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AFRAGOLA. Giustino e i suoi cappucci. Cos’è la camorra e da che parte sta?

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AFRAGOLA – Se lo dovessimo dire alla Fiorello dovremmo dire che in vista delle prossime elezioni del ballottaggio, c’è patetismo in giro. Ho già avuto modo di descrivere i tripli salti mortali carpiati all’indietro che il candidato a Sindaco di centro più Forza Italia ha deciso di fare pur di vincere la competizione e conquistare lo scranno più alto della città.

Gli appelli al voto di buon senso che si stanno consumando da più parti in città verso il centro sinistra hanno davvero del patetico. Personaggi che hanno contribuito, insieme a Gennaro Giustino, allo sfascio del centro sinistra, con tanto di capo cosparso di cenere, solo perché il proprio prediletto, senza l’aiuto dell’alleato di sempre ha dimostrato di non avere la possibilità di entrare in Consiglio Comunale con la sua coalizione perdente, redigono un manifesto dove, alla stregua del candidato a Sindaco, si ricordano di aver militato in quella sinistra che loro stessi hanno contribuito alla disintegrazione. Un gesto disperato che lascia intendere quanto queste persone siano arrivate al Game Over in politica. Ma non è finita qui.

Il candidato a Sindaco del centro più Forza Italia le sta tentando tutte in questa seconda parte della campagna elettorale, dopo la patetica lettera aperta al centrosinistra, ha continuato di nuovo con gli attacchi al suo competitor in maniera indiretta. Visto che sulla persona nulla si può dire, ci si accanisce su quello che sarà il padre nobile della coalizione e sul suo passato giudiziario che secondo i più nulla ha a che vedere con il suo cammino politico-amministrativo e approfittando di un gesto deplorevole – se viene dimostrato tale dalle autorità giudiziarie – di un tifoso di un candidato non eletto di una lista che appoggia la candidatura di Antonio Pannone – tra l’altro soggetto già emarginato e allontanato sia dal direttivo della lista della candidata che dal candidato a Sindaco stesso – adesso si cerca di far passare il messaggio che ad Afragola, la coalizione di centrodestra pratichi lo scambio di voto elettorale, tralasciando e non condannando chi sul territorio per supportare la sua candidatura pratica altre modalità altrettanto deplorevoli che ricordano un comportamento intimidatorio sintomo di una mentalità camorristica e delinquenziale.

Premesso che la camorra non deve essere intesa solo come organizzazione criminale ma la camorra è uno stile di vita, una mentalità, un modus operandi insito nella maggior parte delle popolazioni, specialmente in quelle che vivono nell’ignoranza, con l’adorazione dell’uomo forte e che fanno della prepotenza il mezzo per ottenere ciò che si vuole. Questo profilo di persone lo si può incontrare ovunque e ad Afragola sono molto evidenti in parecchi candidati, di una fazione in particolare, e in tutti i profili fake che popolano i social specialmente in questa seconda parte della campagna elettorale.

Il sottoscritto si occupa di cronaca politica su dodici territori più o meno popolosi quanto Afragola, redigendo allo stesso modo editoriali che fotografano l’attualità e la geografia politica di quel territorio. Inoltre ad Afragola, il sottoscritto, alla stregua di quanto fatto finora, è stato molto critico, forse ancora più sferzante nei confronti dell’ex Sindaco Domenico Tuccillo, dell’ex Sindaco Claudio Grillo e nei confronti dello stesso ex Senatore Vincenzo Nespoli ma mai e poi mai è stato vittima di tanti messaggi diffamatori, intimidazioni e minacce con relativo scasso e tentato furto d’auto da quando la linea editoriale del suo quotidiano online si è trovata in netto contrasto con le virate e le incoerenze del candidato a Sindaco Gennaro Giustino. Chiamatele pure coincidenze, ma questi restano dati di fatto e le denunce sporte dal sottoscritto sono la dimostrazione plastica di quanto il linguaggio e i toni usati hanno inasprito questa campagna elettorale.

Dopo le minacce ricevute da uno dei tanti cappucci – termine tanto caro a Gennaro Giustino che indica i profili fake presenti sui social – che difendono l’operato del leader di “A Viso Aperto”, il sottoscritto chiese al candidato a sindaco di solidarizzare con lui all’indomani delle minacce ricevute, affinché le sue parole potessero calmierare i suoi tifosi.

