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AFRAGOLA. L’incoerenza di Gennaro Giustino mette in ginocchio la coalizione di centro

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AFRAGOLA – Terminati i confronti tra Consiglieri comunali delle varie coalizioni politiche e chiusa la serie di trasmissioni promozionali con il confronto tra i candidati a Sindaco negli studi di Minformo TV si possono cominciare a tirare le prime somme, in termini di programmi, visioni, comunicazione e conduzione della campagna elettorale.

Dal punto di vista della Comunicazione e dell’aggregazione politica chi ne esce con le ossa rotte da questa campagna elettorale è Gennaro Giustino che non sapendo più come giustificare le sue tante incoerenze, a partire dall’arruolamento di 13 consiglieri dell’era Grillo fino alla pubblicità ingannevole del booklet “R180”, ha cominciato ad offendere e buttare fango addosso ai suoi competitor e anche alla stampa che fino al giorno prima della presentazione delle liste gli è stata accanto nelle lotte imbracciate sul territorio.

A tre giorni dal voto il carrozzone di Gennaro Giustino si è mostrato per quello che è! Una amalgama di candidati slegati l’uno dall’altro che in comune non hanno nulla, tranne l’amore per lo scranno consiliare. La coalizione di centro è la dimostrazione plastica dell’assenza di un percorso condiviso che ha portato alla scelta di una sintesi comune. Subito dopo la caduta di Grillo, Gennaro Giustino si è messo alla ricerca spasmodica di consiglieri uscenti portavoti, rimangiandosi, nel giro di una settimana, tutto il veleno vomitato su di loro in Consiglio Comunale. Il video preparato dalla redazione di MinformoTv ne è la dimostrazione (guarda qui).

Così esce fuori la prima incoerenza del leader di centro che dimostra quanto ha sempre bramato ad una sostituzione del potere più che a rimettere in sesto la città, poiché mentre si impegna a far cadere l’Amministrazione Grillo intestandosi perfino la paternità della sfiducia non disdegna il fatto di corteggiare il più preparato della scorsa Amministrazione Camillo Giacco. È grazie a quest’ultimo, altro che conoscenza della macchina amministrativa, che il leader di centro, riesce a mettere su la trovata pubblicitaria della rivoluzione in 180gg. Come afferma ai microfoni di MinformoTV l’ex assessore all’Ambiente, egli porta tutto il suo know how all’interno del carrozzone creato dal leader di “A viso Aperto” e grazie alle conoscenze dirette perché promotore di parecchie iniziative fatte e non portate a termine dall’Amministrazione Grillo si riesce a redigere il booklet “R180” che viene venduto come programma di centottanta giorni.

Forse a Gennaro Giustino sfugge il fatto, o forse consapevole che il fatto sfugge ai cittadini ignari, che un Programma elettorale può definirsi tale quando è formato dalle visioni e dalle linee programmatiche che un candidato a Sidnaco possiede, atte a migliorare le sorti del proprio territorio e non la “bravura” – sempre da dimostrare – di essere la continuità politica ed amministrativa del Sindaco che l’ha preceduto, scrivendo un elenco di cose già fatte da altri e chiuse in un cassetto, vendute come proprie e spacciate per visioni che possono attuarsi in 180 giorni, dimenticandosi che ci sono voluti altri tre anni per iniziarle.

Così smontato negli studi di Minformo TV, durante i vari confronti con i candidati consiglieri, il suo cammino politico propinato come “il nuovo che avanza”, bocciata la sua prima comunicazione dei “30 anni di svendita”, dimostrato che l’Amministrazione Giustino non sarà altro che la continuità amministrativa di Grillo, in qualità e quantità, e svelata la vera identità della sua Rivoluzione dei 180 giorni che si è dimostrato essere solo una gran trovata pubblicitaria come del resto quasi tutta la campagna elettorale della coalizione di centro, Gennaro Giustino ha cominciato ad essere quello di sempre: il consigliere, militante dell’opposizione – perché è bene ricordarlo, ha fatto opposizione anche quando era in maggioranza con Tuccillo – e dopo aver tacciato la nostra testata di essere di parte – ancora non sappiamo di quale parte, visto che abbiamo condotto delle lotte insieme, vedi nucleo di valutazione, impresentabilità di alcuni esponenti di centro destra, rendiconto di bilancio approvato dietro alone di mistero, questione morale in era Grillo, la stessa che oggi, ovviamente, sta subendo lui etc. – stamattina esce per strada un manifesto che impersonifica in toto la sua natura, quella di un politico affetto da “nespolite”.

