

Economia e Finanza
Bilancio e performance aziendali: Consac tra i 160° “campioni” nazionali
Giovedi a Roma il riconoscimento
“Industria Felix – L’Italia che compete”
Vallo della Lucania, 24 novembre 2021. “Siamo orgogliosi di questo importante riconoscimento, che premia il lavoro di tutti; un impegno meticoloso teso negli ultimi anni a consolidare la struttura attraverso economie nelle spese, efficientamenti nella gestione e potenziamento dei servizi offerti”.
Così Gennaro Maione, presidente di Consac Gestioni Idriche spa, tra le 160 società di capitali – 22 in Campania – con sede legale in Italia che si sono distinte, attraverso i risultati di bilancio, in termini di performance gestionale, di affidabilità finanziaria e di sostenibilità. La cerimonia di premiazione è in calendario domani, giovedì 25 novembre, a Roma, presso l’Università Luiss Guido Carli (Aula Magna Mario Arcelli). Le imprese vincitrici sono state scelte tra i settori strategici e insignite del Premio Industria Felix – L’Italia che compete, assegnato sulla base di uno speciale algoritmo di competitività: il Cerved Group Score Impact (l’indicatore di affidabilità finanziaria di una delle più importanti agenzie di rating in Europa) e in alcuni casi del bilancio/report di sostenibilità.
La seconda edizione nazionale di Industria Felix, la prima in presenza ma trentasettesima manifestazione nel complesso, sarà aperta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Assuntela Messina e vedrà la partecipazione tra gli altri del vicepresidente nazionale di Confindustria Vito Grassi, del presidente del Copasir Adolfo Urso e di altri ospiti di alto profilo. L’evento è organizzato dal trimestrale di economia diretto da Michele Montemurro Industria Felix Magazine, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, Associazione culturale Industria Felix, con i patrocini di Confindustria e Simest.
Consac gestioni idriche spa è il soggetto gestore del servizio idrico integrato per 55 Comuni compresi nell’area Cilento – Vallo di Diano
Economia e Finanza
Cresce l’inflazione. Cosa succede in Italia e perché non può essere utilizzato l’IPCA

ITALIA – Si parla spesso e mal volentieri in questo periodo della c.d. inflazione, cioè l’aumento medio del prezzo dei beni e dei servizi in un determinato periodo temporale. Se, tuttavia, il prezzo in questione non subisce un aumento sporadico ma continuativo ed annuale allora di parla di “aumento del costo della vita”.
Si tratta di concetti di natura teorico-economica, con i quali, tuttavia, noi cittadini ci interfacciano quotidianamente. Negli ultimi mesi la crisi pandemica, l’aumento del costo dell’energia (causato solo in parte dall’invasione in Ucraina della Russia) e le difficoltà scaturenti dalle interruzioni della catena di approvvigionamento di alcuni beni tra cui i semiconduttori e i prodotti metallici hanno conseguito all’aumento esponenziale dei prezzi di molti beni di uso comune e massiccio.
Con l’invasione russa dell’Ucraina, poi, l’aumento dei prezzi dell’energia è diventato ancor più problematico. La Russia, infatti, è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas, soprattutto in Europa.
Le conseguenze di questo insieme di cause è visibile già dal primo trimestre del 2022 in cui le bollette dell’elettricità sono aumentate del 55%, quelle del gas del 41,8%. Si tratta di cifre destinate a salire.
Un aumento dei prezzi non è di per sé negativo, ma diventa problematico se ad esso, tra le altre misure di supporto, non corrisponde un aumento dei salari. E’ il caso del nostro Paese.
In Italia esiste un meccanismo proposto dai sindacati nella contrattazione collettiva con i rappresentanti delle realtà produttive per tener conto dell’aumento dell’inflazione. Si tratta dell’indice IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato), che ogni tre anni viene usato per aggiustare i salari previsti dai contratti collettivi del lavoro.
L’IPCA ha però un grosso problema: in questo meccanismo di aggiustamento non sono comprese le oscillazioni dei prezzi legate all’import di prodotti energetici, che sono tra le cause principali dell’aumento dei prezzi degli ultimi mesi.
Esisterebbe già, insomma, un meccanismo per tenere conto di aumenti dell’inflazione eccezionali come quello attuale, tuttavia non è automatico ed esclude tutti i lavoratori a cui non si applica un contratto collettivo (come gli autonomi, i lavoratori della ”gig economy” e tutte le persone con contratti atipici).
La conclusione sembrerebbe dunque unica: trovare nuovi e più efficaci strumenti per affrontare le incognite che gli eventi inaspettati degli ultimi due anni hanno sollevato.
Economia e Finanza
Caro carburante, quali sono i fattori che ne determinano il prezzo