Informare i suoi accoliti sul fatto che i nostri rapporti non erano stati intaccati e che il ruolo di candidato a Sindaco impone il rispetto del lavoro della Stampa poteva servire, forse, ad evitare le conseguenze che il sottoscritto ha subito. Invece no. Mi fu risposto che un’eventuale solidarietà pubblica ponevano il candidato in una posizione debole nei confronti dell’informazione libera e che poteva sembrare un gesto per ingraziarsi le attenzioni dell’editorialista. Risultato? Al sottoscritto gli è stato tentato il furto dell’auto con tanto di vetro anteriore sinistro in frantumi e continui attacchi, improperi e diffamazioni tutt’ora ancora frequenti. Quindi le domande sono: cos’è la camorra e da che parte sta ad Afragola?

Quindi partendo anche dalla questione morale insita nella compagine del leader di “A viso Aperto” non si può essere garantista o giustizialista a convenienza, non si può dire che l’ex Senatore è un delinquente – ricordando sempre che lo stesso non è candidato – mentre i parenti o affini di camorristi presenti nella sua coalizione non permetterebbero la permeabilità nella sua Amministrazione. Non si può accusare gli altri di essere brutti, sporchi e cattivi e poi avallare, col silenzio, il comportamento camorristico dei “suoi” cappucci. Invertendo gli addendi il risultato non cambia. O si è per le giuste cause sempre o non lo si è mai.

La politica non si fa basando tutto sull’odio e sulla prevaricazione. Le campagne elettorali non si conducono contro ma per. Il clima viene dettato dagli attori in campo e se oggi Afragola ha registrato la campagna elettorale più aspra di sempre è perché c’è stato qualcuno che ha deciso di basarla sull’odio, sulla prevaricazione, sulla mentalità del più forte e principalmente sull’offesa e sulla diffamazione. La stessa diffamazione che molto spesso usano i tifosi del centro con Forza Italia. Figuriamoci cosa diventerebbe la città se fosse votata da gente che tanto somiglia a quei personaggi che si nascondono sotto i cappucci. Meditate gente.

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AFRAGOLA. Crisi di maggioranza con FDI. La stampa attacca inspiegabilmente il neonato gruppo “Più Europa”

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AFRAGOLA – La situazione politica per il Sindaco Pannone si fa sempre più ostica, dato che il gruppo di Fratelli d’Italia capitanato dal Presidente del Consiglio Biagio Castaldo, non arretra di un passo, come ci informa una nota testata cartacea nelle sue pagine territoriali.

Il punto che fa il collega è condivisibile almeno per quanto riguarda la situazione in maggioranza, dato che da fonti certe arriva l’indiscrezione che il pomo della discordia più che sulla nomina dell’Assessore nasce sulla nuova nomina del Presidente del Consiglio, visto che ad Afragola per aumentare il quorum delle prebende, all’epoca il Sindaco Enzo Nespoli, si inventò la modifica al Regolamento del Consiglio Comunale che prevedeva la durata della carica del Presidente di soli 30 mesi. Così in vista della scadenza regolamentare, sembra che la posizione di Biagio Castaldo sia tutt’altro che stabile e rinnovabile.

Quello che non si comprende né tanto meno si condivide dell’articolo del collega è l’attacco neanche tanto velato al gruppo neonato in Consiglio Comunale “Più Europa”. Informazioni errate e fuorvianti, non si è capito a quale scopo, a meno che non si voglia già mettere le mani avanti ad un blocco di un’ipotetica forza politica capeggiata dal nuovo che avanza, lasciando campo libero sempre agli stessi, stantii, attori della politica afragolese, che ben rodano e oliano da sempre gli stessi meccanismi, anche comunicativi.

Premesso che i due Consiglieri di “Più Europa”: Enzo De Stefano si è candidato alle scorse elezioni a supporto di Gennaro Giustino e quindi una coalizione civica di centro sinistra, dato che il famoso salto della quaglia l’ha fatto proprio il leader di “A viso Aperto” passando dalle file di De Luca a Forza Italia, mentre Raffaele Iazzetta, anche se a supporto di una coalizione civica dove presentava il simbolo velato della Lega, si è sempre candidato in una lista civica e agli appartenenti del civismo senza tessera di partito in tasca non si può addurre alcuna fazione idelogica.