Sul manifesto, in pieno stile giustiniano che ricorda la sua campagna elettorale del 2018 campeggia la scritta: “Pannonespoli”. C’è qualcuno ad Afragola che non ha capito ancora che forse davanti, dietro e di lato ad Antonio Pannone ci sia l’ex Senatore Nespoli? Ne siamo tutti convinti? Perfetto! Adesso, per cortesia, caro Gennaro Giustino, possiamo andare avanti? Oltre le menzogne scritte e dimostrate nel booklet “R180” che contenuti hai? Zero.

Questo è il triste epilogo di chi, come recitava in un suo brano il compianto Rino Gaetano, è partito da incendiario e fiero ed è finito pompiere, arruolando i vari “clochard della politica” “precari della politica” “mutilli” termini da lui stessi coniati e rivolti a chi oggi, senza alcuna dignità, ha deciso di supportarlo.

Chissà che collante avrà usato lo stesso Gennaro Giustino per tenerli insieme (la stessa domanda che lui stesso si poneva in era Grillo). Ecco così dimostrato che tutto gli torna contro ed è così dimostrata anche tutta la sua incoerenza.

Per non parlare della questione morale che fa sempre bene non dimenticare, che ieri e non un secolo fa, secondo Giustino era insita tra le fila di Grillo e oggi, secondo noi, come eravamo convinti allora con Grillo, risiede tra le file del leader di centro.

Due soggetti denunciati in una lettera presentata al Prefetto da parte del candidato a Sindaco di sinistra Antonio Iazzetta, così come dichiarato ieri dallo stesso durante il confronto andato in onda su Minformo TV, sono candidati con Giustino e sono quelli che forse presenterebbero, una volta eletti, quel fumus etico e morale che potrebbe permettere agli inquirenti di sciogliere anticipatamente il Consiglio Comunale per evitare potenziale permeabilità della criminalità organizzata, camorra o clan egemone negli interessi della vita pubblica.

Guarda caso, se non abbiamo individuato male i due soggetti, sono gli stessi che forse, dietro suggerimento del loro leader indiscusso, stanno conducendo la loro campagna elettorale “low profile” mettendo da parte i fuochi d’artificio e i cantanti neomelodici esibiti appena tre anni fa. Tanto alla coalizione di centro servono voti a tutti i costi non il folklore che potrebbe solo accendere i fari della magistratura. Meditate gente, meditate.

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AFRAGOLA. Crisi di maggioranza con FDI. La stampa attacca inspiegabilmente il neonato gruppo “Più Europa”

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AFRAGOLA – La situazione politica per il Sindaco Pannone si fa sempre più ostica, dato che il gruppo di Fratelli d’Italia capitanato dal Presidente del Consiglio Biagio Castaldo, non arretra di un passo, come ci informa una nota testata cartacea nelle sue pagine territoriali.

Il punto che fa il collega è condivisibile almeno per quanto riguarda la situazione in maggioranza, dato che da fonti certe arriva l’indiscrezione che il pomo della discordia più che sulla nomina dell’Assessore nasce sulla nuova nomina del Presidente del Consiglio, visto che ad Afragola per aumentare il quorum delle prebende, all’epoca il Sindaco Enzo Nespoli, si inventò la modifica al Regolamento del Consiglio Comunale che prevedeva la durata della carica del Presidente di soli 30 mesi. Così in vista della scadenza regolamentare, sembra che la posizione di Biagio Castaldo sia tutt’altro che stabile e rinnovabile.

Quello che non si comprende né tanto meno si condivide dell’articolo del collega è l’attacco neanche tanto velato al gruppo neonato in Consiglio Comunale “Più Europa”. Informazioni errate e fuorvianti, non si è capito a quale scopo, a meno che non si voglia già mettere le mani avanti ad un blocco di un’ipotetica forza politica capeggiata dal nuovo che avanza, lasciando campo libero sempre agli stessi, stantii, attori della politica afragolese, che ben rodano e oliano da sempre gli stessi meccanismi, anche comunicativi.

Premesso che i due Consiglieri di “Più Europa”: Enzo De Stefano si è candidato alle scorse elezioni a supporto di Gennaro Giustino e quindi una coalizione civica di centro sinistra, dato che il famoso salto della quaglia l’ha fatto proprio il leader di “A viso Aperto” passando dalle file di De Luca a Forza Italia, mentre Raffaele Iazzetta, anche se a supporto di una coalizione civica dove presentava il simbolo velato della Lega, si è sempre candidato in una lista civica e agli appartenenti del civismo senza tessera di partito in tasca non si può addurre alcuna fazione idelogica.