ITALIA – I prezzi del carburante stanno salendo esponenzialmente causando non poche problematiche a vari settori imprenditoriali, nonché ai singoli cittadini. La questione che molti si pongono è: il caro benzina è dovuto esclusivamente alla crisi ucraina? Si tratta di una domanda più che lecita che necessita di un approfondimento.
Sicuramente il conflitto bellico tra Russia ed Ucraina contribuisce significativamente all’aumento dei prezzi, ma ci sono anche altre ragioni non direttamente collegate alla crisi altrettanto, se non più, determinanti. Vediamo quali.
Il prezzo del petrolio è regolato anche dalla quantità che i paesi produttori membri dell’Opec (’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio), decidono di estrarre, mentre alla formazione del prezzo che vediamo nei distributori concorrono anche i costi logistici, il guadagno dei rivenditori e soprattutto le accise.
Dunque, il prezzo che osserviamo ai distributori, consta di diversi fattori che possono sintetizzarsi nei seguenti:
- prezzo del carburante a livello internazionale (c.d. Platts, in altri termini il valore della materia prima);
- guadagno dell’industria petrolifera (cd. margine lordo);
- accise ed IVA (ossia la tassazione sulla materia).
Analizziamo cosa sono nello specifico tali elementi.
Il Platts è la piattaforma in cui la domanda e l’offerta di carburanti a livello internazionale si incontrano determinando il valore di ogni prodotto petrolifero. L’istituzione privata Platts (colosso monopolista da cui deriva il nome del prezzo all’ingrosso) rileva tutti i prezzi dei prodotti energetici.
Il margine lordo dell’industria petrolifera, invece, determina il guadagno della parte incaricata di distribuire e vendere i prodotti (distributori e benzinai). Questa fetta è di certo quella che influisce meno rispetto alle altre voci.
In ultimo, ma non per importanza, la tassazione. Quest’ultima è composta a sua volta da accise (tasse indirette) ed IVA (tassa diretta). Si tratta di un fattore che pesa molto sl prezzo complessivo e che finisce direttamente nelle casse pubbliche. Spesse volte, la tassazione sul carburante viene utilizzato come mezzo di maggiore efficienza per il rapido reperimento di fondi pubblici. Oltre alle le imposte di produzione e di vendita, una parte non trascurabile delle accise è stata introdotta per finanziare necessità derivanti da conflitti bellici, calamità naturali, programmi di sviluppo ecc. Per quanto riguarda, invece, l’IVA questa viene calcolata non solo sui prezzi di produzione e vendita ma anche sulle accise. Si tratta , in altre parole, di una tassa sulle tasse.
Accise ed IVA rappresentano più della metà del prezzo alla pompa. Vediamo dunque a cosa si deve tale ingerenza.
Le accise erano principalmente formate da imposte di scopo. Tuttavia, negli anni sono state aggiunte alle accise sui carburanti alcune tasse per il finanziamento di alcuni interventi causati da cause maggiori. Parliamo, solo per citarne alcuni, del disastro del Vajont del 1963, dell’’alluvione di Firenze del 1966, del terremoto del Belice del 1968, del terremoto del Friuli del 1976 e di quello dell’Irpinia del 1980. L’ultimo intervento sulle accise è stato introdotto con il “Decreto Fare” del 2014, i questo caso però si è trattato di un aumento temporaneo a contrario degli altri che sono invece in vigore tutt’oggi.
Oggi è improprio definirle imposte di scopo in quanto dal 1995 le accise sono state riunite in un’unica imposta sui carburanti. Concludiamo dunque l’analisi con alcuni numeri volti a facilitare la comprensione di quanto sopra riportato:
Prezzo del carubrante:
- 0,872 € – prezzo industriale;
- 0,728 € – accise;
- 0,353 € – IVA.
Economia e Finanza
Versailles, Draghi: “la nostra economia non è in recessione, continua a crescere ma c’è stato un rallentamento”

VERSAILLES – Mario Draghi è arrivato a Versailles. Proprio oggi e domani i leader europei stanno occupandosi di fare il punto sulla critica situazione russa. Il presidente del Consiglio, ancor prima di unirsi ai suoi omologhi europei, ha incontrato il presidente Emmanuel Macron.
I presidenti hanno discorso sulle condizioni del conflitto e dell’impatto della guerra sulle economie del vecchio continente: “Poco fa ho avuto un lungo incontro con il presidente Macron e abbiamo discusso della guerra e delle conseguenze per l’Europa. Italia e Francia sono allineate con il resto dell’Ue, sia nella risposta delle sanzioni, sia nel sostegno ai nostri Paesi per l’impatto che queste sanzioni necessariamente comporteranno. Abbiamo chiesto tutti insieme al presidente Putin di cessare le ostilità e in particolare i bombardamenti sui civili, continueremo a farlo”.
E ancora: “La risposta a questo dramma non può che essere europea, come europea è stata la risposta alla Russia. Anche per quanto riguarda il sostegno dell’economia europea e il sostegno dell’economia italiana, dovrà essere una risposta comune. L’economia europea cresce ancora, ma c’è stato un rallentamento. Non soltanto nel campo energetico, ma anche in quello agroalimentare, delle materie prime per quanto riguarda l’acciaio, la carta, la ceramica e così via…”
Parlando dello stato di salute dell’economia italiana, Draghi ha specificato, menzionando quanto riferito anche stamattina in Consiglio dei ministri: “La nostra economia non è in recessione, continua a crescere ma c’è stato un rallentamento. Quello che ho detto anche in Consiglio dei ministri è che noi dobbiamo affrontare queste mancanze di materie prime, queste strozzature nell’offerta, subito e in tutti i settori sostenendo famiglie e imprese, ma anche diversificando le fonti di approvvigionamento”
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