Per non parlare del partito “Più Europa”, il quale, da sempre connota ideali liberali e radicali e non certo progressisti come quelli che caratterizzano la sinistra italiana. Se la leader nazionale del partito Emma Bonino ha scelto alleanze con partiti di sinistra, di certo le scelte sono da attribuire a meri accordi basati sui programmi e non certo sugli ideali. I maggiorenti di “Più Europa” si sono sempre dichiarati appartenenti ad un partito trasversale che da diversi anni condividono le stesse idee dei partiti di sinistra ma restano ben saldi al centro dell’arco costituzionale e pertanto anche l’idea di connotare “Più Europa” come partito di sinistra e per certi versi errata.

Ma per saperne di più abbiamo contattato il referente sul territorio, chiamato in causa in quell’articolo e membro della Direzione Nazionale del partito Più Europa, Raffaele Mosca che davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Aver presentato una lista a supporto del caro amico Antonio Pannone, persona da me sempre stimata, professionista serio, docente di altissima cultura, che nel mio immaginario non l’ho mai associato ad una corrente politica autoritaria e tolitarista qual è la Lega ma sempre ad un ideale democristiano, moderato e popolare, non fa di me, certo, un uomo di destra!? Vorrei ricordare al giornalista distratto che la mia, personale, connotazione ideologica politica è sempre stata tendente al centro sinistra, dato che da sempre la mia figura è associata all’ex Consigliere regionale e napoletano Franco Moxedano e alle ultime elezioni regionali, il sottoscritto era candidato in una lista a supporto del Governatore Vincenzo De Luca, non certo un personaggio di centro destra. Leggendo quell’articolo, non capisco perché alcuni vostri colleghi si prendono la briga di attaccare la mia persona e il partito, che sul territorio è ben rappresentato dal coordinatore Luigi D’Antò e a cui rivolgo ogni in bocca al lupo per il lavoro che svolgerà sul territorio, ma davvero non capisco a cosa serve tirare in ballo il mio nome dato che nell’ultimo periodo sono molto impegnato col lavoro e a portare il calcio della nostra città nelle posizioni che merita. Non vorrei che i successi personali e pubblici legati al mondo sportivo stiano dando fastidio o incutendo timore a qualcuno!? Spero di no! Poiché mi costringerebbero a dimostrare ciò che sa fare realmente un imprenditore al comando”.

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Ad AFRAGOLA nasce un nuovo codice della strada, segno dell’autonomia regalata ai Settori con Assessori incapaci o inesistenti

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AFRAGOLA – È vero che ad Afragola ci sono dei problemi annosi che vanno risolti, è vero anche che i settori presentano dei bug assurdi e che il Sindaco Pannone adesso ha altri pensieri per la testa, come quelli di riuscire a trovare gli equilibri giusti, nominando i nuovi assessori tenendo conto dei desideri dei dissidenti della fiamma tricolore ma non dobbiamo nemmeno concepire l’idea che per pensare ai nuovi che devono arrivare nell’esecutivo non rivolgiamo le attenzioni a chi ci è rimasto, malgrado le contestazioni e il livello bassissimo dimostrato nell’arco della propria gestione, così come, in base a questa sprovvedutezza non possiamo essere liberi dal farci quattro risate osservando le stranezze circolando per le strade della città.

Stamattina girando in auto mi sono imbattuto, alla fine di via Dario Fiore, intersecando la rotonda della Sannitica, in uno strano segnale a forma triangolare a sfondo bianco con bordo rosso e il vertice rivolto verso l’alto, posto subito sopra il segnale dell’obbligo del senso rotatorio di colore blu. Allora vorrei domandare all’Assessore della Polizia Locale Mauro Di Palo, al Comandante della Polizia Locale e al Responsabile dell’Ufficio Manutenzioni, cosa devono fare gli automobilisti al cospetto di tale segnale? È un segnale che appartiene a qualche aggiornamento del Codice della Strada in salsa afragolese sconosciuto agli automobilisti o è semplicemente un segnale di “diritto di precedenza” montato al contrario?

Ovviamente, siamo consapevoli, che questo tipo di argomento possa solo suscitare ilarità nei nostri lettori e che il sottoscritto possa essere tacciato di poca professionalità data la mole e l’importanza di altri problemi che attanagliano la città ma la sprovvedutezza e la superficialità verificatasi in questo irrisorio evento determina soprattutto la leggerezza della gestione di un settore fulcro della vivibilità cittadina come quello della Polizia Locale.