Per non parlare del partito “Più Europa”, il quale, da sempre connota ideali liberali e radicali e non certo progressisti come quelli che caratterizzano la sinistra italiana. Se la leader nazionale del partito Emma Bonino ha scelto alleanze con partiti di sinistra, di certo le scelte sono da attribuire a meri accordi basati sui programmi e non certo sugli ideali. I maggiorenti di “Più Europa” si sono sempre dichiarati appartenenti ad un partito trasversale che da diversi anni condividono le stesse idee dei partiti di sinistra ma restano ben saldi al centro dell’arco costituzionale e pertanto anche l’idea di connotare “Più Europa” come partito di sinistra e per certi versi errata.

Ma per saperne di più abbiamo contattato il referente sul territorio, chiamato in causa in quell’articolo e membro della Direzione Nazionale del partito Più Europa, Raffaele Mosca che davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Aver presentato una lista a supporto del caro amico Antonio Pannone, persona da me sempre stimata, professionista serio, docente di altissima cultura, che nel mio immaginario non l’ho mai associato ad una corrente politica autoritaria e tolitarista qual è la Lega ma sempre ad un ideale democristiano, moderato e popolare, non fa di me, certo, un uomo di destra!? Vorrei ricordare al giornalista distratto che la mia, personale, connotazione ideologica politica è sempre stata tendente al centro sinistra, dato che da sempre la mia figura è associata all’ex Consigliere regionale e napoletano Franco Moxedano e alle ultime elezioni regionali, il sottoscritto era candidato in una lista a supporto del Governatore Vincenzo De Luca, non certo un personaggio di centro destra. Leggendo quell’articolo, non capisco perché alcuni vostri colleghi si prendono la briga di attaccare la mia persona e il partito, che sul territorio è ben rappresentato dal coordinatore Luigi D’Antò e a cui rivolgo ogni in bocca al lupo per il lavoro che svolgerà sul territorio, ma davvero non capisco a cosa serve tirare in ballo il mio nome dato che nell’ultimo periodo sono molto impegnato col lavoro e a portare il calcio della nostra città nelle posizioni che merita. Non vorrei che i successi personali e pubblici legati al mondo sportivo stiano dando fastidio o incutendo timore a qualcuno!? Spero di no! Poiché mi costringerebbero a dimostrare ciò che sa fare realmente un imprenditore al comando”.

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Ad AFRAGOLA nasce un nuovo codice della strada, segno dell’autonomia regalata ai Settori con Assessori incapaci o inesistenti

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AFRAGOLA – È vero che ad Afragola ci sono dei problemi annosi che vanno risolti, è vero anche che i settori presentano dei bug assurdi e che il Sindaco Pannone adesso ha altri pensieri per la testa, come quelli di riuscire a trovare gli equilibri giusti, nominando i nuovi assessori tenendo conto dei desideri dei dissidenti della fiamma tricolore ma non dobbiamo nemmeno concepire l’idea che per pensare ai nuovi che devono arrivare nell’esecutivo non rivolgiamo le attenzioni a chi ci è rimasto, malgrado le contestazioni e il livello bassissimo dimostrato nell’arco della propria gestione, così come, in base a questa sprovvedutezza non possiamo essere liberi dal farci quattro risate osservando le stranezze circolando per le strade della città.

Stamattina girando in auto mi sono imbattuto, alla fine di via Dario Fiore, intersecando la rotonda della Sannitica, in uno strano segnale a forma triangolare a sfondo bianco con bordo rosso e il vertice rivolto verso l’alto, posto subito sopra il segnale dell’obbligo del senso rotatorio di colore blu. Allora vorrei domandare all’Assessore della Polizia Locale Mauro Di Palo, al Comandante della Polizia Locale e al Responsabile dell’Ufficio Manutenzioni, cosa devono fare gli automobilisti al cospetto di tale segnale? È un segnale che appartiene a qualche aggiornamento del Codice della Strada in salsa afragolese sconosciuto agli automobilisti o è semplicemente un segnale di “diritto di precedenza” montato al contrario?

