, riguardo l’invito a presenziare all’incontro degli studenti della Federico II con il rapper di Scampia, egli ha aggiunto: “L’ho appreso dalla stampa, ho 66 anni e non si invita una persona così, c’è modo e metodo”.

Poi, ha proseguito: “Il padre di uno studente mi ha chiesto cosa pensassi dei rapper invitati all’università e io ho mostrato disappunto in relazione a coloro che nei video inneggiano a violenza, mafie e droga. Non si è fatto il nome di nessuno, la stampa ha parlato di scontro, ma Gratteri non si è scontrato con nessuno. Sono il procuratore di Napoli e parlo con tutti, anche con l’ultimo degli ultimi, è una questione di stile e di comportamento e vorrei che noi tutti, che ci sentiamo istruiti e dei modelli, con i nostri comportamenti aiutassimo il territorio ad essere più libero ed evoluto”.

Per quanto concerne i test psicoattitudinali, egli ha aggiunto:

“I test psicoattitudinali? Se li vogliamo fare, dovrebbero essere fatti per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo e per chi si occupa della gestione della cosa pubblica. Chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati, ma è anche ricattabile”.

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Napoli, ecco perché il ‘cielo giallo’ è nocivo per l’uomo

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Siamo a Napoli, dove nella giornata di ieri si è verificato un evento alquanto singolare. Infatti, c’è stato “un eccezionale afflusso di polveri di provenienza sahariana”.

Questo è quanto ha reso noto l’ARPAC, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, la quale ha sottolineato come il fenomeno abbia causato “concentrazioni elevate di PM10 in molte località della Campania, misurate dalla rete di monitoraggio dell’agenzia ambientale regionale”.

Pertanto il fenomeno era visibile ad occhio nudo e resta visibile anche oggi. Tuttavia il problema concreto risiede nel valore altissimo di PM10 particolato, che è nocivo per l’uomo.

Infatti, nella città di Napoli una delle concentrazioni orarie massime è stata rilevata ieri alle 12 dalla stazione di Capodimonte – Osservatorio Astronomico, pari a 136 microgrammi per metro cubo. Volendo quindi fare un confronto con il limite fissato dalla normativa, esso è pari a 50 microgrammi per metro cubo.

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