Se il metro di misura nell’amministrare una semplice installazione di un segnale stradale è lo stesso usato anche in altri ambiti dallo stesso settore, allora non bisogna meravigliarsi se pattugliando e controllando le varie occupazioni TOSAP delle attività commerciali si scorge un certo doppiopesismo, dove alcune attività sono lasciate libere di occupare anche i passaggi pedonali e carrabili mentre altre vengono vessate per aver messo una sedia o un banchetto mezzo metro fuori la propria area di pertinenza con consenguenti controlli periodici a cadenza oraria.

Non bisogna neanche meravigliarsi quando all’interrogazione consiliare presentata dal PD viene risposto che per una città come Afragola sessantasei agenti di Polizia Locale sono pochi e il numero esiguo non permetterebbe all’Amministrazione comunale di istituire il servizio di vigile di quartiere o qualche turno operativo in orari notturni, dove la movida e le baby gang, specie in quelle fasce orarie mettono i serio rischio la sicurezza cittadina.

Ma nonostante ciò l’Assessore Mauro Di Palo dorme sogni tranquilli, il suo posto è saldo e garantito dal dominus, così come pure le sue quietanze mensili e in barba alla sicurezza cittadina, magari leggendo la stranezza del segnale stradale – però io vorrei conoscere chi l’ha montato ‘sto segnale e capire se in tasca ha ancora la patente – si fa anche qualche risata alle spalle dei cittadini afragolesi.

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AFRAGOLA. L’opposizione si rivela il più fedele alleato del Sindaco Pannone la cui stabilità è data dal paradosso dissenso-assenso

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AFRAGOLA – La politica del comune normanno vive il fenomeno del dissenso-assenso. Un ossimoro che solo il dominus Enzo Nespoli poteva partorire. Attualmente, teoricamente, nei banchi dell’opposizione siederebbero tredici consiglieri comunali contro undici della maggioranza. Teoricamente il Sindaco Antonio Pannone non avrebbe i numeri per governare ma praticamente risulta essere il sindaco più blindato della storia italiana. Ma come è possibile una cosa del genere? Presto spiegato.

Il dissenso partito ufficialmente con quel documento di semi-sfiducia protocollato da Fratelli d’Italia in realtà ha determinato una chiusura a doppia mandata sulla tenuta del Sindaco. Si, perché ha arricchito i banchi di opposizione di un altro simbolo di partito riconducibile alle effige nazionali aumentando così la disomogeneità all’interno della minoranza. Attualmente tra i banchi di opposizione, al netto di scaramucce tra i meloniani e il Sindaco sulle nomine in giunta gradite alla fiamma tricolore, si registrano i seguenti simboli nazionali (in ordine da sinistra a destra) PD, M5S, Italia Viva, Azione, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Una minoranza ibrida così non si era mai registrata a queste latitudini e questo fenomeno fa sì che, al netto degli interessi personali di alcuni consiglieri di opposizione, nessuno potrà mai intestarsi una lotta o mozione di sfiducia al Sindaco, dato che un partito di sinistra non potrebbe mai firmare un documento partito dalla destra e viceversa.

Così con la buona pace di Antonio Caiazzo e Marianna Salierno, consiglieri che in caso di caduta del governo cittadino perderebbero anche lo scranno metropolitano, il Sindaco Antonio Pannone vive una tenuta così stabile da potersi permettere il lusso di far governare la città al suo dominus, in maniera del tutto indisturbata e scevra da qualsiasi interferenza partitica.

Il dato politico che ne esce fuori però è comunque allarmante. Infatti, in un Comune privo di assessori e quei pochi che restano, oltre ad essere yes man appaiono anche del tutto incapaci – qualcuno viene lasciato lì per pagarsi i propri debiti con l’ente comunale a spese dei contribuenti – diventa ordinario porre l’attenzione solo sui grandi lavori pubblici e su atti riguardanti l’urbanistica, tralasciando quello che in gergo viene chiamato ordinario, proprio perché gli interessi dei pochi è rivolto alle cose “importanti” mentre per le cose “futili” meglio lasciare la città nell’impasse di sempre.

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