Ovviamente, siamo consapevoli, che questo tipo di argomento possa solo suscitare ilarità nei nostri lettori e che il sottoscritto possa essere tacciato di poca professionalità data la mole e l’importanza di altri problemi che attanagliano la città ma la sprovvedutezza e la superficialità verificatasi in questo irrisorio evento determina soprattutto la leggerezza della gestione di un settore fulcro della vivibilità cittadina come quello della Polizia Locale.

Se il metro di misura nell’amministrare una semplice installazione di un segnale stradale è lo stesso usato anche in altri ambiti dallo stesso settore, allora non bisogna meravigliarsi se pattugliando e controllando le varie occupazioni TOSAP delle attività commerciali si scorge un certo doppiopesismo, dove alcune attività sono lasciate libere di occupare anche i passaggi pedonali e carrabili mentre altre vengono vessate per aver messo una sedia o un banchetto mezzo metro fuori la propria area di pertinenza con consenguenti controlli periodici a cadenza oraria.

Non bisogna neanche meravigliarsi quando all’interrogazione consiliare presentata dal PD viene risposto che per una città come Afragola sessantasei agenti di Polizia Locale sono pochi e il numero esiguo non permetterebbe all’Amministrazione comunale di istituire il servizio di vigile di quartiere o qualche turno operativo in orari notturni, dove la movida e le baby gang, specie in quelle fasce orarie mettono i serio rischio la sicurezza cittadina.

Ma nonostante ciò l’Assessore Mauro Di Palo dorme sogni tranquilli, il suo posto è saldo e garantito dal dominus, così come pure le sue quietanze mensili e in barba alla sicurezza cittadina, magari leggendo la stranezza del segnale stradale – però io vorrei conoscere chi l’ha montato ‘sto segnale e capire se in tasca ha ancora la patente – si fa anche qualche risata alle spalle dei cittadini afragolesi.

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AFRAGOLA. L’opposizione si rivela il più fedele alleato del Sindaco Pannone la cui stabilità è data dal paradosso dissenso-assenso

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AFRAGOLA – La politica del comune normanno vive il fenomeno del dissenso-assenso. Un ossimoro che solo il dominus Enzo Nespoli poteva partorire. Attualmente, teoricamente, nei banchi dell’opposizione siederebbero tredici consiglieri comunali contro undici della maggioranza. Teoricamente il Sindaco Antonio Pannone non avrebbe i numeri per governare ma praticamente risulta essere il sindaco più blindato della storia italiana. Ma come è possibile una cosa del genere? Presto spiegato.

Il dissenso partito ufficialmente con quel documento di semi-sfiducia protocollato da Fratelli d’Italia in realtà ha determinato una chiusura a doppia mandata sulla tenuta del Sindaco. Si, perché ha arricchito i banchi di opposizione di un altro simbolo di partito riconducibile alle effige nazionali aumentando così la disomogeneità all’interno della minoranza. Attualmente tra i banchi di opposizione, al netto di scaramucce tra i meloniani e il Sindaco sulle nomine in giunta gradite alla fiamma tricolore, si registrano i seguenti simboli nazionali (in ordine da sinistra a destra) PD, M5S, Italia Viva, Azione, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Una minoranza ibrida così non si era mai registrata a queste latitudini e questo fenomeno fa sì che, al netto degli interessi personali di alcuni consiglieri di opposizione, nessuno potrà mai intestarsi una lotta o mozione di sfiducia al Sindaco, dato che un partito di sinistra non potrebbe mai firmare un documento partito dalla destra e viceversa.

Così con la buona pace di Antonio Caiazzo e Marianna Salierno, consiglieri che in caso di caduta del governo cittadino perderebbero anche lo scranno metropolitano, il Sindaco Antonio Pannone vive una tenuta così stabile da potersi permettere il lusso di far governare la città al suo dominus, in maniera del tutto indisturbata e scevra da qualsiasi interferenza partitica.

Il dato politico che ne esce fuori però è comunque allarmante. Infatti, in un Comune privo di assessori e quei pochi che restano, oltre ad essere yes man appaiono anche del tutto incapaci – qualcuno viene lasciato lì per pagarsi i propri debiti con l’ente comunale a spese dei contribuenti – diventa ordinario porre l’attenzione solo sui grandi lavori pubblici e su atti riguardanti l’urbanistica, tralasciando quello che in gergo viene chiamato ordinario, proprio perché gli interessi dei pochi è rivolto alle cose “importanti” mentre per le cose “futili” meglio lasciare la città nell’impasse di sempre.

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